lunedì 29 ottobre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: J come Jörmungandr

Modern Witch League 5#:   
Alfabeto di strega: J come Jörmungandr



Nella mitologia norrena , Jörmungandr ( norreno : Jǫrmungandr , pronunciato [jɔrmuŋɡandr] ), spesso scritto come Jormungand , o Jormungand , anche conosciuto come il Serpente Midgard ( norreno : Miðgarðsormr ), o World Serpent , è un serpente di mare.
 Jormungand viene generato dal dio Loki, unitosi alla gigantessa Angrboða, assieme ai suoi due fratelli, il grande lupo Fenrire la regina dei morti Hela. Tutti e tre vengono allevati in Jötunheimr, la terra dei giganti, finché gli dei non ne vengono a conoscenza. Le profezie annunciavano che da una simile progenie non sarebbero venuti che guai, per questo Odino ordina che i figli di Loki vengano portati al suo cospetto, perché si possa decidere come neutralizzarli. Stabilisce quindi di scagliare il serpente del mondo nel profondo delle acque. Nessuno, però, riesce a portare a termine questa impresa, con l'eccezione di Thor, il più forte tra gli dei, che da allora sarà nemico giurato di Jormungand. Col passare del tempo è cresciuto tanto da riuscire a cingere l'intero mondo come un anello.
Jormungand sorgerà dalle acque quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, quando tutti i legami saranno sciolti. Infurierà sull'acqua e sulla terra, soffiando il suo terribile veleno e contaminando così l'intero mondo. Ingaggerà quindi battaglia mortale con Thor. Questi riuscirà ad abbatterlo, ma non riuscirà a sopravvivere più di nove passi dopo la vittoria, ucciso dal veleno del serpe.
Nella partecipazione del Miðgarðsormr al Ragnarök, alcuni studiosi vedono un influsso da parte dell'Apocalisse cristiana, dove si parla della venuta di una Bestia del mare.

Le principali fonti dei miti  su Jörmungandr sono all'interno dell’Edda in prosa, nella poesia scaldica Húsdrápa , e nelle eddiche poesie Hymiskviða e Völuspá . Fonti meno importanti sono ad esempio, in Þórsdrápa , faðir lögseims , "padre del mare-thread". Ci sono anche molte testimonianze su pietra che rappresntano la storia di Thor e Jörmungandr.

Ci sono tre miti più imporanti degli incontri trai Thor eJörmungandr:

Sollevamento del gatto:Il principale nemico del serpente del mondo è il dio del tuono Thor, baluardo e difensore della società divina e acerrimo nemico delle forze del male. In una spedizione che Thor e Loki compiono presso un gigante di nome Útgarða-Loki, quest'ultimo sfida le due divinità a una serie di prove di forza. Una è quella, apparentemente elementare, di sollevare il gatto della casa, impresa in cui Thor, nonostante la sua immensa vigorìa, riesce solo con grandissima fatica a sollevare una zampa del gatto. In realtà le prove si svolgevano sotto un incantesimo, e le sembianze del gatto celavano Jormungand, che Thor aveva senza rendersi conto sollevato in alto sino a fargli toccare il cielo.

La pesca di Thor:Thor si scontra nuovamente con Jormungand in occasione di una visita che compie, assieme al dioTýr dal padre di questi, il gigante Hymir. Hymir e Thor si recano insieme a pesca, per procurare la cena, in un'atmosfera di scarsa collaborazione, perché Thor è nemico di tutti i giganti e Hymir non crede nella forza di Thor. Mentre Hymir pesca senza troppa difficoltà due balene, Thor (secondo alcuni testi usando come esca la testa di un bue di nome Himinrjótr) cattura all'amo nientemeno che Jormungand , che riesce persino a tirar su dagli abissi marini. Mentre Thor già si prepara a vibrare col suo martello un colpo mortale alla serpe, Hymir, terrorizzato dalla lotta furibonda tra il dio e il mostro, recide la lenza col suo coltello, suscitando tra l'altro l'ira di Thor.
Secondo alcune fonti Jormungand riesce quindi a tornare sul fondo dell'oceano, in attesa di un futuro scontro con Thor. Secondo altre, che probabilmente riportano una versione maggiormente antica, Thor scaglia comunque il suo martello, riuscendo a staccare la testa alla bestia, uccidendola. Questa versione sarebbe stata "corretta" in seguito, immaginando che Jormungand  riesca a salvarsi, per giustificare la sua presenza al Ragnarök.

La battaglia finale: Jormungand sorgerà dalle acque quando giungerà il Ragnarök, la fine del mondo, quando tutti i legami saranno sciolti. Infurierà sull'acqua e sulla terra, soffiando il suo terribile veleno e contaminando così l'intero mondo. Ingaggerà quindi battaglia mortale con Thor. Questi riuscirà ad abbatterlo, ma non riuscirà a sopravvivere più di nove passi dopo la vittoria, ucciso dal veleno del serpe.
Nella partecipazione di Jormungand al Ragnarök, alcuni studiosi vedono un influsso da parte dell'Apocalisse cristiana, dove si parla della venuta di una Bestia del mare.

Ovviamente è presto detta la similitudine con l’Uroboro . L'Uroboro (dal greco ουροβóρος dove 'ourá' sta per 'coda') detto  anche: Ouroboros, Ourorboros, Oroborus, Uroboros oUroborus è un simbolo molto antico che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio. È un simbolo associato all'alchimia, allo gnosticismo e all'ermetismo. Rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno, e tutto quello che è rappresentabile attraverso un ciclo che ricomincia dall'inizio dopo aver raggiunto la propria fine. In alcune rappresentazioni il serpente è raffigurato mezzo bianco e mezzo nero, richiamando il simbolo dello Yin e Yang, che illustra la natura dualistica di tutte le cose e soprattutto che gli opposti non sono in conflitto tra loro.

Questo argomento è stato puramente copiato da fonti italiane e straniere di wikipedia e quindi decisamente buttato lì, ma sono piuttosto indietro con questa iniziativa,  alcune lettere sono davvero particolarmente ostiche, tanto da non permettermi chissà quali elaborazioni personali. Preferisco pertanto citare fonti chiare e certe almeno in questo modo si può comunque far conoscere a chi non lo conoscesse questa figura della Tradizione Nordica.


mercoledì 17 ottobre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: I come Iðunn

Modern Witch League 5#: 
 Alfabeto di strega: I come Iðunn



Iðunn (Idun) è una dea della mitologia norrena. Appartenente alla stirpe degli Æsir,al novero delle dee supreme, sposa del dio della poesia Bragi, a Iðunn è attribuito il possesso dei frutti miracolosi dei quali gli Dèi si nutrono per mantenersi immortali e senza invecchiare.
Ella quindi ha nelle mani il potere suelle forze vivificanti e rigeneratrici.
Iðunn appare verosimilmente come una dea della fecondità, simile in ciò a Gerðr (anche se quest'ultima appartiene alla stirpe dei Vanir). Nel Lokasenna, il dio Loki la accusa di essere dedita alla lussuria tanto da aver giaciuto persino con l'assassino del proprio fratello. Il motivo può forse riferirsi alla sua  stessa qualità di dea feconda o più semplicemente ripetere analoghe accuse fatte alle dee a scopo calunnioso e distruttivo. Nlell' Ivettiva di Loki, Iðunn appare come una portatrice di pace, piuttosto.
Di Iðunn è ricordato il mito del suo rapimento da parte del gigante Þjazi. La vicenda ha inizio con un viaggio di Odino, Hœnir e Loki, durante il quale l'arrosto che le tre divinità desiderano cucinarsi viene impedito dai poteri magici di un'aquila, sotto il cui aspetto si cela il gigante trasformato. Loki tenta di colpire l'aquila con un bastone, ma questo rimase incastrato nel corpo del rapace, che spicca il volo trascinandosi dietro il dio. Loki, per salvarsi, stringe un patto con Þjazi, promettendo di consegnargli Iðunn e le sue mele. In seguito Loki riesce a convincere Iðunn a uscire da Ásgarðr e a recarsi in un bosco, dove Þjazi, sempre in forma d'aquila, la rapisce, portandola nella sua dimora montana di Þrymheimr. Privi delle mele di Iðunn gli dèi cominciano a invecchiare e, saputo dell'intrìgo di Loki, lo mandano a chiamare per costringerlo a rimediare. Loki ottiene quindi dalla dea Freyja un travestimento da falco, tramite il quale raggiungere la dimora del gigante, dove trova Iðunn, sola, mentre il padrone di casa si trova momentaneamente sul mare. Loki trasforma Iðunn in una noce, portandola via con sé, ma Þjazi, che si è ben presto accorto dell'incursione, si muta di nuovo in aquila volando all'inseguimento. Gli dèi, allora, una volta che Loki ha fatto ritorno ad Ásgarðr con Iðunn, creano una barriera di fuoco tra le cui fiame Þjazi perisce. In seguito Odino dovrà affrontare la figlia di Þjazi, Skaði, decisa a vendicare il padre: ad ella verrà offerto, in riparazione, il matrimonio con uno degli dèi.
Alcuni studiosi hanno affermato che la presenza delle mele nel mito di Iðunn ha provenienza straniera. Difatti, nei testi più antichi che lo riportano, le mele non sono nominate, e di Iðunn si dice solo genericamente che possiede la medicina per impedire agli dèi di invecchiare. Inoltre, le coltivazioni di mele non furono note in Scandinavia almeno sino al tardo Medioevo. C'è tuttavia chi fa notare che il termine con cui vengono chiamate le mele di Iðunn (epli) si può riferire in senso generico a qualsiasi tipo di frutto tondeggiante, non necessariamente alle mele.
 Il suo nome è anche riconducibile forse nel toponimo danese Enø (>Jthænø) e in altri, di origine scandinava, nel Lancashire.
Si fa riferimento alle sue preziose mele anche la dove Skirnir, per indurre Gerdr ( figlia di un gigante) a cedere all' amore di Freyr, le offre !udici mele"( epli ellidu/ epli, ellilyf " le mele medicina contro la vecchiaia), di tali mele fu detto che erano tutte d'oro (algullin) e se ne sottolinea il simbolo di fecondità.
Il mito delle mele di Iðunn ha numerosi corrispettivi in altre mitologie, dove si trovano spesso frutti dai poteri miracolosi, sorvegliati da guardiani, o oggetto di contesa. Dalla leggenda irlandese dei figli di Tuirenn, che rubarono le mele dal giardino di Hisberna, a quella greca del giardino delle Esperidi, sino al ben noto racconto biblico dell'albero della conoscenza del bene e del male.

Si per questa settimana nulla di molto originale, ma la I è stata un po ostile. Personalmente non "conosco" Iðunn ma sicuramente è una divinità che suscita la mia attenzione  Probabilmente proprio perché è contraddistinta da questo simbolo - le mele- che in se racchiudono qualcosa per cui occorrerebbero molte parole.. le ho sempre viste come un altare semplice, uno strumento antico, come lo spirito profondo di quello che sono.


martedì 16 ottobre 2012

Witch Craft : Riciclo candele.



Sempre  a proposito di Witch Craft;oggi mi sono messa  fare una candela per le divinità del Oltretomba in particolare ho pensato a Hel e Odino (in questa versione), inizialmente l'idea era di fare molte candele o almeno due ma per oggi mi sono fermata a una.
In particolare non è dello specifico motivo per cui l'ho fatta quello che vi voglio raccontare  ma piuttosto darvi un idea che sicuramente vi è già passata per la testa.
Recitare i mozziconi per dar vita a qualcosa di più bello.



Io sono una di quelle streghe che è contro l'abbandonare candele usate per alcuni incantesimi in giro, nel senso che non condivido affatto coloro che le seppelliscono in giardino perché "l'incantesimo" lo prevede. Questo perché le candele che noi usiamo sono prevalentemente di paraffina  sintetiche, inquinanti e non di pura c'era d'api. Quindi  dal momento che volendo o no inquino già abbastanza non ho mai seppellito "scorie di incantesimi" in giro.
Piuttosto se l'incantesimo proprio necessita che non si usi più una candela, per null'altro, allora la conservo nel mio armadio stregato.
Ma cosa farne di tutti i mozziconi che ci rimangono dopo una celebrazione  quelli che derivano dalle candele degli elementi  degli dei o puramente per illuminare lo spazio rituale? Non le buttiamo di certo, in questi tempi di crisi bisogna risparmiare e sopratutto possiamo sfruttarli per fare bellissimi candele votive o da riutilizzare per fare luce.
In oltre penso che una candela che è stata usata in uno spazio rituale anche solo per fare luce, si carica del potere del rito e pertanto questo mi spinge ancora di più a non sprecarle.

Riutilizzare i mozziconi è molto semplice. Possiamo fare delle candeline carine lunghe se scaldiamo la cera dentro un pentolone in disuso e immergiamo con tanta pazienza uno stoppino nuovo.
Questo però non è il mio caso, per fare candele lunghe ci vuole molta cera ed io non ho mai acquistato sacchetti con  scaglie di paraffina per farla.
Quello che faccio io è economico a costo zero e ve lo illustro con qualche foto.


Quello che vi serve sono mozziconi di candela usati, è bene se ne avete di tanti colori dividerli per cromie, cosi otterrete candele in nuance e non tutte scure.
Potete per esempio "diluire" le candele colorate con quelle bianche.
Oppure usate solo le candele bianche. Un po dipende da cosa volete fare.
Spezzettate o grattugiate le candele, se ne avete alcune molto lunghe tagliatele per lungo cosi che potete conservare lo stoppino.
Sarà importante per poter fare una nuova candela
I pezzi più piccoli si scioglieranno più velocemente .
Potete anche far sciogliere le candele nella loro forma intera, ma sicuramente ci vorrà molto tempo, anche così per le candele molto lunghe riuscirete a prelevare lo stoppino.



Ed ecco per esempio un paio di stoppini da riutilizzare, sono abbastanza lunghi da poter fare candele alte 6.7 cm.







Nel caso vogliate colorare le vostre candele di cera prevalentemente bianche, potete utilizzare vecchi pastelli a cera da far sciogliere insieme alla cera. Mi raccomando però, devono essere pastelli a cera.









Una volta spezzettati i mozziconi di candela, a meno che voi non abbiate un pentolino dove far sciogliere la cera potete  riempire un bicchierino di vetro, io per esempio utilizzo o bicchieri di plastica o i vasetti dell' omogenizzato.
Premente bene i pezzetti, man mano che si scioglieranno il volume diminuirà e potrete aggiungerne altri, coprendo fino all'orlo il barattolino.




Metto quindi il barattolino a scaldare a bagnomaria in una pentola( il mio calderone).
Il coperchio è chiuso in modo che se l'acqua bolle non entri nel vasetto.
Il livello dell' acqua va tenuto sempre sotto controllo, non deve bollire ma sobbolire, e deve sempre essere inferiore al bordo del barattolino.
Quando la cera sarà tutta sciolta con dei guanti o delle presine o con una pinza prendete il bicchiere, fate attenzione a non appoggiarlo sul marmo freddo della cucina perché il vetro potrebbe rompersi.



Prima di spegnere il fuoco, preparate lo stampino. Io non ho uno stampino per candele, in commercio vendono degli stampi molto carini con forme diverse ( a palla, piramide, per candele lunghe ecc..)
Io ho riutilizzato un coperchietto da yogur di quelli che contengono i cerali. Potete conservare anche il barattolino dello yogurt per empio quelli doppi della Muller, possono darvi una forma triangolare carina. Persino i cartocci dei succhi di frutta e del latte vanno bene per queste cose. Osservate bene cosa potete riciclare e le cose che avete.
Io ho unto un po lo stampino con dell' olio di jojoba, potete ungerlo anche con olio di oliva o di semi, questo aiuta a far uscire la candela una volta pronta senza rompere lo stampo, così lo potrete riutilizzare.

A questo punto non ho potuto fotografare mentre versavo la cera nello stampo. Con l'aiuto di pinze e presine ho rovesciato la c'era calda nello stampo.
Ho aggiunto delle erbe perché volevo personalizzare la mia candela, e mi piace molto l'effetto delle erbe che si vedono immerse nella cera. In questo momento potete aggiungere anche essenze per profumare la vostra candela.
E' il momento di immergere anche lo stoppino. Come vedete in questa foto (non mia) esiste uno strumento che tinte lo stoppino centrato e su. per fare la stessa cosa, usate dei bastoncini tipo stuzzicadenti. Una X di appoggio dovrebbe bastare, altrimenti mettetene tanti quanto ve ne serve per tenerlo fermo e centrato.

Appena la superficie si solidifica un po e lo stoppino è immobile potete accelerare il processo di raffreddamento mettendo la formina in frigo o frizzer. Passate alcune ore, sarà pronto e potete togliere la vostra candela dalla formina.

La mia l'avete vista all'inizio del post.

Qualche consiglio stuzzicante.
  • Per tea-light usate formine di silicone da cioccolatino, o conservate i contenitori di quelle usate.
  • In formine molto grandi aggiungete dei cubetti di ghiaccio, quando si scioglieranno l'effetto sarà molto divertente.
  • Per Ostara usate i gusci d'uovo rotti per fare delle piccole ma carinissime candeline.
  • Anche le noci di cocco sono ottime per accogliere una candela.


.Witch Craft : Samhain.



.Witch Craft : Samhain.

Ecco una nuova puntata della mia nuovissima rubrica che con piacere ha riscosso un discreto successo tra voi che mi seguite! Grazie di tutto!

Per questo sabba ho realizzato ben 5 lavoretti di fa da te ora ve li mostro.
Lasciatemi un commento e guardate il video!

.Specchio Nero.



Famosissimo compagno di streghe e stregoni quasi quanti la scopa “ Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più strega del reame?”
A parte gli scherzi, lo specchio nero è famosissimo soprattutto tra i wiccan

Questo strumento, spesso sottovalutato, viene utilizzato principalmente per la divinazione ma ha anche altre funzioni: è un mezzo di comunicazione con altre entità, una porta verso altri mondi, un catalizzatore e un contenitore per energie psichiche da utilizzare durante celebrazioni e rituali. Può essere di varie dimensioni, con il vetro piatto o concavo, preferibilmente tondo e rigorosamente con lo sfondo nero. Non è facile trovare in commercio questo tipo di strumento e il più delle volte le streghe lo fabbricano da se ricorrendo anche al vetro di vecchie pendole, televisori e specchietti retrovisori delle macchine. Una volta trovato il vetro adatto, si cerca la cornice adatta o si fa fare su misura, quest’ultima deve essere, se necessario, scartavetrata e ridipinta.
La tradizione vuole che il vetro debba essere sciacquato sotto acqua corrente o di ruscello per qualche minuto, purificandolo sia dalla sporcizia materiale che energetica, visualizzando il passato del vetro, le immagini che l’hanno attraversato e i vari usi, che scorrono via. Una volta lasciato asciugare su un panno bianco va dipinto con più mani di vernice nera, dalla parte inferiore. Lo specchio va poi consacrato e lavato con un infuso di camomilla e eufrasia o alcuni indicano ottima anche l’artemisia. Questo strumento non deve essere utilizzato con un comune specchio, va coperto con un panno scuro e utilizzato solo a scopo magico.


Nel video vi ho accennato che l’origine di questi specchi è attribuibile a lastre di pietra nera, nel video le pietre le ho dette tutte tranne quella che più spesso usano, ovvero l’ossidiana.
Altra cosa che non vi ho detto è appunto quella di cucirvi un bel sacchettino nero in cui riporlo. Menomale che c’è il blog che mi aiuta a spiegare meglio le cose.

Per l’utilizzo come promesso anche le video vi lascio questo link.
@ FralumeBufo: http://www.youtube.com/watch?v=ctgJIJ8vKTE

Ma come ho fatto il mio specchio nero?

  • Cornicetta prese da un pacco da 3 al Brico Centre 1.50  € (in sconto) Voi potete acquisire la cornice che preferite, con una cornice già colorata e |o lavorato o da decorare.
  • Rametti d’albero secchi.
  • Tempera verde. O di qualsiasi colore desiderate per dipingere la cornice, o foglie d’argento\oro o carta da decupage, conchiglie ecc..
  • Flatting Sprey.
  • Colla a Caldo.
  • Acrilico nero.

Ho dipinto una delle due superfici del vetro con l’acrilico nero, passando il colore in due mani per essere sicura che coprisse per bene tutto il vetro.
Mentre il vetro asciugava, ho dipinto la cornice di verde e l’ho fissata con del Flatting trasparente spray. Poi aiutandomi con la colla a caldo ho incolato i rametti sulla cornice, dandogli un po’ di movimento.
L’effetto è quello di una cornice uscita da un bosco, ovviamente se la fate diversa il risultato finale sarà un altro.

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. Mangiatoia Per uccelli.



La stagione fredda sembra averci messo un eternità ad arrivare, ma con Ottobre il tempo cambia molto rapidamente e il gelo si fa largo sulla nostra penisola. Per questo motivo ho posticipato un lavoro tipico di Mabon per questo Sabba. In molti paesi in realtà già in questo mese si celebrava l’inizio dell’inverno e per questo motivo, appena un po’ prima dei venti gelidi, ho pensato che fosse carino iniziare a preoccuparci dei nostri piccoli amici animali per quando fuori sarà tutto gelato e magari bianco.
Quale idea migliore se non quella di fare delle mangiatoie per uccelli con un aspetto naturale e a costo zero?

Ecco come:
Andate in un bosco e raccogliete delle pigne molto grosse e una volta a casa staccatele dal corpo centrale.
Conservate la rosa da cui inizia la pigna e dove questa si attacca all’albero, in modo da avere un nodo centrale sul quale sviluppare la base.
Iniziate quindi con la colla a cado, avendo cura di non sporcare le parti e di non lasciare fili di cola in giro, ad attaccare i pezzetti di pigna prima per farne una base e poi dal lato opposto per creare una forma a ciotola.

  • Se pensate di non riuscire a farlo potete usare questo trucchetto: conservate uno di quei tappi di plastica nei quali sono conservati, i cereali sopra agli yogurt, come vedete sono delle ciotoline, ecco incollate i pezzi di pigna su quello, in modo che vi aiuterà a tenere una forma. In oltre in questo modo la mangiatoia potrà ricevere anche acqua nei periodi estivi di siccità.

Quando siete soddisfatti scegliete che cosa mettere per poterla attaccare agli alberi, un cordino, un arco di fil di ferro, un nastro colorato così che attirerà ancor più gli uccelli. Vedete voi ma mi raccomando saldatelo bene alla struttura perché oltre a tenere il cibo dovrà tenere anche i passerotti che vi entreranno.

Potete mettere nella mangiatoia dei sementi che comperate in qualsiasi negozio di animali, frutta secca ecc… nelle stagioni più calde anche le briccole.
Quando il tempo è più rigido vi consiglio questi preparati qui. Che potete fare anche se non avete realizzato la mangiatoia. Io l’anno scorso ne ho fatto un po’, ed è stato bellissimo portarli in mezzo alla neve e vedere un sacco di uccellini come anche ei pettirosso in città.


Tortine per uccelli.
Ingredienti:
• 0,5 kg circa di farina di frumento per dolci
• 1 kg circa di farina per polenta di mais giallo
• 0,5 kg circa di zucchero (possibilmente grezzo)
• Almeno 4 confezioni di margarina vegetale da 250 grammi
Ingredienti facoltativi:
• una bustina di uva passa
• 1 o 2 mele tagliate a cubetti
• fichi secchi tagliati a cubetti o strisce
• un etto di semi di girasole
• 1 bicchiere di riso crudo
• 1 o 2 bustine di pinoli
• Una manciata di riso soffiato (per cani)
Preparazione:
Si mettono in una terrina tutti gli ingredienti con l’esclusione della margarina. Si mischia tutto in modo da creare un prodotto il più possibile omogeneo. A parte si mette in una pentola la margarina e la si scalda a fuoco medio fino alla sua completa fusione. Si versa la margarina fusa sopra nella terrina sopra il miscuglio. Si mischia il tutto con un cucchiaione o con le mani sino ad ottenere un impasto il più possibile omogeneo. Con le mani si formano delle tortine a forma di palla (evitare di comprimerle troppo) che si mettono a raffreddare a parte.
Somministrazione
Le tortine vanno somministrate agli uccelli in luoghi non accessibili a cani e gatti perché appetitose anche per loro. Possibilmente vanno messe su davanzali, sopra i tetti, tra i rami degli alberi, ecc. Non appena qualche Pettirosso o Cinciarella si accorgerà della leccornia non mancheranno le successive scorribande di Passeri, Storni e Merli. Nelle giornate invernali di neve o gelo se si fornisce questo od altri alimenti per uccelli riduce o elimina la mortalità dei piccoli passeriformi che nell’arco di un inverno raggiunge anche il 70% di una sola popolazione.
Specie che si nutrono di questo alimento:
Merlo, Storno, Cinciallegra, Cinciarella, Cincia Mora, Pettirosso, Passero d’Italia, Passera mattugia, Fringuello, Verdone, Ballerina bianca, Tortora dal collare orientale, Picchio rosso maggiore, Picchio verde, Codirosso spazzacamino, Gazza, Ghiandaia.
http://sacerdotessediavalon.forumcommunity.net/?t=49854719
Un'altra cosa carina che potete fare sempre con le pigne, e con questo pappone calorico è quella di inserirlo all'interno della pigna e poi appendere la suddetta ai rami degli alberi. Come nella foto.
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. Porta candela.


Un'altra lanternina in tema con la stagione, molto facile da realizzare. Per fare questa lanterna dovete avere:

  • Un barattolo vuoto di marmellate, vaso, bicchiere ecc..
  • Colla a caldo.
  • Rametti secchi

Spezzate i rametti di una lunghezza che superi di poco il bordo del vostro vasetto, poi iniziate ad incollarli senza essere troppo precisi, non andate mettendoli uno in fila all'altro  ma create un po’ di movimento.

  • Come decorazione finale potrete attaccare un nastrino colorato a metà vasetto e fare un fiocco, oppure  un pochetto di rafia, insomma come desiderate.

All'interno secondo la dimensione de vaso scelto, potete mettere delle Thea light, o delle candele man mano più grandi.



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. Bottiglia di Protezione – Acqua di Guerra.


Intorno alla stagione di Samhain, si consiglia di fare un po 'di magia protettiva per se stessi, e di creare una bottiglia della strega a scelta. L'idea generale della bottiglia della strega è non solo di proteggersi, ma restituire l'energia negativa a chiunque o qualunque cosa è l'invio a modo tuo. Per realizzare quella da me scelta hai bisogno dei seguenti elementi:
•Una bottiglietta
•Oggetti arrugginiti, come chiodi, lame di rasoio, piedini piegati, viti,
•Oggetti appuntiti, come spilli, e spine di piante.
•Aceto
•A seconda delle varianti: sale, sale nero, lana rossa.

[Variante 1] Riempire il vaso quanto basta di aceto, se volete ( non l’ho detto nel video) potete aggiungere anche del sale, magari del sale nero e un pezzo di lana rossa che è conosciuto per dare protezione. Dopodiché aggiungete tutti gli oggetti che desiderate. Chiudete la bottiglia e scuotetela.
Lasciatela riposare per un po’ al buio, soprattutto se la bottiglia non è di vetro scuro.

[Variante 2] Questa è una variante possibile, la ricetta originale dalla sola Acqua di Guerra, non prevede l’uso di sale e del cordino di lana rossa, ma in realtà vorrebbe all’interno bacche di sandalo radice di assafetida, muschio spagnolo e pezzetti di ossidiana.
Questo tipo di bottiglia risale a tempi antichi e rientra nella stregoneria tradizionale. Nel video io vi ho dato una variante molto semplice, leggendo questo post potete insomma ricavarne la variante che preferite.

[Variante 3] Un altra variante ma questa volta per una sola bottiglia di protezione, prevede che all’ interno della bottiglia vi siano solo sale, lana rossa e gli oggetti arrugginiti.

[Variante 4] Riempite la bottiglia con aceto e con gli oggetti appuntiti e arrugginiti come vi ho mostrato nel video.

Non è necessario decorare la bottiglia a meno che non la vogliate esporre, ma non è consigliabile, è un arma da usare contro i vostri nemici per mandare al mittente ciò che vi arrecano. Come fare?
Dopo un po’ di tempo che l’acqua ha macerato, voi  buttatene un po’ sulla porta d’ingresso, o bagnatevi un po’ con essa, o ancora se potete gettatene un po’ ai piedi del vostro nemico.

Ma cosa sono le Bottiglie della Strega?
Le Bottiglie della Strega sono strumenti magici usati comunemente da molte streghe o pagani, vengono conosciute anche come Bottiglie per Incantesimi. Appartengono alla magia simpatica e sono splendidi esempi di magia popolare.
Le Bottiglie della Strega sono un modo carino per fare i primi lavori di magia possono essere fatte insieme ai bambini e dare un tocco di decoro alla vostra casa.
In Inghilterra la loro fama è ben nota, ma probabilmente la loro origine è Europea, in particolare nel nord Europa e Europa continentale. Sono sempre state un oggetto comune alla gente che praticava magia, donne sagge, maghI e cosi via fino ad arrivare a clienti veri e propri che le acquistavano.
Le Bottiglie della Strega in passato erano usate per proteggere se stessi dalla altre streghe. La protezione schermava da maledizioni e da attacchi di vario genere e questo fu il loro utilizzo principale per diversi secoli. Le Bottiglie della Strega oggi sono ancora più comunemente utilizzate con scopi di protezione, ma anche per qualsiasi altro intento magico. 
Spesso queste bottiglie sono state seppellite con le fondamenta della casa come fossero il fulcro del focolare, oppure neri pressi di recinti o della soglia di casa ( come porte e finestre) , sotto le pietre di una passerella o vialetto, in cortili e giardini ecc..
Si riteneva che camini , porte, finestre fossero il punto di ingresso per l’energia, e spesso le Bottiglie della Strega erano collocate in questi posti o sul bordo della proprietà.
Il focolare era quel luogo della casa nel quale si sentiva ci fosse una sorta di energia concentrata, dove si svolgevano la maggior parte delle attività quindi non solo ingressi e finestre, esso era la dove veniva preparato il cibo, era il cuore e il centro della casa.
Alcune bottiglie erano messe sul fuoco, e il loro contenuto veniva fatto bollire, durante l’ebollizione veniva cantato l’incantesimo e quindi fatta la magia. Con questa pratica spesso si rischiava che la bottiglia esplodesse, il che era pericoloso e anche disgustoso poiché queste bottiglie contenevano spesso urina, e schegge.
Pare che molte bottiglie ritrovate furono seppellite a testa in giù, questo non voleva dire nulla, poiché possono essere sepolte in qualsiasi posizione. Si è ipotizzato che il motivo per cui alcune furono state seppellite in questa maniera fosse per dare un maggior intento all’ incanto, quello di invertire la funzione deleteria o distruttiva, nel caso per espio ci si dovesse proteggere da una maledizione ecco che la bottiglia a testa in giù non solo proteggeva ma rimandava anche al mittente la fattura. 
Nel XVI e XVII secolo venne alla luce una sorta di bottiglia di pietra tedesca chiamata "bartmann" o bottiglia "bellermine" essa fu la preferita da usare in quei tempi. Su di essa si potevano trovare dei volti scolpiti, e qualsiasi brocca, vaso e contenitore allungato si adattava allo scopo. Oggi è facile trovare bottiglie di vetro davvero interessanti e belle, magari nei mercatini delle pulci o nei negozi di pegno. Alcune streghe dopo aver consumato una bottiglia di qualche bevanda alcolica usata come offerta, riutilizzano le bottiglie che hanno un tappo di sughero per qualche scopo magico.
Durante la creazione di una bottiglia, una strega può caricare o programmare ciascun oggetto che verrà inserito nella bottiglia prima di farlo con la bottiglia gia piena in un'unica soluzione. Questo rende la bottiglia ancor più potenzialmente potente. Le Bottiglie della Strega possono essere anche programmate per ricaricarsi con l’energia che catturano, sia questa del sole o della luna ecc. o anche energia negativa.
Le Bottiglie della Strega si considero funzionanti ed efficienti solo fintanto che la bottiglia resta sigillata e finché il contenuto resta intatto. Si può scegliere di utilizzare ingredienti che si rompono o dissolvono nel tempo come il contrario, quale scegliere dipende dall scopo dell’ incantesimo e della stessa bottiglia – deve durare all’ infinito o consumarsi piano piano?
Le prime bottiglie intatte trovate dagli archeologi erno brocche di gres che contenevano testimoni umani (in gran parte capelli, unghie, urine e simili), nonché (spesso piegati) chiodi, aghi e spilli. Inoltre spine, pezzi di legno e ossa, pezzi di tessuto, filo annodato, pelle, vetro, cocci di specchio, sangue e altri fluidi corporei sono tradizionalmente presenti nelle Bottiglie della Strega.
Oggi, questi ingredienti sono ancora comunemente utilizzati. Le streghe moderne utilizzano anche altri ingredienti, per esempio una bottiglia a tema romantico può contenere profumi, capelli dell’amato, petali di rosa e poesie d'amore. Una bottiglia per la prosperità può contenere monete, una bottiglia di guarigione conterrà erbe e cristalli adatti all'interno e così via. Tutto ciò che si sente di aggiungere sarà vantaggioso per l'incantesimo e che può essere inserito nella bottiglia. Alcune persone mettono molti elementi diversi in una bottiglia, mentre altri sceglieranno pochi ingredienti chiave.

Una bottiglia di strega 17 ° secolo trovata in Ipswitch, Inghilterra conteneva:
Un pezzo di feltro tagliato in una forma di cuore e nel quale erano inseriti spilli di ottone
Un pezzo di capelli castano chiaro umano
40 chiodi di ferro
40 frammenti di vetro
2 Forchette
24 borchie in ottone
Diversi pezzi di legno
Urina umana 
Si trova nel Sussex, in Inghilterra fu sepolto intorno al 1720 e aveva in sé: 
Peli pubici
Una ciglia
Urina umana
Otto piedini in ottone piegati 
Quando questa bottiglia è stata aperta, in modo che i ricercatori potessero esaminare il contenuto vi fù un sibilo come quello delle fughe di gas.
Una Bottiglia della Strega può essere nascosto in casa, sepolto, nascosto nelle radici o rami di un albero, immerso in una massa d'acqua, posta in un vaso, nascosto in una siepe ecc.. ci sono molte possibilità.
Una Bottiglia della Strega può essere appeso ed usata come una palla di strega.
Una Bottiglia della Strega piccolina può essere indossata come un Talismano o Amuleto.
Inserita in una borsa di medicina, in un sacchetto, in una sacca porta rune ecc.. una Bottiglia della Strega può proteggere il contenuto o aiutarlo a infondere più energia.
Potete tenerla sull’ altare in casa o in qualsiasi luogo che desiderate anche come vero e proprio strumento magico.
Le Bottiglia della Strega piene di cose come l'urina o aceto possono rischiare di esplodere spontaneamente in una giornata calda, chi intende esporle all’ esterno della casa o sotterrarle dove batte il sole farebbero meglio ad utilizzare acqua o olio, o non mettere un contenuto liquido.
Come facciamo a sapere cosa mettere nella nostra bottiglia? In primo luogo, dobbiamo decidere qual è lo scopo o che intento ha. In secondo luogo, è necessario capire quali oggetti corrispondono a quello scopo, guardarsi intorno e vedere che cosa c’è di disponibile, a volte le cose improvvisamente saltano fuori. Si può anche meditare sulla bottiglia e il suo scopo, chiedere ai vostri spiriti alleati di guidarvi, o fare ricerche attraverso i libri, o le tabelle con le corrispondenza on-line. La raccolta e l'immissione di oggetti per una Bottiglia della Strega spesso fa pensare a uno sciamano e il suo sonaglio.
@http://walkingthehedge.net/
@http://steghedellasiepe.forumcommunity.net

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.Sugar Skulls.


Il Giorno dei Morti, in spagnolo Día de Muertos, è una forma particolare di festa dei defunti tipica della cultura messicana che si osserva anche nel sud-ovest degli Stati Uniti. Il Giorno dei morti è festeggiato anche in Brasile come “Giorno delle Anime”, ma la festività non presenta radici precolombiane. La festività messicana è diventata patrimonio dell'umanità il 7 novembre 2003.[1]
Le celebrazioni hanno luogo dal 1 al 2 novembre, nello stesso momento in cui vengono celebrate le feste cristiane dell'Ognissanti e della Commemorazione dei defunti. I festeggiamenti possono durare molti giorni, riprendendo le tradizioni precolombiane che ne sono all'origine, prima che la festa venisse recuperata e adattata dalla Chiesa cattolica.
La festa viene celebrata con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte.
Nell’antichità gli indigeni credevano che la morte non fosse la fine della vita ma un suo proseguimento e durante il Giorno dei Morti preparavano un altare per le anime dei defunti poichè si credeva che queste avrebbero fatto visita alle loro famiglie.
Questi altari non solo vengono decorati e ornati con oggetti che potrebbero essere utili ai defunti o con loro effetti personali, ma anche con piatti colmi di pietanze per contribuire ad alimentare e nutrire le anime in viaggio.
L’offerta più popolare nel “Dia de los Muertos” sono i teschi di zucchero,”sugar skulls” tipici del Messico Meridionale e Centrale. Cumuli di teschi di zucchero colorati vengono venduti dai venditori nei mercati all’aperto del villaggio nella settimana precedente il Giorno dei Morti. I crani sono fatti di una miscela di zucchero che è stato pressato in stampi e poi asciugata. In seguito i teschi di zucchero secchi vengono decorati con glassa e a volte con oggetti non commestibili, come stagnola colorata, piume e paillettes.
Questi sono diventati  anche un status simbol tipico per alcuni tipi di tatuaggio e negli ultimi anni molto di moda tra le maschere di Halloween.

Noi non realizzeremo, però i teschi di zucchero commestibili, anzi li andremo a fare di sale, e saranno delle lanterne.
Per questo progettino avete bisogno di:

  • Pasta al sale: quantità uguali di farnia00 e sale fino (mezzo bicchiere)  acqua q.b. Un goccio di olio.
  • Cola vinilica da aggiungere all’impasto per renderlo più compatto.
  • Carta di giornale , scotch e pellicola trasparente per fare una palla

Con il foglio di giornale e lo scotch formato una palla di carta simile a una cipolla, potete anche racchiudere tanti pezzetti di carta in mezzo foglio, dandoglisi sempre una forma a cipolla, lo scotch dovrebbe aiutarvi a dare una forma sferica. Coprite la palla con la pellicola, avendo cura di tenere i lembi sempre sul lato  che sporge dandogli appunto la forma a cipolla.
Impastate la pasta molto bene, e adagiatela su un foglio di carta forno. Stendetene una parte leggermente e appoggiate la cipolla su di essa in orizzontale.
Iniziate a coprire la palla per tutta la sua parte tonda di pasta al sale, lasciando un buco per la parte allungata della cipolla.
Quando l’avete fatta, dovreste aver una sorta di semisfera, ora modellatela come fosse un teschio e fate i buchi per gli occhi e il naso.
Se siete soddisfatti infornate rapidamente in un forno pre riscaldato a 200°C.

  • Nel video ho detto di tenerlo tra i 75 e i 100 ma questa è solo al temperatura di cottura, per sigillare immediatamente il lavoro prima che crolli su se stesso, fate passare qualche minuto con il forno a 200, non perdete di vista il teschio in questo momento, potrebbe spaccarsi la pasta se il calore è troppo.
    Quando la superfice è secca e asciutta abbassate il forno tra i 75 e i 100 °C e lasciate cuocere più che potete.

Circa 2-3 ore se avete fretta di finire il lavoro.

Quando tutto sarà ben asciutto, aprite la colla di pellicola e carta e pezzetto per pezzetto estraetela , piano piano altrimenti romperete tutto.. riducete il volume della carta strappandola a pezzi finché no resterà solo al pellicola.
Prima di questa operazione potete anche già decorare lo sugar skulls.
Passate una mano di finitura e mette una tea light dentro quando sarà asciutto e finito.
Attenzione. La tea light potrebbe bruciacchiare il cranio del vostro teschio all'interno e se cosi fosse sentirete un profumo simile a quello di biscotti XD

Presto la foto del mio! 


Buon Lavoro!
Fatemi sapere se vi sono piaciute queste idee e taggatemi se ne rifarete qualcuna ^^

mercoledì 10 ottobre 2012

Carta dei diritti del lupo



1° Diritto alla vita
Al pari di ogni altra creatura della Terra, il lupo ha diritto a non essere perseguitato e di vivere in modo dignitoso la sua intera vita.

2° Diritto a nutrirsi.
Nutrirsi di animali selvatici è un suo diritto di natura, agli uomini spetta garantire che il cibo si mantenga a livelli sufficienti.

3° Diritto all’habitat naturale.
Il lupi, come ogni animale selvatico, ha il diritto di vivere libero in ambiente selvaggio e incontaminato.

4° Diritto a una corretta informazione.
L’informazione che riguarda il lupo deve essere corretta e obbiettiva. Gli uomini non possono diffondere sul conto del lupo notizie o dati basati unicamente su credenze o pregiudizi.

5° Diritto al riconoscimento del suo vero ruolo.
Gli uomini riconoscono che il lupo è indispensabile per un ambiente più sano ed equilibrato.

6° Diritto alla tana.
Il lupo ha diritto a una tana sicura e inviolata dagli esseri umani.

7° Diritto alla difesa proporzionata.
Il lupo non può essere attaccato indiscriminatamente sulla base dei suoi istinti. Gli uomini devono difendere i propri animali domestici proteggendoli con cani da guardia e recinti, ma senza ricorrere ad abbattimenti ingiustificati.

8°Diritto alla famiglia.
Avere una famiglia sana e ben nutrita è un diritto naturale del lupo.

9° Diritto all’integrità del territorio.
Le infrastrutture e le grandi vie di comunicazioni degli uomini devono tener conto dei territori storici del lupo.

10° Diritto alla privacy.
Il lupo ha diritto di vivere in assoluta libertà con la garanzia della inviolabilità della sua privacy. Fotografi e reporter devono mantenere le dovute distanze e comportarsi con discrezione e rispetto.



Vi proponiamo questa carta dei diritti naturali del lupo che vorremmo perfezionare e condividere anche con te, se ritieni inviaci i tuoi suggerimenti o consigli e sopratutto aiutaci a diffonderla. http://www.italianwildwolf.com/ :)
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domenica 7 ottobre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: H come Hel

Modern Witch League 5#: 
 Alfabeto di strega: H come Hel


Nella mitologia norrena, Hel nota anche come Hella, Holle, Hulda, era la Dea norvegese, regina e sovrana degli inferi, il suo mondo- regno era conosciuto come Helehimir o Niflheim – Il regno dei morti.
Il suo nome Hel significa “qualcuno che si nasconde” o “colui che ricopre” ( tradotto anche come Nascoso o come Morte). Se si guarda come fosse la radice reale di un nome, si potrebbe scoprire un gran numero di luoghi, che probabilmente derivano da essa, come L’ Olanda, Helsinkin, Holstein, Helvetia e Holderness.

Hel è la dea del mondo di sotto, figlia di Loki, dio dell’inganno e di Angrboða, una gigantessa.
I suoi fratelli sono Fenrir il lupo e Jormingand il serpente marino. Si narra che quando Hel venne al mondo e la malattia colpì per la prima volta l’umanità, e che lei stessa portò nel mondo dei vivi il dolore e la disperazione.
Nell’Edda in prosa, si offrono descrizioni di essa che sono divenute ormai la consuetudine per quanto riguarda l’origine di Hel.

“C’era una volta, una gigantessa di nome Angrboða , che viveva in un luogo conosciuto come Giantland, a un certo punto della sua vita Angrboða ebbe un rapporto intimo con il dio degli Asi Loki, e fù da quell’unione che nacquero tre figli. Il primo fù il lupo divoratore Fenrir ( Fenris)- Wolf, il secondo  fù il Wyrm Jormungard, il serpente marino di Midgard che circonda la Terra, mentre la terza figlia fu semplicemente Hel.
Questi tre “bambini” trascorsero gran parte della lor vita a Giantaland, nel frattempo ad Asgard il regno degli Asi, profezie differenti si tramandavano tra gli Dei, avvertendoli che tre fratelli unici e diversi tra loro avrebbero portato un terribile disastro e il male sarebbe venuto fuori.
Quando i primi Dei impararono a conoscere i tre fanciulli, si accorsero subito che potevano essere proprio i tre di cui le profezie parlavano. In un primo momento, scelsero di credere che si trattasse di una semplice casualità e che fossero così solo a causa della natura terribile della loro madre. Poi conoscendoli meglio si resero conto definitivamente che si trattava proprio dei fratelli delle profezie e che la colpa era comunque attribuibile alla loro madre. In realtà nonostante il clamore e la preoccupazione per Angrboða, la mostruosità dei tre era imputabile al loro padre.
Loki era conosciuto per i suoi beffardi piani, talvolta malvagi di cui spesso persino le divinità erano vittime, ma era comunque un dio, fratello di Odino, padre della stirpe degli Asi; Poiché non esisteva dubbio sulla paternità di Loki, Odino decise che la cosa migliore per i bambini fosse quella di portarli ad Asgard, in modo che essi potessero essere cresciuti come Asi e quindi non risultare pericolosi per gli dei stessi. Affinché l’ordine di Odino fosse eseguito, gli Dei viaggiarono in Gintland per scovare i tre fratelli e portarli ad Asgard, e così fù.

La bambina nota come Hel era nata con le ossa completamente esposte su un lato del corpo, gli Dei provavano disagio per il suo aspetto e alla sua presenza, così tanto che evitavano di avere a che fare con lei. Esser vista come una diversa, la strana, essere evitata  e non avere nessun amico era molto difficile da affrontare per Hel, ciò la rese molto infelice e piena di solitudine e disperazione.
Dopo molte discussioni Hel. Prese una decisone importante, andò da Odino e gli spiegò come fosse difficile per lei viveri lì e chiese ad Esso il permesso di lasciare Asgfard.
Odino, simpatizzava per Hel cosi esaudì la sua richiesta. Le affidò un suo mondo Niflhemir, che fa parte dei nove mondi della mitologia norrena, e la mise al suo governo. Il ruolo di Hel in questo regno diventò così importante, che questo regno fu chiamato Helheimir in suo onore. In questo modo Hel divenne la Dea dei Morti”.

Nonostante il regno che Odino le diede fosse gelido e orribile, Hel ne fù contenta e gli diede in ringraziamento una coppia di corvi: Huginn e Munin che diventarono i corvi di Odino. Il Padre di tutti, le diede responsabilità che avrebbe dovuto assumere in quel regno, le diede potestà su tutti quelli che il Valhalla non avesse accolto e dunque sui morti di cui divenne sovrana. Avrebbe dovuto curare le anime di coloro che erano morti di malattia o di vecchiaia, e per le anima di quelle persone la cui morte, non era avvenuta con violenza o in battaglia. Doveva occuparsi di coloro che erano trapassati sena onore, a causa di incidenti, o che fossero traditori e criminali. Grazie a questo ruolo Hel riuscì ad ottenere uno sposo di sangue reale, il re svedese Dyggve, morto per cause naturali.

Il regno di Hel è omonimo della dea, in modo analogo all’Ade greco, si tratta di un luogo gelido, al quale si accede attraverso una grande caverna Gnipahellir custodita dal feroce segugio Garm. Superata la caverna, i defunti attraversano il fiume Gjöll sopra un ponte d’oro custodito dalla gigantessa Moðguðr.
La reggia di Hel è il palazzo Èljùðnir nel quale sono accolte le anime.
In un luogo separato detto Nàströndm le anime degli assassini e dei traditori sono torturate  strappandogli le unghie, allo scopo di costruire Naglfar ( nave di unghie) sulla quale i morti torneranno per combattere il giorno del Ragnarök.

Nell’Edda in prosa in cui viene menzionato il regno di nove anelli di Hel, esso appare come un luogo dove gli abitanti hanno mantenuto un costante lamento. E’ descritto il suo palazzo come un luogo miserabile, umido con nevischio, dove i muri sono costruiti con ossa umane e vermi. E’ stato affermato in oltre che Hel mangi da un piatto conosciuto come Fame, e chiamato come Carestia (?) con coltello e forchetta e che sia servita da due servitori con “nome in lento movimento” Ganglati (Pigro) e Ganglöt( Sciatto). Il suo letto è fatto di dolore, e la pietra all’ingresso della sua sala è conosciuta come Goccia –a-distruzione.
L’Edda in prosa continua, dicendo che all’ingresso del regno di Hel è custodito  dal cane da caccia Gram, e che prima di poterne raggiungere la soglia bisogna aver viaggiato in Helvig, ovvero la strada faticosa di Hel e aver passato la prima  custode di nome Modhgundh.

Quando i guerrieri morivano in battaglia, le loro anime erano divise tra la dea Freyja e Odino. Freyja aveva il privilegio di prendere la prima metà delle anime di quei guerrieri che erano stati uccisi in battaglia, mentre le anime restanti appartenevano ad Odino.
Quando qualcuno era morto, raggiungendo il regno di Hel era quasi impossibile che questi potesse tornare sulla Terra, com’è noto da uno dei più antichi miti norreni: la storia di Baldur.
Hel costante nel suo regno, aspetta che le anime die morti arrivino lì, lei stessa li giudica e decidere la sorte delle anime misurando la loro bontà e cattiveria. Dopo la valutazione Hel, dà a ogni anima la giusta ricompensa, secondo il giudizio le anime dei morti sono portate in uno dei nove anelli di Helemir, che vanno dall’anello considerato come il cielo, all’ultimo pieno di orrori e scuro Neostrand ( Nastönd), la dimora di punizione dove serpenti costantemente iniettano veleno nei malvagi. Tale luogo appare in modi molto diversi, ma l’opinione più comune sia quella che assomigli a una sorta di Inferno.

Hel lascia raramente il suo regno per venire sulla terra, quando lo fa porta sventura e malattia: passa per le strade dei villaggi e la gente si ammala improvvisamente. Se spazza la strada con il rastrello, vi saranno sopravvissuti, se invece brandisce una scopa, moriranno tutti.
Hel è descritta come una donna duplice: con metà viso nero o cadaverico e l’altra metà normale. Questo potrebbe rispecchiare la sua figura nella mitologia. Nei tempi più antichi, infatti, Hel fu la grande madre dea Terra, che sfama gli affamati e da loro ristoro, ma successivamente divenne molto simile a un Plutone femminile e il suo regno paragonabile all’Ade Greco. Alcuni tratti della dea suggerirono a diversi studiosi di metterla in relazione con le caratteristiche di Parvati-Kalì o Persefone o ancora con Ecate.
Mentre la prosa dell’Edda descrive Hel come essere nato con un lato del suo scheletro in mostra, altre  descrizioni fisiche la descrivono davvero come un essere unico.: alcune dicono che sia metà nera e metà bianca, metà in decomposizione, simile al corpo di un cadavere – mezza morta e mezza viva, con un espressione cupa sul viso, e un aspetto sinistro e malinconico.
E ‘interessante notare che l’aspetto di Hel, negli ultimi anni sia stato ricondotto  anche alla figura mascherata di Arlecchino, che spesso appare come un personaggio stanbdard nella Commedia dell’ Arte con un lato nero e un lato bianco del volto. In ogni caso questa doppia faccia, o doppia maschera esprime simbolicamente moto bene la dualità vita e morte di Hel.

Va in oltre notato che probabilmente, il pantheon norreno mostra chiari segni di una passata predominanza femminile comune a molti culti in tutto il mondo, che in seguito hanno ceduto il passo alla figura maschile.
La figura femminile così diventa figlia dell’inganno, partorisce il caos, ha n inarrestabile furia distruttrice, è sede di una furia terribile e incomprensibile al comune senso umano. La figura maschile invece è rappresentata razionale, con leggi giuste e comprensibili, con valore in battaglia. Questo cambiamento è molto marcato dall’avvento del Cristianesimo che ha sostituito nel vari pantheon le dee con la figura di Maria, madre di Dio, cardine di salvezza di ogni sventura.
Hel è stata spesso pensata come una Dea Madre Oscura, era nota con altri nomi ed altri titoli, come dea della morte e dell’aldilà, l’underground della Terra Madre, la sovrana del regno dei morti noto come Helgardh e Nefele, la Dea delle Ombre. In Danimarca aera adorata come Hyldemoer o anziana Madre.

Molte altre storie esistono su Hel, una di queste è una credenza islandese, che descrive come al principio tutto era un grande abisso chiamato Ginnungagap, e fu portato nel grembo ardente di Hel. Grembo di rigenerazione nella profondità della Terra, Su un lato del Baratro c’erano vulcani , mentre dall’altra parte non c’era nulla tranne che acqua fredda e ghiaccio. E’ per questo motivo che Hel divenne nota come la Madre Motagna, che dimorava nelle profondità della Terra dove fuoco e ghiaccio si incontravano.

La leggenda dice che Hel ha avuto un occhio di fuoco che poteva vedere solo ciò che era vero, cosi da rendere impossibile a chiunque di mentirle o nascondere qualcosa. Guardando questa concezione in un modo diverso, Hel può essere stata costretta in qualche modo a guardare dietro la maschera che era il suo stesso aspetto, in modo che lei stessa potesse vedersi per chi che era veramente.
I Vichinghi, però, rifiutarono di falò, hanno guardato l’aspetto di Hel come qualcosa da temere e hanno creduto che non sarebbe mai venuto nulla di buono da lei. I Vichinghi guardano l’Helheimir come un luogo orribile simile all'inferno cristiano, benché originariamente tale luogo non fosse per niente fatto di fuoco e zolfo ma freddo glaciale, pieno di melma e fango, con ghiaccio e neve.
Mentre i Vichinghi la temevano come è chiaro dall’ Edda, Olandesi, Galli e i popoli Germanici videro Hel in una luce meno paurosa e drammatica. Videro la regina dei morti in un’ottica più dolce e gentile, la morte come trasformazione, e non credevano che l’Helheimir fosse un luogo di punizione per tutti.
Essi vedevano Hel come una divinità quanto più simile a Madre Terra conosciuta come Madre Holle, che era la natura incontaminata. In questa veste fu possibile per Hel consolidare alcuni aspetti materni, e come dea che interviene in aiuto nel momento del bisogno. Hel però conservava anche qui un altro lato di se, essa era in grado di diventare vendicativa, se fosse stato necessario, soprattutto verso coloro che interferiscono o arrestano la progressione della legge naturale.
Alcuni miti in fine, la descrivono come Dea Scura, simile alla Kalì indù, spesso presentata come Nejellenia  ovvero la Luna Nether. Altri manufatti relativi al suo culto son stati ritrovato in tutta la Germania, e datati fin dal II secolo d.C. circa, esistono tracce anche di un culto diffuso in Olanda e Nuova Zelanda  risalente a più tardi XVI secolo d.C  in questo particolare contesto Hel fu anche associata a chi naviga.


mercoledì 3 ottobre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: G come Galdr

Modern Witch League 5#:
 Alfabeto di strega: G come Galdr


Galdr, galdrar al plurale è la parola con cui in lingua norrena si indica la "magia e l'incantesimo" impiegato in alcuni specifici riti.
Il Galdr è usato si da uomini che da donne sopratutto in alcune pratiche del Seiðr. Le Volve in particolare sembrano esperte di questa pratica.
La sua origine è riconducibile alla parola norvegese che si usava per indicare incantesimi di canto, modificatasi nel tempo con diverse influenze germaniche, inglesi e indoeuropea, ogni termine simile: "galan - galdor - galster- ecc.." si riferiva a "magia, incantesimo, canto, cantare e stregoneria", persino i verbi in antico inglese, islandese e olandese sembrano avere una radice simile quando si tratta di "cantare o urlare".  La parola in antico tedesco Galstere "canzone e incantesimo" è sopravvissuta tutt'oggi attraverso questi termini Galsterei (stregoneria) e Galsterweib (strega).

Gli incantesimi - Gladrar, sono composti in una forma o struttura che in norreno è chiamata galdralag.  Questo metodo era simile alle 6 righe impiegate nel ljóðaháttr con l'aggiunta di una settima riga.
Per capire meglio questi concetti è opportuno sapere come veniva scritta la poesia Norrena. Essa ha molte forme metriche. Si va dal relativamente semplice fornyrðislag, al profondamente complesso dróttkvætt, il "metro cortese".

Nella poesia eddica, le strutture metriche sono generalmente semplici, e sono quasi sempre ljóðaháttr o fornyrðislag. IL Ljóðaháttr, (conosciuto anche come il "metro di canti"), a causa della sua struttura, che comprende strofe rotte, si presta al dialogo e  al discorso. Il Fornyrðislag, "il metro di antiche parole", è il più comunemente usato e viene generalmente impiegato in una poesia che sia per gran parte narrata. Esso è composto da quattro o più sillabe per linea. Altre forme metriche includono: Málaháttr, Hrynhenda, Kviðuháttr e Galdralag, appunto- il "metro formula magica", che contiene una quarta linea che riprende e varia alla terza linea.

Un galdr "lanciato" da una donna durante il parto rende questo più facile,  ma sono stati anche usati per maledire e rendere pazza una persona, il temine svedese Galeno infatti significa "pazzo".
In oltre è stato detto che le persone davvero esperte potevano usare i galdr per alzare tempeste, costruire navi e affondarle, forgiare spade e rendere quelle dei nemici inoffensive, cosi come le loro armature "morbide", e per decidere una sconfitta o una vittoria in battaglia.
Un esempio di questo è possibile trovarlo in Grógaldr e la Saga di Frithiof . In Grógaldr , Groa canta nove (un significativo numero nella mitologia norrena ) galdrs per aiutare suo figlio.
I Galdr sono anche menzionati in più poesie dell'Edda poetica,  per esempio in Hávamál , dove Odino sostiene di conoscere i 18 galdrs.  Odino  ha la padronanza dei galdrs contro gli incendi, le lame di spade, le frecce, i ceppi e le tempeste, e può evocare i morti e parlare con loro.
Ci sono altri riferimenti in Skírnismál, in cui Skirnir usa i galdrs per forzare Gerór a sposare Freyr.

Il Galdr è spesso associato alle rune, tuttavia leggere di una tecnica o emulare un audio come potrebbero essere quelli offerti da Freya Aswinn non sempre è una buona idea. l' Album della Aswinn 'Songs of Yggdrasil' è un esempio di come le Rune sono state messe sotto forma di Galdr ed è considerato forse la migliore rappresentazione ad oggi Galdr in azione. Praticare l'ascolto di queste opere da modo di avere una comprensione più familiare e significativa di cosa sia Galdr, ma come dicevo con l'emulazione e la mimica, che sia la semplice lettura e rimarcatura del suono prodotto da qualcun altro, non hanno nessuna utilità.
Il Galdr non è un semplice nominare a parole una frase o il nome di una runa, perché questo si possa chimera tale, in parole spicce, è necessario creare un modo che faccia vibrare il vostro spirito mentre pronunciate queste parole. L'energia deve partire da dentro di voi, riempire il vostro corpo, il vostro spirito deve fluire attraverso di essa e cosi attraverso il Galdr, come dovrebbe in fondo, essere per ogni incantesimo  che si vuole lanciare, in qualsiasi cultura magico stregonica.


Lavorare con le rune



Sono tanti anni che mi interesso a questo argomento, ma credo di averlo iniziato a conoscere solo da un anno e ancora la strada è lunga. Basta pensare al II° video del mio canale dove due anni fa ho mostrato le mie rune e qualche metodo divinatorio. Ufficialmente da questa sera quel video non esiste più, era ora di eliminarlo, vista la marea di stronzate (passatemi l'eufemismo) che ho detto. Di tanto in tanto mi arriva qualche commento di correzione e dopo l'ultimo mi sono resa conto dell'effettivo valore di quell'obrorbrio - cacca. Vergognandomi di me stessa ho eliminato tutto. Forse un giorno non tanto lontano rifarò un video simile.
Più studio, o almeno cerco di studiare le rune e la Via Nordica più mi rendo conto di quanto lavoro ci sia da fare e di quanto io poco ne sappia. Purtroppo non esiste un solo libro veramente valido in italia, non faccio parte di chi condanna Runemal, per molte cose con una conoscenza almeno basilare lo trovo un buon libro, con spunti e nozioni interessanti, e per questo chiudo un occhio davanti a cose poco pertinenti o corrette.
Vista la mancanza di riferimenti nella mia lingua, che siano davvero attendibili, cerco di sopperire lavorando in gruppo, con gente più esperta, traducendo quanto mi è possibile.
Mi rendo conto da quando Odino mi ha chiamata a sè, che le rune sono un mondo infinito, e solo lui sà quanto riuscirò a venirne a capo. Ho davvero voglia di imparare e sapere, quella che per mancanza di termini migliori definirò "verità".
Sotto suggerimento, un mese fà ho comprato "Iniziazione alle rune", un buon libro per persone che studiano le rune già da un po, non l'ho trovato esilarante, ma ha compensato in una piccola parte una questione che spesso si trascura: è prediletto l'aspetto magico, iniziatico, piuttosto che quello divinatorio come solitamente i libri fanno. Le schede delle rune sono fin troppo piccine, ma mi hanno insegnato qualcosa.
Verso la fine del libro vi è un passo interessante che ho deciso di condividere con voi, nel caso state iniziando a interessarvi all'argomento.

Prima dell'effettiva pratica c'è un lavoro di base da fare che è sempre il medesimo. A priori se si vuole lavorare con le rune, occorre conoscerle a  memoria, sapere il loro ordine consueto e almeno il loro nome e la loro forma. Pare molto semplice ed elementare ma, tuttavia è provato che non sia così immediato per le persone che "dicono di usarle con conoscenza". Spesso se si parla di una runa molti "esperti" non sono in grado di visualizzarla e nè conoscono ben poco.
Il lavoro preliminare consiste dunque nel far proprie le rune. Ogni tecnica di memorizzazione è valida. C'è anche chi consiglia di disegnarsi un proprio mazzo di rune (disegnare, non farsi i sassolini tutti insieme)in modo semplice, anche su un cartoncino bianco sul quale traccerete la forma della runa.
Il metodo è il seguente:

- Tracciate una runa al giorno;
- Recitate il suo nome mentre la tracciate;
- Lasciatevi impregnare man mano dalla runa, liberando la mente;
- Visualizzate la runa disegnata;
- Smettete di guardare la forma disegnata e tentate di conservare l'immagine davanti agli occhi, facendo salire lo sguardo su un muro liscio;
- conservate l'immagine della runa più a lungo possibile
- Sgombrate la mente e lasciate fluire le sensazioni e i pensieri che derivano dal lavoro.

E' mio persone consiglio quello di leggere anche una breve spiegazione di ciò che la runa rappresenta prima dell' esercizio e associare alla visualizzazione il canto della runa.


lunedì 1 ottobre 2012

Consulti Gratuiti

Consulti Divinatori Gratuiti

A molti potrebbe sembrare una cavolata molto bimbominkiosa, ma in realtà lo faccio per un motivo bene specifico- Migliorarmi.
Per questo motivo sulla mia pagina Facebook » Skayler • Hägse Ulver. offro consulti gratuiti per chi mi segue con affetto.
Le persone interessate potranno scegliere tra due metodi divinatori Sibille indovine e Rune. Le prime le studio da pochissimo le seconde da un po più di tempo.
Entrambi i metodi sono utili a rispondere a domande di diverso carattere, ma sicuramente le Sibille sono carte più indicate a questioni di vita "mondana" amore, amicizia, affari ecc.. sono anche un po più "pettegole" (cit.) mentre le Rune le sento più adatte per consulti su percorsi spirituali, situazioni personali che non prevedano necessariamente amore amicizia e affari.
Chiedete cosa volete, ma preferibilmente non situazioni sulla salute, per quelle è meglio consultare un medico.


Ogni Lunedì potete inviare la vostra domanda scrivendomi tramite messaggio privato a questa pagina» Skayler • Hägse Ulver.
Scegliete il metodo divinatorio rune o sibille e scrivete:
"Sibille- e la vostra domanda". o " Rune - e la vostra domanda"

E’ importante soprattutto se non ci conosciamo che mi spiegate un po la situazione per cui volete una risposta, e mi dite soprattutto qualcosa di voi ma non scrivete dei papiri (max 20 righe) altrimenti diventa troppo pesante per me accogliere le vostre richieste. Sintetizzate.
Potrebbe essere importatene comunicarmi il vostro vero nome e la data di nascita.

Il primo di voi che mi chiederà il consulto sarà colui per il quale interrogherò le carte o le rune.
Salvo rare eccezioni effettuerò SOLO UNA LETTURA a settimana, per UNA SOLA PERSONA Compatibilmente con i miei impegni, capiterà quindi che io non possa rispondere tutte le settimane.

Ogni Lunedì le richieste vengono azzerate quindi non esiste nessuna priorità o lista d'attesa. Potete ritentare ogni settimana.
Non vengo effettuate letture alle stesse persone nell'arco di un stesso mese. Quindi se avete ricevuto il vostro responso prima di porre una nuova domanda aspettate almeno un mese, in questo modo date la possibilità anche ad altri di partecipare.

Ricordate di specificare che volete una lettura con le sibille o con le rune, altrimenti non potrò prendere in considerazione il vostro messaggio e passerò a quello successivo.

Il responso vi verrà consegnato in forma privata attraverso la risposta al vostro messaggio.


Grazie a tutti coloro che parteciperanno.



Stav. Arte marziale Nordica


Stav
Lo Stav è uno stile nordico di arti marziali basate su posture runiche, utilizzando le 16 rune del Futhark Giovane Ciascuna.

Stav (pronunciato st-arv) è un sistema tradizionale europeo che ha lo scopo di migliorare il corpo, la mente e lo spirito. E' Stato mantenuto e sviluppato per oltre 44 generazioni dalle famiglie norvegesi Hafskjold.
Anche se in conformità a una filosofia antica, Stav è un sistema dinamico e in continua evoluzione che può essere adattato per soddisfare le esigenze dei singoli nel mondo di oggi. I principi sono stati messi a disposizione di un pubblico più ampio, al fine di conservare e valorizzare il sistema per le generazioni future. 

Origini:
E’ abbastanza recente la discussione sulle origini dello Stav, persino lo stesso nome spesso desta confusione e dubbi-. Lo Stav dovrebbe essere considerata come un arte marziale norvegese e come tale insegnare i principi del combattimento in generale, quindi sia che questo avvenga con armi che a mani nude.
Quest’arte marziale è così chiamata in mancanza di un termine migliore, ed è da sempre definita semplicemente come" Stav "all'interno della famiglia Hafskjold. Tuttavia, come la maggior parte di voi sapranno, è una po’più di un’ arte marziale o di un semplice gioco di armi. La base dell'arte marziale è l'uso di cinque principi che sono collegati a cinque "classi" (Trel, Karl, Erse, Jarl e Könge) e cinque elementi (Terra, Acqua, Fuoco, Ghiaccio e Vento), ma oltre a questo prevede l'uso di sedici posizioni e tecniche respiratorie associate a "incantesimi" (chiamati "Galdor"). Le sedici posizioni sono utilizzate per interpretare con il proprio corpo la forma delle 16 rune del Futhark (nella variante utilizzata dal Hosling). Quando una runa si forma, sia essa scolpita in legno, scritta su carta, o formato con il corpo, divine la runa stessa (il "mistero" e il suo potere) ed è una rappresentazione simbolica della runa - una runa-pentagramma.
Lo Stav è dunque un altro semplice modo di usare, essere incanalare le rune.
Questa è allo stesso tempo era un modo per conciliare una partica di lotta, pubblicamente accettabile nella Norvegia cristiana l’uso di rune che invece non lo era. Per chi non conosce lo Stav potrebbe non capire, e trovare bizzarro associare il combattimento all’ uso delle rune, tuttavia, l'aspetto marziale dello Stav e la filosofia su cui si basa.
La tradizione Hafskjold è un po’ più ampia di una semplice arte marziale, difatti le rune son state impiegate anche in altre attività come l’erboristeria e la pratica della Seidrh . Rimane inteso che, mentre questi sono in stile tradizionale, le arti della famiglia in questione non sono state originariamente denominate "Stav" (ad esempio, nella tradizione Seidrh, gli Hafskjold non hanno quasi nulla che fare con le rune ed è un fenomeno molto diverso).
Quando Ivar Hafskjold ha iniziato a insegnare al di fuori della sua famiglia, ha fatto riferimento alla tradizione insegnandola come" Stav ". Inizialmente ha in sostanza insegnato il lavoro delle armi, concentrandosi in un primo momento sul singolo individuo, così come l'uso delle posture runiche e per tutti gli interessati egli ha tramandato anche altre pratiche del seidrh.
Essendo privi di qualsiasi menzione specifica tradizionale per queste pratiche, Ivar è diventato per noi una specie di riferimento a tutto ciò che è riconducibile alla tradizione Hafskjold, come lo "Stav". In questo senso Ivar (e dei suoi allievi) sono considerati i responsabili del coniare il termine "Stav" come un modo per descrivere l'intera tradizione, ma in nessun modo hanno inventato il termine stesso.
Le cose sono diventate ancora più complicate quando si è cominciato ad usare il termine Stav per riferirsi a diverse pratiche all'interno della tradizione Hafskjold, lo Stav è stato usato anche come termine generico per riferirsi alle tradizioni Nordiche in generale o all’Asatru, o ancora alla filosofia nordica pagana ecc. Questo non è necessario nemmeno dirlo è stato un termine alquanto improprio, ma soprattutto superficiale, è un po come chiamare ogni tradizione nativa, sciamanesimo, o indicare come kung fu ogni arte marziale cinese.
Si tenede quindi a chiamare spesso “l’arte marziale stav” piuttosto che solo stav, proprio per non confondere nessuno che potrebbe fraintendere la cosa pensando a qualche tradizione pagana. Tuttavia, in un certo senso, è corretto dire che Stav sia il termine usato dalla famiglia Hafskjold e che allo stesso tempo sia anche una moderna invenzione - il punto è che ciò che è stato alterato è il significato del termine non il termine stesso. Certamente il termine Stav era in uso dalla famiglia Hafskjold prima che Ivar iniziasse a insegnare al di fuori della famiglia.

Stav e Guarigione:
Lo Stav è una tradizione runica 1500 anni che è stata conservata in Norvegia dalla famiglia Hafskjold. Lo Stav contiene molti aspetti, tra cui le arti di guarigione. Questo tipo di Stav contiene l'uso di posture, tecniche di respirazione, fitoterapia, manipolazioni articolari, massaggi, consulenza (tramite le rune) e molti altri aspetti.