martedì 30 aprile 2013

Walpurgisnacht


Walpurgisnacht

La notte di Valpurga è una notte di festa e baldoria, si esce finalmente dalle tenebre dell’ inverno e della cattiva stagione. Molti popoli specialmente al nord celebravano questa festa come “l’arrivo della primavera”.
Le nove notti che intercorrono tra il 22 e il 30 (durante le quali cade anche la moderna Festa della Terra, proprio il 22) sono venerate in ricordo dei nove giorni in cui Odino “ All Father” rimase appeso a Yggdrasil l’albero del mondo. Durante la nona notte Walpurgisnacht (30 Aprile) Egli vide le rune, le afferrò nella sua morte rituale momentanea. In quel momento tutta la luce dei nove mondi si spense e per un istante regnò il caos più totale. Allo scoccare della mezzanotte poi, la luce tornò in modo abbagliante, così come tornò la vita del Dio dopo il suo sacrificio e in onore di ciò ci sono fuochi danzanti accesi ancora oggi. Durante la notte di Walpurgisnacht i morti hanno spazio sulla terra e in oltre in questa data si conclude anche la Caccia Selvaggia.
Il primo Maggio è invece la festa di Thirimilci ( nome germanici del mese di Maggio) – l’inizio dell’ estate, festa di gioia e di fertilità quanto Ostra, in questo periodo la maggior parte della gente del Nord era finalmente uscita dal freddo e dalla neve.

Walpurgisnacht inoltre, pare essere una festa nata dopo la conversione cristiana in Germania e quindi, una delle poche feste che i pagani avrebbero adottato, derivante da una festa cristiana, anziché viceversa. Nel diciassettesimo secolo in Inghilterra furono soppresse la maggior parte delle celebrazioni. Nell’ aprile del 1644 il governo decretò lo sradicamento di tutti i Pali di Maggio permanenti, fortunatamente sebbene molti non son stati distrutti, molti altri non son più stati eretti.
Famosa per i falò che illuminarono le colline di Svezia, i brindisi di champagne in Finlandia, e gli scherzi della Germania meridionale, fu conosciuta come festa di santi ma anche di streghe.
Secondo vecchie tradizioni germaniche le streghe, nella notte tra il 30 aprile e il 1º maggio, uscivano dai loro rifugi per danzare in onore della luna( o con il diavolo) sul monte Bocker. Questa tradizione si sovrappose alla festa di santa Valpurga, fino a divenire la "notte di Valpurga".
Vi sono voci, senza alcuna prova storica certa, che vedrebbero come antica protagonista di riti pagani di questa festa invece una dea, Valburga.
Alcune correnti (come l’Asatru) celebrano questo festival proprio in onore di Odino e della sua morte. Si spengono le luci a mezzanotte e si riaccendono non appena si passa al giorno nuovo in onore della sua rinascita.
Alcune persone iniziano le celebrazioni nove giorni prima, iniziando il 22 Aprile e finendo appunto il 30, giorno conosciuto anche come Yggdrasill Day.
Con l’inizio del primo Maggio, conosciuto come Beltane, Walpurgis – i festeggiamenti sono ricchi di fuochi luminosi, invitando la luce a rinascere e la grazia dell’estate avvolgere di ricchezza, fertilità, salute e gioia.

Questa festa rappresenta l’unione mistica, la pianta che cresce in perfetta armonia con l’ambiente circostante. E’ in oltre il momento in cui vengono celebrati gli spiriti domestici.
In Germania è consuetudine raccogliere alberi caduti portati poi in luoghi tradizionali dove vengono eretti e adornati proprio alla vigilia del primo maggio. Alcune varianti di questo simbolo prevedono la potatura massiccia di conifere, il taglio di alberi o alberi dipinti in spirali. Solitamente su ogni palo viene posta una corona-ghirlanda, o più ghirlande a rappresentare i piani dell’ asse cosmico. In cima ad alcuni Pali di Maggio veniva attaccato un manico di scopa al posto del fogliame non tagliato. In altre occasioni venivano eretti su dei gradini al fine di riprodurre la corrispondenza tra Asse Cosmico e Montagna Terrestre.

Fonti Varie

Modraniht -Notte delle Madri.


Modraniht
 [Notte delle Madri]


Un importante esempio del ruolo sacro della donna nel passato viene dal culto della Matres o Matronae. Diffuso tra i Germani, presso i quali ebbe l'epicentro, estendendosi anche in Gallia.
Alcuni sostengono non vi sia analogia tra i due significati di Matres e Matronae, si ipotizza che il secondo termine non sia uno sviluppo del primo. Ciò non è comunque condiviso da tutti, sostenendo che non esistono differenze concrete, ma solo variazioni di carattere formale.

Modraniht nell'antico inglese sta per 'madri-notte', è un antica festa anglo-sassone di cui racconta il Venerabile Beda in temporum ratione XIII, e di cui la testimonianza conferma l'origine autoctona del culto delicato appunto alle Matronae.
Pare che i pagani Anglo-Sassoni facessero un sacrificio per il nuovo anno nel modraniht matrum nocturum id est ["il Modraniht, cioè, nella notte delle madri [matrone ]"]
Questa festa corrisponde ad altri festival germanica Yule. Una volta si ipotizzava che questo fosse un festival solamente celtico, ma questo è in gran parte smentito oggi giorno. C'è chi sostiene che l'origine Germanico Nordica del culto, basò la sua convinzione sul fatto che "la grande maggioranza" degli epiteti delle dee appare, dal punto di vista etimologico, di chiaro ceppo germanico e non celtico (..)

Modraniht può essere associata con il culto delle madri o delle matrone in gran parte seguito fra le tribù germaniche Occidentali e le Dìsir celebrate dalle tribù germaniche del nord della Scandinavia. Finendo con le Parche di corrispondenza Greca come divinità del destino.
Le matrone o Matronae sono madri-dee alle quali sono state istituiti  pietre votive e altari tra I e il V secolo A.C.
Ci sono circa 1100 iscrizioni che danno nomi alle matrone germaniche. Sono divinità strettamente collegate alle "stirpi germaniche" e vengono, perciò, indicate con gli epiteti della stessa origine: Matribus Suebis, Matribus meis Gramanis, Matribus Frisiavis paternos ecc.. difficile stabilire quali iscrizioni riportano nomi autenticamente germanici e quali invece siano trascrizioni germaniche di nomi stranieri.
 Legate al mondo germanico son anche alcune iscrizioni trovate a Roma, datate con certezza alla prima metà del II secolo d.C. La zona dalla quale arriva il massimo numero di iscrizioni è la riva sinistra del Reno e da Grips wald a Remegen, con la massima diffusione tra la Colonia Bonn e Julich-Blankenheim.

Quasi dappertutto queste matrone sono stati divise in gruppi di tre.
"donatrici" , " dispensatrici" , "generose";  ricorre spesso anche il legame con il culto delle Acqua.
Le loro funzioni erano quelle legate a: fertilità, parto, la tutela della famiglia e, occasionalmente come dee guerriere.  Così come avvenne per le Dìsir nelle aree del Nord germanico.
Il la lode alle Disa "disabolt" appare due volte in due saghe islandesi dalla metà del 13 ° secolo d.C.
Nella saga di Viga-Glums 6 la disablot viene celebrata in una fattoria norvegese a inizio inverno a metà ottobre. Mentre nell Egils-saga 44 menziona un disablot durante un festival autunnale in Norvegia.
Snorri Sturluson scrive nella saga degli Ynglingar 33 di una festa simile a quelle tenute a Uppsala in Svezia.
Le fonti letterarie indicano che il culto delle Disir era più comune in Svezia che nelle regioni occidentali nordiche.

Primo canto Merseburg  

Una volta che Idisi vista questo luogo in cui;
Alcuni ceppi serrati; alcuni ostacolato l'orda,
Alcuni sciolgon i legami dal coraggioso
Balzo in avanti dalle catene! Fuggo dai nemici!





parte di "le Tradizioni Nordiche, dèi e culti del Grande Nord"

martedì 16 aprile 2013

Trataka (sguardo concentrato)


Trataka (sguardo concentrato)

La tecnica del trataka viene tradizionalmente considerata come parte dell’hatha yoga. Poiché è più simile ad un mudra può essere anche considerata come parte del raja yoga, ma tuttavia è un meraviglioso esercizio utile a tutti, dal semplice studente, al "praticante" di qualsiasi tradizione per affinare concentrazione e visualizzazione.
Questa potente tecnica può essere definita come il fissare lo sguardo in un punto (la parola trataka significa “guardare o fissare”).
Questa pratica che consiste nell'osservazione di un punto luminoso quale la fiamma di una candela, ci permette di sperimentare come la mente divenga calma purificandosi dalle sue divagazioni. Il potenziale latente all'interno della mente  è in grado di sorgere spontaneamente attraverso questa tecnica. In questo modo la mente sviluppa la capacità di concentrazione, fermezza, creatività. Dal punto di vista fisico il Trataka rende gli occhi chiari e luminosi, migliora il sonno  e la qualità dei sogni.
Se praticata regolarmente sviluppa il potere di concentrazione ad un grado quasi illimitato.
Da questo deriva il risveglio delle facoltà latenti che sono in tutti noi.
La seguente descrizione di trataka è la più facile ed usuale, sebbene vi siano numerose differenti tecniche.

Tecnica
Sedetevi in una comoda posizione, preferibilmente un’asana meditativa, in una stanza buia.
Mettete una candela accesa all’altezza degli occhi, ad una distanza di 70 cm circa dal viso.
Mantenete la colonna vertebrale eretta, rilassate tutto il corpo e chiudete gli occhi.
Siate consapevoli solo del corpo fisico.
Fate in modo che il corpo diventi fermo come una statua.
Cercate di non muovere il corpo per nessuna ragione ed in nessun modo per tutto l’esercizio.
Quando siete pronti aprite gli occhi e fissate intensamente il punto più luminoso della fiamma, proprio sopra la cima dello stoppino.
Con la pratica dovreste essere in grado di fissare per alcuni minuti la fiamma senza movimento delle pupille o battito delle ciglia.
Continuate a fissare la fiamma con concentrazione totale.
La totalità della vostra coscienza deve divenire centrata sugli occhi fino a perdere la consapevolezza del resto del corpo.
Lo sguardo dovrebbe essere assolutamente fissato su un punto.
Non appena gli occhi diventano stanchi, forse dopo alcuni minuti, o se cominciano a lacrimare, chiudeteli e rilassateli.
Non muovete il corpo ma siate coscienti dell’immagine complementare della fiamma davanti agli occhi chiusi.
Tutti avrete guardato verso il soleo una fonte di luce intensa e visto, chiudendo gli occhi per alcuni minuti, la chiara impressione di quella luce sulla retina dell’occhio.
Allo stesso modo sarà chiaramente visibile l’immagine complementare della fiamma della candela.
Dovreste praticare trataka su questa immagine, mantenendola direttamente di fronte o leggermente più in alto del centro fra le sopracciglia.
Non appena inizia a svanire, aprite nuovamente gli occhi e continuate a concentrarvi sulla fiamma della candela, per poi tornare a concentrarvi sull’immagine interiore visibile ad occhi chiusi.

Varianti
Trataka può essere praticato su un piccolo punto, sulla luna piena, sull’ombra, su una sfera di cristallo, sulla punta del naso, sull’acqua, sull’oscurità, sul vuoto (vedi bhuchari mudra), su shivalingam, su un oggetto lucente che non sia eccessivamente luminoso e su molte altre cose.
Coloro che hanno una divinità personale (Ishta devata) o un guru possono praticare trataka sulla loro immagine, mentre cercano di sentire la sua grazia e presenza spirituale.
Trataka può anche essere praticato sul sole nascente, sulla propria immagine in uno specchio o sugli occhi di un’altra persona.
Tuttavia queste forme dovrebbero essere eseguite sotto la guida di un guru poiché vi sono implicazioni rischiose.
Vi sono due tipi di trataka, bahiranga (esterno) e antaranga (interno).
I metodi brevemente menzionati fanno tutti parte del trataka esterno.
Il trataka interno è la visualizzazione interiore su un chakra o su una vostra personale divinità.
Gli occhi vengono generalmente tenuti chiusi.
Se vengono tenuti aperti la concentrazione dovrebbe essere diretta interiormente, a tal punto da non percepire alcun oggetto esterno.

Durata
Per scopi generali sono sufficienti da 15 a 20 minuti.
Per scopi spirituali o per rettificare difetti degli occhi la durata dovrebbe essere prolungata.
I sofferenti di insonnia e tensione mentale dovrebbero praticare trataka la sera per 15 minuti prima di dormire.
Tempo e sequenza
Il momento migliore per trataka è fra le 4 e le 6 del mattino, dopo asana e pranayama.
Può anche essere praticata in ogni momento.
Lo stomaco dovrebbe essere vuoto in modo che la concentrazione sia più intensa.

Precauzioni
Non vi sono rischi nella forma semplice di trataka sulla fiamma di una candela, ma inizialmente si dovrebbero evitare sforzi eccessivi.
La capacità di mantenere gli occhi aperti senza battere le palpebre sarà gradualmente sviluppata con la pratica.

Benefici
A livello fisico trataka corregge debolezza ed alcuni difetti degli occhi come la miopia.
A livello mentale aumenta la stabilità nervosa, rimuove l’insonnia e rilassa anche la mente più agitata.
Trataka dovrebbe essere praticato come sadhana.
Sviluppa concentrazione.
Gli occhi sono la porta di ingresso verso la mente.
Quando gli occhi sono fissi e fermi, anche la mente è fissa e ferma.
Man mano che la concentrazione aumenta, il procedimento del pensiero cessa automaticamente.
Trataka è uno dei metodi più potenti per controllare la tempestosità della mente e delle onde dei pensieri.


http://suryanamaskara.altervista.org e appunti personali

lunedì 15 aprile 2013

Witchy Books Challenge Poject 7 MWL 6#



Witchy Books Challenge


L'Oracolo delle Rune: una moderna interpretazione di un antichissimo metodo di divinazione
Nigel Pennick
Prezzo € 21,50
Armenia Edizioni
Tipo: Libro
260 - 25 carte
25 carte a colori

Presso gli antichissimi popoli nordici le rune consistevano in legnetti dalle diverse forme simboliche, parallele nel loro significato alle figure dei tarocchi e venivano consultate come un oracolo, per osservare il futuro e lo stadio di evoluzione spirituale.
Nigel Pennick ripropone le rune immutate nella loro struttura rispetto a 2200 anni fa, ma disposte su 25 carte disegnate da Hermann Haindle arricchite dalla simbologia dei colori e dei numeri.
Nel mare immenso dei sistemi di divinazione, l’autore indica dunque la rotta delle rune sulla cui isola d’approdo non soltanto è possibile osservare il futuro, ma anche raggiungere l’ideale stadio di evoluzione spirituale e vivere in armonia con gli altri.

E' uno dei libri che mi sento di consigliare a chi si appresta a voler studiare le rune, mi sembra un buon punto di partenza, e anche un buon testo per integrare lo studio delle stesse anche per chi non è propriamente all'inizio. Ogni scheda runica è ben curata e da informazioni utili per poter addentarsi nel profondo significato di ogni segno, non è solo una guida mirata alla divinazione ma anche al conoscere le corrispondenze e l'anima profonda di questo antico e misterioso strumento.
Le carte illustrate da Haindle non le ho amate particolarmente sebbene abbia apprezzato il ricco contenuto di significati e simboli di ognuna, ma tuttavia ritengo che per chi non possiede altri mazzi o non abbia delle rune da utilizzare siano utili e incentivino la "pratica" nonché lo studio profondo e riflessivo.
Nel panorama italiano ci sono pochi libri sulle rune e pochi sono da ritenersi validi, questo a mio parere può ritenersi tale.

Witchy Books Challenge Poject 7 MWL 5#

Witchy Books Challenge

Gli Ultimi Curanderos
Hernàn Huarache Mamani
Prezzo € 12,50
Piemme Edizioni
Tipo: Libro
Pagine 176
Formato: 13x21
Anno: 2012

Sulle cime delle Ande, un curandero va in cerca degli ultimi guaritori dell'anima e del corpo. Uomini e donne di straordinaria competenza, i curanderos ricevono ancora oggi nei villaggi di montagna migliaia di pazienti e da generazioni tramandano gli antichi segreti della medicina peruviana.
Un viaggio affascinante sulle orme di una civiltà che ha faticato a conservarsi, il cui prezioso tesoro di saggezza e tradizione non può andare perduto.
I curanderos non sono solo medici come noi li intendiamo in Occidente. Il loro approccio alle patologie consiglia infatti l'uso di rimedi e piante medicinali, ma soprattutto aiuta il malato a guardare se stesso e a individuare la propria personale via di guarigione.
I più famosi curanderos, nascosti in luoghi impervi, tramandano una vasta conoscenza medicinale a pochi discepoli. La loro competenza è tale che alcuni ricevono ancora oggi da ogni parte del mondo.
Migliaia di malati, anche in fase terminale, preferiscono l'aiuto di questi specialisti invece delle lunghe trafile nei sofisticati ospedali moderni. Insieme alle terapie, questi taumaturghi del terzo millennio insegnano un modo diverso di concepire la vita: meno affannato, meno consumistico, più umano.

Nella sua documentata ricerca, Hernàn Huarache Mamani restituisce dignità a queste figure che da tempo immemorabile incarnano l'arte del "prendersi cura" e di cui la modernità non può più fare a meno.

Libro carino, e particolarmente esaudiente se si è interessati a conoscere in modo più approfondito  la cultura andina e la tradizione dei curanderos. A differenza di altri libri dello stesso autore infatti, questo appare come un saggio e non è un romanzo sebbene ogni capitolo sia aperto da brevi racconti.
L'ho apprezzato molto sebbene la pratica di questi popoli non corrisponda affatto al mio sentiero spirituale, tuttavia questi colori, sapori, e insegnamenti restano cari al mio cuore senza un motivo preciso e pertanto sono contenta di aver appreso di più avere spunti di riflessione e insegnamenti di cui tornare a leggere.