mercoledì 30 novembre 2011

I Riti di Dicembre

✖ I Riti di Dicembre ✖



Feste dal Calendario Pagano
03 dicembre. Festa di Myrddin ( Merlino ).
08 dicembre. Festa d'Inverno dei Quattro Elementi.
10 dicembre. Dionisio negli abissi
12 dicembre. Festa degli Gnomi.
13 - 21 dicembre. Nove notti di divinazione. Offerte a Perchta/Holda
14 dicembre. festa di Odin signora delle besteie
18 dicembre Festa di Epona
20 dicembre. Festa di Cernunnos.
21 - 23 dicembre. Solstizio d'Inverno. Grande Sabba d'Inverno. Idho
21-31 dicembre. Notti della Madre/ Le Dodici Notti/ Caccia Selvaggia/
22 dicembre Riti di Mithra
23 dicembre. Giorno del Tasso.
24 dicembre Giorno della Betulla
25 dicembre. Festa di Ecate. Sol Invictis. Festa di Dagda.
31 dicembre. Festa di Artemide. Notte del Popolo Fatato.


Feste Pagane: Stregheria Italiana - Sabba
Saturnalia(Nome antico: Festa dei Lumi, Yuletide, Alban Arthan):[Dicembre 22] Detta YULE dai celti, e' la notte piu' lunga dell'anno. Esso rappresenta la rinascita della Dea sotto forma di un Dio che da inizio ad un periodo di buio, freddo, quale l'inverno.Poiche' nelle popolazioni europee non si riusciva a stroncare questa festa, i cristiani vi posero in prossimita' il Natale, in modo da sviare la gente dal vero significato: la rinascita della Dea, normalmente fertile e donna, sotto forma di un Dio, mortale , freddo e maschio, che purifica il mondo nella morte e nel gelo preparandolo alla rinascita della primavera.L'usanza di celebrare la festa di notte, per le strade, con bancarelle che brillavano di luci delle candele da' il nome alla ricorrenza. Dicembre è il mese più magico dell’ anno.

Il nome deriva dal latino decem (dieci), quindi dovrebbe indicare il decimo mese dell’ anno; cosi infatti era prima della riforma giuliana, poi divenne il dodicesimo, ma si tenne il nome. In Egitto l’equivalente del 16 dicembre era la festa di Oriside: si invoca il dio per avere denaro, una famiglia felice buoni amici.
A Roma si cominciava a festeggiare con i Saturnali ( dal 17 al 23), dedicati a saturno er Vesta, patroni del mese. In questo periodo ogni mezzo era lecito per fare soldi, perfino giocare d’azzardo, perché oil dio regalava prosperità a tutti :” auree monete procuri dicembre alla festa di Saturno”, dice il vecchio proverbio.
Ai Saturnali si accavallavano le feste del Solstizio d’ Inverno, quando l’astro era salito un po all’ orizzonte; la solenne ricorrenza era celebrata con corse di carri, simbolo del Sole che ogni giorno col suo carro attraversava il cielo portando lice.
La data simbolica del 25 dicembre per la celebrazione del Natale cristiano fu scelta attorno al III-IV secolo d. C,, perché coincide con la festa del dio Mitra; infatti nel Vangeli non si parla di una data precisa della nascita di Gesù. Molti Cristiani erano attratti da queste feste spettacolari e la Chiesa, preoccupata della diffusione dei culti solari,m pensò di celebrare nello stesso giorno la natività dio Cristo, che considerava la vera Luce e il vero Sole. La chiesa del tempo dunque non dava grande importanza alla data esatta della nascita di Cristo; ma nel quinto secolo San Leo scrisse che il giorno della nascita di Gesù andava festeggiato in modo particolare, perché la sua nascita era anche la nascita dei Cristiani, e da allora si festeggia solennemente il Natale.
Quel giorno i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli di alloro , detti “strenne”, augurio di fortuna e felicità. Ai nostri tempi, la giornata di Capodanno, e dedicata al riposo, dopo le feste e i divertimenti della notte di San Silvestro che, con i suoi eccessi, è piu simile ai Saturnali romani. A pranzo , se non lo abbiamo fatto a mezzanotte, dobbiamo mangiare le lenticchie, perché si dice che propiziano prosperità economica per il nuovo anno. Le vacanze durano ancora fino all’Epifania che come sappiamo " tutte le feste porta via”.

Riti di dicembre Il rituale magico piu importante del mese è la celebrazione del Solstizio d’ Inverno, la notte piu lunga dell’ anno, Il rituale proposto è di tradizione celtica. Nella cerimonia originale il dolce ( che conteneva miele e pezzi di frutta secca) era accompagnato da idromele, ma se avete difficoltà a trovarlo un vino dolce liquoroso sarà uguale.
Come vedrete la simbologia dell’ Agape , cioè il banchetto collettivo, pure nella sua semplicità richiama l’amore fraterno e la fortuna e prosperità.



Rito del Solstizio

Si comincia la tramonto del 21 dicembre. Stendete un panno sull altre a destra l’incensiere con incenso liturgico al sandalo, a sinistra una mazzo di fiori gialli una pagnotta dolce, un coltello nuovo e del vino.
Al centro tre candele color oro, a formare un triangolo con la punta in alto. A parte van preparati dei bicchieri.
Chi opera di mette davanti al tavolo verso Est e se sono presenti altri questi circonderanno l’altare. Tenendosi per mano.
Fumigate la stanza per almeno quindici minuti. Accendete le candele e poi dite per tre volte

Entrino in me
Le forze dell’ universo,
rinasca in me la vita con la rinascita del Sole
che la luce dello spirito mi illumini e mi indichi la strasa,.
Perché io possa sempre camminare nel bene
Sulla via dell’ amore infinito. E cosi sia.


A questo punto tagliate la pagnotta e distribuirtene una fetta a ciascuno; versta il vino e datelo ai partecipanti. Lasciate consumare la candele fino alla fine.


A parte il rito per il Solstizio, il periodo che va dalla vigilia di Natale all' Epifania è uno dei più amati in Occidente ed è legato a Innumerevoli tradizioni, sacre e profane. Vediamone qualcuna.


Il filo D'argento

Ricordatevi di appenderne almeno uno nella vostra casa o sull' albero di natale. Secondo la leggenda, quando Maria e Giuseppe furono costretti dal re Erode a fuggire verso L' Egitto, si rifugiarono a riposare in una grotta. Subito comparve un ragno che si mise a tessere velocemente una complicatissima tela, che chiuse l'ingresso. Poco dopo arrivarono i soldati, che erano sulle orme di fuggitivi, videro l'ingresso della grotta coperto di ragnatele , e non guardarono dentro, pensando che chiunque vi fosse rifugiato le avrebbe rotte per entrare, Fu cosi che il ragno salvò la vita a Gesù con un filo d'argento come atto d'amore.


La Stella di natale

Questa pianta dal colore rosso è ormai comunissima. In Messico , paese di origine si chiama flor del la noche buena; la leggenda racconta che un bambino troppo povero pere portare un dono a Gesù, si mise a piangere: perché tutti portavano qualcosa tranne lui.
Dalle sue lacrime nacquero questi meravigliosi fiori che egli portò in chiesa davanti alla greppia.
E un ottimo dono come atto d'amore.


La candela di Babbo Natale

La sera della vigilia di Natale prima di andare a dormire lasciate sul tavolo della cucina un bicchiere di latte, un dolce e una candela accesa: aiuteranno Babbo Natale a trovare la vostra casa e lo spuntino lo rifocillerà nella notte più faticosa di tutti l'anno.


Purificazione della Casa

Per pulire la vostra casa dalle negatività dell anno che sta finendo, procuratevi un ramo di legno di abete, 132 chiodi di garofano, 12 bacche di ginepro, una candela bianca e una nera. Prima della mezza notte del 31 dicembre stendete un telo a terra vicino la porta di ingresso e metteteci sopra il necessario per il rito; poi accende le candele e il legno di abete con i chiodi di garofano e le bacche di ginepro già sminuzzati in un incensiere. Lasciate consumare tutto.


Addio alle negatività

Per allontanare le negatività prendete una pietra grande come un pugno. In una notte tra il 25 e il 31 dicembre accendete una candela nera e concentratevi sulla pietra. Ripercorrete l'anno vissuto e pensate a tutte le cose spiacevoli capitate, riversatele nella pietra; se vi è dio aiuto scrivetele su un foglio. Lasciate consumare la candela e poi prendete la pietra, avvolta nel foglio e seppellitela in un prato lontano da casa vostra, o gettatele in acqua con i resti della candela.


Il vecchio calendario

La sera del 31 togliete tutti i vecchi calendari, e bruciateli la mattina di capodanno dopo averli avvolti nella lana rossa dicendo

anno vecchio brucia qua
e la sfortuna se ne va



Rituale di veggenza

E' un ritulale celtico antico, fatto dalle ragazze in età da marito, per veder il volto del futuro sposo.
Deve essere compiuto tra il 22 e la mezzanotte di San Silvestro, prima del nuovo anno.
In un bacile di rame, riempito di acqua fino a metà e posto su un tavolo, sistemate abbastanza lontano due candele viola,in modo che non si riflettano nel bacile e un incensiere con incenso in grani misto a un pugnetto di petali di rosa.
Accendete l'incenso e poi le candele. E fissate lo sguardo al centro del bacile tenendo le mani sui due lati. Liberate le mante e poi soffiate lentamente sull acqua dicendo:


Voglio che sia aperto il mio occhio interiore,
emerga la visone e scompaia il grigiore.
Che io veda la verità
in ogni immagine che verrà


Ripetete la formula lentamente, ritmicamente alternandola ai soffi sull' acqua. Dovrebbero manifestarsi delle immagini.


Scarpette della Sposa

E' un altro rituale per donne sole. Volete sapere se incontrare presto il nuovo fidanzato e sposarlo prima del prossimo Capodanno? a mezzanotte mettetevi davanti alla porta di casa e buttate in aria le vostre scarpe: se candono entrambe con la punta verso di voi, non vi sposerete; se cadono con la punta verso l'interno e una verso l'esterno, troverete un fidanzato ma non vi sposerete subito; se cadranno con le punte verso l'esterno verso al porta, preparatevi a un matrimonio.


Rituale di prosperità
Se non vi bastano le lenticchie fate questo rito. Preparate l'altare con sopra un quadro di lamè dorato. Al centro ponte un oggetto d'oro e vicino un simbolo religioso a vostra scelta: l'oggetto d'oro indica ricchezza e il simbolo religioso che avete bisogno di soldi ma che questi non sono il fine ultimo della vostra vita. A lato dei due oggetti mettete due candele dorate.
Sotto gli oggetti ponete una scatola di cartone con coperchio
A destra l'incensiere con incenso mescolato a metà secca di cedro del Libano e semi di anice. A San Silvestro tra le 21 e mezzanotte fumigare l'ambiente e accendete le candele, battete sul coperchio della scatola con l'indice della mano destra, dicendo sette volte
Vieni a me prosperità
d'oro la scatola si riempirà

Immaginate la vostra scatola ricolma di monete d'oro poi tre volte dite:
Grazie per il benessere che avrò
con chi ha bisogno dividerò
Ricordatevi di fare opere di bene e carità.

22 dicembre Riti di Mithra e i successivi riti del Natale
Un bambino nacque il 25 dicembre da madre vergine; il giorno della sua nascita tre Maghi omaggiarono il nascituro con oro, incenso e mirra.
Nel corso della sua vita fece diversi miracoli. Venne considerato il “buon pastore”, ebbe 12 discepoli, morì a trentatré anni sepolto in una tomba di pietra ma resuscitò tre giorni dopo.
Salì al cielo dopo aver consumato un pasto sacro.
Dopo la sua resurrezione i suoi discepoli recitavano: “Rallegratevi, il vostro Dio è risorto dalla morte. Le sue pene e sofferenze saranno la vostra salvezza”.
Capito di chi stiamo parlando?
Probabilmente molti di voi risponderanno senza esitazione…
Ma potrebbero avere una sorpresa: abbiamo raccontato la storia leggendaria di Mitra, risalente a circa 3.000 anni prima di Cristo. Da cui il mitraismo, ovvero il Culto del Dio Mitra [o Mithra], originario delle comunità persiane dell'Asia minore, estesosi poi all'impero romano, soprattutto fra i militari, dove infine decadde a partire dal IV secolo d.C.
Mitra, che era una divinità solare, penetrò facilmente nell'impero romano e soprattutto nell’esercito e i santuari di Mitra, i mitrei, si sono diffusi anche nelle regioni periferiche dell’impero, sedi di guarnigioni militari.


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La mitologia comparata

Il mito di Mitra non è l'unico che precede la storia cristiana dell'incarnazione di Gesù. Nella loro opera The Jesus Mysteries, Timothy Freke e Peter Gandy studiano dettagliatamente le incredibili coincidenze tra il mito di base (comune a molte culture) degli Dèi sacrificati e la vita di Cristo.
Quelli che seguono sono solamente alcuni dei parallelismi più importanti.

Tutti gli Dèi sacrificati vengono percepiti con il seguente profilo:
• Sono il Salvatore degli uomini, Dio fatto uomo e Figlio fuso in uno con il Padre.
• Sono nati da una Madre vergine in una caverna o grotta, il 25 dicembre o il 6 gennaio, festività caratteristiche di tutti i culti solari.
• La loro nascita è stata annunciata da una stella.
• Hanno ricevuto la visita di alcuni Maghi che resero loro onore con gli stessi doni simbolici: oro, incenso e mirra.
• Sono stati battezzati, un rito iniziatico comune a tutti i culti misterici del I millennio d.C.
• Offrono ai loro seguaci una seconda nascita attraverso il rito del battesimo.
• Hanno realizzato il prodigio di convertire l'acqua in vino.
• Coincidono nella realizzazione di miracoli simili: la cura degli infermi, l'aiuto ai pescatori per una pesca miracolosa e l'atto di calmare le acque durante una tempesta.
• Sono stati accusati di tenere una condotta licenziosa.
• Hanno avuto un gruppo scelto di 12 seguaci o discepoli, associati simbolicamente ai segni zodiacali.
• Sul dorso di un asino sono entrati trionfalmente in una città e dalla folla sono ne stati acclamati Re.
• Sono stati equiparati simbolicamente al pane e al vino, convertiti in segni della loro carne e del loro sangue.
• Sono morti assassinati o sacrificati, sono stati avvolti in un telo, sono stati unti e sono resuscitati dopo tre giorni.
• I loro seguaci hanno fatto visita al sepolcro trovandolo vuoto.
• La loro morte e la loro resurrezione vengono celebrate con un agape rituale, che simboleggia la volontà di fusione del credente con i loro corpi mistici.
• I loro sacrifici portano la redenzione.
• I loro seguaci sperano che ritornino per giudicare gli uomini alla fine dei tempi e fondare un'Età dell'Oro.


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Le radici pagane del Natale
Per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I vangeli non ne indicano né il giorno né l’anno [...] fu assegnata la data del Solstizio d’inverno perché in quel giorno in cui il Sole comincia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il Dies Natalis Solis Invicti, giorno della nascita del Sole invincibile.
(Nuova enciclopedia cattolica dell’Ordine Francescano - 1941)
Nel corso della ricerca di informazioni e documenti riguardanti le origini pagane del Natale, quello che stupisce è che la data del 25 dicembre, prima di diventare celebre come “compleanno di Gesù”, sia stata giorno di festa per i popoli di culture e religioni molto distanti tra loro, nel tempo e nello spazio.
Le origini di questi antichi culti vanno ricercate in ciò che è principio della vita sulla terra e che dal principio è stato oggetto di culto e di venerazione: il Sole
Agli albori dell’umanità, esisteva un ricco calendario di feste annuali e stagionali e di riti di propiziazione e rinnovamento.
I popoli nel periodo primitivo della loro esistenza erano intimamente legati al “ciclo della natura” poiché da questo dipendeva la loro stessa sopravvivenza.
Al tempo, la vita naturale appariva indecifrabile, incombente, potente espressione di forze da accattivarsi; era un mondo magico.
L’uomo antico si sentiva parte di quella natura, ma in posizione di debolezza. Per questo, attraverso il rito, cercava di fare amicizia con questa o quella forza insita in essa.
Al centro di questo ciclo c’era l’astro che scandiva il ritmo della giornata, la Stella del Mattino che determinava i ritmi della fruttificazione e che condizionava tutta la vita dell’uomo. Per quest’ultimo, temere che il Sole non sorgesse più, vederlo perdere forza d’inverno riducendo sempre più il suo corso nel cielo, era un’esperienza tragica che minacciava la sua stessa vita. Perciò, doveva essere esorcizzata con riti che avessero lo scopo di evitare che il Sole non si innalzasse più o di aiutarlo nel momento di minor forza.
È proprio partendo da questa considerazione che possiamo individuare le origini dei rituali e delle feste collegate al Solstizio d’inverno che ancora oggi celebriamo con il nome di Yule.
Durante queste feste venivano accesi dei fuochi (usanza che si ritrova nella tradizione natalizia di bruciare il ceppo nel camino la notte della vigilia) che, con il loro calore e la loro luce, avevano la funzione di ridare forza al Sole indebolito.
Spesso questi rituali avevano a che fare con la fertilità ed erano quindi legati alla riproduzione.
Da qui l’usanza, nelle antiche celebrazioni, di danze e cerimoniali propiziatori dell’abbondanza e in alcuni casi, come negli antichi riti celtici e germanici, ma anche romani e greci, di accoppiamento durante le feste.


Il solstizio d’inverno

Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “Sole fermo” (da sol, “Sole”, e sistere, “stare fermo”).
Se ci troviamo nell’emisfero nord della terra, nei giorni che vanno dal 22 al 24 dicembre possiamo infatti osservare come il Sole sembra fermarsi in cielo, fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore. In termini astronomici, in quel periodo il Sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioé raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale.
Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima.
Si verificano cioé la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.
Subito dopo il Solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al Solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del Solstizio cade generalmente il 21 [o il 22 dicembre], ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il Sole, quindi, nel Solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre.
E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioé un nuovo “Natale”.
Questa interpretazione astronomica può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro.
Tutto parte da un’osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del Sole e gli antichi conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.
Per fare un esempio, a Maeshowe (Orkneys, Scozia) si erge un tumulo datato con il metodo del carbone radioattivo 2750 a.C. All’interno del tumulo c’è una struttura di pietra con un lungo ingresso a forma di tunnel. Questa costruzione è allineata in modo che la luce del Sole possa scorrere attraverso il passaggio e splendere all’interno del megalite, illuminando in questo modo il retro della struttura.
Questo accade al sorgere del Sole al Solstizio d’inverno.

Le origini comparate del Dio Sole

Pur non avventurandoci in comparazioni religiose che richiederebbero accurati studi, diremo comunque che il 25 dicembre è associato al giorno di nascita o di festeggiamento di personaggi divini risalenti anche a secoli prima di Cristo.
Per citarne alcuni:

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Il Dio Horus egiziano
I mosaici e gli affreschi raffiguranti immagini di Horus in braccio a Iside ricordano l’iconografia cristiana della Madonna col bambino, tanto da indurci a credere che in epoca cristiana, per ovvi motivi, alcune rappresentazioni di Iside e Horus, spesso raffigurato come un bambino con la corona solare sul capo, furono probabilmente riciclate [hanno sicuramente dato origine alla Madonne Nere dei culti cristiani].

Il Dio Mitra indo-persiano
Quello di Mitra fu il culto più concorrenziale al cristianesimo e col quale il cristianesimo si fuse sincreticamente.
Anche Mitra era stato partorito da una vergine, aveva dodici discepoli e veniva chiamato il Salvatore.


Gli dei babilonesi Tammuz e Shamas

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Nel giorno corrispondente al 25 dicembre odierno, nel 3000 a.C. circa, veniva festeggiato il Dio Sole babilonese Shamash. Il Dio solare veniva chiamato Utu in sumerico e Shamash in accadico.
Era il Dio del Sole, della giustizia e della predizione, in quanto il Sole vede tutto: passato, presente e futuro.
In Babilonia successivamente comparve il culto della dea Ishtar e di suo figlio Tammuz, che veniva considerato l’incarnazione del Sole.
Allo stesso modo di Iside, anche Ishtar veniva rappresentata con il suo bambino tra le braccia. Attorno alla testa di Tammuz si rappresentava un’aureola di 12 stelle che simboleggiavano i dodici segni zodiacali.
È interessante aggiungere che anche in questo culto il Dio Tammuz muore per risorgere dopo tre giorni.

Dioniso
Nei giorni del Solstizio d’inverno, si svolgeva in onore di Dioniso una festa rituale chiamata Lenaea, la festa delle donne selvagge. Veniva celebrato il Dio che rinasceva bambino dopo essere stato fatto a pezzi.

Bacab
Era il Dio Sole nello Yucatan; si credeva che fosse stato messo al mondo dalla vergine Chiribirias.

Bacab
Era il Dio Sole nello Yucatan; si credeva che fosse stato messo al mondo dalla vergine Chiribirias.

Il Dio Sole inca Wiracocha
Il Dio Sole inca veniva celebrato nella festa del Solstizio d’inverno Inti Raymi (festeggiata il 24 giugno perché nell’emisfero sud, essendo le stagioni rovesciate, il Solstizio d’inverno cade appunto in giugno).
Ovviamente i primi citati in questa rapida carrellata devono aver influito alquanto nella creazione del cristianesimo.
Riguardo invece ai culti solari precolombiani è interessante notare come i tempi e i simboli del sacro siano comuni a civiltà così distanti fra loro.
Questo dovrebbe far sorgere più spesso il sospetto di un’origine comune delle religioni, tramite uno studio comparato delle stesse alla ricerca del significato della vita. Invece, ottusamente ci si continua ad adagiare su fedi antropomorfiche
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dogmatiche e più o meno esplicitamente intolleranti nei confronti delle altre.
Tutte queste narrazioni sono basate sul moto del Sole attraverso il cielo, e quindi su uno sviluppo di idee astrologiche/teologiche, avvenute in ogni parte del mondo. In altre parole, Gesù Cristo e tutti gli altri miti di analoga struttura, sono personificazioni dell'entità solare.
Per esempio, molti degli uomini-Dio crocifissi in ogni parte del mondo, hanno in comune la data di nascita fissata al 25 Dicembre.
Questo è dovuto al fatto che i nostri antenati avevano notato (da una prospettiva geocentrica) che il Sole si abbassa, annualmente, verso il sud sino alla data del Solstizio d'Inverno, dove (come spiegato sopra), sembra stia fermo per circa tre giorni, per poi riprendere nuovamente il suo movimento ascendente. In questo apparente arresto gli antichi leggevano una allegoria della morte e, nel riprendere del moto, un'allegoria della rinascita del Sole.
Gli antichi - ottimi astronomi - erano comunque ben consci della necessità vitale che il Sole sorgesse regolarmente ogni giorno, che interrompesse la sua caduta stagionale e che riprendesse il suo movimento ascensionale. Fu così che culture, fra di loro differenti e distanti, celebrarono la rinascita del Dio Sole il 25 Dicembre.

Alcune caratteristiche comuni a tutti gli Dèi Solari:
• Il Sole muore per tre giorni a partire dal 22 Dicembre, Solstizio d'inverno, quando arresta il suo movimento discendente, per poi ritornare a nascere, o risuscitare, il 25 Dicembre, riprendendo il suo movimento ascendente.
• In alcune zone della terra, il calendario, in origine, iniziava nella costellazione della Vergine ed il Sole risulterebbe quindi partorito da una vergine.
• Il Sole è la Luce del Mondo.
• Il Sole cammina sopra le nubi e tutti lo possono vedere.
• Il Sole che si alza al mattino è il salvatore del genere umano.
• Il Sole porta una corona, corona di spine o aureola.
• Il Sole cammina sulle acque.
• I seguaci del Sole, apostoli o discepoli sono i 12 mesi dell'anno, i 12 segni dello zodiaco, delle costellazioni, attraverso i quali il Sole stesso dovrà passare.
• Il Sole, a mezzogiorno, si trova nella casa, o meglio nel tempio dell'Altissimo; così egli inizia il lavoro del Padre suo al dodicesimo tempo.
• Il Sole entra in ciascun segno dello zodiaco ogni 30 gradi sull'orizzonte; quindi il Sole di Dio inizia il suo ministero al trentesimo anno.
• Il Sole è appeso ad una croce (crocifisso) il che simboleggia il suo passaggio attraverso gli equinozi e, cadendo a Pasqua l'equinozio primaverile, a quel tempo risorge.

Ovviamente i primi citati in questa rapida carrellata devono aver influito alquanto nella creazione del cristianesimo.
Riguardo invece ai culti solari precolombiani è interessante notare come i tempi e i simboli del sacro siano comuni a civiltà così distanti fra loro.
Questo dovrebbe far sorgere più spesso il sospetto di un’origine comune delle religioni, tramite uno studio comparato delle stesse alla ricerca del significato della vita. Invece, ottusamente ci si continua ad adagiare su fedi antropomorfiche dogmatiche e più o meno esplicitamente intolleranti nei confronti delle altre.
Tutte queste narrazioni sono basate sul moto del Sole attraverso il cielo, e quindi su uno sviluppo di idee astrologiche/teologiche, avvenute in ogni parte del mondo. In altre parole, Gesù Cristo e tutti gli altri miti di analoga struttura, sono personificazioni dell'entità solare.
Per esempio, molti degli uomini-Dio crocifissi in ogni parte del mondo, hanno in comune la data di nascita fissata al 25 Dicembre.
Questo è dovuto al fatto che i nostri antenati avevano notato (da una prospettiva geocentrica) che il Sole si abbassa, annualmente, verso il sud sino alla data del Solstizio d'Inverno, dove (come spiegato sopra), sembra stia fermo per circa tre giorni, per poi riprendere nuovamente il suo movimento ascendente. In questo apparente arresto gli antichi leggevano una allegoria della morte e, nel riprendere del moto, un'allegoria della rinascita del Sole.
Gli antichi - ottimi astronomi - erano comunque ben consci della necessità vitale che il Sole sorgesse regolarmente ogni giorno, che interrompesse la sua caduta stagionale e che riprendesse il suo movimento ascensionale. Fu così che culture, fra di loro differenti e distanti, celebrarono la rinascita del Dio Sole il 25 Dicembre.

Alcune caratteristiche comuni a tutti gli Dèi Solari:
• Il Sole muore per tre giorni a partire dal 22 Dicembre, Solstizio d'inverno, quando arresta il suo movimento discendente, per poi ritornare a nascere, o risuscitare, il 25 Dicembre, riprendendo il suo movimento ascendente.
• In alcune zone della terra, il calendario, in origine, iniziava nella costellazione della Vergine ed il Sole risulterebbe quindi partorito da una vergine.
• Il Sole è la Luce del Mondo.
• Il Sole cammina sopra le nubi e tutti lo possono vedere.
• Il Sole che si alza al mattino è il salvatore del genere umano.
• Il Sole porta una corona, corona di spine o aureola.
• Il Sole cammina sulle acque.
• I seguaci del Sole, apostoli o discepoli sono i 12 mesi dell'anno, i 12 segni dello zodiaco, delle costellazioni, attraverso i quali il Sole stesso dovrà passare.
• Il Sole, a mezzogiorno, si trova nella casa, o meglio nel tempio dell'Altissimo; così egli inizia il lavoro del Padre suo al dodicesimo tempo.
• Il Sole entra in ciascun segno dello zodiaco ogni 30 gradi sull'orizzonte; quindi il Sole di Dio inizia il suo ministero al trentesimo anno.
• Il Sole è appeso ad una croce (crocifisso) il che simboleggia il suo passaggio attraverso gli equinozi e, cadendo a Pasqua l'equinozio primaverile, a quel tempo risorge.


Il Dio Sole
È evidente che la vita di Gesù narrata nei Vangeli riprende altri antichi miti, un fatto che ha dato adito a un dibattito ancora aperto, tanto nel seno della cultura cristiana che di quella profana.
Qual è il significato della ripetizione di questa storia sacra?
Perché sorge in modo spontaneo in tutte le civiltà del mondo?
Il Cristianesimo sostiene che, con Gesù, Dio stesso irruppe nella storia umana.
Nel quadro culturale della sua epoca, sia la nascita da una Madre vergine in seguito a una procreazione miracolosa, sia la resurrezione il terzo giorno successivo alla sua morte sulla croce equivalevano ad attribuirgli i segni distintivi della divinità.
Ma nelle civiltà del Mediterraneo orientale del I sec. d.C. questi prodigi supremi erano segni propri dei Numi pagani agrari e solari.
Il mito di base, che si esprime in forme diverse per ogni cultura, consiste nel dramma del giovane Dio che muore nel pieno della sua vita per rigenerare la natura con il suo sangue, ma rinasce con il grano nuovo della primavera, per trasformarsi nel Signore dei vivi e dei morti e nel Salvatore dell'umanità.
In Egitto questo Dio è Osiride, in Persia è Mitra, in Asia Minore è Attis, in Grecia è Dioniso.
Non si tratta solamente di un mito fondamentale del Mediterraneo, ma riveste un carattere universale.
Per questo stesso motivo non può essere spiegato in maniera semplicistica come il risultato delle successive rielaborazioni di un modello originale, visto che lo troviamo anche in culture molto lontane tra loro, che non ebbero alcun contatto e che lo reinventarono autonomamente.
Tra i nativi americani Prenobscott, ad esempio, è la Dea Madre che, commossa dalla fame dei suoi figli, si autosacrifica seminando le sue membra nella terra per tornare col raccolto di mais e di tabacco. Tra i Celti esistevano riti che prevedevano lo smembramento di una donna nei campi come rappresentazione del sacrificio della dea del raccolto, simbolismo di per se stesso centrale nel mito di Cibele e in quello di Demetra e Persefone, ma che non manca neanche nella religiosità orientale, in cui, come osservò il grande mitologo Joseph Campbell, il mito della creazione ricorre all'autosmembramento del Dio.
Campbell sottolinea come in Occidente predomini il sacrificio, mentre in Oriente si evidenzi l'autosacrificio.


Le origini di Gesù
Nel IV sec. d.C, quando si posero le basi del Cattolicesimo a Nicea, i primi cristiani di Roma avevano familiarità con tutti questi miti e convivevano mescolandosi con i seguaci dei vari culti solari analoghi al loro, come quello di Mitra (giunto a Roma verso il II sec. a.C), che similmente nacque da una vergine in una grotta, venne adorato dai pastori e fu assassinato dai suoi nemici che gli trapassarono il costato con una lancia, per poi resuscitare al terzo giorno.
Di fatto, il trasferimento della festa della Natività di Gesù al 25 dicembre fu operato per far coincidere in essa i tre grandi culti monoteisti stabilitisi a Roma e dedicati a Cristo, Mitra e al Sol Invictus.
La mitologia comparata ha dimostrato sino a che punto vennero reinventati i dettagli del modello di base. La Maddalena, come la Iside egizia, vaga in cerca del Dio morto finché non lo trova; Iside resuscita Osiride, e Cristo risorto appare alla Maddalena dandole la novella del miracolo supremo.
Di fatto esiste una speculare simmetria, un incredibile parallelismo che riguarda persino i dettagli dei differenti miti.
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In Egitto vi fu una precedente Sacra Famiglia: Osiride, Iside e Horus ed anche una Immacolata Concezione (in una variante del mito di Osiride, Horus viene messo al mondo senza ricorrere alla sessualità, e in un'altra leggenda, raccolta da Plutarco, si autogenera a Edfu), una Eucarestia (la comunione osiridea con pane e vino), un Dio Supremo Uno e Trino e persino una Comunione dei fedeli nel corpo del Dio, compreso il tema della fusione mistica.
Osiride si fuse in un unico essere con il Dio Padre (Ra) e fu Salvatore degli uomini.
Ma la quantità di numi agrari e solari che seguono lo stesso modello è considerevole: Adone (Siria), Bacco (Italia), Prometeo (Grecia), Orfeo-Zagreo nei culti misterici e così via.
La mitologia comparata ha dimostrato sino a che punto vennero reinventati i dettagli del modello di base. La Maddalena, come la Iside egizia, vaga in cerca del Dio morto finché non lo trova; Iside resuscita Osiride, e Cristo risorto appare alla Maddalena dandole la novella del miracolo supremo.
Di fatto esiste una speculare simmetria, un incredibile parallelismo che riguarda persino i dettagli dei differenti miti.
In Egitto vi fu una precedente Sacra Famiglia: Osiride, Iside e Horus ed anche una Immacolata Concezione (in una variante del mito di Osiride, Horus viene messo al mondo senza ricorrere alla sessualità, e in un'altra leggenda, raccolta da Plutarco, si autogenera a Edfu), una Eucarestia (la comunione osiridea con pane e vino), un Dio Supremo Uno e Trino e persino una Comunione dei fedeli nel corpo del Dio, compreso il tema della fusione mistica.
Osiride si fuse in un unico essere con il Dio Padre (Ra) e fu Salvatore degli uomini.
Ma la quantità di numi agrari e solari che seguono lo stesso modello è considerevole: Adone (Siria), Bacco (Italia), Prometeo (Grecia), Orfeo-Zagreo nei culti misterici e così via.


Il Cristo eterno di Sant'Agostino

Tutti i grandi padri della Chiesa primitiva, la cui opera è conosciuta come patristica, conoscevano questi miti. A tale proposito, nei primi secoli della nostra era, si formarono due correnti opposte. Una, che si rifaceva a una tradizione rappresentata da San Giustino martire, sosteneva che questi miti erano parodie diaboliche ordite per proiettare dubbi sul Cristo e burlarsi del suo sacrificio.
L'altra, che può contare su rappresentanti prestigiosi come Sant'Agostino, credeva si trattasse di prefigurazioni profetiche ispirate da Dio per rivelare agli uomini il carattere universale e la legittimità divina della missione di Cristo.
Visto che l'irruzione di Dio nella storia, assumendo un destino terreno, era il fulcro del piano del creatore, non c'era niente di più logico e naturale che imprimere quest'immagine nella profondità dello spirito umano, facendo in modo che si esprimesse diverse volte nei sogni, nei miti e nelle trance mistiche.
Secondo Sant'Agostino la vera religione era sempre esistita «dall'inizio della razza umana, sino a che Cristo venne in un corpo, quando cominciò a chiamarsi cristiana, già esisteva».
Da questa sua prospettiva, comune ad altri celebri pensatori della patristica, Osiride - come il Prometeo greco - era una profezia ispirata da Dio.
È curioso osservare come questa polemica continua a persistere ancora oggi in seno al Cattolicesimo. Recentemente la Congregazione per la Dottrina della Fede, diretta dal cardinale Ratzinger, ha castigato con il regime del silenzio il sacerdote e teologo gesuita Jacques Dupuis per aver sostenuto idee coerenti con questa linea, nel suo libro "Verso una teologia del pluralismo religioso", mentre il cardinale emerito di Vienna, Franz Kòning, e altri 75 teologi cattolici si affrettavano a firmare una lettera di appoggio a Dupuis.
Il problema è vecchio e obbligò, a suo tempo, Sant'Agostino a ritrattare la dottrina del "Cristo Eterno". La chiave per comprendere il motivo di questa resistenza della gerarchia cattolica ad accettare tale tesi è semplice: facendolo si rinuncia al concetto secondo il quale non c'è salvezza al di fuori della Chiesa e, allo stesso tempo, si riconosce che esistono altre vie, anch'esse legittimate dalla rivelazione, per accedere alla verità di Dio.
Oltre a questa polemica interna, gli antecedenti mitici di Gesù provocano un altro dibattito, questa volta con il materialismo. Da una prospettiva profana e razionalista, gli antecedenti agrari e solari di Gesù vengono percepiti come prova del fatto che i Vangeli non narrano una storia reale, ma un mito che avrebbe usurpato l'esistenza storica di un maestro di saggezza: un profeta o un messia giudaico.


La psicologia
È possibile che il grande psicanalista Carl Gustav Jung - che non è sospettato di aver favorito il Cristianesimo - abbia apportato una soluzione in grado di evitare il falso dilemma di questa polemica.
Per Jung, infatti, esiste un Cristo pre-cristiano e pagano nella stessa misura in cui «Cristo non è tanto un fatto storico quanto un fatto psicologico che tende ad accadere di per sé stesso».
Vale a dire che l'universalità del mito si deve al fatto che si tratta di un archetipo della psiche profonda, impresso nell'inconscio collettivo e, pertanto, sorge spontaneamente di quando in quando nel simbolismo dei sogni, degli stati visionari, delle trance mistiche, dei miti, delle leggende e della poesia.
Da questo punto di vista, avremmo un Cristo eterno che si rivelerebbe a tutti gli uomini di tutte le culture grazie alla sua stessa condizione archetipica.
La sua sede sarebbe l'inconscio collettivo, del quale anche Jung arrivò a domandarsi se non era per caso lo stesso che, dalla loro esperienza mistica, altri chiamavano "Dio".
Ciò non esclude che Gesù di Nazareth incarnasse storicamente l'archetipo, data la sua tendenza a emergere e a esprimersi.
E ancora, è naturale che questo accada di tanto in tanto.


Studi che ricollegano i miti cristiani ai miti pagani

  • Charles François Dupuis, 1794, Origine de tous les Cultes ou La Religion universelle.Nell’opera interpreta il Cristianesimo (e tutte le religioni) su basi astronomiche e mitologiche.
  • Count Volney, 1787, Les Ruines; ou, Méditation sur les révolutions des empires.Lo studioso francese vedeva nell’antico Egitto gli elementi precursori del Cristianesimo.
  • Kersey Graves, 1875, The World's Sixteen Crucified Saviours.Lo scrittore, un quacchero della Pennsylvania, svelò il cuore pagano dei falsari cristiani, pur spesso senza citare le sue fonti.
  • Abraham Dirk Loman, 1882, "Quaestiones Paulinae," in Theologisch Tijdschrift.Questo professore di teologia di Amsterdam affermava che tutte le epistole risalgono al 2° secolo, presentando il Cristianesimo come fusione tra pensiero ebraico e quello romano-ellenico. Quando venne afflitto dalla cecità, Loman affermava che tale condizione lo aveva illuminato sulla storia oscura della chiesa!
  • Thomas William Doane, 1882, Bible Myths and their Parallels in Other Religions.Altra opera sulle basi pagane dei miti e dei miracoli della Bibbia.
  • Samuel Adrianus Naber, 1886, Verisimilia. Laceram conditionem Novi Testamenti exemplis illustrarunt et ab origine repetierunt.Uno studioso di letteratura classica che intravedeva nelle scritture cristiane i miti greci.
  • Edwin Johnson, 1887, Antiqua mater. A Study of Christian Origins.Secondo il teologo radicale inglese i primi cristiani erano crestiani, seguaci di Chrestus che si era appropriato del mito di Dionysos Eleutherios ("Dioniso l’emancipatore"), per creare un Dio-uomo che si era autosacrificato.
  • Thomas Whittaker, 1904, The Origins of Christianity.Affermava che Gesù era un mito.
  • William Benjamin Smith, 1906, Der vorchristliche Jesus. 1911, Die urchristliche Lehre des reingöttlichen Jesus.Individua nell’isola di Cipro le origini di un culto pre-cristiano di Gesù.
  • Arthur Drews, 1910, Die Christusmythe (The Christ Myth). 1910, Die Petruslegende (The Legend of St Peter). 1924, Die Entstehung des Christentums aus dem Gnostizismus (Le origini gnostiche del Cristianesimo).
  • Il noto filosofo fu il principale esponente tedesco della teoria di Cristo come mito. Nei vangeli si era storicizzato un Gesù di stampo mistico tratto dalla tradizione profetica e dalla letteratura ebraica. La Passione si ritrovava nelle speculazioni platoniche.
  • John Robertson, 1910, Christianity and Mythology. 1911, Pagan Christs. Studies in Comparative Hierology. 1917, The Jesus Problem.
  • Robertson fece presente la natura universale di molti elementi della storia di Gesù in relazione ai rituali precristiani di crocifissione nel mondo antico. Individuava in Gesù/Giosué una antica divinità che aveva la forma di un agnello.
  • Alexander Hislop, 1916, The Two Babylons.Esauriente saggio sui rituali pagani e altre usanze del Cattolicesimo.
  • Edward Carpenter, 1920, Pagan and Christian Creeds.Uno studio sulle origini pagane del Cristianesimo.
  • James Frazer, 1922, The Golden Bough. Una interpretazione antropologica del percorso dell’uomo dalla magia, alla religione ed alla scienza; il Cristianesimo come fenomeno culturale.
  • John J. Jackson, 1938, Christianity Before Christ.Osservazioni sui precedenti egiziani della fede cristiana.
  • Herbert Cutner, 1950, Jesus: God, Man, or Myth?Sulla natura mitica di Gesù con un riassunto del dibattito tra i sostenitori dell’aspetto mitico e dell’aspetto storico. E’ da lungo tempo che si sostiene la natura mitica. Le origini pagane di Cristo.
  • Michael Kalopoulos, 1995, The Great Lie.Lo storico greco esplora i notevoli aspetti paralleli tra i testi biblici e la mitologia greca.
  • Alvar Ellegard, 1999, Jesus One Hundred Years Before Christ.Il Cristianesimo nasce dalla setta degli Esseni, Gesù essendo il prototipo del maestro di giustizia.
  • Timothy Freke, Peter Gandy, 1999, The Jesus Mysteries. 2001, Jesus and the Lost Goddess : The Secret Teachings of the Original Christians.Studio del rapporto tra il racconto di Gesù e il mito di Osiride-Dioniso. Gesù e Maria Maddalena richiamano le divinità pagane del Dio-uomo e della dea-donna.
  • Burton Mack, 2001,The Christian Myth: Origins, Logic, and Legacy.Il contesto sociale della creazione di miti.
  • Tom Harpur, 2005, The Pagan Christ: Recovering the Lost Light.Lo studioso canadese del Nuovo Testamento, già sacerdote anglicano, ripresenta le tesi di Kuhn, Higgins e Massey. Gesù è una figura mitica, e tutte le idee essenziali del Cristianesimo derivano dall’Egitto.



Fonti:
I Giardini Incantati Devon Scott
www.ilcalderonemagico.it

Ricerca interamente tratta, condensata e adattata da:
www.riflessioni.it/testi/radici_natale.htm
http://www.topsecret.naturalia.net/religio...rticolo=1&Pag=1
www.pbmstoria.it
www.jesusneverexisted.com
Luis G. La Cruz, tratto da: I Misteri di Hera, monografie, Gesù, L'uomo, L'iniziato, Il Dio - Autori Vari, Ed. Hera periodici, Agosto 2004
Le radici pagane del Natale di Elena Savino – 2004 - Jubal editore
Suns of God: Krishna, Buddha and Christ Unveiled. di D. Murdock ('Acharya S'), 2004
Feste Pagane

Orisha


Il sacchetto di perline mojo piccolo che vedete in questa foto si chiama Macuto (zaino) originario della tradizione della Santeria.
Un Macuto è un talismano molto potente, pieno di erbe, pietre, radici, piume, capelli, ecc Ognuno è disponibile nei colori e modelli corrispondenti ad ogni ogni Orisha - come accade con i sacchetti di Mojo, ha bisogno di essere "nutrito" regolarmente per mantenere attivi i propri poteri.

Come nella tradizione per ogni Santero, mi è stato insegnato che ogni Orishas preferisce mantenere il macutos presso l'altare, invece di portarlo in giro - una volta ho fatto provato a indossarlo e mi sentivo completamente svuotato e confuso per un paio d'ore. I Macutos sono come una linea diretta con il vostro lavoro con Orisha, quindi devono essere trattati con cura e devozione - il più vecchio è uno Macuto, il più potente diventa.

Quando si tratta di alimentarli, tutte le offerte sono buone, ma gli oli magia sono la scelta più popolare.Una volta alla settimana, quando faccio la pulizia regolare dell' altare, li tampono con un pò di olio (scelgo oli diversi per esigenze diverse) con il mio dito magico e poi prosieguo con l'unzione dell sacchetto con cura concentrandomi sull' intento specifico dei Macuto.
Poi ho una candela accanto al tè Macuto e lasciarlo bruciare fino a quando non si consuma completamente.

I modelli di perline e colori sono scelti in funzione del percorso del Orisha, ma ci sono anche molti Macutos generici:

- Obatala: Bianco.
Per la benedizione, la protezione e guida spirituale. Anche, protegge le persone delle scelte sbagliate , aiuta s sbarazzarsi delle cattive abitudini e comportamenti, Obatala controlla testa persona.
- Elegguá: Rosso e nero. Per aprire le strade della vita, per acquisire conoscenze e raggiungere le opportunità e la fortuna. Eleggua è il proprietario degli incroci, quindi è un amuleto perfetto di fronte decisioni difficili o nuovi percorsi di vita.
- Yemaya: blu e bianco / cristallo: la Divina Madre di tutti gli Orishas prevede la saggezza, la protezione e la ricchezza.
Yemaya protegge i suoi figli e figlie da ogni pericolo, e tiene lontani i bambini da ogni male. Un amuleto meraviglioso per le donne in gravidanza.
- Ochum: ambra e giallo / arancio, con tocchi di verde. L'orisha dell' amore e dell' abbondanza è un potente amuleto per la strega che insegna molti segreti ai suoi figli e figlie, questo amore Orisha è spesso chiamato per questioni di business e di diritto anche, come il suo fascino può girare la fortuna in nostro favore.
- Oya: viola e rosa, con tocchi di colore marrone. Il più feroce guerriero femminile Orisha è la protettrice delle donne nel mondo degli affari, e la regina dei morti. . Lei è molto protettiva verso le streghe e aiuta indipendente le donne, il potere nelle loro lotte. Un amuleto meraviglioso per tenersi in contatto con i nostri antenati.
- Shango: bianco e rosso. Questo Orisha porta giustizia e ordine, egli è il Giudizio Divino, ma anche musica e di gioia, questo giocoso Orisha è il patrono dei ballerini, musicisti e operatori dello spettacolo. Shango è saggio, affettuoso e molto generoso con quelli che lo adorano - essendo uno dei più grandi guerrieri Orisha, è una protezione molto potente.
- Oggum: verde e nero. Oggum è il solitario guerriero e delle foreste. Conosciuto per il suo temperamento ribelle, spesso incline all'eccesso, questo Orisha può essere estremamente generoso e gentile con coloro che lavorano con lui, specialmente in termini di guadagnando è coraggio, imparare a combattere e crescere nella vita ... lui è un maestro molto saggio , associato con animali totem.

Altri comuni macutos Santería sono:
- Babbaluayé: marrone e viola. Il guaritore Orisha è il patrono dei poveri, i senzatetto e gli emarginati. Frequenta tutti i tipi di petizioni e il suo culto è in costante crescita perchè estremamente compassionevole. Un combattente per le cause perse e anime perse.
- Ochosi: nero e giallo. L'arciere Orisha è il più alto esempio di giustizia e di impegno nella Santeria. Un santo Orisha, ma anche un abile cacciatore e guerriero incredibile, egli protegge sia il cacciatore che la caccia. Noto per essere un po 'troppo severo con i suoi figli e figlie.
- Orula: verde e giallo. Uno dei più sacri Orishas, indossato direttamente da energia per essere il tutto-veggente e, quindi, patrono di tutti i sacerdoti della Santería.
Proprietario della conchiglia di ciprea sul suo macustis, questo Orisha opera per la protezione generale e per fare scelte sagge nella vita. Orula vede tutto, i suoi figli e figlie possono vedere i loro nemici da lontano.
- Iku: Bianco e nero. Questo Macuto non è molto comune, è l'Orisha della morte ha comunque molti devoti fedeli . Questo Macuto è utilizzato soprattutto quando si lavora con gli spiriti, sia come una nave spirito o semplicemente come un connettore con il potente regno degli spiriti.
- Osain: Verdi. L'erborista Orisha è molto amato per la sua generosità, ci insegna i segreti delle erbe e rimedi naturali. E 'nato direttamente dalla natura ed è il protettore di quelle che noi chiamiamo fate. Naturalmente, un patrono dei lavoratori che si occupano di erbe e guaritori.
- Orishaoko: blu e viola. Il contadino Orisha è, naturalmente, protettore di tutti i contadini, aziende agricole e degli animali, ma è anche chiamato in materia di giustizia, egli è uno spirito molto giusto che combatte contro le menzogne e gli spettegolamenti. In alcune tradizioni, si crede che si trasformi ogni sera in Iku, l'Orisha della morte, perchè la Natura contiene vita e morte insieme.

Gli dèi e gli spiriti ci guardano e parlano con noi

Gli dèi e gli spiriti ci guardano e parlano con noi
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"Non temete.Nel momento in cui posare i piedi sul sentiero della stregoneria, una chiamata squilla nel mondo invisibile e annuncia il vostro arrivo. "
~Paul Huson, Mastering Witchcraft

Non vorrei sembrare raccapricciante o altro, ma gli dèi, gli spiriti dei morti, e gli spiriti inumani ci stanno guardando. Non credo che non lo fanno. Non penso che tu sia troppo piccolo e insignificante.. Sono li a guardarti. Sia che li definiscono come dèi o spiriti, essi hanno ha partecipazione diretta e indiretta nella nostra vita - per alcune persone su una base quotidiana. Essi non si guarda tutto il tempo, ma o lo fanno più spesso quando si pratica la magia. Guardano e misurano i nostri progressi in questa vita e nella stregoneria. A volte ci passo indicare la via in momenti cruciali della tua vita . Sono costantemente liv a giudicare e la sperimentazione che facciamo di noi. Volete fare qualcosa per te stesso? Vuole portare il tuo livello di stregoneria a uno stato superiore? Volete che essi ci accompagnino e con debita reverenza ci dedichiamo a loro? Farete voti e sapete tenerli? promesse pronunciate sono impegnative e importanti, ma non così importante come le azioni di controllo da parte loro.. Aspettano di vedere quello che fai.

Un dio (in particolare un dio mercuriale) ha come "dispetto" preferito quello di mettere ostacoli sul percorso per vedere come si reagisce. Non si rinuncia a causa di sua o si persevera nonostante questo? Questa lezione insegnano che la vita non è facile né giusta e le persone e gli eventi saranno di intralcio dei vostri sogni, obiettivi, e il percorso spirituale. Non pensare che solo perché ce un ostacolo sembra che "L'Universo" vi sta rifiutando .Se si segue questa filosofia sarà piu facile non perder il sentiero sia spirituale che della vostra vita.
Ricordate le tre strade dalla ballata di Tam Lin ? Se dopo che prendere una decisione, si cade, o si ha un sacco di sfortuna, e il tuo mondo sembra cadere a pezzi, intorno a voi - può essere un segno di aver preso un decisione importante che non si rivela quella buona per voi, e questo è un avvertimento.

Altre volte questi avvertimenti appaiono in incognito attraverso un mendicante, uno schizofrenico senzatetto, un cordiale vecchietta, o uno sconosciuto che fa un commento strano su di te o ti dà un po 'di consigli o di avvertimento. A volte vengono mostrate nella loro forma e altre volte appariranno come gente comune. Questo è comune a molte culture i nativi americani di fatti rammentano questo con la Leggenda della donna bisonte bianco.
Alla maggior parte delle streghe è successo questo, ma non lo realizzano. .
Alcuni spendono cosi poco tempo nel veder la magia nel quotidiano d anon accorgesi dell' interazione con gli dei e gli spiriti.
Tenete gli occhi aperti e il tuo terzo occhio consapevole di tali interazioni.
Come detto per i nativi americani, i racconti popolari sono pieni di tali eventi - re o persone ricompensati per aver aiutato un vecchio mendicante , o di essere stati maledetti per non averlo fatto. I racconti non mentono, e forse molti realmente sono accaduti.
Così baciare la strega, essere gentili con un folle uomo rude e vecchio seduto accanto a voi sul bus, mente le buone maniere con gli estranei, e mantenere tutte le promesse che fate, è un buon modo per imparare a veder ciò.


Alcuni racconti che includono queste lezioni sono "Habetrot e le Mab Scantlie" (Scozia), "Frau Holle" (in tedesco), " I tre capi del Pozzo "(inglese), e "La ballata di Re Henry" (scozzesi). Un grande libro su questo argomento è Elves, Wights, and Trolls by Kveldulf Gundarsson che fornisce esempi tratti dalla tradizione scandinava ed esperienze personali.

Luna della Quercia

Luna della Quercia
Spiriti della natura: fate della neve, fate della tempesta, fate degli alberi d'inverno
Erbe: agrifoglio, edera, vischio, abete
Colori: rosso sangue, bianco e nero
Fiori: vischio, agrifoglio, cactus
Profumi: violetta, patchouli, geranio, incenso, mirra e lillà
Pietre: peridoto, serpentina, giacinto, crisolito
Alberi: pino, abete, agrifoglio, quercia.
Animali: topo, renna, cavallo, orso, cervo, cornacchia, pettirosso
Divinità: Hathor, Hecate, Neith, Athena, Minerva, Ixchel, Osiride, Moire, le Norne- Parche, Dama Bianca- Salighe
Energia : rafforzare, morire, rinascere ; Le maree della Terra cambiano. Oscurità. Alchimia personale. Resistenza, morte, rinascita; Tenebre, piccoli artifici personali. sentieri spirituali. Incontro con amici e famiglia, i solitari e i poveri.



Luna piena di Dicembre
La mitezza dell’autunno ha ceduto lentamente il passo alla stagione del grande freddo, che rapidamente si avvicina. Il vento autunnale ha staccato dai rami anche le ultime foglie, che ora ricoprono la terra spoglia nel momento del suo riposo.
In molti luoghi, questo è il tempo della prima neve.
Come Madre Terra ha lasciato cadere tutti i suoi ornamenti, per concentrarsi sull'essenza delle cose, anche la nostra attenzione può rivolgersi verso il nucleo interiore della nostra spiritualità.
Durante la fase di trasformazione scorpionica abbiamo potuto lasciare andare tutto quanto è superfluo ed incontrare l'ombra dentro di noi, ma ora il tempo del buio sta per terminare e anche noi possiamo prepararci ad una rinascita spirituale; è infatti nel sonno invernale della natura che nascono i semi dei progetti futuri.
E’il periodo che segue la festa solare di Samhain e precede la Rinascita di Yule è sempre intenso e carico di fatiche. La stanchezza, le responsabilità e i pesi ci unificano tutti… la discesa nel mondo delle Ombre è un appuntamento che, nella prima parte dell’inverno, non manca mai e può anche essere sfibrante: molti di noi stanno nella solitudine della discesa, arano la loro terra ed espongono i solchi alle intemperie, affrontando anche lacerazioni dolorose, che servono a risanarsi ma impiegheranno il loro tempo per guarire e rimarginare. I più consapevoli sanno come metabolizzare il dolore, in attesa di trasformarlo in terreno fertile da coltivare, gli altri stanno imparando.
La luna che ci illumina in questo periodo si chiama "Luna della Quercia" e curiosamente per i cinesi è la "Luna Amara" mentre in altre culture è conosciuta come "Luna Pesante", "Luna Fredda", "Luna di Rispetto" o “Luna della Neve”, “Luna delle Lunghe Notti”, “Aerra Geola” (mese prima di Yule), “Wintermonat” (mese d'inverno), “Heilagmanoth” (mese sacro), “Luna del Grande Iinverno”,” Luna degli Alberi Spogli”, “Luna del Fuoco della Conoscenza”, .

Le riflessioni per questa lunazione, sono ispirate dai momenti aspri e faticosi tipici di questo periodo, nella certezza che meditare sulla potere delle querce ci sia d'aiuto.
D’inverno le vecchie querce esibiscono una chioma esausta, ma non vinta, ancora salda e sempreverde, resistendo fiere al loro posto.
Avete mai guardato una vecchia quercia in questa stagione? Affonda il tronco solido nella terra desolata e già dalla sua forma allargata verso il basso si intuisce la vastità del fascio di radici immerse nella terra, che la sostengono e la nutrono. Ma se la guardate bene scoprirete che il riparo sicuro che offre con amore e amicizia (anche nei momenti più rigidi dell'inverno) agli animali amici, fa sì che nelle pieghe del suo tronco, sotto l'arco delle sue radici vi siano molte creature a farle compagnia e ad amarla anche durante il buio.
Poco più in là altre querce sorelle, altrettanto solide e sicure, dialogano con lei dalla giusta distanza, senza sottrarle il suo spazio vitale... in amicizia incondizionata.

La quercia è solida.
Ha attraversato indenne, grazie proprio alle sue solide radici, le più aspre tempeste, ha visto nascere e morire la vita intorno a lei, ha sentito cinguettare gli uccellini e cantare gli uomini felici. Ha sostenuto chi ha appoggiato la fronte alla sua corteccia piangendo crudeltà e tradimenti.
Ha gioito dell'amore degli uomini che si sono fermati a riposare all'ombra della sua chioma dopo tanto aver molto lavorato nei campi fertili, e ha sorriso degli sciocchi che si son fatti belli del lavoro altrui stando sdraiati al sole mentre gli altri coltivavano.
Non ha sofferto granché dell'energia che ha dovuto cedere ai parassiti: in fondo poteva permetterselo a differenza di piante che hanno meno radici!

La quercia è vecchia.
Nella sua ombra sono state messe in scena molte vicende della vita, con la loro bellezza e le loro tragedie. Lei conosce l'anima delle creature che passano di lì, che siano farfalle che si nutrono di nettare o insetti coprofagi e le osserva tutte con distacco e benevolenza.
Le querce più vecchie vengono chiamate "esemplari". In effetti sono un significativo esempio di come si possono attraversare le stagioni della vita irrobustendosi.
La quercia è saggia.
Sa che le tempeste non durano… come il buio dell'inverno o la crudeltà e la distruttività: tutto ha un termine e, se pure nel campo passa la furia distruttiva delle calamità, la quercia sa che la terra sarà ancora più fertile e rigogliosa, una volta rimarginate le sue ferite.
Per quanto stanchi siamo, dunque, cerchiamo di essere fino in fondo come le vecchie querce, che con la loro solidità e la loro saggezza sorridono al tempo che scorre e, fiduciose, attendono la nuova primavera.
"Presso le antiche civiltà pagane l'albero non era solamente un elemento vegetale tra tanti altri, un elemento costitutivo delle grandi foreste iperboree, ma una presenza sacra, la presenza tangibile del divino nella natura. La quercia, per il suo aspetto forte e maestoso e per la resistenza del suo legno, è stata considerata simbolo della forza, della resistenza, della perseveranza, della lealtà e della virtù eroica. Infatti nelle gare atletiche i Greci conferivano ai vincitori una corona di quercia e ai soldati romani che avevano salvato in battaglia la vita di un compagno veniva data come premio sempre una corona di quercia con le ghiande. La quercia aveva una particolare importanza religiosa, perché appariva strettamente connessa alle divinità supreme folgoratrici e tuonanti . Poiché queste la colpivano più vistosamente, sembravano quasi una parte integrante della quercia stessa e per questo fatto ricevevano la caratterizzazione di 'divinità della quercia', come Zeus, Giove per i Latini, Thor per le popolazioni scandinave e Donar per i Germani. Infatti Zeus-Giove, veniva chiamato 'Quernus' (che deriva dal termine indoeuropeo 'quercus' che significa quercia) e il suo volere poteva essere conosciuto anche attraverso questa pianta. Nella città di Dodona, nell'Epiro in Grecia, i Selli, sacerdoti di Zeus, interpretavano lo stormire delle fronde di una grande foresta di querce che circondava il loro tempio per conoscere il pensiero del Dio. Questo era uno dei più antichi oracoli di tutta la Grecia. Anche per i Romani la quercia era simbolo di forza. Il termine 'robur' quercia rossa, veniva utilizzata in alcuni casi indiretti al posto del termine 'vis' forza. La quercia era poi consacrata dai popoli Scandinavi a Thor, il dio dalla barba fiammeggiante come il lampo, sempre pronto a polverizzare i Thursi, i giganti, le forze malefiche per gli dei e per gli uomini. Le popolazioni celtiche la chiamavano anche 'l'albero del tumulto della spada' ed essa personificava il coraggio, l'eroismo guerriero, la resistenza e la fedeltà. Quando il cristianesimo penetrò nel cuore delle foreste germaniche, i suoi primi nemici furono gli alberi. I monaci divennero perciò degli ardenti disboscatori: per combattere la credenza negli dèi pagani, bisognava abbattere gli alberi che erano la manifestazione visibile sulla terra della potenza degli dèi. La quercia era anche simbolo di statura spirituale, rappresentata dalla notevole altezza che veniva raggiunta dall'albero. Per le popolazioni celtiche era anche il simbolo dell'ospitalità: attirava le forze benefiche e allontanava quelle maligne, perciò era considerata la guardiana della casa presso cui era piantata. Per questo i pionieri americani avevano l'usanza di piantare una quercia presso la loro casa per tenere così lontano le forze del male."

La fase buia dell'anno sta giungendo al suo apice, ma proprio allora un nuovo Dio Sole nascerà, dando inizio ad un nuovo ciclo, ad un rinnovamento.
E' questo il solstizio d'Inverno, Yule, o ritorno della luce, che ha luogo il 21 dicembre, e il cui significato etimologico è ruota, a indicare che un altro giro è stato dato, negli eterni cerchi della ruota della vita.
In questa magica notte un vecchio Sole si sacrifica spegnendosi, mentre dal grembo notturno di Madre Terra nasce un nuovo Sole Bambino, il “figlio della promessa”, che rinasce dall’utero della grande madre all’alba, e si prepara a fecondarla con nuovi raccolti, garantendo la continuità della vita. Molti furono i miti con cui gli uomini celebrarono questo importante momento di passaggio in ogni tempo.
Le popolazioni nordiche mettevano in scena la battaglia tra il Re Agrifoglio (che rappresenta l’anno trascorso) e il Re Quercia (che rappresenta il nuovo anno), che vince sul precedente. Oppure le nozze fatali tra la notte più lunga ed il giorno più breve, rappresentati dal sole e la luna, il Dio e la Dea.
Le popolazioni agrestri si riunivano, accendevano fuochi propiziatori e seguivano tradizioni le cui tracce troviamo ancora nelle moderne feste di Natale e Capodanno.
Nell’antica Roma si celebrava il “Dies Natali Solis Invicti”, il giorno della nascita del Sole Invincibile, in seguito assorbita dal Natale cristiano.
Anche la stessa festa di Santa Lucia, che si celebra il 13 dicembre, è un evidente richiamo al ritorno della Luce.
Yule è da sempre un momento propizio per tutti, in cui contattare la propria luce interiore, ed esprimere nuovi propositi e nuovi desideri.
Accogliamo anche noi il ritorno della Luce con la sacralità che è dovuta a questo evento, e nella profondità del nostro essere contattiamo la scintilla del nuovo Sole nascente, e il messaggio di speranza e di rinnovata fiducia che sempre accompagnano ogni rinnovamento.

Secondo le credenze italiane, ceche, germaniche, serbe e in tutta l'area celtica è un ciocco di quercia che a Yule bisogna far ardere sul fuoco, poiché la pianta è simbolo di rinascita, di avvento, di luce che torna dopo il buio.
La Luna Piena della Quercia è una luna femminile, misteriosa, introspettiva e depositaria di disegni segreti che solo lei conosce e vede dall'alto; è la custode delle trasmutazioni, descritta da Chicca Morone in "Plenilunio d'autunno":
Fili d'argento per legare i tuoi sogni
alle fragili foglie di una solida quercia.
Ma tu, luna crudele, di chi rubi il respiro
per nutrirti di vita nell'ordire la trama
di voci nascoste, per morire a te stessa
e rinascere ancora più nera del corvo,
più bianca del giglio, più rossa del drago?


Affidiamoci alla saggezza dei suoi raggi argentati. Confidiamo nella certezza che la luce solare ha già iniziato la sua trasformazione... il nuovo Sole sta nascendo e il destino è nelle mani della Dea Selene, che risplende nel pieno del suo vigore tra i rami delle querce inviolate e incorrotte.
Prendiamo coraggio nei suoi raggi, perché questa lunazione, più di tutte, è simbolo della forza.
Una forza al femminile-lunare, coraggiosa e tenace che si basa sulla voce della conoscenza, la voce della saggezza, la voce d'amore e pace che viene dall'interno. La forza lunare capace di amare e sostenere. Una forza autenticamente magica, come quella che la quercia è condensa nella ghianda, simbolo di vita e di potenzialità.
Come le ghiande di quercia ogni soggetto umano è portatore di talenti, assicura James Hilmann, autore della Teoria della Ghianda: "La vocazione, il destino, il carattere, l'immagine innata: le cose che, insieme, sostanziano la Teoria della Ghianda, l'idea cioè che ciascuna persona sia portatrice di un'unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di poter essere vissuta"…(Il codice dell'anima, James Hillman, Adelphi 1998)
Nell'universo pagano abbiamo diversi esempi della forza della ghianda che si è realizzata in individui unici: figure femminili del passato e contemporanee che con i loro miti o i loro scritti e il loro vissuto sono state guide e luci sui nostri sentieri.
Alla nuova luce che scaturisce dalla nascita del nuovo Sole, si sommerà la luce del plenilunio in Cancro che potenzierà le energie di rinascita e trasformazione.

In natura come dentro di noi, siamo infatti nel tempo del Sagittario, terzo della triade del fuoco.
Questo non è il fuoco iniziatore dell’ariete, né il fuoco del cuore leonino. Questo è il segno che apre le porte allo spirituale, insegnandoci che la natura umana per essere completa ha anche bisogno di credere in qualcosa, ha bisogno di una fede.
E così il fuoco del Sagittario, domicilio del grande Giove, è una freccia che punta verso l’alto e vibra nella ricerca di verità, di conoscenza, di significato.

Essendo vicini al solstizio d'inverno. In prossimità dell'inverno astronomico, nell'emisfero nord la durata del dì decresce gradualmente fino al 21 dicembre, data del solstizio d'inverno, quando il sole raggiunge il punto più basso della sua orbita.
A partire dal 23 dicembre si assiste al fenomeno opposto: le giornate si allungano lentamente e il sole riprende a salire rispetto all'orizzonte.
Apparentemente, i vegetali appaiono totalmente immersi nel sonno dell'inverno, ma in realtà anche in questa parte dell'anno i loro tessuti registrano le impercettibili onde cosmiche che arrivano dalla luna.
Tradizionalmente si ritiene che tali influssi siano particolarmente benefici quando il chiaro di luna si accompagna a notti limpide e fredde. Quando questo avviene è molto probabile che la prossima annata sarà più rigogliosa, la vendemmia più ricca e i raccolti più precoci.

La Dama Bianca la danza lunare:
Mentre Perchta, severa e inflessibile, sorveglia la soglia tra vita e morte, la Dama Bianca, la Saliga, come viene chiamata nelle Alpi, è la mediatrice tra esseri umani e spiriti. Può assumere sembianze umane, quando le piace, vivere tra la gente. Nella zona alpina il suo Nome Saliga deriva da salix, salice, quindi è la Donna Salice, la sapiente della trasformazione legata al salice. La Dama Bianca aiuta le persone e chi la incontra viene colpito da un infinito desiderio di lei.
Molto spesso si natta delle tre Dame Bianche. L’antica triplice figura della dea lunare (crescente , piena, calante)è stata tramandata fino ai tempi odierni. La incontriamo come vice ammonitrice che evita una disgrazia, come angelo custode. La Dama Bianca è tramandata non solo nelle leggende e nei miti europei, ma anche in quelli africani. Herni Lhote, un famoso studioso si storia antica del Sahara, ha dedicato la sua vita alla ricerca sulla Dama Bianca dei Tassili n’Ajjer.
Le Salighe sono donne selvagge che vivono fuori dai villaggi, lontane da tutto,alcuni affermano che anche la Perchta era probabilmente una Saligna, una Donna Selvaggia, la Regina delle cosiddette Donne Selvagge della Notte. Oppure si indica la Saliga come Donna della Notte al servizio della Perchta, soprattutto nel sud della Germania e sulle Alpi, cavalcando nuda su animali selvaggi . “ Sono di fattezza graziosa, con volto splendente e abito bianco, vistano le case e, dove vengono presentati loro cibo e bevande, elargiscono benedizioni”. Le Salighe mostrano una certa similitudine o parentela con le Norne, le fate, le tre Morrigan celtiche e non in ultimo le tre Marie.
Nella regione alpina esistono molte leggende e racconti di Dame Bianche, si signorine Salighe, che si sono mostrate agli esseri umani. Si sentivano cantare, si vedevano camminare sulla montagne, in lutto per gli alberi abbattuti e per gli animali uccisi. Spesso appaiono accompagnate da una cane o da un cervo e portano un mazzo di chiavi. Aiutano soprattutto le donne e i bambini che si trovano in difficoltà.
Si presentando come protettici degli animali selvaggi e talvolta puniscono cacciatori, bracconieri, o sacrileghi della natura. Se oggi, in un tempo in cui la natura è più minacciata che mai, si trattengono dall’esprimersi , è sicuramente perché esistono solo poche persone che le chiamano e danno loro forma.
Risono racconti su Dame Bianche che si sono sposate con umani. In questo caso, l’uomo non può permettersi di dire nessuna parola cattiva, non può rimproverare né tanto meno picchiare la sua sposa, altrimenti lei sparisce con iu suoi bambini senza lasciare tracce in una notte di luna piena e non riappare mai più. Ma soprattutto a nessun uomo è permesso di vantarsi delle arti della sua donna, altrimenti cade in disgrazia e la Dama Bianca ritorna della sue sorelle. I racconti concordano nel dire che gli uomini sposati con Salighe pesto morivano di desiderio per loro.
n molte tradizioni la chiave per il regno della Dama Bianca è la primula. Da chi va la Dama Bianca? I bambini possono attirarla con il desiderio. Le viene volentieri, specialmente al solstizio d’estate, nei pressi di uno stagno solitario o di una collina. Vive nei boschi, nelle foreste, nella grotte, nelle spaccature rocciose e sulle montagne piene di crepacci.
In Baviera la Dama Bianca viene chiamata anche conigliera della salute, perché le si possono chiedere tutti i segreti sulla medicina e sulle malattie.
Chi vuole incontrare la Dama Bianca deva stare “nel luogo giusto al momento giusto”. Il cuore deve essere pieno di desiderio per lei, cosi che possa condurre nel posto giusto.
Spesso la Dama Bianca si trasferisce in una casa come spirito protettore – in forma di una piccola serpe domestica. Nella foresta bavarese e nella zona alpina i contadini di una volta tenevano volentieri in casa piccole serpi innocue, nutrite con latte e uova custodite con amore. Se venivano uccise o schiacciate, la casa andava a rotoli. Oggi soprattutto automobili e cani sono i responsabili della morte dei serpentelli domestici. Una piccola serpe con una coroncina poteva indicare la via per i tesori sotterranei. Per tesori si intendono non quelli materiali di pietre preziose o monete d’oro, ma: l’iniziazione ai segreti della vita, della morte, della magia.
Iniziazione al libero superamento di tutti i confini, al potere personale che hanno le maghe e le sciamane, donne del bosco e streghe.
L’oscurità della Prima Luna segue, nella Seconda Luna, la luce della Dama Bianca. Lucia, la dea della luce, è un manifestazione della Dama Bianca. Con il tempo la luminosa, splendente Lucia (lux) è degenerata in Lucifero. La Chiesa ha demonizzato il tempo antico. La luce delle antiche religioni naturali è il diavolo dei cristiani. Nella foresta Bavarese c’è una variante interessante, la “ Lutzl insanguinata”. Qui troviamo addirittura un richiamo nascosto al sangue mestruale reso tabù che, da essenza della forza femminile, è diventato temuto represso nelle religioni patriarcali.
Al Solstizio d’ inverno fin dai tempi antichi la luce viene invocata per tenerla in vita nel periodo di buio. Alla Dama /Dea Bianca si chiede protezione, guarigione e saggezza (illuminazione). Ritroviamo chiaramente questi antichi riti nell’ usanza del Natale svedese, in cui una donna che simboleggia Lucia va nelle case con una ghirlanda luminosa sulla testa. Anche il Natale, naturalmente, è un residuo, una variazione della festa della Luce.
Al solstizio si fa roteare giù dalla montagna una ruota infuocata e si costruisce un grande falò che ha il compito di bandire le ombre oscure. Bisogna fare il fuoco con legno di quercia e di faggio( la quercia apre il passaggio per l’atro mondo, il faggio favorisce il riconoscimento e la comprensione dei sogni).
Inoltre nel fuoco va bruciato un ciuffo di salvia. La salvia erba medicinale dal forte profumo di oli eterici, è strettamente legata alla Dama Bianca, Con quest’ erba puoi invocarla in uno dei suoi posti preferiti.
Sulle Dolomiti, in Val Camonoica, nelle Totes Gebirge, ma anche in Tirolo e nei monti bavaresi, vi sono luoghi nei quali la Dama Bianca è apparsa, prevalentemente nelle vicinanze di pietre forate, di massi, grotte dalle quali sgorgano sorgenti,e nei “posti perduti”. Qualche sito di residenza della Dama Bianca, della Siliga, è diventato luogo di pellegrinaggio di Maria.( tali siti si riconoscono per i nomi in cui figurano “ donna”, “pietra”, “la triplice” o un nome di pianta; per esempio Birkjenstein, Pietra della Betulla, in Baviera, o “la triplice Maria di Polling”- probabilmente originariamente queste ultime potevano essere le tre Donne Selvagge, Salighe, visto che tale rappresentazione in Baviera è più antica del cristianesimo).
Anche oggi può succedere che la Dama Bianca si sieda al tuo tavolo sotto le sembianze di un alpinista e ti racconta storie insolite, o che aspetti un treno sul binario insieme a te, o che indichi la strada giusta se ti sei smarrita.

La danza del plenilunio chiaro e luminoso. Alla morte della prima Luna segue nuova vita, la luce.
E’ usanza costruire barchetta con una luce carica di fiori e desideri e lasciarle andare su un fiume.
Questa danza si realizza meglio in gruppo attorno a un fuoco fatto di quercia, faggio, sambuco, frassino, ontano, betulla, noce, melo ginepro. Un fuoco di nove varietà di legno con grandi forze magiche. La danza è semplice si giara attorno al fuoco per tredici volte verso sinistra; battendo le mani, poi con la schiena rivolta verso il fuoco si gira altrettante volte verso destra. Quindi una persona dopo l’atra salta il fuoco sul quale prima aveva lanciato mazzetti di salvia, e nomina la malattia o la pena che l’affligge per liberarsene. Le altre donne accompagnano ognuna incoraggiandole gridando gioiose ululando in questo rituale di auto-guarigione. A danza finita tutte si siedono e descrivono la loro forma guarita con una qualità: sono bella, son grossa e potente, sono intelligente ecc..
Se ce neve è bello tracciare spirali in questa. Se non è possibile fare la danza all’ aperto, in casa è possibile adattare il falò con una candela e bruciare della salvia come incenso.
L’animale totemico di questa luna oltre all’ aquila è la cerva, che simboleggia l’aspetto materno della femminilità. In molte fiabe, donne e ragazze vengono trasformate in cervee4 salvate cosi dai pericoli.
Nei miti orientali per esempio in Mongolia, la cerva, la Hindin, rappresenta il lato femminile, terrestre, dell’ unione tra cielo e terra. Nella mitologia greca la cerva è sacra ad Artemide e tira il suo carro.
La pugnata di questa luna è il Vischio e la Salvia, il tema è luce e guarigione. Per i nati sotto questa luna la Dama bianca è la propria madrina.


LUNA DELL'AQUILA
Le aquile compaiono spessissimo nella tradizione celtica e, come tutti sanno, sono caratterizzate dalla velocità, da una vista acutissima e da vari poteri magici. In un famoso dialogo tra l'eroe Artù e un'aquila (che in realtà è suo nipote Ewilod) il rapace dimostra una grande saggezza e una profonda conoscenza dell'Aldilà. Un altro esempio famoso è rappresentato dall'Aquila di Cilgwry, i cui poteri conducono al ritrovamento del Dio celtico Mabon. Nel testo irlandese The Voyage of Maelduin, un'anziana aquila si tuffa in un lago, un atto che simboleggia il rinnovamento della saggezza in ogni generazione. L'Aquila è quindi un potente alleato, indispensabile quando ci si avventura in un territorio sconosciuto.



Gli altri nomi di questa lunazione:

Luna di dicembre, Luna della Quercia d’Inverno, Luna delle Ghiande, Luna amara , Luna Pesante , Luna Fredda , Luna di Rispetto, Luna di Yule, Luna del Fuoco e delle Ceneri, Luna dei Pesci, Luna della Pesca, Grande Luna d’Inverno, Luna dell'Oca, Luna del Tempo del Freddo, Luna della Grande Orsa, Luna della caduta delle Corna dei Cervi, Luna di Rotazione, Luna dell'Ustione, Luna dell'Aquila,

Suggerimenti:
La quercia da sempre rappresenta l'aspetto maschile della Divinità e il flusso naturale tra il mondo fisico e spirituale. Questo per vari motivi. Innanzitutto, nel mondo fisico, il tronco e i rami crescono e si allungano verso il cielo, mentre le radici affondano nelle regioni occulte del mondo sotterraneo. In secondo luogo, c’è un rimando al Re Agrifoglio che simboleggia gli ultimi mesi dell’ anno. Il Re Quercia si insedia nel giorno del solstizio di inverno portando con se il ritorno della luce rappresentando il nuovo Sole. Poi c'e il vischio che cresce nonostante l'inattività della natura, spunta dai rami della quercia con bacche che simboleggiano il seme del Signore della foresta. Il vischio ci ricorda che la vita non fa che rinnovarsi. Mentre questa luna è piena si deve ricordare che tutti siamo parte del cosmo.
Celebrate il ritorno della luce con ramoscelli di vischio, salice e quercia, regalate lumini per testimoniare questo momento.

~ Indossa abiti bianchi o gialli per dare il benvenuto al sole.
~ Decorare l'altare con agrifoglio vischio, agrifoglio, salice, quercia e simboli solari.
~ Usa candele bianche e l'incenso di luna piena o incenso puro.
~ Segna il perimetro del cerchio con candele gialle e semi di girasole che andranno poi piantati in primavera e dati agli uccellini.
~ Per il banchetto sono ideali biscotti allo zenzero, succo di mele e sidro spaziato.

~ Decorate un moccolo a spirale con agrifoglio poi metteteci una candela attribuite alla candela tutti i problemi o cattive abitudini che avete preso durante l'anno accendete la candela e liberate tutte le cose spiacevoli recitando
Io vi libero e libero sarò
Su di me più potere non avete
Con l’amore nel cuore ve ne andrete
E a me stesso una nuova vita donerò

~ Lasciate consumare la candela e bruciate l'agrifoglio su un piatto spargendo poi le ceneri al vento. la vita ricomincia.

~ Se la luna cade prima del sabba accendi una candela per facilitare la nascita del sole inizia benedicendo il porta candele giallo o bianco.
Luce del Mondo – Luce del Sole
Quando risorto sarai
Il tuo calore arrecherai
Che la tua nascita sia senza pena
E che la tua luce possa di nuovo risplendere serena
~ Lasciate bruciare la candela prima che si spenga , e accendetene un altra con la sua fiamma , usatela poi il giorno del Sabba di Yule.








Luna crescente
~Durante la luna crescente, oltre a preparare le ghirlande per le decorazioni del prossimo Yule, cariche di foglie e ghiande di quercia e agrifoglio intrecciate che festeggeranno la Rinascita, questo potrebbe aiutarci a coltivare una Visione che ci rischiari il cammino per le prossime stagioni aiutandoci a far germogliare la ghianda che è in noi

Un intenzione Sacra:

~ Sedetevi in un posto tranquillo e rilassatevi.
~ Potreste meditare sulle domande che seguono, oppure scrivere su un diario qualcosa al riguardo.

Chiedetevi: 'Che cosa è sacro per me? Che cosa è talmente importante per me da non poter sopportare che venga compromesso o distrutto? Per che cosa prenderei una posizione? Per che cosa rischierei me stesso?'.

~ Una volta che saprete la risposta, considerate per un attimo come sarebbe il mondo se i nostri sistemi sociali, politici ed economici avessero a cuore ciò che è più sacro per voi.
In che modi lo stanno già facendo? Come dovrebbero cambiare? Che cosa muterebbe nella vostra vita di ogni giorno? Nella vostra comunità? Nel mondo attorno a voi? Potete descrivere quel mondo in poche frasi o paragrafi? Volete farlo diventare reale? Vi sentite responsabili nei suoi confronti?

~ Se questa è la vostra risposta, allora quella è la vostra intenzione sacra.
Altrimenti, qual è la vostra intenzione per la vostra vita? Che obiettivi avete?

~ Adesso pensate al modo in cui impiegate il vostro tempo e le vostre energie.
Le vostre energie migliori sono dirette nel realizzare la visione del mondo a voi cara, al servizio di ciò che è sacro per voi? In tal caso, i miei complimenti.
C'è qualcosa di cui avete bisogno, che sia sostegno, opportunità, oppure fortuna, per aiutarvi in quel compito? A chi potete chiedere aiuto nel mondo umano? E nei regni più grandi dell'universo? Se non fosse così, invece, cos'è che vi blocca? Come cambierebbe la vostra vita se metteste le vostre energie migliori nella creazione di un mondo che ritiene importante ciò che è sacro per voi? Di cosa avete bisogno per operare quel cambiamento? Di sostegno, di opportunità, di coraggio, di fortuna? A chi potete chiedere aiuto nel mondo umano? E nei regni più grandi dell'universo?

~ Se desiderate veramente quel cambiamento, affermate la vostra intenzione sacra con le parole:
'La mia intenzione sacra è creare un mondo a cui sia caro ……………………….'

~ La vostra intenzione sacra è il cuore del vostro lavoro futuro. Potrete rivisitarla e rivederla, lasciarla crescere e sviluppare, scriverne sul vostro diario e metterla alla prova con le vostre decisioni quotidiane.

[...]

Ogni volta che agiamo al servizio della nostra intenzione sacra, ogni volta che allineiamo le nostre energie e le nostre azioni con ciò che amiamo veramente più di tutto, guadagnamo potere personale e abilità. Il sentiero davanti a noi diviene più chiaro. L'aiuto e gli alleati di cui abbiamo bisogno ci vengono incontro.

Quindi, quando pensate alle vostre intenzioni, quando vi sentite scoraggiati, sopraffatti oppure impauriti, dovete solo respirare profondamente e chiedere aiuto.
I grandi poteri e le energie sono tutt'attorno a noi, ma non possono darci una mano se noi non glielo chiediamo; e quando lo faremo, comunque, saranno presenti, impazienti di aiutarci a servire le intenzioni che portano beneficio alla vita. In quell'occasione, potreste dire qualcosa di simile:

'O grandi poteri della creazione e della trasformazione dell'universo, antenati, alleati, tutti gli esseri che amano la danza della vita, che è varia e bellissima, mi apro al vostro aiuto e mi estendo verso di voi.
Vi ringrazio per il dono della vita, per l'aiuto e il sostegno che ho già ricevuto, e per la grande opportunità di essere vivo in questo momento cruciale. Ho bisogno di ……………………….. per servire la mia intenzione sacra, per creare un mondo che abbia caro …………………… .
Vi ringrazio per l'aiuto che so che sta già arrivando. Siate benedetti.' "

(Tratto da "Il sentiero della Terra" di Starhawk, Macroedizioni)

RITO PER LA LUNA DELLA QUERCIA
È un rito molto adatto per le fasi calante e nera della Luna della Quercia (molto simile - ma non uguale! - a quello proposto da Dorothy Morrison nel libro "L'Arte della Strega" - Armenia):

Prendete una candela di cera d'api del colore che meglio si adatta a simboleggiare tutto ciò che volete eliminare dell'anno vecchio.
Decoratela con delle foglie secche di quercia in modo che brucino insieme alla candela (mettete il tutto in un bel contenitore ininfiammabile, come una grande ciotola di ceramica, oppure nel calderone, mi raccomando!).
Poi dopo aver pensato e elencato i vostri problemi, accendete la candela dicendo:

"Io vi libero, non avete piu' potere,
io vi libero la mia vita cambia,
io vi libero voi restate un ricordo:
brucia la cera e io vi scordo!!!".

Quando la candela sarà consumata raccogliete la cenere delle foglie e i resti della cera e seppellirteli nella terra. Meglio ancora: mettete tutto nel concime di Mabon, se lo avete preparato a suo tempo...

martedì 29 novembre 2011

Offerte di Pane

Offerte: Pane

Come detto nel post precedente, in molte tradizioni è normale fare qualche tipo di offerta o sacrificio agli Dei. Come detto la qualità dell' offerta è più importante della quantità e non è soltanto uno scambio, ma spesso un ringraziamento per onorare il divino. Esisto dunque circostanze diverse dove l'offerta prende "forma e significato diverso": Al termine di un sabba o di un esbat si è soliti offrire parte del banchetto agli dei, cosi come a Samhain si condivide con i defunti, in segno di onore e rispetto. Quando invece si offre qualcosa per propiziare una richiesta "uno scambio" l' offerta prende propio il significato di :"offro a te in cambio di..."E' vero che in ogni caso la qualità e il modo rispettoso di porsi resta essenziale.
Le offerte non vengono lascite solo agli dei per compiacerli o per avere il loro benestre, molto spesso si offre qualcosa anche agli spiriti con cui si lavora, che siano questi : maestri ancestrali, spiriti guida, totem ecc..come ringraziamenti simbolici e talvolta come veri e propi nutrimenti per lo spirito.
Una pratica consueta in cui si è soliti lasciare offerte, riguarda la raccolta delle piante, radici, rami e foglie. Sarebbe opportuno lasciare qualcosa che non nuocia alla terra, ne alla fauna, ne alla flora del luogo, offerte commestibili sono da preferirsi a sacchetti di stoffa, incensi a stecchetto o candele di paraffina. Ricordate che anche lasciare un offerta agli Dei nel bosco o in un prato dovrebbe tenere in considerazione questo principio. Le offerfte nutrono gli Dei come il genius loci al quale avete" preso qualcosa" ma è pur vero che l'offerta si scioglie nella terra e viene smaltita dalle creature che abitano quel posto. A prescindere da questo, ritengo che anche il divino preferisca qualcosa di naturale che dover "ingoiare" della paraffina sintetica.
Qui apro una piccola parentesi specifica. E' mio personale parere e mio giudizio consigliare di non eguire alla lettera tutti quegli autori che vi suggeriscono alla fine di un incantesimo di buttare in acqua o sepellire i resti del rituali. Se questi sono ceneri ben venga, ma riguardo i mozziconi di candela cercate un modo alternativo per conservare i resti, a meno chè non usiate candele di cera d'api come si dovrebbe. Non inquinate! E sopratutto pensate con la vostra testa, ragionate sulle cose e poi agite secondo la vostra coscienza. essere streghe parte dal rispetto della natura di Madre Terra non dal fare incantesimi.


Il Pane è una delle offerte più comuni che si fanno agli Dei cosi come agli spiriti del luogo, ai defunti ecc.. insieme a vino, birra, tabacco, latte cereali e alcool in generale.
E' anche una delle offerte che preferisco fare, perche prevede una preparazione e una devozione maggiore rispetto a comprare semplicemnte qualcosa. Ovviamente sto parlando di pani fatti in casa, che chiunque può fare, credo sia anche una delle offerte più gradite perche" soddisfa i palati di un po tutti", almeno i pani che di solito produco io a questo scopo. Sono semplici, di grande soddisfazioni, sono commestibili, non inquinano e sono di veloce smaltimento.
Piccola considerazione: se siete streghe di città e potete portare le vostre offerte solo in un parco, se potete cercate di posare l' offerta in luoghi poco accessibili, in mezzo a cespugli, in buche profonde appese sugli alberi ecc..in modo che non siano molto visibili o facilmente recuperabili, questo perche esendo padrona di un cane, come voi sapete, mi prende un colpo ogni volta che porende qualcosa in bocca da terra. In passato mi è capitato di lascire dei konfleks come offerta in un giardino e vedere poco dopo i cani della mia amica immergere il muso dentro, ovviamente lei se spaventata e li ha sgridati ed io non potevo spiegare e mi sonos entita in colpa. Il problema non è che un cane (gatto- uccello) mangi la vostra offerta, il problema è che i padroni non sanno che è tale e non un boccone avvelenato!
Tornando a noi, essitono innumerevoli tipi di pane che potete confezionare per l'offerta, da panini salati, dolci, al latte, di diverse farine, lievitati e non, speziati, conditi, farciti ecc..
La ricetta base a cui io mi ispirio per i miei pani di media levitazione è quella presente nel "Vangelo delle Streghe" di Leleand, sebbene di ricetta vera e propia non abbia le pesate:

Scongiurazione a Diana:
Dovrai fare delle focacce di farina, vino , sale e miele a forma di corno di luna, mettet a cuocere nel foprno e dite:

Non cuocio nè il pane nè il sale,
Non cuocio nè il vino nè il miele,Inserisci linkCuocio il corpo, il sangue e l’anima,
L’anima di Diana, che non possa
Avere nè pace e nè bene,
Possa essere sempre in mezzo alle pene
Fino a che la grazia non mi farà,
Che gliel’ho chiesta e gliela chiedo di cuore!
Se questa grazia, o Diana, mi farai,
La cena in tua lode in molti faremo,
Mangeremo, beveremo,
Balleremo, salteremo.
Se questa grazia che ti ho chiesta,
Se questa grazia tu mi farai,
Nel tempo che balliamo,
Il lume spegnerai,
Così all’amore
Liberamente faremo!


Utilizzo piccole varianti di questo pane, e ovvaimente non usandolo per sconguri mentre cuoce o mentre impasto e tutt'altra l'intenzione che gli impriomo. Esso sarà nutrimento per lo spirito del luogo, per la pianta di cui mi servirò a cui prenderò "doni".
Nella preparazione mi faccio guidare dall' istinto, non seguo ricette precise, ma vi potete farlo cercandone qualcuna su internet, sopratutto se volete condividere l'offerta, penso qualche secondo a cosa potrebbe piacere all' impianto o allo spirito della luogo, della pianta ecc.. e cosi scelgo inanzitutto che tipo di offerta e se è "pane" lo preparo con quello che ritengo migliore.
Quest' oggi ho preparato due pagnotte che lascerò ai piedi di due alberi perche prenderò loro alcuni rami per la celebrazione della prossima luna. Su di essi ho tracciato un sigillo per gli spiriti della forestra, e se al parco non c'è troppa gente potrei tracciare tale sigillo anche a terra e poi lasciare nel mezzo questa mia offerta.
La ricetta usata oggi, è: farina 00, vino rosso, latte, cannella, lievito per pizza, sale e zucchero. Ho impastato e fatto lievitare un pochino, l'ho diviso in due pagnottine anche se nella foto ne vedete solo una, e l'ho messo in forno a 200° per circa 20-25 minuti ( tempi e cotture variano dalla grandezza delle pagnotte) Sono sicura che formichine topini, uccelli ecc.. gradiranno quanto l'albero, che in questa zona non sono soliti ricevere molti ringraziamenti.




Un po di storia dall antico Egitto: Il pane e la birra

Il pane e la birra erano la base dell’alimentazione degli antichi egiziani e pertanto costituivano anche la base delle offerte funerarie per i defunti, come riporta la classica formula dell’offerta che compare sulle stele e su numerosi oggetti dei corredi delle tombe. A conferma dell’importanza di questi alimenti venivano deposti nelle tombe dei modelli di servitori, caratteristici dell’Antico Regno, che raffigurano donne in atto di macinare cereali o di preparare la birra per l’anima del defunto.

La coltivazione dei cereali era una delle attività più importanti del popolo egizio, fin dall’epoca predinastica; come è noto fu favorita dalle annuali inondazioni del fiume Nilo, che lasciando sul terreno grandi quantità di fertile limo permettevano di effettuare anche due raccolti all’anno. Proprio il livello raggiunto dalla piena del fiume indicava le potenzialità di raccolto e quindi su quello venivano anche calcolate le imposte che i contadini dovevano al faraone. Se la piena era scarsa il terreno coltivabile si riduceva provocando gravi carestie, di cui ci è stata tramandata notizia da diversi documenti; per questo motivo era importantissima una regolamentazione delle acque e una rete di irrigazione delle terre, che di solito era organizzata e curata da parte del potere centrale.

L’aratura e la semina avvenivano appena l’acqua del Nilo si era ritirata dopo l’inondazione; la mietitura era effettuata con falci di legno dal manico corto e con lama costituita fino al Medio Regno da selci seghettate; quindi le spighe venivano battute per separare i chicchi dalla paglia. Una volta puliti, i chicchi di cereali erano stivati dentro granai a forma di silos, sotto gli occhi attenti degli scribi che registravano accuratamente il numero dei sacchi versati nei granai. Poiché nell’antico Egitto non esisteva la moneta, ma solo il baratto, i cereali costituivano spesso lo stipendio mensile dei lavoratori: un esempio ci è dato dagli elenchi delle paghe degli operai che scavavano le tombe dei faraoni nella Valle dei Re, che ricevevano mensilmente quattro sacchi di farro e uno e mezzo di orzo, oltre ad altri beni come legna, pesce e sale.

I cereali coltivati nella valle del Nilo erano essenzialmente tre: il farro (triticum dicoccum), un tipo di frumento (probabilmente triticum aestivum) e l’orzo (hordeum sativum vulgare). I chicchi venivano macinati dalle donne nelle case con macine del tipo a sella e la farina ottenuta era utilizzata per fare pane di vario tipo; il lievito non era conosciuto e per lievitare la pasta di pane si usava l’avanzo della pasta del giorno precedente. La cottura avveniva in forni domestici, o anche su lastre di pietra arroventata; per particolari tipi di pane, per usi religiosi e soprattutto per l’offerta nei templi del pane bianco conico, venivano utilizzate delle forme di terracotta preriscaldate.

I pani d’orzo servivano soprattutto alla fabbricazione della birra. Prelevati dal forno prima della completa cottura, venivano imbevuti di liquore di datteri e lasciati a fermentare; quindi venivano pressati e filtrati attraverso un setaccio: la bevanda ottenuta consisteva in una birra non molto alcolica che veniva conservata in giare accuratamente tappate. L’aggiunta di altri ingredienti poteva variare il sapore e la gradazione della birra; altre bevande più o meno alcoliche venivano inoltre ricavate dalla fermentazione di diversi frutti o bacche.

Vino e olio

La coltivazione dell’uva, sia come frutto che per produrre il vino, è attestata in Egitto fin dall’Epoca Protodinastica, anche se come bevanda non ebbe mai la diffusione e l’importanza che ebbe invece la birra. Le scene che appaiono sulle pareti delle tombe ci mostrano che le vigne erano di solito a forma di pergolato e che la pigiatura dell’uva dopo il raccolto era eseguita con i piedi dentro grandi catini, proprio come si è fatto fino quasi ai giorni nostri. I residui della pigiatura poi venivano spremuti ulteriormente tramite presse a sacco: alle estremità del sacco erano infilati due bastoni che girando in senso contrario lo torcevano e lo strizzavano, lasciando uscire il liquido rimanente. Il succo ottenuto era versato in anfore e lasciato fermentare, quindi le anfore venivano tappate; sulla loro spalla era di solito applicata un’iscrizione con l’indicazione dell’annata e del luogo di produzione del vino. Ad esempio le numerose anfore vinarie trovate nella tomba del faraone Tutankhamon presentano un’iscrizione in ieratico, come “Anno 4 per la casa di Tutankhamon” e una stampigliatura in geroglifico sul tappo d’argilla dove si legge “Vino dei possedimenti di Tutankhamon”, o anche “Vino di buona qualità dei possedimenti di Aton”. Dal Nuovo Regno in poi è attestata talvolta la presenza di un piccolo foro sul collo dell’anfora, probabilmente per permettere la fuoriuscita degli ultimi gas di fermentazione dopo la chiusura del contenitore.

Come per la birra, il vino poteva essere arricchito con alcuni ingredienti per variarne sapore e gradazione; sappiamo inoltre da documenti scritti che era particolarmente apprezzato il vino prodotto nel delta del Nilo e in alcune oasi.

La coltivazione dell' olivo fu introdotta in Egitto dall’oriente solo nel Nuovo Regno, e anche dopo l’olio d’oliva non fu tra i più usati in cucina. Gli olii più utilizzati per condire e per friggere erano l’olio di sesamo, l’olio di lino e soprattutto l’olio bak tratto dalla noce di moringa; alcuni papiri attestano che molti olii particolari venivano importati da paesi stranieri, non solo a fini alimentari, ma anche per uso medico e cosmetico. Altri condimenti per la cucina erano il sale e alcune erbe aromatiche, come il ginepro, l’anice, il coriandolo, il cumino, il prezzemolo e il finocchio; il pepe non era conosciuto e fu importato in Egitto solo in Epoca Romana.