lunedì 27 giugno 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #4



Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici

CXLIX.
149 # Þat kann ek it fjórða:
Questo conosco per quarto: 
ef mér fyrðar bera 
se uomini impongono
bǫnd að boglimum, 
ceppi alle mie membra,
svá ek gel, 
così io canto
at ek ganga má, 
che me ne possa andare:
sprettr mér af fótum fjǫturr, 
en af hǫndum haft.  
la catena salta via dai piedi
e dalle mani il laccio.

Bugge, nel suo commento al termine Leysigaldr, in Grògaldr 10, strofa di contenuto analogo alla presente, ricorda la seguente storia riferita dal Venerabile Beda. Il northumbriano Imma venne catturato dopo una battaglia, ma corde e catene non riuscirono ad avvincerlo, poichè suo fratello Tunna, credendolo morto, gli aveva fatto celebrare messe per liberare la sua anima. Ma Imma era vivo e le messe ebbero l'effetto di fortificare a tal punto la sua anima che anche il corpo ne uscì magicamente protetto. Catene e corde non riuscivano ad avvinghiarlo ogni qual volta i nemici ci tentavano.
E' il canto della leggerezza, del pensiero libero, e determinato che spezza ogni vincolo e come  l'aria, leggero e giocondo, non può essere afferrato.
L'uomo oberato dal corpo, incatenato, non riesce a volare libero, e non vede l'immensità dell'orizzonte, vivendo dolo in un angolo molto ristretto della "realtà". Sovente la sua naturale propensione verso la vastità incontenibile dello spirito resta sopita, tramortita, sepolta sotto cumuli di rovine. Ma esiste un canto...

Il quarto incantesimo parla di rilasciare le catene. Le rune impiegate sono Ansuz, la runa tradizionale, in combinazione con Ingiuz e Fehu.
ᚫ:  possiede il potere di rilasciare le catene, trascendendo attraverso tecniche magiche come la respirazione e l'uso della voce (Galdr).
In termini psicologici, il concetto di catene può essere equiparato ad ansietà, frustrazioni e inibizioni. Verbalizzare le proprie catene personali e fare la loro analisi, o semplicemente urlarle in modo quasi primordiale, sono tutte tecniche collegate con gli attributi di Ansuz.
ᛝ : ancora una volta è la runa utilizzata per disegnare giù il potere e attingerlo dal regno di Vanaheim. Il dio tradizionalmente associato al rilascio delle catene è Freyr.
ᚠ: è l'incantesimo che rappresenta Freyr attraverso questa runa, egli è il dio del caso, il cui aiuto è invocato con questa magia.

alla prossima puntata:)
Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál - Wystan Hugh Auden
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.
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giovedì 23 giugno 2016

Pronunce norrene

Ridendo con un amico oggi, ho pensato di scrivere questo post promemoria su alcune pronunce Nordiche, mi fa sempre un sacco sorridere come anche la mia consorella non riesca a pronunciare mai bene i nomi dei guardiani dei Landwaettir quando facciamo le invocazioni agli angoli.
In oltre, io non sono esente dall'intrecciare la mia lingua, a stento so legger in italiano figuriamoci in norreno, ma se voi siete più fortunati senza dislessia, allora questo vi sarà utile.
La corretta pronuncia oltre a farvi evitare le figuracce che puntualmente faccio, ma anche a ricordare meglio alcuni nomi.


Il norreno, come tutte le lingue morte, ha i suoi “periodi” di suddivisione. I termini norreni possono essere pronunciati  in diversi modi a seconda della nostra esigenza.
Per alcuni vanno letti come in islandese moderno, oppure secondo una pronuncia convenzionale. Secondo quest’ultima le vocali si pronunciano come in italiano, tenendo però conto che esistono vocali lunghe (segnalate da un accento: á, í ecc.) e che hanno durata più lunga delle brevi.

Il norreno dell’Epoca Vichinga ha due tipi diversi di pronunce ancora, e per molti è il più tradizionale da adottare per una corretta lettura:
Vi è quindi una  pronuncia classica, quella usata dai tradizionalisti Nordici.
Vi sono poi diverse derivazioni dialettali  datata tra 900 e 1100, qui ci sono il dialetto danese, svedese islandese, norvegese e faroese.
Le vocali accentate si leggono come lunghe quindi: à = aa; è= ee; ì= ii; ò= oo; ù=uu
Tuttavia il resto è molto simile all'italiano, e varia in forma inglese.

  • Le vocali ö e æ si pronunciano come suoni intermedi rispettivamente fra O ed E e fra A ed E.
  • La vocale Y si pronuncerà come la U francese ovvero UI
  • LA ý si legge sempre come la ü tedesca.
  • Le consonanti hanno la stessa pronuncia che in italiano: K e G sono però sempre dure, anche se seguite da vocali come I o E
  • Si tenga inoltre, presente che th (con cui si sostituisce il segno alfabetico þ) va pronunciato come il suono iniziale dell’inglese thing
  • La  D viene rappresentati due suoni:  da pronunciarsi come l’inglese this quando si trova fra vocali o fra vocale e liquida (r, l) e nasale, oppure come l’italiano D quando si trova in inizio di parola o dopo consonante. L’accento, infine, va comunque posto sulla prima sillaba. 
  • Æ/æ  riusata come una è molto aperta nella forma accentata ǽ diventa AI.
  • Ǫ/ǫ: si legge come una ò molto aperta, come la a di “all”.
  • Ø/ø: si legge come una O da pronunciare come nel nome björn/bjørn.
  • La F talvolta se è alla fine di una parola si pronuncia V, e anche in altri casi particolari, ma più solitamente è come in italiano. 
  • J si pronuncia I.
  • R è semplicemente più forte che in italiano leggermente arrotolata come avviene per molti dialetti nord europei.
  • ſ: è la S lunga/doppia, ovvero l'equivalente di ß 
  • Ð/ð: si pronuncia come th inglese 
  • Þ/þ: anch'esso è th inglese talvolta più duro come in Thor (þòrr) o più simile a una F come Futark (þutark)
  • GN: non si legge unito come in italiano; è piu dura la G per esempio Ragnarok non è pronunciato Ra-gna-rok ma RaG-narok , la Gn compare spesso nei nomi quindi è importante non italianizzare questi.
  • GL come per gn, non si legge attaccato come gli ma si separa rafforzando la G separandola dalla fine della parola.
  • NG al contrario se ne legge solo la N, Handingus diventa HandiNus.
Per maggiori approfondimenti potete leggere anche questo post Pronuncia del norreno


Fonti: 
SAGA DI RAGNARR 
I miti Nordici - Gianna Chiesa Isnardi

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martedì 21 giugno 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #3

Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici

CXLVIII.
148:Það kann ek þriðja: 
Questo conosco per terzo:
ef mér verðr þǫrf mikil 
se ho grande urgenza
hafts við mína heiftmǫgu, 
di incatenare i miei nemici,
eggjar ek deyfi 
io spunto le lame
minna andskota, 
dei miei avversari:
bítat þeim vápn né velir.
non mordono più armi né bastoni.


E' la grande e intesa concentrazione dell'iniziato che da niente può essere ferito, né essere distolto. Assorto nella contemplazioni dell'ineffabile, nessun dolore e nessuna gioia può inciderlo; signore dei suoi sensi e dei moti dell'animo, niente lo sconcerta. Di fronte alle avversità diventa una roccia. O colpi si infrangono su di lui senza lasciar segno. Questa strofa allude alla facoltà, al di là dell' esercizio, anche per chi non sia gia maestro, di tramutarsi in "roccia" al momento opportuno, allorché le avversità si presentino. Con l'esperienza ritmando il respiro e richiamando a sé la mente, si fortifica l'animo rendendosi inattaccabili

Il Terzo incantesimo è di difesa , aiuta a bloccare i nemici e le loro azioni, al fine di fermarli e vincolarli.
Le rune usate sono: Thurisaz, Isa e Nauthiz.

ᚦ: viene usata in modo passivo, vale a dire in modo invertito. La divinità invocata in questo incantesimo è Odino dio della guerra, e le Valkyrie come supplememto al potere.
ᛁ: usata per accedere al reame di Jotunheim, rame di ghiaccio e  della nebbia dei giganti.
ᚾ:viene usata come supporto a tutto ml'incanto.

E' possibile contemplare anche le Gigrunar, che donavano maggiore abilità, mirata al successo dell proprie azioni, Attraverso queste rune si invocava il dio Thor possiamo quindi anche pensare a un uso attivo della runa Turisaz, veniva invocato due volte secondo vecchie tradizioni. Queste rune erano tracciate sulle vesti, sui guanti, sull'impugnatura della spada, sulla tromba da battaglia e su altri oggetti personali.
ancora le  jotan-villur, erano incantesimi oscuri che provenivano da Jotunheim, probabilmente esse comprendevano lì aett di Hel


alla prossima puntata:)
Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál - Wystan Hugh Auden
Raven Kaldera sito.
Rune. Tomo I Norak Odal e Fiordo Bianco.
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.
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lunedì 20 giugno 2016

11# Divinità Nordiche: Gefjon




Gefjon è una dea dei Vanir; Gefjun (pronunciato "GEV-yoon" e volte scritto "gefjun," "Gefiun," o "Gefion") è una antica dea norrena dell'agricoltura, della fertilità, abbondanza e prosperità. Il suo nome deriva dal norreno verb GEFA , "dare", e il suo nome può essere tradotto come "Donatore" o "una generoso."Detta "The Giver"è anche la Dea della Virtù e delle donne non sposate e una dea mutaforma.
La maggior parte delle nostre informazioni su Gefjon è stata filtrata attraverso la mente e la penna dello storico islandese duecentesco Snorri Sturluson . Mentre rifacimenti della mitologia norrena di Snorri non possono essere accettati acriticamente, le sue descrizioni di Gefjon sicuramente contengono tanto che è autentico.
Gefjon è menzionato nell'Edda e nella Ynglings saga perlopiù è nota per la storia di come ha fatto ottenere la vittoria della Zelanda al Re svedese Gylfi. Lei gli apparve come una vagabonda, e come ricompensa per un intrattenimento non prettamente citato, gli disse che lui le avrebbe avuto tanta terra quanta Era in grado di arare in unico giorno e notte. Il re Gylfi non sapeva  che la donna era in realtà una dea. Ella in Jotunheim, sposò un gigante, e fece nascere quattro forti figli che si trasformarono in buoi.
Tornò al regno di Gylfi e, con i suoi quattro figli a tirare l'aratro, arò l'intera isola della Zelanda, su cui oggi si trova la città di Copenhagen. Non solo, essi la trascinarono dalla Svezia  fin dentro l'oceano, dove la depressione risultante è diventata il lago Mälaren.
Lei viene ricordata in questo giorno e vi è anche una fontana di Copenhagen appunto, che raffigura Gefjon con suo aratro, a commemorare l'avvenimento.
Una simile, ma più breve e più ambigua, versione di questa stessa storia può essere trovata nel poema del IX secolo Ragnarsdrápa da Bragi Boddason. Questa poesia è probabilmente formata in gran parte grazie alla versione di Snorri.
Ancora, nella Ynglinga saga, si racconta che Gefjon sposa l'eroe danese Skold (Scyld), re di Laire e figlio di Odino, ed egli che formerà la dinastia reale Danese che si chiameranno Scyldings in suo onore. (Questo è simile al Scyld Sceding che si presenta all'inizio di Beowulf come padre dell'eroe). Gefjon è conosciuta in Leire per un santuario, e vi sono numerosi altri posti in Danimarca che potrebbero avere un nome che deriva dal suo.

Le associazioni tra una dea della terra di prosperità e l'atto di aratura erano comuni in tutta la religione pre-cristiana, per i norvegesi e gli altri popoli germanici. Il nome della dea Fjörgyn, che in era vichinga era venuto per essere usato come sinonimo di "terra", è probabilmente derivato da un proto-indoeuropea parola per "solco".
Un altro esempio di questa tendenza è una preghiera antica inglese a una dea altrimenti attestata e denominata "Erce", tale preghiera veniva recitata quando i campi erano stati arati prima in primavera - Æcerbot - Charming del Plough.
Un rito di fecondità registrato nell’11° secolo, destinato a porre rimedio ai campi che avevano prodotto pochi frutti. Il rituale prevede una parte cristianizzata della cerimonia, dove si raccoglievano quattro zolle erbose del campo, nei quatto buchi si versa un intruglio preparato con lievito, miele, olio, e latte mescolato con le erbe più floride, affinché questo potesse appunto salvare le altre piante.
La cristianizzazione di tale rito è da imputarsi alla parte che prevede che una volta raccolte le zolle si conservavano fino a sera e si incideva su queste una croce prima di riporle dove si erano scavate. Ne esistono in ogni caso diverse versioni e gli studiosi concordano che sicuramente è un rito di origine pre-cristiana. In esso, il Dio cristiano è assimilato a un classico pagana ruolo indo-europea: il dio del cielo che fertilizza la dea terra negli Ierogamia ( "matrimonio divino")
L'officiante si rivolgeva ad Est, dove si innalza il sole, e girando per tre volte in senso orario invocava il custode stano dei cieli perché riempisse la terra col le culture desiderate. Un aratro veniva unto con un mix di olio, pasta, incenso, sale e finocchio e si recitava:
HR Ellis Davidson traduce il fascino come segue:

Erce, Erce, Erce, la Madre Terra, 
può l'Eterno Signore onnipotente 
vi conceda campi per aumentare e prosperare, 
campi fertili e sani, 
brillante raccolta di alberi di miglio, 
ampie raccolte di orzo ... 
Salute a te, Madre degli uomini! 
Fa 'uscire ora nell'abbraccio di Dio 
pieno di buoni per l'uso degli uomini. 

L'associazione con l'isola di Zelanda suggerisce anche una connessione tra Gefjon e Nerthus, un'altra dea madre terra il cui culto si suppone possa essere nato in Zelanda.


Ci sono pochi altri riferimenti a Gefjon in letteratura norrena. Nel eddica poesia Lokasenna, Loki Freya.
accusa Gefjun di fare sesso in cambio di gioielli preziosi, qualcosa di cui viene accusata anche la dea
Dal momento che Freya è stata anche la dea della terra di "pace e di abbondanza," questo passaggio pone la questione del grado in cui Freya e Gefjun possono essere distinti l'una dall'altra. In effetti, uno degli altri nomi di Freya è Gefn, che deriva dal verbo gefa e significa anche qualcosa come "Donare" o "essere generoso". Essendo lei saggia e lungimirante, Odino rimprovera Loki nel Lokasenna per le sue molestie, notando che anche Gefion sa vedere il destino di tutti gli uomini, come chiaramente come Egli stesso fa. Ciò la connette /associa a Figg.
L'accusa di Loki, non è del tutto infondata, poiché entrambe le dee hanno ottenuto la loro collana da un amante. La collana di Gefjon si chiama Sigli e Loki dice di essere il risultato del "gettare la gamba su un giovane amante".
In ogni caso, la promiscuità apparente A Gefjon rende Snorri piuttosto ridicolo quando afferma che Gefjon è vergine e che le ragazze che muoiono vergini avranno la sua compagnia quando muoiono.
Tuttavia vi è traccia di Gefjon come "maiden" anche  nel Völsa þáttr - Olàf saga hins elga nella Flateyjarbók (letteralmente "libro dell'isola piatta") è un'importante manoscritto islandese medievale, dove una ragazza  si oppone al taglio fallico dell'adorato, la sua famiglia invocano Gefjon, ma questo potrebbe essere solo la prova che Gefjon è vista come una divinità della fertilità alternativa? La parola mære non indica necessariamente una vergine, ma piuttosto qualsiasi fanciulla: può anche essere tradotto come figlia o moglie. Tutto il resto conosciuto circa Gefjon suggerisce tutt'altro che una fanciulla casta, e anche se lei è legata alla morte delle vergini, la pubertà e il matrimonio possono allo stesso modo appartenere a Gefjon, come parte della funzione della fertilità.

Essendo considerata Gefjon una dea Madre -Terra è naturale che ella venga confusa anche con altre divinità: Freya, Frigg , Nerthus, Fjörgyn, Jord , Sif, e altre. Questo non vuol dire che sono stati tutte necessariamente considerate come la stessa dea, ma piuttosto che sono moltiplicazioni di e lievi variazioni dello stesso tipo di dea.
In oltre vi è un associazione particolare di Gefjon come dea del mare, proprio per il suo compito di traghettare con i suoi figli l' isola della Zelanda in mezzo la mare. E' tuttavia, una connessione debole rispetto a quella di connessione con l'agricoltura e la terra.

Nel Hymskringla, la versione del mito di Gylfi, mostra Gefjon come vagabonda connessa nel suo peregrinare a Odino. Li va a cercare terre per lui. Questa p una reminiscenza della figura germanica della Berchta che vaga nelle lande con il suo aratro per garantire fertilità.

Gefjon vinene invocata per i giuramenti, "sver ek vid Gefjon" Io giuro su Gefjon, le permette di assumere la finzione di un altra dea simile a Frigg, Var colei che consacra, benedice i giuramenti di matrimonio. Tyr è il dio della giustizia, invocato per scrivere i giuramenti, così come Thor e Ull. Tutto ciò ci collega al prossimo passo, ovvero il valore del donare e ricevere, come giuramento.

Un'altra corrispondenza che non può che non essere evidente è la runa Gebo ᚷ - Anglosassone Gyfu. Il suo significato è dono, generosità, ospitalità.
Nell'antica Germania il significato di dono e donare era molto più profondo di come possiamo considerarlo nella società odierna. Più che il semplice scambio di proprietà fisico, un dono simboleggiava una miscela di mente e di vita, dell'entrambi donatore e ricevente, in uno stato magico di comunione e di ispirazione che è stata intensificata quando è incluso lo scambio tra l'uomo e Dio. Donare cementifica la società, creando un reciproco legame di interdipendenza, reprimere faide, i litigi senza spargimento di sangue, e permettere alle persone indipendenti e gruppi di parentela di funzionare insieme per il bene più grande. I regali sono stati fatti per sigillare e trattare gli affari, il matrimonio e ratificare trattati di pace e sono stati necessari per rendere vincolante quasi qualsiasi accordo o cerimonia.
L'ospitalità, d'altro canto è ritenuta quasi un obbligo per la gente nordica. è un tema ridondantemente in molte saghe quello di dare ospitalità ai vagabondi (spesso dei camuffati). E' ritenuta una vera virtù saper aiutare e essere amicali con chi sta effettuando un viaggio, ed è imprescindibile non sostenerlo.. Senza il concetto di generosità, commercio e viaggi sarebbero stati impossibili o quantomeno ostacolati nei tempi antichi. Fra ospite e ospitante esiste un sacro patto di reciproco aiuto e pace. fare violenza su un ospite è un crimine terribile, verso l'umanità e le divinità. Come dicevo, le saghe sono piene di occasioni in cui questi valori vengono espressi ed anche cosa può succedere qual'ora non venga osservato tale tacito patto.
La runa Gebo in questo caso simboleggia anche il rituale e il sacrificio, il mezzo attraverso cui umani e divinità creano il loro rapporto.

De Vries sostiene che  Gefjon e Thor potrebbero aver arato insieme al Danimarca come coppia di dei della fertilità. Questo è dovuto alla presenza di alcuni nomi di luoghi legati a Thor strettamente connessi a Fegjon, tuttavia si potrebbe presumere che tali luoghi siano invece collegati a Freyja con l'appellativo di Gefn. In molte parti della Germania entrambi i nomi che hanno stessa radice  erano associati alal fertilità femminile e a uno spirito chiamato Gabiae, Alagabiae e alla Dea Garmangabis.
Questi spiriti sono simili nella loro funzione alle dìsir.


In ultimo come dea della fertilità così come altre divinità essa era importante in particolare in Danimarca, come patrona dell fattorie. Queste erano la maggiore occupazione riservata alle famiglie vichinghe, una buona fattoria funzionate, garantiva la sopravvivenza della famiglia, ogni membro della famiglia, giorno per giorno era occupato nelle attività della fattoria. Non era inusuale trovare nelle leggende e nelle saghe la regina del burro (come un folletto)che aiutasse i fattori.
La fattoria richiedeva un duro lavoro, flessibilità, buon tempo, abilità e fortuna. Nella Rìgsþula, troviamo una lista dettagliata delle attività della fattoria che includono: accudire i buoi, tempera, vomeri, carrelli, costruire case di legno e fienili, aratura, mietitura e trebbiatura. Tutto confinato a circa cinque mesi piu caldi che si hanno in Scandinavia. Dopo metà aprile molti uomini si dedicavano ad altre attività, divenivano commercianti, esploratori o vichinghi, le donne che restavano a casa avevano il completo controllo della fattorie delle relative attività. In autunno gli uomini tornavano per poter  il raccolto e la mietitura, sperando che esso fosse buono per poter poi passare un inverno non troppo duro. Di conseguenza le divinità che governavano questi tempi, dovevano essere forti, vigorose diligenti, indipendenti e resistenti!


Corrispondenze: 

  • Runes: Fehu, Gebo, Jera 
  • Colore: oro, verde 
  • Giorno: Venerdì 
  • Incenso: profumi floreali 
  • Colture: ontano, mais, sambuco, biancospino, timo, il grano, achillea 
  • Governo: colture, la fertilità, fortuna, terra, fortuna, magica arte, aratura, la prosperità, 
  • Pietra: ambra, rame, malachite 
  • Simbolo: mais, aratro, grano

   

Fonti :
Norse Goddess Magic: Trancework, Mythology, and Ritual Kindle Edition -  Alice KarlsdóttirExploring the Northern Tradition - Galina Krasskova
Gylfaginning -Snorri Sturluson.
Ynglingar Saga-Snorri Sturluson.
Ragnarsdrápa - Snorri Sturluson.
Lokasenna -Snorri Sturluson.
Ellis-Davidson, Hilda Roderick. 1964. Dei e Miti del Nord Europa. 
Tacito, Cornelius. 1948. Germania 40. L'Agricola e Germania. Tradotto da Harold Mattingly. 
Turville-Petre, EOG 1964. Mito e Religione del Nord: The Religion of Ancient Scandinavia.
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lunedì 13 giugno 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #2

Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici

CXLVII.
147. Þat kann ek annat || 
Questo conosco per secondo:
er þurfu ýta synir, ||
di cosa necessitano i figli degli uomini,
þeir er vilja læknar lifa. ||
se vogliono vivere da guaritori.

Pare che metà strofa sia andata perduta.

Dev'essere un canto che unito ad opportuni esercizi spirituali, consegna all'asceta, come visione, gli strumenti per individuare gli elementi sottili di ogni male. Esso dona la facoltà di "leggere" le mattie, trasformando ogni ammalato in un libro aperto. Potrebbe essere il canto dello sciamano guaritore.
Dunque riconoscere la causa del male e di conseguenza operare. Conosci te stesso e conoscerai il tutto.

Il secondo incantesimo runico si usa per la guarigione.: le rune associate sono: Uruz, Jera e Sowulo.
ᚢ: E' la forza motrice della guarigione
ᛃ : La terra da cui trarre l'energia della guarigione della Terra stessa.
ᛇ: Rafforza la combinazione delle due rune precedenti.
In aggiunta a questa combinazione runa, si ponga l'attenzione a Laguz.
ᛚ: è nota  come una runa di guarigione.
Le divinità che si possono invocare per il lavoro di guarigione sono Thor e Eir

Le rune Lim erano impiegate per la cura delle malattie, chiamate anche Limrunar o Linkstafr "doga della salute". Erano considerate quindi rune della guarigione. si disegnavano o le si incidevano orientate in direzione sud, la corteccia degli alberi o sulle foglie, per catturare l'energia nutritiva degli alberi. Queste rune sono in questo caso: Berkana Uruz, Laguz, e Ac : ᛒᛚᚪ ( ac è una delle rune Anglosassoni:)

Le Rune anglosassoni, presentano la variazione grafica del segno Ansuz, che diventa Os (foneticamente nell'anglosassone si ha uno spostamento della "a" germanica in "o"), e l'introduzione di altri tre segni, Ac ("quercia"), Yr ("arco") e Ear ("terra"). Queste poi si ampliarono ulteriormente raggiungendo trentatré segni.
alla prossima puntata:)
Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál - Wystan Hugh Auden
Raven Kaldera sito.
Rune. Tomo I Norak Odal e Fiordo Bianco.
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.
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domenica 12 giugno 2016

10# Divinità Nordiche: Frigg


con una piccola integrazione sul finale, per andare avanti con le schede delle divinità norrene.

Frigg- Frigga (nota anche come Frigg, The Beloved) è la dea norrena dell'amore, del matrimonio, del focolare e del destino.
Tra i suoi appellativi troviamo quello di "La più saggia tra le dee" e di "Signora degli dei" poiché Ella è moglie del potente dio norvegese Odino, l'All-Father, con il quale condivide il seggio di Hlindskialf dal quale vede tutto l'universo e quindi i nove mondi.
A sua disposizione ha la dimora Fensalir, o "Marsh Hall", una delle regioni di Asgard, e ha un seguito impressionante di dodici "ancelle", molte delle quali, originariamente potrebbero essere state dee regionali indipendenti, assorbite poi dalla dea stessa in seguito, tra le sue piu conosciute troviamo Hlín, Gná, e Fulla..
Si accompagna spesso con Eir, una dea con abilità mediche.
L'origine e i collegamenti con il termine Figga sono riconoscibili in molte culture nordiche, come la parola svedese fria ("candida al matrimonio") o nell'islandese frijà ("amare") particolare è il suo collegamento con la parola prīyā che in sanscrito indica "moglie".  La radice appare anche in antico sassone fri che significa "donna amata"/"cara".
E' una dea del cielo, conosciuta come "Signora del cielo" poiché avvolta nel suo manto di penne di falco può sfrecciare in esso. E' responsabile della tessitura delle nuvole (e quindi responsabile del sole e della pioggia e infine della fertilità dei raccolti).
Nondimeno è responsabile della tessitura delle sorti. La dea Frigga, che siede al suo mandrino ingioiellato dalla costellazione nota in norreno come Spinning Wheel Frigg (Friggerock , la cintura di Orione) e tessere il destino degli uomini e gli dei (questo la vede associata alle Norne, lei "gira" i loro fili cambiando i destini) allo stesso modo, era la dea associata all'inizio di ogni nuovo anno e pertanto ancora una volta regolatrice del lavoro di tessitura e filatura delle donne. Come Holda, Frigg insegna, ispira e premia le lavoratrici infaticabili, a volte finisce bobine di una lavoratrice operosa per conto di essa durante la notte, ma punisce le pigre, disfacendo il loro lavoro. Ma in alcune parti della Germania, in generale intorno alla vigilia di Natale o la dodicesima notte, o per tutti e dodici giorni di Natale, regola i divieti in materia di filatura.
Nei tempi antichi, la fine del solstizio d'inverno, quando le ore di luce solare cominciano ad allungarsi,  segnava l'inizio del nuovo anno, un nuovo tempo, in cui si pensava a  nuove possibilità e si riprendevano a lavorare.
La Vigilia del Solstizio d' Inverno, la notte più lunga dell'anno, si chiama "La notte della Madre" nel Nord Europa, perché  nel buio di quella notte che la Frigg ha dato alla luce Baldur, cosi bello e 'raggiante' il più amato tra gli Dei.
La benedizione di questa dea è ancora invocata dalle partorienti per lenire sofferenze e limitare i dolori o i rischi. Il rituale consiste in una candela bianca accesa la notte del solstizio d'inverno, usata come fascino per garantire un parto sereno.
Questo assicurò l'ampiamente riconosciuto attributo di nutrice e madre alla dea nordica.

Nota come una 'veggente' per via delle doti di chiaroveggente, Frigg è una dea che conosce il futuro, anche se non potrebbe mai cambiarlo, si dice per altro che "conosca ogni cosa ma tuttavia ella non profeteggi", e che veda cose che sfuggono persino ad Odino, se pur non le rivela mai.
C'è un velo di mistero su Frigga, che si dice conosca il destino di tutti, anche se Lei non lo racconta a chi è interessato, così come una tristezza inquietante.
Snorri asserisce che Lei 'possiede doni di profezia profondi, come le radici di Yggdrasil il cui corso e i tracciati non si conoscono'. È probabile che Lei non parlarli delle cose che vede e che sà, perché nessun altro, forse con la sola eccezione di Odino stesso, sarebbe in grado di comprenderle.
Lei è una madre che può estendere la sua protezione ai suoi devoti, su Suo marito, durante i suoi viaggi, ma che non è bastata per salvare il proprio figlio.
Una notte Baldur sognò la propria uccisione e quando Frigg, sua madre, seppe del sogno si spaventò moltissimo e per evitare che diventasse realtà andò dall'Aria, dal Fuoco, dall'Acqua e dalla Terra e da tutti gli animali e le piante, chiedendo la promessa che nulla di male sarebbe capitato a suo figlio.
Dimenticò solo una pianta, apparentemente insignificante, il vischio, e fu proprio questo a uccidere Balder attraverso l'inganno di Loki. Egli confezionò un dardo con la pianta velenosa e lo consegnò a Hodor il dio cieco fratello di Baldur e si offri di guidare il suo tiro, che colpì il cuore di Baldur.
Le lacrime abbondanti di Frigg diedero cosi vita alla bacca bianca del vischio, come segno di lutto e vergogna per sventura causata.
In alcune versioni la storia di Baldur finisce con la sua resurrezione. Frigg quindi, inverte la sua maledizione trasformando la "pianta malefica" in un simbolo di pace e amore, promettendo un bacio a tutti coloro che passano sotto di essa.

Oltre ad essere una protettrice delle partorienti, Frigga assicura ad esse la fertilità, era anche invocata per portare l'amore alle donne e quindi il matrimonio. In particolare aiuta le donne sterili (ciò la collega anche al ciclo mestruale) e le donne ancora aliene degli atti d'amore. E' stata anche invocata da coloro che giacevano morenti, per favorire il trapasso e per passare facilmente nella dimensione del "dopo la vita".


Il suo animale sacro era l'oca ed è stata venerata come "Mother Goose"- "Madre Oca". In Germania questa dea si sovrappone spesso come la dea Holda e Bertha, quando essa scuote le coperte comincia a nevicare.
Tra le sue piante troviamo la Galium verum, Betulla, Alchemilla, Borsa del pastore, Timo, Reseda luteola e Lino.

Come dea degli inizi, ci tiene in contatto con la nostra natura intuitiva e ci aiuta nelle transizioni e neli nuovi inizi appunto.
Come dea dell' amore e della divinazione, Frigg aiuta a mantenere la nostra vita in linea con il nostro sé spirituale.

E 'anche descritta come "fanciulla/serva di Fjorgynn", e mentre vi è un certo dibattito sul significato di questo nome, la più comune interpretazione è che Fjorgynn essendo un nome secondario di Jord, la dea della terra, designa Frigg come sua figlia (e sorella e matrigna di Thor).
In questo modo la relazione con Odino sembra essere una sorta di successione: Jord si unì come Madre Terra,al Padre di Tutto che rivestì il ruolo di Padre Cielo, dalla loro relazione nacque il dio del Tuono. Quando Jord lasciò Odino (poiché troppo selvaggia per restare con un solo uomo/dio per sempre) concesse a lui sua figlia, come suo degno successore.
Nonostante tutti questi molteplici ed eccelsi aspetti, Frigg non è una dea poi cosi conosciuta o venerata nelle tradizioni nordico-germaniche, probabilmente questo "basso profilo" fa parte del suo fascino.
Ella può essere elusiva, ma per i suoi protetti è una presenza formidabile, sicuramente non è una dea che si "concede" a chiunque la corteggi, e sa tenere lontano chi non sa percepire il suo potere tranquillo.
Lei resta sempre volentieri un passo indietro rispetto a Odino, eseguendo comunque tutte la funzioni che spettano ad una regina, come per esempio (ricollegandoci alla tessitura) riallacciare e mediare i rapporti di conflitto ( nel Medioevo spesso i matrimoni avevano proprio questa funzione) intercedere (consentendo al re di mostrare misericordia senza sembrare debole) aiutare in tutti i modi che le sono possibili.

Frigg è spesso definita come una dea domestica e c'è qualcosa di vero in questo, Lei ama la sua casa, così come i mestieri (come la filatura e tessitura) che tradizionalmente appartengono alla sfera femminile.
Eppure Ella è anche un amministratrice esperta: personalmente sovrintendere alla gestione della famiglia e si occupa del comfort dei suoi ospiti e residenti, un compito, tanto più importante se si considera che Odino è lontano per lunghi periodi di tempo a causa dei suoi viaggi.
Le chiavi che Lei indossa alla cintura (il distintivo tradizionale di una casalinga del nord, con la quale è stato solennemente presentata al suo matrimonio) simboleggiano non solo il suo status di donna sposata, ma anche il suo dominio sulla casa, sul marito e sulla proprietà.

Il Venerdì è un giorno anticamente consacrato alla dea Frigg, così come le sono consacrate le celebrazioni dei matrimoni  e l'unione feconda della coppia di sposi. L'unica "macchia" appare essere l'accusa di Loki che la vede come una ninfomane traditrice, un adultera, per aver consumato un rapporto incestuoso con i due fratelli di Odino (durante la sua assenza) Vili e Vè.
Un altro aspetto che la vede protagonista è quello delle somiglianze con la dea Freyja. Frigg è la prima fra le dee Æsir, così come Freyja è la prima fra le dee Vanir. Ci sono molte scuole di pensiero che affermano, con varie argomentazioni, che Frigg e Freyja possano essere effettivamente la stessa divinità. Alcuni studi sono basati su analisi linguistiche, altre sul fatto che Freyja non era conosciuta nella Germania del sud, ma solo a nord; in alcuni paesi dell'estremo settentrione, le due dee erano considerate la stessa divinità, mentre in altri erano invece considerate due entità differenti.
Ci sono molte somiglianze fra le due: entrambe, per esempio, posseggono mantelli in grado di farle volare fatti di piume di falco ed usati solamente per i viaggi, Frigg è sposa di Odino, mentre Freyja è sposa di Óðr, entrambe posseggono collane magiche, ed entrambe hanno una personificazione della Terra come genitore, entrambe venivano invocate per proteggere le partorienti, e così via…
Storicamente, la dea Frigg è un doppione della dea Freyja, essendo entrambe le figura sviluppatesi da un archetipo comune (la *Frigja protogermanica), di cui due esiti diversi sarebbero giunti in Scandinavia in tempi diversi, dando vita a due figure distinte, anche se in buona parte sovrapponibili.
Se questo fosse vero  Frigg condividerebbe anche altri aspetti come quello di dea della seduzione, e della guerra, che sicuramente sono inconfutabili in una dea regina, Signora di tutte le donne.

Corrispondenze:
Rune: Berkana, Mannaz, Uruz.
Astrologia: Cancro.
Colore: Bu, argento.
Giorno: Lunedì.
Incenso: Mughetto.
Pianta: Betulla, abete, biancospino.
Governa: Abbondanza, il parto, i bambini, le arti creative, astuzia, accrescimento, poteri magiaci, matrimonio, amorefisico, responsabilizzazione. Insegna alle donne i mestieri domestici e l'allevamenti.
Pietra: Rame, cristallo, adularia, quarzi, argento.
Simbolo: Corona, filatoio, Cintura d'Orione, falco.





Fonti :
Exploring the Northern Tradition - Galina Krasskova
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
I miti Nordici - Gianna Chiesa Isnardi
 Runemal - Carnugnani, Bellini
digilander.libero.it/nordfriul/miti/freyr.html
http://www.patheos.com/
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mercoledì 8 giugno 2016

Völva e seiðr- l'esperienza inizatica


Riprendiamo quindi da dove eravamo rimasti l'altra volta  ( Volva -Hilde, La profetessa norrena).
La trasformazione di Gullveig in Heid era soltanto in introduzione per poter diventare Volva - e questo cammino iniziatico di trasformazione.
Forse non ho fatto alcun cenno che questo ruolo era prettamente femminile e ai maschi era relegata più una visione sacerdotale, ovvero il Goði e la corrispettiva Gyðja: vi lascio uno splendido articolo di questo sito favoloso: Il sacerdozio nel culto norreno. Questa precisazione è doverosa oggi che abbiamo la figura del Veggente, maschio, rappresentato su pellicola nel telefilm Vikings, visone non storicamente corretta di questo ruolo.
La trasformazione di Gullveig in Heid non è l'unico esempio che troviamo nell'Edda, se parliamo di un punto di vista iniziatico- trasformativo, tuttavia gli altri esempi a mio parer personale, danno più una visone sciamanica di mutazione di forma, pratica dello Shapeshifter, comune a Odino e a molti altri dei come Freyja che ricordiamo essere colei che detiene il sapere del Seiðr, e molti altri anche umani. In particolare però la trasformazione di Odino in asceta, appeso all'albero ha un importanza rilevante, in questo contesto. Egli si sacrifica, attraverso la tortura e la privazione di un senso (l'occhio-la vista) per acquistare la conoscenza, prima con la dissezione delle rune, poi con il sacrificio a Mimir.
Conoscenza e la saggezza sembrano, all'interno della letteratura norrena, qualcosa che richiede la trasformazione per poterla raggiungere. Tale tema non è isolato alla cultura norrena, ma anche a diverse tradizioni come la celtica e la greca.
Pertanto, è imprescindibile che il primo atto per diventare una Volva sia quello di subire una trasformazione e un processo iniziatico. Infondo questo avviene anche nelle tradizioni più moderne attraverso la consacrazione/iniziazione a una specifica tradizione.
Il percorso iniziatico basato sul viaggio/esperienza della veggente contemporanea viene descritto attraverso la figura di Raudhildr citata da Jenny Blain e Robert J Wallis.
Questo pezzo viene tratto da da Nine Worlds of Seid-Magic: Ecstasy and Neo-Shamanism in North European Paganism:

[...]"Il processo di iniziazione, da parte di spiriti o divinità, non dalle persone, può essere abbastanza terrificante. L'esperienza della veggente Raudhildr ne è la prova:

Ha fatto un viaggio per visitare la Maurnir, che (secondo lei e Diana) sono giganti femminili. Le Maurnir abitano in una grotta, e lei è andata lì, ingenuamente dice, perché ha pensato che potesse essere interessante. Stava tentando di viaggiare e far vista a tutti gli abitanti dei Nove Mondi.
Erano lì, e le vide, e loro chiesero perché lei era lì. Le Maurnir hanno molta saggezza, disse, e chiese (ancora una volta ingenuamente) se glie l'avrebbero insegnata, se avesse potuto imparare da loro, una parte della loro saggezza. Hanno risposto di no, che non potevano insegnarle, ma le chiesero se avesse voluto entrare a far parte della saggezza. Lei fu d'accordo che questo, le sembrava una buona cosa.
Così l'hanno mangiata.
Hanno gettato da parte le ossa, mentre mangiavano. Le sue ossa giacevano sul pavimento della caverna, quando Loki apparve e iniziò a ballare  e cantare, chiamando le dee e gli dei di per mettere la sua schiena insieme, che alla fine è stato fatto. 
Così Loki ballava una danza sciamanica. 
Quando fu di nuovo insieme, lei lo ringraziò e gli chiese il motivo per cui aveva fatto questo. Lui rispose: 'una volta, mi hai dato da bere '(come offerta in un rituale).

Questo concetto è anche discusso da Wallis, la 'Morte e smembramento' è implicita dell'esperienza sciamanica tradizionale ed è comune alle iniziazioni.".[...]

Questo come possiamo intuire dal racconto era parte di un viaggio di trance e come tale Raudhildr stava sperimentando tale esperienza in uno stato alterato di coscienza. Il viaggio sciamanico è un ottimo modo per raggiungere la trasformazione interiore.
Anche se è una buona idea intraprendere queste esperienze se si vuole raggiungere un determinato obbiettivo, sarebbe bene, prima di affrontarle non solo avere le conoscenze necessarie ma anche avere "un piano". Naturalmente, si potrebbe scoprire che gli dei hanno un altro piano in serbo per il vostro viaggio e nei modi per ottenere la vostra trasformazione spirituale. Cio porrebbe consistere in un percorso decisamente duro e tutt'altro che facile, a differenza delle esperienze dei mirabolanti guru che troviamo nel web.
Potrebbe essere il vostro il caso in cui dovete lavorare con una specifica divinità, e attraverso essa chiedere la trasformazione in Volva. Si potrebbe avere una trasformazione interna, piuttosto che quella nella vita reale.
Se si sceglie, o vi capita quest' ultima, ricordate che il ruolo della Volva è comunque quello di camminare tra i Mondi (tra cui il mondo sotterraneo che ha a che fare con antenati e spiriti) e bisogna essere pronti per qualcosa di "spettacolare" che cambierà la vostra vita. Gli dei Norreni, non sono noti per andar tanto per il sottile. Se si sceglie questa strada quindi, buona fortuna!
Tuttavia il viaggi iniziatico appare essere la scelta mendo drastica anche se non dovete affatto sottovalutarlo, come non vanno sottovalutate le divinità nordiche
Il percorso della Volva non è per i deboli di cuore!

Le esperienze sche si potrebbero incontrare all'interno del vostro viaggio, o potreste incontrare (qualunque sia il vostro 'piano' originae) saranno  probabilmente eco delle trasformazione e iniziazioni date all'interno della Saghe e Edda (fondamentale che le conosciate, o forse no). La divinità ha diritto di dedicare la tua trasformazione e si spera, che questo sia molto chiaro anche a voi.
Le divinità probabili che troverete a occuparsi della vostra trasformazione potrebbero includere Freyja e Odino, per i motivi già accennati. Oppure Frigga e Hel sono allo stesso modo divinità buone per dedicare la vostra trasformazione. Frigga gira la la lana che è tessuta nella rete della Wyrd, e Hel governa Helheim.

Per sta sera mi fermo qui, ma seguiranno altri capitoli sulla figura della Volva.

Fonti:
Seidr: The Gate Is Open- 18 febbraio 2011 by Katie Gerrard
Nine Worlds of Seid-Magic: Ecstasy and Neo-Shamanism in North European Paganism 2002 by Jenny Blain

lunedì 6 giugno 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #1

Voglio affrontare un lavoro con voi, che fa parte del mio percorso devozionale e di studio. Penso che possa interessare a molti che mi seguono e intendono praticare la stregoneria Nordica, come sapete, ho iniziato a parlarvi della Volva (Völur) e  questo può se non altro agganciarsi, presentandovi qualche piccolo scorcio pratico che ci è dato dagli autori.
Avevo iniziato ad analizzare l'Hávamál, testo fondamentale per chi segue questo sentiero, ma purtroppo non ricordo nemmeno perche, ho lasciato questo lavoro incompiuto. E' ora di riprenderlo, e faccio voi partecipi di questa cosa.

Intanto, Il poema Hávamál, o «Discorso di Hár», è la seconda composizione della Ljóða Edda. Come la Vǫluspá, anche questo è un lungo monologo, e a parlare è lo stesso Óðinn, qui chiamato con l'epiteto di Hár, «alto» o «eccelso», da cui la traduzione italiana:  Discorso dell'Eccelso. Nei suoi versi più antichi questo testo è datatao all'inizio del X secolo.
Buona parte del  poema parla delle occorrenze della vita quotidiana e il giusto comportamento da tenersi nei rapporti tra gli uomini, e tra uomo e donna. Pertanto l'Hávamál è un testo di riferimento anche moderno su come va vissuta la vita per un aspirante seguace norreno. Da questo punto di vista il poema risulta interessantissimo come documento psicologico del mondo rurale della Scandinavia medievale, fatto di un'esistenza semplice e rude, a tratti cinica, venata di un rozzo eroismo. Ne sortisce il ritratto di un popolo piccolo ma vigoroso, tenace e fiero, avvezzo alla lotta contro una natura ostile e alla sopravvivenza in tempi di violenza e di sopraffazione.
La parte che riguarda più la saggezza pratica e ritualistica, parala di preziosi passaggi sulle rune e sui canti magici. ed è di questo che parleremo.Vi sono poi rapide esposizioni di tre importanti miti riguardanti Óðinn: la mancata seduzione della figlia di Billingr, il furto dell'idromele della poesia, l'acquisizione delle rune da parte di Óðinn. Insieme a Vǫluspá  questo è il mio poema preferito :D Se non disponete di una copia cartacea, è possibile leggere tutto il testo sul sito Bifrost.it, dal quale ho tratto spunto per questa introduzione.

[146-163].  il Ljóðatal, «dissertazione sui canti magici». Óðinn elenca diciotto tra i più potenti canti magici che conosce, dei quali spiega le proprietà, pur senza enunciarli. Anche qui sono confluite alcune strofe di diversa provenienza, come la [162] che fa di nuovo riferimento a Loddfáfnir.

Secondo Guido Von List, uno studioso tedesco, ipotizzo che nei diciotto versi dell'Hávamál fosse nascosta in ogni strofa una runa che svelava così l'incantesimo raccontato da Odino. Nove, che come sappiamo è il numero sacro della Tradizione norrena, .
Tuttavia, secondo l'analisi effettuata da Freya Aswynn che sarà la base di questi post, si prendono in considerazione le strofe che vanno dalla 146 alla 164 dell' Hávamál (nel suo libro sono indicate le strofe da 133 a 155, ma credo vi sia un r) ovvero la Ljóðatal - Dissertazione sui canti magici. In questi versi è possibile intuire che ad ogni strofa non appartiene solo una runa ma più rune associate.
L'interpretazione offerta di questi incantesimi suddivide le rune in gruppi di tre, altro numero che moltiplicato da Nove. (NB: la chiusura 164 è il diciannovesimo verso.)
Una di queste regole è quella di non invertire le rune; le rune dritte rappresentano il regno da cui sono tratte e esercitano il loro potere attivo nell'incantesimo. Alcuni incantesimi, tuttavia, usano due rune non invertibili; in questi casi solo una delle due rune non invertibili rappresenta il regno da cui viene attinta. Le altre funzioni runiche non invertibili sono di supporto per contribuire a raggiungere l'obiettivo del lavoro.

Comincia con questa strofa l'esposizione dei canti runici, essendo canti magici nono sono comunicabili a parole. Sino simboli, l'idea del potere che questi canti possiedono.

Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici

CXLVI.
146. Ljóð ek þau kann || Conosco incantesimi
er kannat þjóðans kona || che non conosce sposa di sovrano
ok mannskis mǫgr. || né figlio d'uomo.
Hjalp heitir eitt, || «Aiuto» si chiama il primo
en þat þér hjalpa mun || ed a te darà aiuto
við sǫkum ok sorgum || contro liti e angosce
ok sútum gǫrvǫllum. || e ogni tristezza.



E' il canto della concentrazione spirituale, che dona "ricchezza" e che con forza della gioia sbaraglia le avversità, le ansie e le inquietudini donando vigore. E' un senso di grandezza che rende inattaccabili, inaccessibili. E' il canto, questo, dell'uomo solerte, consapevole che solo attraverso la dedizione troverà aiuto, pervenendo a distruggere la miseria, i dolori e le malattie ovvero, il dubbio e l'ignoranza ostacoli alla costruzione della Grande Opera. List: Produci la tua buona sorte e l'avrai.

Il primo incantesimo serve ad aiutare le persone  che soffrono, che sono vittime di dolore e angoscia. Sebbene esista già la combinazione della Limarunar, o Rune del Lim, in questa strofa si suppone che le rune in questione siano Fehu, Inguz,e Laguz,.
: Non risolve il problema ma il suo potere allevia il dolore causato, che sia questo psicologico o fisico. Co questa runa si invocano i Vanir, Freyr, Freyja e Njord.
: Anch'essa è una runa del mondo dei Vani, dona pace e abbondanza, da questo regno si può trarre ricchezza (in questo caso non economica).
: Associata a Njord/ Jord e Nerthus rispettivamente madre e padre terra, è una runa che aiuta a ristabilire l'equilibrio emotivo.

Seguiranno gli altri versi con le altre rune, sperando di fare a voi pubblico una cosa gradita.
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Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál - Wystan Hugh Auden
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.
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