domenica 3 aprile 2016

ERBARIUM: Piante e Elementi La salvia profumo di Fuoco


Piante e Elementi 
La salvia profumo di Fuoco
La leggenda vuole che Zeus sia stato allatto dalla capra Amaltea accanto ad un cespuglio di Salvia. Il  profumo di questa pianta aromatica avrebbe conferito al latte di Amaltea "il potere esoterico dei divini".
Per questi, l'umile pianta di salvia venne chiamata sin dai tempi più antichi "l'erba di Zeus" e la si considerò dotata di poteri eccezionali.
La tradizione greca consigliava di bruciare in casa, al termine del raccolto, un rametto secco di salvia "perche portava nella casa il profumo magico della vita e dell'amore". "Lasciate che il profumo del fuoco di pino si sposi con il profumo della salvia, perchè questo sposalizio sarà di buon auspicio". Così scriveva Plinio il Vecchio.
Attorno a questa tradizione si articolava tutta una ritualità. La salvia che veniva sposata con il fuoco doveva essere raccolta solamente dai Cureti di Creta o dai Selli di Dodona, i sacerdoti di Zeus. Si doveva poi gettarla nel fuoco "con la mano del cuore", la sinistra.
C'era poi il rituale della parola, con il quale si invocavano gli dei "per donare ai componenti della famiglia la gioia di vivere".
A Roma, la salvia diventa anche la pianta delle Napee, le ninfe delle valli. Secondo una tradizione che i romani apprendono probabilmente dagli etruschi, la salvia diventa anche "la regina dell'Hortus". A lei attribuiscono poteri esoterici ed eccezionali qualità fitoterapiche.
Alle persone "tormentate nello spirito" si consigliava di toccare le foglie della salvia al chiarore della luna crescente "perche i raggi lunari conferivano alla pianta il potere di mettere in fuga i demoni".
Alle ragazze che non trovavano marito sic consigliava di custodire sotto il guanciale un rametto di salvia appena raccolto. Anche la Scuola Salernitana tenne in grande considerazione la salvia. In uno dei suoi più significativi aforismi si leggono queste parole rivelatrici:
Perche dovrebbe morire l'uomo nell'orto dove cresce [La salvia?]
La salvia calma i nervi e toglie il tremolio dalle mani e con il suo aiuto anche la febbre alta scopare.
Salvia sanatrice, consigliera della natura.
La salvia rende il cervello sano.
La salvia sanatrix diventa quindi una specie di panacea. Memore della leggenda della capra Amaltea, molti medici dell'antichità usavano consigliare, per molte affezioni, la salvia bollita nel latte. Alcuni sostenevano, infatti, che questa panacea servisse a equilibrare gli umori, rendendo l'organismo più resistente alle malattie.
Gli aforismi della scuola Salernitana consigliavano inoltre di usare la salvia " in ogni piatto alimentare, perché è una delizia per lo stomaco e una medicina per l'intestino".
L'insegnamento viene ancor oggi apprezzato in gastronomia, dove è fondamentale l'arte di profumare i cibi. Alcune ricette riassumono infatti, le proprietà fitoterapiche, aromatiche ed esoteriche di questa pianta.
In un ricettario del XVII secolo si consigliava per esempio di tenere sempre in casa alcuni rametti di salvia "avendo cura di raccoglierli all'alba del giorno di San Giovanni". Questo perche si pensava che l'alba del 24 Giugno fosse magica e, di conseguenza, potesse conferire alla pianta particolari poteri.
L'intreccio del pratico con l'esoterico è ancora più minuzioso in una ricetta passata alla storia; l'aceto dei quattro ladroni. Sembra che questa ricetta sia ancora conservata negli archivi storici di Tolosa.
Il primo degli ingredienti era la salvia "che viene macerata nell'aceto, avendo cura di esporre il recipiente ai raggi solari". Si aggiungevano poi altre piante aromatiche, come il timo e il rosmarino. Ma era la salvia che conferiva a questo aceto un potere magico: quello di rimanere incontaminati dalla terribile pestilenza del 1630.
E' difficile, in questo caso, dire fino a che punto si possa parlare di realtà e dove inizi la fantasia popolare. Gli atti processuali confermano comunque che i quattro ladroni passarono nelle case dove gli abitanti furono colpiti dalla pestilenza senza rimanere contaminati. Questo solo dopo abbondanti abluzioni con l'aceto medicamentoso, il cui maggiore ingrediente era la Salvia Sanatrix.

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