lunedì 29 agosto 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #12

Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici
CLVII.
157. Þat kann ek it tolfta:
Questo conosco per dodicesimo:
ef ek sé á tré uppi
se io vedo su un albero in alto
váfa virgilná,
un impiccato oscillare,
svá ek ríst
in tal modo incido
ok í rúnum fák
e in rune dipingo
at sá gengr gumi
così che quell'uomo cammini
ok mælir við mik.
e parli con me.





It:Odino aveva con se la testa di Mimir, e questa gli riferiva notizie da altri mondi, e spesso risveglia i morti da terra e o si sedeva sotto gli impiccati; per questo che era chiamato signore degli spettri o signore degli impiccati. Aveva due corvi, che aveva addestrato a parlare; volavano in terre lontane e gli riportavano molte notizie.

Come nota Arntz questa deve essere la testimonianza di qualche antica pratica di preveggenza connessa all'impiego delle rune. Nello splendido carme Baldrs Dramar, Odino fa uso di questa arte di risvegliare i morti sulla riva del Niflhel/ Helheim per risvegliare la veggente morta da tempo interrogandola sulla sorte di suo figlio Baldr.

ᚺ.ᛏ.ᚲ
Il dodicesimo incantesimo è quindi collegato con la negromanzia o la comunicazione con i morti Hagalaz è la chiave per connettersi con il reame dei morti e la dea Hel, anche governato da Nauthiz, Nifelhel, dove si può cercare di contattare entità veramente malvagie, che vi abitano. Le altre rune in combinazione con Hagalaz sono Teiwaz, che è stata tradizionalmente assegnata a questo tipo di lavoro, e Kanaz, che funziona come un faro per guidarvi attraverso il mondo di sotto e il ritorno.

Ancora una volta è possibile usare , le Svartrunar, le rune oscure, possono essere usate per il lavoro oscuro, per magie pesanti, che fanno uso delle tenebre e della magia nera.
Queste rune erano conosciute più come rune  negromantiche, impiegate nei giuramenti come vincolo, chiamate anche Rune Nere erano utili nei rituali di Utìseta.
ᛈ.ᛠ.ᛡ.ᛢ
Perthro, Ear, Ior e Cweorth, sono considerate rune della morte, quelle delle pire funebri, il serpente che mangia, il fato inevitabile. Vincolano, sono armi che  rilevano e distruggono in caso di bisogno.
ᛗ.ᛟ.ᛝ
Mannaz, Othalaz e Ingwaz ci legano alla linea di sangue, alla reincarnazione e al wyrd.
..
Algiz, Tyr e Eihwaz sono proiettive e distruttive.
..
Raido Ehwaz e Isa sono rune di movimento, fermano o attivano.


Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.wikipedia.
Raven Kaldera www.northernpaganism.org
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domenica 28 agosto 2016

Völva e seiðr - RITO DI TRASFORMAZIONE



Quello che qui viene proposto vuole essere solo un esempio di un rituale, non sono in possesso di nessun riferimento antico per cui, questo come altri è valido in egual misura quanto quello che potete scrivere da voi. Questo risulta essere anche in alcuni contesti il modo più efficace per ottenere un risultato. Anche la dove il testo vi concede l'esempio diretto è sempre una buna idea rielaborare da se il rito.
il seiðr, per quanto ne so io ad oggi, non ha un manuale scritto, e anche vi fosse sarebbe comunque qualcosa scritto da un uomo, talvolta eseguire ciecamente un rito, presuppone che vi addossiate anche la responsabilità di chi lo ha scritto.

Partite con una base eseguendo tutti i passaggi che solitamente fate prima di un rituale e che vi fanno sentire a vostro agio, scegliete il luogo che sentite più sicuro e familiare. Chiamate le vostre protezioni e lo spazio sacro cosi come vi è consuetudine fare.
Anche le vesti potrebbero avere un ruolo importante come sepsso accade per tutti i riti sciamanici. La Volva viene spesso rappresentata con un velo sulla testa che le copre il volto, un mantello potrebbe aiutarvi a calavi nella modalità giusta.


Purificare lo spazio utilizzando una miscela di incenso di trasformazione: benzoino, ambra, ginepro, artemisia funzionano bene.
Create il cerchio con la protezione delle Disir
Invocate la divinità patrona a cui siete legati o che vi farà da tutrice in questa iniziazione. Per esempio:
"Con l'aiuto di Freyja, e l'uso di fumo e fiamme, farò un passo nel fuoco di trasformazione e lo spirito della Volva sarà svegliato dentro di me,Donami i doni della profezia e la stregoneria. Come  sacrificio per questi doni, rilasciano la mia paura e l'ignoranza. "
Siate molto chiari nel vostro intento, le divinità nordiche sono molto dirette, siatelo anche voi.
Abbiate ben chiaro che doni volete ottenere: la profezia, viaggiare tra i mondi, la veggenza o altro, e rendetevi conto che rilasciate le vostre paure e l'ignoranza, i è una grandissima responsabilità, che dovete essere certi di volervi prendere. Altrettanto valore è qualsiasi altra offerta voi vogliate dedicare al vostro percorso: del tempo da dedicare, un particolare lavoro etc.
L'offerta nella cultura nordica è un "patto vincolante", ricorda le parole di Odino:

Betra er óbeðit || È meglio non essere invocato
en sé ofblótit, || che [ricevere] troppi sacrifici:
ey sér til gildis gjǫf; || un dono è sempre per un compenso.
betra er ósent || È meglio essere senza offerte
en sé ofsóit. || che [ricevere] troppe immolazioni.
Svá Þundr of reist || Così Þundr incise
fyr þjóða rǫk, || prima della storia dei popoli;
þar hann upp of reis, || poi egli si levò su
er hann aftr of kom. || da dove era venuto.

Usate grandi quantità d'incenso per creare un muro di fumo,, potete anche dividerlo su tre carboncini, è importante qui avere incenso naturale e non gli stick (se non di ottima fattura), come sempre vale la qualità dell'offerta.
Dietro il muro di fumo accendete un falò o una candela.
Cercate di raggiungere uno stato alterato di coscienza. Come detto la scorsa volta, Prima della Pratica come è personale, potete usare un suono del tamburo, una litania o altro...
Passate attraverso il muro di fumo lentamente e volutamente, lasciatevi pervadere dai fumi dell'incenso e iniziate ad "ascoltare " con tutti i sensi mistici.
Sedetevi e concentratevi sulla fiamma, e iniziate così il vostro viaggio, usate la fiamma come Punto di accesso, visualizzandola sempre più grande e più grande ancora fino a quando non è abbastanza grande per voi, da poterla mantenere e vedere con l'occhio della mente.

Sperimentare la vostra trasformazione, sia attraverso l'esperienze ti sei designato nella dichiarazione di intento, per esempio, essere bruciato nel fuoco e poi ricostruito, o bruciata tre volte, dando in sacrificio tre volte qualcosa o tre cose diverso, o lasciare libertà agli Dei di trasformarvi come credono (ricordatevi di adattare la vostra formula)

Ricordatevi di impostare una chiamata di ritorno alla coscienza prima di iniziare il rito.
Potete usufruire, specialmente per i primi tempi di una persona, come spiegato la volta scorsa che vi aiuti.
Sarebbe anche bene che questa non fosse la vostra prima volta in cui cercate di entrare in trance, ma che assorbiate la pratica con esercizi precedenti.

Tornate indietro attraverso il fumo (è importante quindi che qualcuno mantenga l'incenso vivo sui carboncini).
Ringraziate la divinità e spiegate ad essa che il rito si è concluso.
Lasciate un offerta alla divinità, sia questa sotto forma di cibo, bevande, o altro incenso.
Ringraziate le Disir e spiegare anche ad esse che il rito si è concluso.
Rimettete bene tutte le energie a terra.

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Baldr Draumar 
Per comprendere meglio il ruolo della Volva, è opportuno leggere si i sogni di Baldur che la Voluspà, ci danno chiare tracce di cosa è concerne a questa figura, il cui ruolo se assunto prevede sempre determinate responsabilità.

Baldr Draumar o sogni di Baldr, contenuti nell Edda ci descrivono il viaggio di Odino per sapere delle sorti del figlio Baldr. Odino in viaggio negli inferi richiama la volva, lo spirito dlela veggente perche gli racconti il futuro, che in un certo qual senso Figg " che tutto vede" già sà.
Odino viaggia sul suo cavallo, Sleipnir che sappiamo è un cavallo soprannaturale con otto
gambe che è nato da Loki, spirito del fuoco mentre era in forma di  Mare.
Odino cammina nel Niflheim piuttosto che in Helheim, la terra dei morti, senza però visitare la sala di Hel.
Qui l'All Father prepara un incantesimo per risvegliare i morti, si reca nel luogo dove vi è il tumulo della donna saggia, la Volva. Riluttante ella si sveglia e chiede ad Odino il perche della chiamata.
Anche se "I sogni di Baldr" è un testo relativamente breve, ci dà  tuttavia, importanti informazioni chiare circa la pratica di porre domande ai morti.
La questione, naturalmente, è se i morti diventano più saggi nella morte, o è la Volva che Egli ha scelto di richiamare era particolarmente potente, ed è quindi una sclta esatta e non casuale.
Gli sciamani siberiani credevano che uno sciamano poteva diventare ancora più potente e in capace, una volta che era morto, quindi potrebbe non essere insensato pensare che nella tradizione nordica, lo stesso fosse riservato verso le Volva.

La Volva è infelice di essere stata svegliata dal suo sonno, ma risponde alle domande poste a lei, finendo ogni strofa del Voluspa con un riluttante: "Te l'ho detto, ora sarò in silenzio" in contrasto con le domande circa la comprensione da parte di Odin di ciò che lei racconta.
Il poema termina con la Volva riconoscendo che si tratta di Odino  colui con cui lei ha parlato, e allo stesso modo, Odino riconosce che non è la Volva che sta parlando, ma invece e 'la madre di tre orchi',
e suggerisce che è in realtà Loki colui che ha parlato.
Non è choiaro se Odino abbia parlato con Loki tutto il tempo o se Egli ha preso il posto dlela Volva alla fine, se il cadavere stesso rivive grazie a Loki o se lui lo ha posseduto per parlare con Odino alal fine.
E' possibile leggere il poema in entrambi i modi, ma ciò che conta è sottolineare come eventualmente le divinità possano possederci in questi titpi di rituali  per parlare attraverso noi con un pubblico.

Le informazioni utili che si trovano in questo testo, continuano, come dicevamo Odino viaggia su un cavallo magico, questo ricorre in molte pratiche sciamaniche anche di diverse tradizioni, il tamburo dello sciamo è chiamato cavallo o renna. Ma necessitiamo di un mezzo di trasporto sovrannaturale per viaggiare?
Ci dice anche che Egli resta fuori dalla sala di Hel, infatti, si limita a recarsi al tumulo della Volva, in quella che pare essere anche per noi mortali, la zona visitabile "la zona turistica". Non ci è dato però sapere se questo accade perche Odino non ha bisogno di incontrare la signora dei Morti o perche non è in grado nemmeno lui di accedervi.
In fine, ci dà informazioni circa le rotte percorse da Odino, la direzione presa verso i cancelli di Hel è l'est  la dove vi è anche il tumulo della Volva. Tuttavia, l'Heleheim si trova in basso a nord, e la tomba della Volva non si trova all'interno dei cancelli di Helheim. Questa è una distinzione importante e ci lascia a chiederci se il suo spirito si trova all'interno Helheim o all'interno della tomba- tumulo?
Potrebbe trovarsi in entrambi, come se ella fosse a cavallo tra i regni, il suo luogo di riposo si trova ai confini perche così ha voluto oppure perche la Volva non è un essere normale e quindi non soggetta alle regole dell Heleim?

E' da tenebre in conto anche la visone dell Anima nel mondo Nordico, sappiamo chela morte per i Norvegesi non significa che l'anima immediatamente lascia il corpo e che la persona cessi di esistere, o che inizi subito il viaggiò per la sua vita dopo la morte nell'interezza.
La convinzione è quella che una parte di quella persona continui ad esistere come energia nel luogo
in cui è morto. Il tempo in cui permane è relativo all' importanza della persona, così come i riti funebri per essa organizzati leggi : Riti funebri Resoconto di del Rus di Ibn Fadlan: Risala
In ogni caso, in memoria della persona veniva alzato un tumolo, una montagnola di terra per onorala e ricordarla.
Una parte della sua anima ed essenza continuava coì a vivere nella vita dei suoi parenti e nella sua discendenza.
Questa memoria (e quindi questa parte dell anima della persona morta) non ha avuto bisogno di morire con la persona a cui appartenva, ma continua a vivere nelle parole e nei pensieri degli altri attraverso le storie che venivano tramandate. Questo è il luogo da dove le Saghe, le storie norvegesi
e la soria familiare, viengono.
Le saghe assicurato che nella buia notte d'inverno, la memoria degli antenati venga ricordata e onorato. Più di mille anni dopo, abbiamo ancora modo di ricordare e mantenere quella parte della loro anima viva, ogni volta che leggiamo, traduciamo e ripetiamo le loro saghe.
Un'altra parte della loro anima invece si reca, in ciò che è in tradizione nordica, il luogo della vita dopo la morte, sia esso l' Helheim, o Valhalla, o sala di Freyja, Sessrumnir.
Con questi concetti, è possibile capire il ruolo della Volva nel Voluspà, ma anche lo stesso ruolo della Volva per quanto Riguarda la magia necromantica  e il Rökkatru (di cui vi parlerò presto).

Fonti:
Seidr: The Gate Is Open- 18 febbraio 2011 by Katie Gerrard
Hávamál. - Bifrost
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giovedì 25 agosto 2016

12# Divinità Norrene: Holda





 Holda era principalmente la protettrice delle madri e dei bambini. 
I suoi poteri si estendevano tra il cielo e la terra, era una dea della fertilità ed era legata al fato. Era l'incarnazione della saggezza femmina e le abilità delle donne erano il suo regalo al mondo, una Dea della pace e la stabilità.

Holda  era una delle più importanti divinità germaniche pre-cristiane e, secondo molti studiosi, la sua figura presenta molteplici analogie con la divinità scandinava Frigg.
Le informazioni che abbiamo su Holda provengono prevalentemente dall'opera "Teutonic Mythology" di Jacob Grimm. Holda ci viene descritta come la dea del focolare, la matrona delle filatrici, la protettrice delle partorienti, la guardiana della casa e degli animali domestici, ed è inoltre associata all'inverno, alla caccia, e alla magia femminile.
Mentre sul culto che la vede come moglie di Odino si sa veramente poco e non vi sono fonti sufficienti a ricostruirlo, più generalmente ciò che sappiamo di Holda è sopravvissuto sino ad oggi grazie al folklore tedesco, austriaco e svizzero.
Per questo gli studiosi pensano che grazie alle leggende su Holda, possiamo oggi ricostruire il mito perduto di Frigg.
Ma Holda viene associata anche alla divinità germanica  come Percht (o Perchta/Berchta) sia lo stesso Grimm dallo studioso Lotte Motz. Il culto di Perchta era presente nelle zone meridionali (Alsazia, Svizzera, Bavaria, Bohemia, Austria, Carinzia) mentre quello di Holda era praticato nelle zone settentrionali. A causa delle evidenti similitudini tra queste due divinità, Percht viene vista come l'alter ego di Holda, la sua cugina del sud.

Holda ci viene descritta come una donna anziana con denti lunghi e capelli aggrovigliati, viaggia su un carro (o porta un aratro) facendo visita agli spiriti dei nascituri. Uno dei suoi ruoli fondamentali era quello di proteggere la casa, le casalinghe e le madri ma le vennero attribuiti molteplici compiti e mansioni. Ad esempio, si credeva che riaccompagnasse i bambini che tardavano a rientrare in casa o che dondolasse le culle dei neonati dopo che la balia si era addormentata.
Holda era connessa alla stagione invernale e infatti, l'altra forma della dea è quella di un'avvenente fanciulla dalle vesti bianche come la neve.
I collegamenti trai Holda e l'inverno sono memori dell'adorazione degli spiriti femminili dei mesi invernali in Inghilterra e la Scandinavia. Una causa è certamente la pratica comune di filare quando fuori faceva troppo freddo per lavorare all'aperto. Il simbolo della stella di Frigg in Orione, chiaramente visibile solo nell'Emisfero Settentrionale durante dicembre, gennaio e febbraio. Quindi si collega nuovamente al lavoro della filatrice durante le notti invernali.
In epoca cristiana, durante il giorno di Natale, era tradizione mettere una ciotola di latte per Holda sulla tavola mentre la famiglia si recava in chiesa. Il latte che restava nella ciotola veniva dato al bestiame con lo scopo di aumentarne la fertilità.
Holda era anche la matrona delle filatrici. Nei tempi antichi la tessitura era un compito molto importante per la casalinga in quanto opportunità di guadagnare denaro. Tale compito veniva eseguito solo dopo aver svolto gli altri lavori domestici e infatti, si svolgeva solitamente a tarda sera dalle donne più laboriose. Anche dopo la rivoluzione industriale, la donna filatrice rimase un simbolo di virtù. Non sorprende perciò che una ‘Dèa del Focolare’ e protettrice della casa avesse un interesse speciale per la tessitura.
Holda viaggiava tra i villaggi ispezionando il lavoro manuale delle donne ricompensando le filatrici laboriose con regali: conocchie caricate col lino più eccellente o fili dorati. In alcuni casi Holda finiva il lavoro della filatrice durante la notte. Le lavative, invece, venivano punite e trovavano il loro lavoro aggrovigliato e rotto, e le loro conocchie venivano bruciate.
Holda castigava anche donne che lavoravano durante il periodo di Natale, le domeniche o nei giorni dei santi, sebbene sia piuttosto ironico pensare a una Dèa pagana in veste di protettrice di una tradizione cristiana, questa è la chiara dimostrazione di come vecchie leggende si possano adattare alle nuove credenze, per una sorta di opportunismo.
Infatti condivide tale "usanza" con Holle, altro suo archetipo. Nelle dodici notti dopo il solstizio, impediva a chiunque di tessere e filare, poichè voleva la tradizione portasse sfortuna.
Con Holle e la Perchta condivide inoltre molti altri aspetti, come quello che la vedrebbe come uno dei probabili leader della Caccia Selvaggia, e proprio con il suo carro di cui poc'anzi abbiamo parlato ella attraversava le valli, invertendo l'ordine naturale degli eventi ( inteso spesso come tempo atmosferico) decidendo dolori e gioie prestandosi come la "bianca o la nera" e dando, portando fertilità ai campi e governando ogni pratica e magia. Essendo una dea legata alla filatura, alla luce di ciò che è stato appena detto non può venir meno il ruolo di filatrice della trama del destino insieme alle Norne.

Molti sono i racconti che circolano su queste figure, una storia popolare racconta di come Holda adescò un povero coltivatore in una caverna magica sulla cima di una montagna. In questo racconto la dea appare come una bella regina circondata dalle sue ancelle in mezzo ad una stanza piena di pietre preziose e di oro. Holda chiese al coltivatore cosa desiderasse in dono e lui, intimidito, disse che i fiori che lei portava nella sua mano sarebbero stati una benedizione sufficiente. Il coltivatore fu fortunato perché i fiori in questione erano della pianta di lino, ai tempi ancora ignota nel mondo degli uomini. Holda gli diede una borsa di semi di lino e, quando il raccolto fu maturo, lei insegnò alla moglie del coltivatore a utilizzare il lino per la tessitura.

Si credeva anche che Holda fosse la causa di molti fenomeni naturali: quando scuoteva i suoi cuscini di piume veniva a nevicare, ( aspetto condiviso anche con la Callieach ) quando accendeva il fuoco del camino saliva la nebbia, quando si lavava scendeva la pioggia e quando lavorava il lino iniziava a tuonare. Si diceva, inoltre, che svegliava i meli in primavera.

Nelle leggende Holda possedeva anche un lato oscuro come abbiamo visto, come ricompensava i meritevoli, la dea castigava i pigri e i crudeli. Molte storie furono dette su Holda per spaventare i bambini e per fare in modo che si comportassero bene e non si ribellassero alle madri.
In una di queste storie Holda andava di notte a prendere i bambini cattivi per metterli in un sacco, poi tagliava loro gli stomaci e li riempiva con paglia ed immondizia.
Ma questo lato oscuro appare soprattutto in epoca cristiana, quando tutte le tradizioni pagane venivano demonizzate e le divinità antiche venivano trasformate in spaventosi demoni da temere.

E' pensiero di alcuni studiosi che tramite la germanica Holda sia possibile tentare di ricreare il ruolo della dea scandinava Frigg, fare chiarezza sulla sua figura e ricostruire il suo culto.
Basti pensare alla storia del regalo del lino, dove il collegamento tra Holda e Frigg è molto evidente. Holda viene descritta come una regina attorniata da fedeli ancelle e così appare Frigg nel mito scandinavo.
Entrambe sono connesse al focolare domestico, al fato, alla magia e, soprattutto, alla filatura. In Scandinavia la costellazione che noi chiamiamo la Cintura di Orione era noto come 'il rockr di Friggjar', ovvero la ‘conocchia di Frigg’. I collegamenti di Holda col cielo sostengono a maggior ragione la connessione con Frigg in veste di`Regina del Cielo’.
Il fuso (per filare) era un simbolo potente per i nostri antenati pagani, esso rappresentava la femminilità, la virtù e la saggezza femminile.
Nei miti scandinavi le Norne siedono al fuso e tessono il destino dell'uomo. La stessa conoscenza di Frigg del futuro è connessa al suo ruolo di filatrice.
Tuttavia, in Holda troviamo molteplici aspetti e connessioni non solo con Frigg ma anche con altre divinità naturali. Era una divinità germanica molto importante e come tale possedeva numerosi ruoli e poteri.

La tradizione di onorare Holda è la chiara sopravvivenza di un culto connesso ad una divinità germanica. Mentre l'adorazione degli Dei Antichi fu soppressa in silenzio, le leggende su Holda si sono adattate nei secoli quasi "invecchiando".
Il Cristianesimo purtroppo ha lasciato anche il suo marchio nelle leggende su Holda. In molte storie, infatti, Holda è una brutta vecchia e regina delle streghe. Questo è per sostenere il concetto che, essendo una Dea pagana, Holda deve essere un demone. Fortunatamente l'impatto di questa superstizione negativa non ha sotterrato tutte le sue qualità benevole che sono rimaste registrate fedelmente nelle leggende tedesche.

Ho recuperato questo testo da un mio vecchio blog chiuso

mercoledì 24 agosto 2016

⚳OMBRE DI MAGIA☾ || DONI D'AMORE

Playlist video ⚳OMBRE DI MAGIA☾ il libro delle ombre

DONI D'AMORE
Se create questi amuleti  dacondividere con i vostri amici, le buone intenzioni vi torneranno sicuramente indietro.
Cuci un piccolo sacchetto di mussola aggiungendo una stringa per chiuderlo.
L'amuleto sarà ancora più potente se lo si cuce a mano
Aggiungete le erbe secche all'interno:


  • Per il coraggio - verbasco e fiori di borragine
  • Come un aiuto per la depressione - ortica e achillea
  • Per riconoscere altre streghe - edera, ruta, sorgo.
  • Per viaggiare sicuri - consolida
  • Per la fertilità - vischio e ciclamino
  • Per la protezione contro l'inganno - bocca di leone
  • Per una buona salute - ruta
  • Per il successo e la forza - asperula
  • Per aspetto giovanile -  una ghianda

Prossimo incantesimo Video mercoledì 31Agosto
Prossimo incantesimo qui 7 Settembre

martedì 23 agosto 2016

Riti funebri Resoconto di del Rus di Ibn Fadlan: Risala

Nel passato post 18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #11 vi ho menzionato a proposito dei canti di battaglia, l'origine dal quale può essere stata tratta una parte molto evocativa del film "Il tredicesimo guerriero". Ora è bene che vi spieghi meglio Ibn Fadlan's e "The Letter" , per parlavi di alcune sepolture funeree germaniche.
Cosi dicevo nel passato articolo:
Ahmad ibn Fadlan ibn al Abbas ibn Rasid ibn Hammad è stato un cornista, viaggiatore arabo, nel 921, il califfo di Baghdad ha inviato Ibn Fadlan con un'ambasciata dal re dei Bulgari del Medio Volga. Ibn Fadlan ha scritto un resoconto dei suoi viaggi con l'ambasciata, chiamato Risala. Questo Risala è di grande valore storico, anche se è chiaro in alcuni punti abbia inesattezze e pregiudizi, nulla di nuovo rispetto anche alle fonti cristiane. Vale la pena di raccontarvi la sua "La Lettera" ma nel prossimo articolo.

La linea rossa era la rotta della Via del Volga, che Nel Medioevo, la via del Volga, nota anche come rotta commerciale del Volga, collegava l'Europa settentrionale e la Russia nordoccidentale con il Mar Caspio, attraverso il fiume Volga. I Rus' usarono questa rotta per commerciare con i paesi musulmani sulle coste meridionali del Mar Caspio, talvolta penetrando fino a Baghdad. La via funzionò in concorrenza con la rotta commerciale del Dnepr, meglio nota come la via variago-greca, e perse la sua importanza nell'XI secolo.
Nel corso del suo viaggio, Ibn Fadlan incontra un popolo chiamato Rus, un gruppo di origine svedese, che vivevano in qualità di commercianti nella capitale bulgara. La prima allusione ai Rus arriva verso la fine della descrizione dei Bulgari. Quando i Rus, o persone di un'altra razza, sono giunti con gli schiavi dal re dei Bulgari, che aveva il diritto di scegliere uno schiavo ogni dieci per se stesso. La descrizione completa inizia così:
(in numerazione romane troverete le note che spiegano lo scritto di Ibn Fadlan.)



80. Ho visto i Rus quando sono usciti dai loro viaggi mercantili e si accamparono presso Volga. Non ho mai visto dei campioni fisici più perfetti: alti come palme da dattero, biondi e vermiglio;  non indossano né tuniche, né caftani, ma gli uomini indossano un indumento che copre un lato del corpo e lascia la mano libera.

I. Anche se Ibn Fadlan qui dice che gli uomini vestono senza "tunica o caftano", poi descrive il funerale di un capo Rus, che è appositamente vestito di tunica e/o caftano prima della cremazione. La tunica probabilmente corrisponde al norreno kyrtill, "una tunica al ginocchio con maniche, indossato con la cintura." Il caftano è un indumento di lana pesante, conosciuto in norreno come Olpa. "Indumento che copre una parte del corpo e lascia la mano libera" deve trattarsi quindi del mantello norvegese rettangolare (norreno möttull, skikkja o feldr ), che è stato indossato appuntato sulla spalla destra lasciando la spada e la mano libera.

81.Ogni uomo ha un'ascia, una spada e un coltello e a portata di mano in ogni momento. Le spade sono larghe e scanalate, di fattura Franca. Ogni uomo è tatuato, dalle unghie al collo, con colore verde scuro (o verde o blu-nero) e sono ritratti alberi, figure, ecc.

82. Ogni donna porta su entrambi i seni una scatola di ferro, argento, rame o oro; il valore della scatola indica la ricchezza del marito. Ogni scatola ha un anello da cui pende un coltello. Le donne indossano collari d'oro e d'argento, del valore di 10.000 dirhem, pagate dal marito, alcune donne ne hanno molte. I loro ornamenti più pregiati, sono perle di vetro verde della stessa fattura degli oggetti di ceramica che si trovano sulle loro navi. Essi commercio perline tra di loro e pagano un prezzo esagerato per esse, perché le comprano per un dirhem a testa. Le legano come collane per le loro donne.
III. Il dirham fu, dall'epoca del califfo omayyade 'Abd al-Malik ibn Marwān, la moneta argentea fatta coniare per la giovane umma islamica. Conosciuta dai Romani come dracma.
IV. Al posto dell'oro, i Rus usavano come merci di scambio pelli di zibellino. Erano molto appassionati di carne di maiale e molti di loro vi hanno rinunciato con la conversione alla fede Mussulmana.
V. I Rus erano una grande schiera, tutti dai capelli rossi; essi sono grandi uomini con corpi bianchi. Le donne di questa terra possedevano queste "scatole", secondo le loro posizioni sociali e mezzi, esse erano di oro, argento, e legno. Fin dall'infanzia si legavano queste ai loro seni, in modo che i loro seni non crescessero molto. Ogni uomo metteva una collana di perle di vetro intorno al collo di sua moglie ogni mille denari della sua ricchezza.
Immaginare delle scatole sui petti è improbabile, infatti, è stata una errata traduzione a confondere il termine "catola" con in realtà, delle spille di tartaruga che furono comunque utilizzate per controllare le dimensioni del seno, piuttosto che essere semplici ornamenti.

83. Sono le più sporche delle creature di Dio. Essi non hanno alcun pudore nel defecare e per la minzione, né si lavano dopo l'orgasmo, né si lavano le mani dopo aver mangiato. Così essi sono come asini selvatici. Quando sono venuti dalla loro terra, hanno ancorato le navi sulla riva del Volga, che è un grande fiume, costruiscono grandi case di legno sulla spiaggia, contenenti ciascuna da dieci a venti persone, più o meno. Ogni uomo ha un divano su cui si siede. Con loro vi sono belle schiave dentiste alla vendita ai commercianti: un uomo avrà rapporti sessuali con la sua schiava, mentre il suo compagno guarda. A volte interi gruppi si riuniranno in questo modo, ciascuno in presenza di altri. Un commerciante che arriva a comprare una schiava da loro, potrebbe attendere e guardare, mentre un Rus completa l'atto di un rapporto sessuale con ella.

84. Ogni giorno si devono lavare i loro volti e teste, e questo lo fanno nella maniera più sporca 
possibile: vale a dire, ogni mattina, una serva porta un grande bacino di acqua; lei offre questo al suo padrone e si lava le mani e il viso e i capelli - si lava e pettina con un pettine in acqua; Poi si soffia il naso e sputa nel bacino. Quando ha finito, la serva porta il bacino per la prossima persona, che fa altrettanto. Lei porta il bacino così in tutta la casa, e sua volta, ognuno soffia il naso, sputa e lava il viso e capelli in esso.

VI. Principalmente la fonte del disgusto di Ibn Fadlan verso i costumi da bagno Rus ha a che fare con la sua fede islamica, che richiede a un pio musulmano di lavarsi solo in acqua pulita o acqua corrente versata da un contenitore in modo che il liquido del lavaggio non abbia ancora toccato il bagnante.
Le saghe, invece, spesso descrivono una donna che lava i capelli di un uomo per lui, spesso come un gesto di affetto. Sarebbe probabile che il bacino era in realtà svuotato tra un bagno l'altro: Ibn Fadlan avrebbe comunque ancora sentito il bacino contaminato dall'uso precedente. Sembra che qui Ibn Fadlan possa aver esagerando un po' per far effetto.

85. Quando le navi arrivano in questo luogo di ormeggio, tutti vanno a terra con il pane, la carne, le cipolle, il latte e le bevande inebrianti e prendono un lungo pezzo di legno e lo pongono in posizione verticale esso raffigura una faccia di un uomo ed è circondato da piccole figure, dietro le quali sono eretti lunghi pali nel terreno. Il Rus si prostra davanti al grande scultura e dice: 

"O mio Signore, io sono venuto da una terra lontana e ho con me tale e tale numero di donne e tale e tale numero di sables" (spade particolari), e si procede per enumerare tutti gli altri articoli che egli possiede. Poi dice: 
"Ti ho portato questi doni", e stabilisce quello che ha portato con sé, e continua, 
"Vorrei che mi concedessi un mercantile con molti denari e dirhems, con le quali compare tutto quello che desidero e non contestare quello che dico ". Poi va via.

Se ha difficoltà a vendere la sua merce e la sua permanenza si prolunga, tornerà con un dono una seconda o terza volta. Se ha ancora difficoltà ulteriore, porterà un dono a tutti i piccoli idoli e chiedere la loro intercessione, dicendo: 
"Queste sono le mogli del nostro Signore e le sue figlie e figli." E si rivolge ogni idolo, a sua volta, chiedendo l'intercessione e pregando con umiltà. Spesso la vendita va a buon fine più facilmente e dopo aver venduto, dice: 
"Il mio Signore ha soddisfatto i miei desideri, io devo ripagare", e prende un certo numero di pecore o bestiame e li massacra, dà parte della carne in elemosina, porta il resto e lo deposita prima al grande idolo e poi ai piccoli idoli intorno ad esso, e sospende i capi di bestiame o pecore sui pali. Nella notte, i cani vengono a mangiare tutto, ma quello che ha fatto l'offerta dice: 
"In verità, il mio Signore è contento di me e ha consumato la presente che ho portato."

86. Una persona malata è messa in una tenda a parte con un po' di pane e acqua e la gente non venire a parlare con lui; non vengono nemmeno a vederlo tutti i giorni, soprattutto se è un uomo povero o uno schiavo. Se si riprende, torna a loro, e se muore, lo cremano. Se egli è schiavo, è lasciato ad essere mangiato dai cani e uccelli da preda. Se i Rus catturarno un ladro o brigante, lo appendono su un albero alto e lo lasciano appeso fino a quando il suo corpo cade a pezzi.


87. Ho sentito che per la morte del loro capo hanno fatto molte cose, di cui il minimo era la cremazione, ed ero interessato a saperne di più. Alla fine mi è stato detto della morte di uno dei loro uomini eccezionali.
Lo misero in una tomba e misero un tetto sopra per dieci giorni, mentre hanno tagliato e cucito abiti per lui.
Se il defunto è un povero, fanno una piccola barca, e lo depongono e bruciano. Se lui è ricco, raccolgono i suoi beni e li dividono in tre parti, una per la sua famiglia, un altra per il suo abbigliamento, e una terza per fare una bevanda inebriante, che bevono fino al giorno in cui la sua schiava ucciderà se stessa e verrà  bruciata con il suo padrone. Si prodigano a bere questa birra notte e giorno; a volte uno di loro muore con la coppa in mano.

VII. Lo bruciavano in questo modo: lo lasciano per i primi dieci giorni in una tomba. I suoi beni si dividono in tre parti: una parte per le sue figlie e le mogli; un altra per gli indumenti per vestire il cadavere; un'altra parte copre il costo della bevanda inebriante, che consumano nel corso di dieci giorni, unendosi sessualmente con le donne e suonando strumenti musicali. Nel frattempo, la schiava che si farà  bruciare con lui, in questi dieci giorni beve e si abbandona al piacere; lei viene ornata e vestita bene e così disposta si dà agli uomini. La sua condizione è tale da non capire esattamente cosa succede, similmente a uno stato di trance.

88. Quando l'uomo di cui ho parlato è morto, le sue ragazze schiave sono invitate a scegliere: 
"Chi morirà con lui?" Una rispose, «io» e viene poi messa nella cura di due giovani donne, che veglieranno su di lei e la accompagnavano ovunque, al punto che di tanto in tanto lavano i suoi piedi con le proprie mani. Gli indumenti vengono fatti per i defunti e tutto il resto. Nel frattempo la schiava beve ogni giorno e canta, dando se stessa al piacere.

VIII. Quando un grande personaggio muore, la gente della sua famiglia chiede alle sue giovani donne e schiavi uomini, "Chi di voi morirà con lui?" Uno risponde, "io" Una volta che lui o lei si è espresso, la cosa è obbligatoria: non vi è alcun supporto per essa/o. Di solito si tratta di una delle ragazze schiave.
   

89. Quando il giorno è arrivato ed è tempo che l'uomo venga cremato e la ragazza con lui, vanno al fiume su cui vi era la sua nave. Ho visto che avevano tirato la nave sulla riva, e che avevano eretto quattro pali di legno di betulla e altro legno, e che intorno alla nave è stata fatta una struttura per tenere la grande nave di legno. Poi hanno tirato la nave fino a quando è  posta in questa costruzione in legno. Poi cominciarono a andare e venire e dire parole che non capivo, mentre l'uomo era ancora nella sua tomba e non era ancora stato esposto.
Il decimo giorno, dopo aver portato la nave fino su dalla riva del fiume, hanno custodito essa. Nel mezzo della nave, hanno preparato una cupola o padiglione di legno e adornato questo con vari tipi di tessuti. Poi hanno portato un divano e messo sulla nave e coperto con un materasso di broccato greco. Poi è arrivata una vecchia che chiamano l'Angelo della Morte, e lei si distende sul divano e sugli arredi menzionati. È lei che ha la responsabilità della vestizione e di organizzare tutte le cose, ed è lei che uccide la schiava. Ho visto che era una vecchia, grassa.

Quando sono venuti alla tomba hanno tolto la terra da sopra il legno, poi il legno, e tirato fuori il morto vestito con i capi in cui era morto. Ho visto che era divenuto nero dal freddo. Hanno posto la bevanda inebriante, la frutta, e uno strumento a corde nella tomba con lui. Hanno tolto tutto questo.
Il morto non ha cattivo odore, e solo il suo colore ad essere cambiato. Lo vestono con pantaloni, calze, stivali, una tunica, e caffettano di broccato con bottoni d'oro. Hanno messo un cappello di pelliccia di broccato sulla sua testa. Poi lo portarono nel padiglione a bordo della nave. Lo siedono sul materasso e lo appoggiano ai cuscini. Hanno portato la bevanda inebriante, la frutta, e piante profumate, che hanno messo con lui, poi pane, carne e cipolle, che hanno messo di fronte a lui. Poi hanno portato un cane, che hanno tagliato in due e messo nella nave. Poi hanno portato le armi e le hanno poste al suo fianco. Poi hanno preso due cavalli, li hanno fatti correre fino a che non hanno sudato, poi tagliati a pezzi con una spada e messi anch'essi sulla nave. Successivamente hanno ucciso un gallo e una gallina e li hanno gettati in nave. La schiava che ha voluto essere uccisa, è andata qua e là in ciascuna delle tende, e ha avuto un rapporto sessuale con i padroni e ha detto, "dì al tuo Signore ho fatto questo per amore di lui ".


90. Venerdì pomeriggio hanno portato alla ragazza schiava una cosa che avevano fatto, che assomigliava a un telaio della porta. Mise i piedi sulle palme degli uomini e la sollevarono sopra questa cornice. Parlava, diceva qualche parola e l'hanno abbassata di nuovo. Una seconda volta e una terza volta e ha continuato a fare come le due volte prima.
Poi le hanno portato una gallina; ha tagliato la testa, che ha buttato via, e poi ha preso la gallina e l'ha messa nella nave. Ho chiesto l'interprete ciò che aveva fatto. Egli rispose:
"La prima volta che l'hanno sollevato, ha detto, 'Ecco, io vedo mio padre e mia madre.' 
La seconda volta, ha detto, 'vedo tutti i miei parenti morti seduti.' 
La terza volta, ha detto, 'vedo il mio padrone seduto in Paradiso e il Paradiso è bella e verde,. Con lui sono uomini e ragazzi servi Lui mi chiama Portami a lui.'. "
Ora l'hanno portata alla nave. Si toglie i due braccialetti che indossava e li ha dato alla vecchia chiamata l'Angelo della Morte, che doveva ucciderla; poi si tolta i due anelli che lei indossava e li ha dati alle due ragazze che l'avevano servita, ed erano le figlie della donna chiamata l'Angelo della Morte. Poi l'hanno sollevata sulla nave, ma non l'han fatta entrare nel padiglione.

IX. Dopo di che, il gruppo di uomini che hanno giaciuto con la schiava fanno con le loro mani una sorta di via lastricata per cui la ragazza, mettendo i piedi sul palmo delle loro mani, monta sulla nave.

Gli uomini sono venuti con scudi e bastoni. Le viene data una tazza di bevanda inebriante; ha cantato nel prenderla e bevve. L'interprete mi ha detto che in questo modo dà l'addio a tutti i suoi compagni. Poi le è stata data un'altra tazza; lei la prese e cantò per un lungo periodo di tempo, mentre la vecchia la incitava a bere e andare nel padiglione dove si trovava il suo padrone.
Ho visto che lei era distratta; allora la vecchia le abbassò la testa e la fece entrare nel padiglione ed è entrata con lei. Allora gli uomini cominciarono a colpire con i bastoni gli scudi, in modo che le sue grida non potevano essere sentite e le altre ragazze slave non avrebbero poi cercato di sfuggire alla morte con i loro padroni.
Allora sei uomini vanno nel padiglione e ognuno ha ancora rapporti sessuali con la ragazza. Poi la posarono a fianco del suo padrone; due tenevano i piedi e due le mani; la vecchia donna conosciuta come l'Angelo della Morte rientrò e avvolse una corda intorno al collo della schiava, dando le estremità incrociate ai due uomini perche la tirassero. Poi si avvicinò a lei con un ampia lama di un pugnale, che le tuffò tra le costole più volte, e gli uomini la strangolarono con la corda fino alla sua morte.


91. Poi il parente più prossimo del morto, dopo che avevano messo la ragazza che hanno ucciso accanto al suo padrone, è venuto, ha preso un pezzo di legno acceso da un fuoco, e camminava all'indietro con la parte posteriore della sua testa verso la barca e il viso rivolto verso il popolo, con una mano che tiene il bastone acceso e l'altra che copre il suo ano, essendo completamente nudo, con lo scopo di dar fuoco al legno che era stato posto sotto la nave. Poi la gente si avvicinò con l'esca e altre torce, ciascuno in possesso di un pezzo di legno di cui aveva dato fuoco e che ha messo nel mucchio di legno sotto la nave. Allora le fiamme inghiottito il legno, poi la nave, il padiglione, l'uomo, la ragazza, e tutto ciò che è nella nave. Un potente, vento di paura cominciò a soffiare in modo che le fiamme divennero feroci e più intenso.

X.Dopo che la ragazza viene uccisa, due parenti del morto prendono le torce e danno fuoco alla nave, in modo che questa con il morto divenga in cenere. Se in questo momento un vento soffia e il fuoco è rafforzato e le ceneri sono disperse, l'uomo è di conseguenza uno che appartiene in Paradiso; altrimenti si presupponeva che il morto potevano essere sgradito alla soglia di beatitudine o addirittura essere condannato. 

92. Uno dei Rus era al mio fianco e ho sentito parlare con l'interprete, che era presente. Ho chiesto l'interprete quello che aveva detto. Egli rispose:
"Ha detto: 'Voi siete pazzi arabi.' "
"Perché?" Gli ho chiesto.
Egli disse: "Tu prendi le persone che sono più care e onorate e le metti nel terreno in cui gli insetti e i vermi li divorano. Noi lo bruciamo in un momento, in modo che egli entri Paradiso in una sola volta." 
Poi si mise a ridere fragorosamente. Quando ho chiesto perché ha riso, ha detto,
"Il suo Signore, per amore di lui, ha inviato il vento per portarlo via in un'ora." 
E in realtà un'ora non era passato prima che la nave, il legno, la ragazza, e il suo padrone divenissero altro che cenere e cenere.

Poi hanno costruito nel luogo in cui era stata arsa la nave, issata dal fiume qualcosa di simile a una piccola collina rotonda, al centro del quale eressero un grande palo di legno di betulla, su cui hanno scritto il nome dell'uomo e il nome del re Rus e se ne sono andati.



93. E' consuetudine del re dei Rus, avere con lui nel suo palazzo, quattrocento uomini, i più coraggioso dei suoi compagni e quelli su cui si può contare. Questi sono gli uomini che muoiono con lui e si lasciano uccidere per lui. Ognuno ha una schiava che lo serve, che gli lava la testa, e prepara tutto ciò che mangia e beve, e ha anche un'altra schiava con cui dorme. Questi quattrocento uomini siedono sul trono del re, che è immenso e incastonato con belle pietre preziose. Con lui sul trono si siedono quaranta schiave destinate al suo letto. Di tanto in tanto ha un rapporto sessuale con una di loro, in presenza dei suoi compagni di cui abbiamo parlato, senza scendere dal trono. Quando ha bisogno di rispondere a una chiamata della natura, usa un bacino. Quando vuole cavalcare, il suo cavallo viene portato fino al trono e lui monta. Se vuole smontare, cavalca in modo che egli possa scendere sul trono. Ha un tenente che comanda le sue truppe, fa la guerra sui suoi nemici, e svolge il suo ruolo nei confronti dei suoi sudditi.

Gli uomini che non rivestono questo ruolo sono inclini ad occuparsi della concia e non si vergognano di questa occupazione umile. Il panno prodotto in queste terre e località è famoso, in particolare quello del loro capitale, che si chiama Kyawh. città famose e celebri dei Rus sono Crsk e Hrqh.

XI. Qui Ibn Fadlan sta parlando per sentito dire sulla capitale lontana dei Rus e lo stato in cui si trova il loro re. Mentre il trono tempestato di pietre preziose è certamente una esagerazione, i guerrieri che circondano il re, ricordano il comitatus della pratica germanica.
Anche se sembra estremamente improbabile che il re Rus poteva montare e smontare da cavallo direttamente dal suo trono nella sala, nella Yngvars saga si racconta di un caso in cui i guerrieri cavalcavano in una sala, fino al trono del re. La delegazione del re Rus nel processo di guerra e l'amministrazione civile di un tenente, non è una pratica norvegese, ma piuttosto sembra essere preso in prestito dalla pratica della Khagan (re) dei Khazars o altre tribù turche, che nominavano un funzionario definito un bey per queste attività.



La traduzione del resoconto di Rus di Ibn Fadlan Risala, è un sunto, composto da un pugno di versioni, manoscritte, sopravvissute. In oltre, ho tradotto questo testo come meglio potevo dall'inglese, adeguando il testo la dove mi sembrava il caso e adeguando i tempi verbali presente e passato, fedelmente al cambio nel testo.


Nota cinematografica per aiutarvi a capire: Abbaiamo uno scorcio che fa da esempiodi questo rituale, nel film The Pagan Queen, anche se li è la moglie/concubina che piena di dolore si adagia nella nave- bara/ pira funebre, col defunto e muore tra le fiamme. 
Altro episodio che ci aiuta ad immaginare è la puntata "Il sacrificio della schiava" di Vikings dove morto lo Jarl Haraldson, la sua schiva accettata di essere sacrificata e si unirono al conte sulla sua pira funebre. (di cui la maggior parte delle immagini del post)
Qui trovate la rappresentazione video, (dal minuto 21 in poi) che è quanto di più posso offrirvi per immaginarvi il rito. Viene fatta ubicare la schiava, accompagnata dalle donne, consacrata dall'Angelo della Morte, la consegna degli ornamenti, l'ultima bevuta di saluto, e poi uccisa e posta vicino allo Jarl. Nel personaggio di Athelstan possiamo leggere lo sconcerto che forse provò davvero Ibn Fadlan.

Per il testo completo e commento di conto di Ibn Fadlan della Rus, si veda:
Testo originale : Smyser, HM "Ibn Fadlan's Account of the Rus with Some Commentary and Some Allusions to Beowulf." Franciplegius: Medieval and Linguistic Studies in Honor of Francis Peabody Magoun, Jr. eds.
Montgomery, James E. "Ibn Fadlan and the Rusiyyah" . Journal of Arabic and Islamic Studies vol.
Fonte: http://www.vikinganswerlady.com/
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lunedì 22 agosto 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #11

Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici
CLVI.
156.Þat kann ek it ellifta:
Questo conosco per undicesimo:
ef ek skal til orrustu
se io devo in battaglia
leiða langvini,
condurre vecchi amici.
und randir ek gel,
sotto gli scudi io canto
en þeir með ríki fara
ed essi vanno vittoriosi
heilir hildar til,
salvi alla mischia,
heilir hildi frá,
salvi dalla mischia:
koma þeir heilir hvaðan.
dovunque salvi giungono.

Cfr. Germani di Tacito, libro 3 : I  Germani sostengono poi di essere stati visitati anche da Ercole e , quando si accingono alla battaglia, lo celebrano primo fra tutti gli eroi. Possiedono anche altri canti: modulandoli in un modo che chiamano bardito, accendono gli animi e dallo stesso canto traggono auspici sulla battaglia che stanno per affrontare: da come le loro schiere hanno eseguito il canti incutono terrore e lo provano a loro volta. E infatti quel clamore non sembra solo un emissione di voci, ma il concento del coraggio. Si cerca in questo modo di ottenere un suono aspro e un brontolio intermittente: vengono messi davanti alla bocca gli scudi che diventano una cassa di risonanza in grado di amplificare la voce rendendola più forte e più cupa.

Cantare sotto gli scudi, vuol dire evocare a sè e per gli amici potenza travolgente che li preservi nella battaglia. L'associazione con i canti di battaglia è naturale. Il canto unito all'ardore, al cameratismo, genera vigore e libera i militi dalla paura sostenendoli nello sconforto. E nella battaglia a ciclo aperto ed in ogni recesso della vita, giova saper cantare questo canto.

ᛋ . ᛉ . ᚫ

L' undicesimo canto si occupa quindi della protezione per i compagni in battaglia, è l'antica pratica germanica della "filatura del canto dei guerrieri"con gli scudi.Per questo è opportuno chiamare il potere dei Vanir attraverso Sowulo, per portare il potere degli Alfheim, il reame degli esseri della luce. Altre rune combinate con Sowulo sono Algiz, per invocare la protezione delle Valchirie e Ansuz, per una diretta connessone cone le pratiche del canto di incantesimi. Quest'ultima runa è usara per invocare la protezione di Odino.


Canti di Battaglia.
Mi dilungo anche oggi ma ne vale la pena.
E' un po triste che nel fare ricerche serie su questo argomento, l'unica cosa che spunta fuori sono o sportivi, o peggio giochi di ruolo. Chiunque però abbia visto il Tredicesimo Guerriero, che consiglio comunque per le citazioni carine del mondo norreno può ricordarsi questo:



 "Lo, there do I see my father. Lo, there do I see my mother, and my sisters, and my brothers. Lo, there do I see the line of my people... Back to the beginning. Lo, they do call to me. They bid me take my place among them. In the halls of Valhalla Where the brave may live forever."


"Ecco là io vedo mio padre, ecco là io vedo mia madre e le mie sorelle e i miei fratelli, ecco là io vedo tutti i miei parenti defunti, dal principio alla fine. Ecco, ora chiamano me, mi invitano a prendere posto in mezzo a loro nella sala del Valhalla, dove l'impavido può vivere per sempre".

Questa preghiera utilizzata per il film è stata ispirato da Ibn Fadlan's 10° secolo. Ar-Risala, "The Letter" del Varangian Rus.
Ahmad ibn Fadlan ibn al Abbas ibn Rasid ibn Hammad è stato un cornista, viaggiatore arabo, nel 921, il califfo di Baghdad ha inviato Ibn Fadlan con un'ambasciata dal re dei Bulgari del Medio Volga. Ibn Fadlan ha scritto un resoconto dei suoi viaggi con l'ambasciata, chiamato Risala. Questo Risala è di grande valore storico, anche se è chiaro in alcuni punti abbia inesattezze e pregiudizi, nulla di nuovo rispetto anche alle fonti cristiane. Vale la pena di raccontarvi la sua "La Lettera" ma nel prossimo articolo.


Un altro spunto interessante per i canti di battaglia può provenire dal VǪLUSPÁ - Ragnarǫk (Ragnarök- Ragnarøkkr) e dice cosi, e dove trovate la frase in neretto può essere un canto di battaglia:


Poi Gangleri ha detto: 'Cosa c'è da raccontare sul Ragnarök? Non ho mai sentito parlare di questo prima '.

L' Alta un detto: 'Ci sono molte e grandi notizie per raccontarlo. In primo luogo verrà l'inverno chiamato Fimbulvetr. Neve guiderà da tutte le parti, ci saranno gelate e venti pungenti; il sole sarà inutile. Ci saranno tre di questi inverni di fila senza estate tra loro. Prima di allora, però, ci sono altri inverni che passeranno accompagnati da grandi guerre in tutto il mondo. I Fratelli si uccidono a vicenda per amore del guadagno, e nessuno sarà risparmiato, il padre o il figlio in omicidio colposo o incesto. Come si dice nel Visione della Volva :

Bræðr munu berjask
ok at bǫnum verðask,
munu systrungar
sifjum spilla,
hart 's í heimi,
hórdómr mikill,
skeggǫld, skalmǫld,
skildir klofnir,
vindǫld, vargǫld,
áðr verǫld steypisk
[Grundir gjalla
gífr fljúgandi.]
mun engi maðr
ǫðrum þyrma.

I fratelli si aggrediranno
e alla morte giungeranno,
tradiranno i cugini
i vincoli di stirpe,
prova dura per gli uomini,
immane l'adulterio.
Tempo di asce, tempo di spade
s'infrangeranno scudi,
tempo di venti, tempo di lupi,
prima che il mondo crolli.
[Strepita il suolo;
volano via le streghe.]
Neppure un uomo
un altro ne risparmierà.

Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.wikipedia.
http://web.mit.edu/norvin/www/somethingelse/ragnarok.html
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giovedì 18 agosto 2016

Lune Nordiche : Ottava Luna || Syn

Diventando più tradizionalista, ho modificato un po' il mio modo di celebrare gli esbat, ho integrato la tradizione, per quanto mi sia possibile poiché nella Tradizione Nordica Mani, dio della luna è maschio, ed io non riesco a vedere la Luna in questo modo, con le vecchie tradizioni che ho sempre osservato e che chi mi segue da tempo ha letto anni fa, o ha visto in video. Non so se davvero ho intenzione di scrivere ogni rituale qui, vediamo se vi interessa, sicuramente non li trascriverò in modo completo, qualcosa di quello che faccio così come era per i sabba, resta privato anche per le lune, poiché è una tradizione personale che porto avanti con le ⌘Figlie della Nebbia e del Fuoco ⌘.


OTTAVA LUNA

Decora l’altare con foto o cose di antenati, fasci di spighe e cereali, agrifoglio.
Rappresentazioni di Syn, una pietra del giuramento, un arma o un oggetto particolare.

Sotto la Luna dell'Agrifoglio,
Guerriero di ferro delle bacche rosso sangue,
Invito Syn la Testimone Guardiana
Una volta sanciti i vincoli, devon esser mantenuti
Combattuto il nemico dell'integrità
Senza menzogne, sia salva la mia anima.
Chiudo le porte della mia volontà contro quelle voci
Che sussurrano e tentano dall'interno
Questo mi conduce ad un percorso più conveniente
dove io possa trovare realizzazione.


Syn è la dea guardiana della porta di Fensalir, ed è una Dea dei giuramenti. Vive a Fensalir e se si arriva in ritardo sarà lei a decidere se farvi andare avanti o no, Frigga si fida dell'istinto di Syn, e in generale le lascia responsabilità decisionale. Dovrete spiegare a lei le ragioni che avete per voler entrare a Fensalir.
Syn difende i deboli, è chiamata da parte di coloro che sono stati ingiustamente accusati di reati per aiutarli nelle loro battaglie. Il suo nome significa "negazione".

⌘ Pensa quindi alle ingiustizie subite, le condizioni a cui volete mettere fine o semplicemente a qualche progetto che prevede un investimento legale, come l’apertura di un attività. O ancora se vi è in corso qualche atto giuridico o siete coinvolti in cause legali.
Scrivete la vostra “causa” qualsiasi essa sia su un foglio e mettetelo sotto una pietra, un arma o un oggetto sacro, opportunamente consacrato.

Syn, dea possente, guardiana di Fansalir
Tu, che sbarri la porta contro gli intrusi
Tu, che impedisci alla cattiva sorte di entrare
Tu, dalla forte volontà e dal forte braccio

Syn, dea del Thing, l’assemblea di uomini liberi
Difensore degli innocenti
Custode degli antenati
Guardiana della sorte

Dea della verità e della Luce.
Syn l’incorruttibile.
Vieni tra noi.
Proteggi bene le nostre case.
Mantieni saldo il nostro onore.
Potente Syn, noi ti invochiamo.
E a te chiediamo che sia restituito ciò che ci spetta.
A te chiediamo che la verità sia detta
A te chiediamo giustizia.

⌘ Descrivete nella mente ciò che state chiedendo, appoggiate il palmo su una pietra.
In alternativa potete portare un amuleto da caricare con questo intento.

Su questa pietra chiedo….
E giuro sul mio onore, che nel bene o nel male il mio cuore è sincero.

⌘ Buttate poi il foglio nelle fiamme. Guardate come brucia e poi potete provare a leggere simbolicamente nella cenere o nelle braci: notate quali emozioni o immagini sorgono, per avere un presagio se la vostra richiesta è accolta o meno.


Come per ogni Luna Piena ringraziate la linea di sangue femminile:
Qui potete invocare a modo vostro le divinità o il lignaggio, alcuni potrebbero chiamare l'intera stirpe di antenati, mentre altri come noi, solo quella femminile, questo per via del collegamento con la luna e per l'importanza delle Disir nel nostro percorso.

⌘ Scrivete un biglietto di ringraziamento per i vostri antenati e bruciatelo, l'incenso trasporterà il messaggio.

⌘ Fissate la fiamma piu viva dell’altare, il falò o la candela centrale, concentrandovi sul vostro percorso personale e spirituale, mentre siete seduti, potete raggiungere altri luoghi, e vedere altri eventi.
Si possono anche ricevere e mandare messaggi attraverso la fiamma.


Fonti :
Appunti personali relativi al rituale 
www.northernpaganism.org
Norse Goddess Magic: Trancework, Mythology, and Ritual - Alice Karlsdóttir
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lunedì 15 agosto 2016

18 Incantesimi Runici - Ljóðatal || #10

Ljóðatal || Dissertazione sui canti magici
CLV.
155. Þat kann ek it tíunda:
Questo conosco per decimo,
ef ek sé túnriður
se io vedo «cavalcatrici dei recinti»
leika lofti á,
giocare nell'aria,
ek svá vinnk
io posso fare in modo
at þær villar fara
che esse smarriscano il ritorno
sinna heimhama,
ai loro corpi a casa,
sinna heimhuga.
ai loro spiriti a casa.



Quale che sia la lettura della strofa, essa esprime concetti molto difficili da rendere a parole e la loro traduzione in italiano va presa in senso approssimativo, in quanto si riferiscono ad un'area che va al di là del linguaggio stesso.
La strofa in oggetto si riferisce ad esseri in grado di staccarsi dal copro ed entrare nella vita del loro corpo sottile, ovvero il lor genio. In questo modo essi possono proiettare se stessi altrove, in modo da apparire sotto altre forme, illusorie, specie animali., Questi esseri non dovevano agire in modo pacifico, come spesso risulta nelle saghe, ma in primo luogo teorizzavano gli uomini, come sembra il caso anche in questa strofa. L'azione di Odino pare, dunque, che consista nel neutralizzare questi spettri in modo che essi vaghino per l'etere innocui, incapaci, di ritornate ai loro corpi e di rientrare in possesso della loro "anima individuale".

Parlando di questo tema è  inevitabile parlare dei Berserker, Ulfhendar, e Svinfylking.
Vi riporto un testo scritto nel 2011 e nel 2012
Essi.. partirono senza cotte di maglia di ferro, ed erano frenetici come dei cani, o dei lupi; addentarono i propri scudi ed erano forti come gli orsi o i cinghiali; uccisero degli uomini, ma ne il fuoco il ferro potevano far loro del male. Viene chiarito  'running Berserk'....il guerriero leggendario norvegese.

I popoli primitivi e antichi possedevano una forma di spiritualità diversa dalla nostra.
Per loro il sovrannaturale ed il divino convivevano e si fondevano con la realtà quotidiana e fisica.
Lo “specialista” di questa forma di religione (termine improprio però) era lo sciamano.
Lo sciamano e lo sciamanesimo non rappresentano una religione ma un insieme di pratiche, culti e dogmi atti a portare il divino ed il sovrannaturale nella vita degli uomini e logicamente a saper interagire con entrambi i mondi.
Gli sciamani, uomini sacri, consacrati dopo una “chiamata” dal mondo sovrannaturale che può avvenire in vari modi, sono così guaritori, viaggiatori di universi metafisici e piani spirituali, medium, sacerdoti… ed in tal caso guerrieri.
Gli sciamani guerrieri sono una realtà rara, di cui troviamo un esempio concreto nei popoli germanici, nati dalla fusione tra popolazione autoctone nord europee di agricoltori relativamente pacifici dediti a culti femminili e naturali con gli invasori e bellicosi indoeuropei che possedevano un pantheon affollato da virili guerrieri.

Lo sciamano così, l’uomo sacro oltre che essere utile alla comunità come “medicine man” e come intermediario presso gli Spiriti era anche un guerriero, e il più temibile.
Secondo lo storico delle religioni Mircea Eliade, nella sua opera “Le sciamanisme” lo sciamanesimo è innanzitutto la padronanza delle tecniche dell’estasi. Lo sciamano non è un posseduto ma uno che domina gli spiriti per l’utilità della tribù usando l’estasi per spostarsi tra i mondi.
Proprio l’estasi è la tecnica sciamanico chiave (forse l’unica) di cui si servivano i guerrieri totemici germanici.
Gli sciamani guerrieri appartenevano ad una casta a parte e si dividevano in gruppi che prendevano il nome dal loro animale totemico: Berserker (uomini orso), Ulfedhnar (lupo), Svinfylking (cinghiale).
Dei Berserker e Ulfedhnar si parla nella Saga di Egil, nella Saga di Hrolf e nella Saga di Yngling, nella saga di Grettir, nella Saga di Egil, nell’Edda… anche lo storico latino Tacito ne fa menzione.
Fino alla conversione al cristianesimo i berserker furono truppe d’elitè dei re scandinavi.
Vennero banditi nel 1015 e i gruppi organizzati scomparvero nel 1100.
Furono proprio le storie sugli ulfedhnar a contribuire alle leggende sui lupi mannari, il vescovo Olaus Magnus, ci parla di “Licantropi del Baltico”

Al giorno d'oggi la frase "going berserk" viene usata quando qualcuno è assalito da un furore indomabile e attacca alla cieca le persone o le cose con una forza apparentemente soprannaturale. In origine, "to go barserk" significava andare in battaglia indossando una "camicia di pelle d'orso". Indossarla era il segno distintivo del Berserker, un praticante di una specie di arti marziali che, pur essendo privo di una classica armatura, era cosi forte e feroce da essere temuto dai suoi avversari.
Attraverso la pelle d'orso il guerriero attingeva alla forza stessa dell' animale, quel potere sovrumano che nelle arti marziali orientali si manifesta come ki, ed è l'önd nella tradizione nordica. La forza dell'orso era una tecnica che andava appresa. Essi avrebbero dimostrato la capacità di incanalare l'önd con l'impresa del Bear's warmth, in cui, pur essendo poco vestiti, non sentivano nè soffrivano il freddo.
Pare che questi guerrieri fossero devoti al culto dell'orso europeo, in personificata dalla dea Artio o Artiona; a lei vi era un tempio dedicato vicino a Berna in Svizzera, fondato da un guerriero medievale dopo l'apparizione di un orso.
Il potere dell'orso veniva conquistato durante l'iniziazione del Berserker.  Tra le vari prove che l'aspirante doveva superare c'era quella di uccidere l'immagine di un animale che vegliava nella sala reale poi bisognava bere il suo sangue, e cosi assimilare il potere dell' orso a quello del guerriero.
Al Berserker veniva attribuito il potere dell hamrammr o del cambiamento di forma (shapeshifting). Questa capacità poteva essere diretta alterando la percezione altrui, o esterna al proprio corpo. Questo a volte comportava un cambiamento del corpo astrale, poiché questi guerrieri è chiaro avessero anche doti sciamaniche oltre a saper incanalare l'önd ed essere esperti di arti marziali.
Questi guerrieri erano i principali elementi negli eserciti dei re Norvegesi precristiani.
Otre i Berserker sono noti anche gli Ulfhendar, essi indossavo sul giaco delle pelli di lupo 'vargstakkar', e a differenza dei Berseker che combattevano a squadre, essi entravano in combattimento da soli. Si dice che anche alcuni Ulfhendar combattessero senza armatura e solo con in dosso le pelli dell' animale.
Un Ulfhednar ci viene mostrato su un plinto proveniente da Torslunda, sull'isola Baltica i Olund. Questo plinto era uno stampo su cui l'artigiano batteva con un martello le lamine di metallo che servivano a proteggere e adornare magicamente gli elmi. Mostra un uomo che indossa un elmo con le corna e porta due bastoni. Vicino a lui c'è un Ulfhednar, un uomo dalla testa di lupo armato di lancia In Gran Bretagna - a Kilpeck, nell'Hereforshire - in una chiesa del' undicesimo secolo c'è una scultura che potrebbe essere una tarda interpretazione di questa tradizione. E' una maschera di lupo dalla testa umana che sta in guardia in una scultura che si trova all'esterno della chiesa e che probabilmente è una copia in pietra di quelle maschere che venivano appese nei templi pagani e usate in tempo di guerra o nelle cerimonie.
Gli sciamani d'oggi e del passato utilizzavano questi stessi travestimenti nelle loro cerimonie per fare da ricettacolo di spiriti. Uno dei soprannomi di Odino è Grim; ovvero "colui che è mascherato".
Le tecniche di Ulfhendar e Berserker erano dense di pericoli soprattutto se non si era iniziati. Un esempio si trova nella Volsunga Saga.
Gli eroi Sigmund e Sinfyotl incontrarono pervaso nella foresta due uomini che dormivano e che portavano anelli magici d'oro. Sopra di loro erano sospese due pelli di lupo, che essi rimuovevano ogni quinto giorno e indossavano di nuovo per mezzo degli anelli. Sigmund e suo figlio indossarono le pelli di lupo ed acconsentirono a seguire certe regole di combattimento "parlavano la lingua dei lupi, entrambi capivano quel modo di parlare...Fecero un accordo in base al quale ciascuno dei due avrebbe avuti la possibilità di assumere sette uomini, ma non uno di più. Se avessero superato quel numero, avrebbero dovuto gridare nel linguaggio dei lupi". I due Volsungs indossarono le pelli ma uccisero persone finché non riuscirono togliersi le pelli. Il linguaggio del lupo è una forma di richiamo simile al Kiai delle arti marziali orientali, abbassa la pressione sanguigna degli avversari, consentendo al guerriero di colpire. "i Berserker abbaiavano e gli Unfhendar ululavano" - Hrafnsmàl scritto Norvegere.
La tradizione di guerrieri lupo non è solo Scandinava. A Radnor, la figlia di un principe celtico Gallese mosse guerra ai suoi nemici sotto forma di lupo. A di là del mare, un libro Irlandese del tredicesimo secolo The Wonders of Ireland (Le meraviglie d'Irlanda), si afferma "Ci sono alcuni uomini nella razza Celtica che hanno il potere meraviglioso che ereditano dia loro antenati: per un'arte maligna, infatti, essi possono assumere a loro piacere la forma di un lupo dai denti aguzzi e taglienti".
Sono in oltre leggendarie le armi attribuite a questi guerrieri. Nella lettura arturiana , l'inizio di Le Morte d'Arthur di Malory ci presenta un guerriero del clan del lupo.
Il famosissimo Beowulf, parla di un guerriero del culto del lupo, infatti, quel nome è composto dal nome del dio Anglo-Sassone Beow e da Wolf, Il nome sacro è parte della tradizione magica e i nomi dei guerrieri, si basano sul clan di appartenenza e per il valore dell' uomo stesso.
Tracce delle confraternite guerriere (Mannerbunde, in Sassone) restano nei nomi che hanno come radice Bjorn (orso), oppure hanno nel nome Ulf.
Anche un personaggio Tolkieniano è ispirato dai berserker, Beorn, che ha la capacità di diventare orso a suo piacimento per combattere, come si vede anche dal nome.

Questi guerrieri spesso avevano subito un tirocinio fisico e spirituale paragonabile alle più conosciute arti marziali Orientali, ed erano capaci di compiere delle gesta straordinarie.
L'Hàvamàl racconta della runa che rende capace il guerriero di fermare una freccia in volo. La pratica guerriera speso viaggiava di pari passo all'arte magica, alla magia impiegata in battaglia si ricorre nella Hardar Saga, in cui ha luogo l'Herfjottur (war fetter), un incantesimo veicolante che causa la paralisi o la perdita di potere delle forze nemiche.
Per poter utilizzare le le discipline apprese durante la sua formazione il guerriero utilizzava l'energia dell'Ӧnd, che è nient'altro che una forza esistente o un conglomerato di forze ed energie presenti in ogni essere vivente, che ogni tradizione chiama in modo diverso: è il prana per gli Indù; il pneuma per i Greci, il solvente universale per gli alchimisti; il vril della Teosofia; il ch'i qi della geomanzia cinese e delle arti marziali. L'Ӧnd nordico è tutto e genera ogni cosa, rende possibile e proviene da noi stessi come da ciò che ci circonda come lo spirito dei luoghi e le forze che dominano il mutare della natura.


Il Contratto con il dio
Questi guerrieri erano votati al dio Wotan/Odino, il re degli dei di Asgard, il dio che al tempo stesso rappresentava il potere regale, la saggezza, la conoscenza e la forza e naturalmente era il dio sciamano.
Il dio si accompagna con i suoi animali totemici: i due corvi parlanti Huggin e Munnin (Pensiero e Memoria) i lupi Geri e Freki (Affamato e Divoratore) ed a Sleipnir, il cavallo ad otto zampe (l’otto è il numero più vicino alla perfezione che è il nove, come sono nove i mondi che si diramano da Yggdrasil, il frassino che regge l’universo) che porta incise sui denti le Rune.
Proprio dal dio ricevevano protezione e forza, era Odino stesso ad inviare il furor e una volta morti sarebbero giunti nel paradiso degli eroi, il Walhalla , dove si addestravano accanto agli dei in attesa dell’ultima battaglia alla fine del mondo, il Ragnarok.
Wotan deriva dalla radice indoeuropea WAT, cioè furore guerresco ispirato, che oltre all’interpretazione di spietatezza e ferocia che usarono i cristiani per condannare queste pratiche, rappresenta una vera e propria rappresentazione dello spirito che si manifesta in tutta la sua potenza nel limitato corpo, veicolo temporale e che può quindi venirne trasformato.
Proprio di questo furore guerresco  questi guerrieri si avvalevano per combattere.
Un addestramento nelle tecniche sciamaniche infatti permetteva di padroneggiare le tecniche per raggiungere stati di coscienza alterati.
Nello stato di furor i guerrieri divenivano simili alle bestie che li rappresentavano.
Ringhiavano, ululavano, andavano in battaglia incuranti del freddo, della fame, della fatica, delle ferite, sprezzanti della morte che anzi sfidavano e cercavano in battaglia come lasciapassare sicuro verso il Walahalla, il paradiso degli eroi.
In preda alla furia uccidevano chiunque si trovassero davanti.
Si dice che potessero combattere mentre il corpo era addormentato nella tenda (viaggi con il corpo astrale o energetico, peculiarità dello sciamano) e che potessero morire a causa della furia ribollente che innalzava oltre misura la loro temperatura corporea e li consumava dall’interno se non veniva placata.
Lo stato di furia dei berserker era chiamato “berserkergang” e si manifestava prima con una sensazione di freddo e tremori in seguito la temperatura si innalzava tantissimo e il guerriero uccideva e distruggeva indiscriminatamente (si dice me mordessero gli scudi) in seguito alla furia per alcuni giorni il guerriero cadeva in uno stato di torpore e depressione, tanto da avvalorare l’ipotesi che per aiutare la furia si usassero alcolici e piante psicotrope per riuscire a padroneggiare l’Ond, ovvero una potente energia cosmica.
Secondo il mito era proprio Odino a guidare il guerriero nello stato di furia.
Il rituale che portava alla furia era chiamato hamrammar (mutamento di forma) le cui modalità sembrano essere bevute rituali (bragafull) di una birra molto forte, l’uso di un preparato a base di amanita muscaria (fungo che a forti dosi può essere letale ma che opportunamente preparato funziona come allucinogeno e antidolorifico) ed erbe come la Digitale (che aumenta il battito cardiaco e l’adrenalina) e dei rituali di gruppo in cui si ricorreva a danze e canti fino allo sfinimento per raggiungere l’estasi. Il resto era affidato al dio, che come ho già detto, proteggeva il guerriero sciamano.
Alcune teorie moderne sui guerrieri totemici valgono la pena di essere esposte.
Secondo alcuni studiosi i berserker (ed affini) erano persone che già presentavano turbe psicologiche dalla nascita, forse malattie mentali congenite, dato che le cariche dei Guerrieri Sciamanici erano ereditarie.
La magia Empatica , ovvero una forte autosuggestione collettiva dovuto al fanatismo religioso potrebbe essere una causa delle peculiarità di questi guerrieri assieme ad un duro addestramento sin dall’infanzia che trasformava uomini in folli macchine per uccidere segnandone profondamente il corpo e la mente.
Le malattie che secondo alcuni potevano essere la causa, sono l’isteria e l’epilessia o la malattia di Paget che a causa di uno sviluppo abnorme delle ossa del teschio crea una pressione sul cervello che potrebbe essere la causa della rabbia del guerriero, infatti nella saga di Egil si parla di teste grosse e sgradevoli.
Le caste si distinguevano tra di loro oltre che per l’animale per il modo di combattere.
I berserker combattevano da soli mentre Uomini-Lupi e Uomini-Cinghiali usavano la forza del branco.
Su piastra in bronzo rinvenuta a Torslunda in Svezia, si riconosce un Guerriero Ulfedhnar con le proprie armi di appartenenza lancia e spada corta, il loro giaco di pelle era detto Vargstakkar.
Gli svinfylking combattevano in una particolar e formazione a cuneo dove i migliori due combattenti d’ascia “Rani” (musi) stavano alla punta.

La furia indoeuropea
Come già detto anche tra i Celti il furor era molto comune, ma il “furor teutonicus” era diverso da quello “gallicus”.Mentre per il germanico la forza deriva dal contratto con il dio, per i celti il furor era il risultato di un desiderio esasperato di apparire un superuomo agli occhi altrui.
Il celta si propiziava certo le divinità ma desiderava solo gloria e ammirazione, che nella società celtica avevano come conseguenza l’ elevazione sociale.
Gli esempi noi mancano: Cuchulain si abbandonava a spericolate contorsioni sul carro, mentre l’occhio sinistro si chiudeva, il destro si allargava a dismisura, proprio come Odino che aveva dato un occhio per bere alla fonte della conoscenza.
La parziale cecità è una condizione privilegiata, possiamo citare le figura classica dell’Aedo greco, a cui si diceva che le Muse in cambio del talento togliessero la vista. In realtà una persona “cieca” significa solo una che non si ferma alle apparenze e filtra il mondo attraverso la sua interiorità.
Inoltre non sembra un caso che l’occhio mancante di Wotan fosse il destro: infatti gli occhio sono connessi all’emisfero opposto.
Accecare l’occhio destro significa diminuire la percezione dell’emisfero sinistro, logico, razionale e “materiale” e amplificare il raggio del destro, più intuitivo ed empatico.


Sarebbe importante anche parlare del Flynja, ma intendvo farlo più avanti, è un argomento ancora molto discusso e difficile. Una , secondo me, delle migliori interpretazioni è stata tradotta pe rnoi da una mia cara amica Nike Brianna che ha usato testi decisamente attendibili : “Hedge Rider” di Eric De Vries e “Wyrdwalking” di Raven Kaldera. Trovate l'articolo qui Fylgja, Fetch e Kinfylgja

L’idea che una parte dell’essere umano possa lasciare il corpo in forma animale è collegata all’idea del fylgja.
Il Fylgja non è né uno spirito animale né un animale totem.
È un pezzo dell’anima di un essere umano che assume forma animale.
Non è necessariamente connesso allo spirito animale del quale prende forma (es. se prende forma di cervo non è legato allo spirito del Cervo inteso lo “spirito collettivo di tutti i cervi”).
Il Fylgia è infatti la forma animale di una parte dell’individuo o suo “doppio”. Si diceva che il fylgia risiedesse all’interno del corpo e che potesse lasciarlo quando la persona era addormentata – o in trance – e che potesse allontanarsi per grandi distanze. Qualcuno potrebbe domandarsi se le esperienze fate dal fylgja non siano parte di un sogno lucido.
Per creare un fylgja è necessario un talento particolare, o può essere appreso da qualcuno in grado di fare shapeshifting anche se molti di coloro che viaggiano tra i mondi lo manifestano in modo spontaneo.
Si tratta di prendere una parte dell’anima di qualcuno o di se stessi, portarla sul piano astrale collegandola alla coscienza della persona, darle forma e coscienza propria e lasciarla libera di andare dove sente di voler andare.
È diverso dal praticare semplicemente lo shapeshifting di un intero corpo e viaggiare con esso.
Il fylgja è il prodotto di una dissociazione psichica, voluta o accidentale.
Il pezzo dell’anima che si è spostato sul piano astrale e si muove seguendo i suoi desideri prende poi forma animale.
Può essere inviato in ricognizione o in viaggio assieme a qualcuno.
La connessione della coscienza tra l’individuo ed il suo fylgja è una parte molto importante del lavoro sciamanico, perché così una persona può apprendere e fare esperienze tramite una piccola parte della coscienza in movimento che può viaggiare e vedere cose nell’altro mondo per poi tornare indietro per riportare ciò che ha appreso.
Ma c’è un pericolo nel mandare il fylgja a vagare da solo. Si tratta infatti di una parte di anima, e anche se può avere forma e attributi animali non ha il maegen [legato al concetto di “onore” visto come un potere personale che si si guadagna compiendo azioni d’onore. Ad esempio quando si “dà la propria parola d’onore”; mantenendo la parola data accresce il nostro maegen, mentre infrangendo la parola data si perde del maegen] della persona intera, e quindi è vulnerabile. Se danneggiato o ucciso, la perdita di questa parte significativa della propria anima può influire direttamente sulla salute della persona ed indebolirla permanentemente, a volte tanto da fargli rischiare la vita.
Il mito dei lupi mannari, licantropi o degli uomini-lupo era molto presente nella cultura norrena. Quando qualcuno era proclamanto ‘warg’ (tipo di lupo caratteristico della mitologia norrena, che designava bestie quali Fenrir e i suoi figli Sköll e Hati – fonte Wikipedia), questa persona diventava un fuorilegge, ciò significava che lui non godeva più della protezione della comunità al quale apparteneva.
Secondo Alby Stone (autore di “Explore Shamanism”, nda), la parola ‘warg’ quando detta direttamente ad un essere umano, provocava nella persona al quale era indirizzato dei cambiamenti che lo facevano mutare in un lupo,. Quando una persona era dichiarata fuorilegge egli era mandato fuori, nella foresta, bandito dal villaggio.
Questo tipo di situazione ricorda molto il simbolismo della siepe vista come confine tra i mondi, quello ordinario e quello selvaggio, quindi quando una persona veniva proclamata ‘warg’ era inviata oltre la siepe, oltre il confine, nell’Altro Mondo.
Figure simili al fylgja esistono tra gli sciamani Yakut della Siberia, dove la parola yekyua descrive uno spirito animale legato all’anima di una persona molto simile al fylgja.
Il yekyua (letteralmente “madre-animale”) è spesso inviato a vivere nella foresta o in un luogo selvaggio; gli sciamani sanno che se il loro yekyua venisse ucciso (magari in una disputa con un altro sciamano) morirà e che per questo va protetto.
Uno sciamano Yakut perciò per proteggere il suo yekyua dice “Il mio yekyua non verrà trovato da nessuno; lui resta nascosto lontano, là, nelle rocciose montagne Edjigan”.
Nonostante il pericolo di morte e la volontà di proteggerlo però questo può essere inviato per lottare contro gli yekyua di altri sciamani, assumendo che questi abbia assunto la forma di un altro animale da combattimento.
Un’altra forma comune per il fylgja è quella umana.
Alcuni fylgjar (plurale) assomigliano perfettamente all’individuo al quale sono legati- al quale ci si riferisce con il termine “Fetch“, che può essere anche visto quando la propria vita è in pericolo. (Può capitare ad alcuni che uno stato di terrore improvviso possa far uscire il fylgja dal proprio corpo. Gli spirit–worker in molte culture attestano che forti paure o traumi causino la separazione temporanea dell’anima che viene proiettata sul piano astrale).
Il Fetch è quell’oscuro, spaventoso, seppur potente aspetto di noi che temiamo e amiamo allo stesso tempo. Ci protegge ed al contempo ci combatte e ci mette alla prova. Può sembrare strano, ma la battaglia con il Fetch può in effetti essere collegata ad un percorso mistico; l’Anima deve, letteralmente, conquistare ed uscirne vincitrice. Questa è la battaglia tra il pensiero razionale e l’istinto animale. Con l’essere umano razionale che possiede ancora gli impulsi istintivi dal Fetch. Prima di poter andare nel Mondo di Sotto si deve essere ‘sconfitti’e venire a patti con quest’oscuro potere.
Altri fylgja possono assumere sembianze umane del sesso opposto, come gli Animus o Anima Junghiani, o separati di fatto dal resto dell’anima complessiva. In alcuni casi il fylgja può servire come stimolo o partner spirituale.
D’altro canto non è insolito per spiriti diversi dal fylgja agire in modo simile al fylgja e quindi finire con il confonderli.
Non è facile capire se lo scoiattolo che abbiamo incontrato nei nostri sogni era il nostro fylgja o lo spirito dello Scoiattolo che può aver manifestato un interesse nei nostri confronti.
Non è irrilevante cosa sia cosa – anche se un fylgja è molto più difficile da offendere poiché fa parte di noi stessi – ma possono comunque svolgere ruoli simili e questo può creare una grossa confusione. La divinazione può aiutare a capire se si tratta dell’uno o dell’altro.
Un Kinfylgja è invece lo spirito guardiano di un’intera famiglia, un clan o un lignaggio. Protegge una certa famiglia o una certa discendenza che, ad esempio per gli sciamani, può passare dallo sciamano maestro ad un altro, come il suo apprendista, invece che tra membri della stessa famiglia. Ciò può avvenire a causa della morte del membro più anziano o tramite un passaggio rituale mentre entrambi sono ancora in vita.


ᛞ . ᛖ . ᛚ

Il decimo incantesimo parla di "streghe" ovvero nemici, che "volano in aria" (forma astrale), e di come combatterle, confonderle e privarle dei loro sensi e della forma che possono assumere. Non è un compito facile! Tuttavia, Dagaz è certamente una delle rune da usare. Come si è visto è una runa speciale per l'opposizione a qualsiasi cosa, e agisce velocemente. Mutarforma e la usare  la stregoneria è indicato in combinazione con questa magia. Pertanto il regno da cui attingere il potere Dagaz, per contrarre queste azioni è Mulspelheim. Le due rune che accompagnano Dagaz sono Ehwaz, per confondere le loro forme, e Laguz per confondere i loro sensi. Tutto ciò deve essere interpretato in termini di attacco astrale, con l'ausilio della forma di un animale. Questo potrebbe essere un evento raro, ma queste tre rune sono un indispensabile aiuto per combatterlo.


Non da meno potrebbe essere utile una combinazione, ancora una volta conle Flærdgstarf, doghe dell inganno composta da Helgalaz, Nautiz e Turisaz. Dove Turisaz usata per tre volte prima di ogni runa ne inverte il potere. Queste rune sono usate per cambiare  le cose, comunque esse siano, anche quando un cambiamento potrebbe portare alla morte.
ᚻ ᚾ 
Anche le rune SIG , erano rune che davano maggiore abilità, mirata al successo, delle proprie azioni, Attraverso queste rune si invocava il dio Thor due volte, con antiche invocazioni tradizionali. Venivano tracciate sui vestiti , guanti, sull'elsa, sulla tromba di guerra e altri oggetti

Fonti :
bifrost.it
Northrn Mysteries a Magick - Freya Aswynn
Hávamál. La voce di Odino, Il testo sacro degli antichi vichinghi - Diana edizioni.
Scritti Raven Kaldera
www.bluedragon.it
it.wikipedia.org/wiki/Berserker_(vichingo)
www.laviadelnord.net
Cristophe Levalois – Il simbolismo del Lupo
Christian Sighinolfi – I Guerrieri lupo nell’Europa Arcaica
Franco Cuomo – Gli Ordini Cavallereschi
F. Codino – Introduzione ad Omero
Tradizioni Nordiche - Pennick
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