venerdì 15 luglio 2016

Völva e seiðr- Prima della pratica


Prima di parlare attivamente di rituali e pratiche, è doverosa una piccola prefazione, per quanto non credo ce ne sia bisogno, mi sembra comunque giusto farla, così come dal libro dal quale traggo spunto per questi articoli sulla Völva e il seiðr.

Praticare il seiðr, che voi riusciate o meno come Völva, significa andare incontro a quella parte di magia che da molti è considerata "oscura", se avete letto il precedente articolo al riguardo 11# Divinità Nordiche: Gullveig, Harthgrepa e Angrbodða || Völva e seiðr. penso vi siate fatti un idea. Anche nel mondo norreno, quindi, il seiðr aveva un confine labile sulla definizione di che tipo di magia fosse.
Parleremo di rituali di maledizione, di rituali che coinvolgono anche gli spiriti dei morti, pertanto oltre a non essere un percorso per tutti (non per i neofiti sopratutto) va affrontato con le giuste considerazioni (sull'etica della magia) e di conseguenza bisogna avere delle buone basi e strumenti per andare avanti.
Se per precauzione dovessi parlare di ogni punto che possa essere utile a voi e ogni  passo che andrebbe approfondito, non arriverei mai al dunque di questo discorso. Mi auguro sempre che chi passa di qui a leggere, abbia quantomeno qualche anno di studio alle spalle, anche solo attraverso un qualsiasi altro sentiero neopagano, che abbia potuto fornire l'abc della magia, stregoneria, tradizioni e riti.
Oggi mi limiterò a parlare di due cose, Protezione e Messa a Terra, perche sono si una base, e perche queste spiegazioni possano anche qual'ora modificare un po il vostro modo di praticare (sempre se site interessati a questo percorso).



Protezione
Per Protezione all'interno di questo tipo di lavoro, si intende non esattamente la barriera del cerchio magico che siamo abituati a creare:
Un confine tra il mondo reale e il mondo degli Dei e i mondi sottili, come un gradino che ci innalza a percezioni diverse.... il cerchio viene alimentato al potere della strega o della congrega e dagli elementi, Aria, Terra. Fuoco e Acqua.
Per questo tipo di lavoro non dobbiamo bloccare le porte perche non passi nulla attraverso, poiché spesso si tratta di lavorare con entità che altrimenti rimarrebbero fuori.
Tuttavia, resta fondamentale non mettersi in pericolo, spirituale e fisco, e non mettere in pericolo neppure chi pratica con voi.
Dicevamo quindi, che il concetto di protezione più noto è sicuramente quello offerto dalla wicca, il che non è sbagliato se per voi funziona, e non dovete neppure buttare nel dimenticatoio qualsiasi cosa appresa solo perchè volete intraprendere un sentiero tradizionalista, ma è bene definire meglio che tipo di protezione ci serva per operare il seiðr.

Il primo passo per la salute e la sicurezza spirituale è fare in modo che lo spazio in cui si sta lavorando sia pulito.
Ciò significa non rendere lo spazio sterile, sopratutto se è sempre lo stesso dove praticate, ma almeno assicurarsi che non vi sia qualcosa di dannoso o inutile.
Le tecniche base le consociamo tutti, acqua e sale, incenso (salvia e rosmarino funzionano bene), smudge, palito santo etc. o altre tecniche, funzionano bene.
Ciò che non viene mai spiegato è esattamente da che cosa ci proteggiamo e cosa deve restare fuori.
Il presupposto è che quando facciamo un qualsiasi lavoro magico, creiamo un' energia particolare, a volte molto potente (il famoso cono di potere Alexandriano: Forma di energia collettiva suscitata da una Congrega riunita in un Cerchio al fine di promuovere uno scopo deciso nella precedente Assemblea).
Questa energia è in grado di richiamare un sacco di cose anche senza volerlo, è un po' come se puntaste dei riflettori su di voi.
Il problema nasce quando si vuole lavorare con gli spiriti (non intendo solo quelli dei morti) e quindi si vuol ben una risposta e la partecipazione di questi, ma non si vuole comunque spalancare le porte a chiunque.
Bisogna quindi trovare una via di mezzo. Ci deve essere qualche tipo di Cancello sufficientemente flessibile per far entrare chi si vuole e non ammettere indesiderati.
Parleremo per esempio del rito per lavorare con le Disir, piu avanti, ottimo per i rituali di luna nuova e per il periodo di Samhian, ovvero tra autunno e inverno, ma siete voi prima di tutto a dover trovare cosa può funzionare meglio per voi.
Un passo fondamentale, sarebbe quello di aver un buon rapporto con uno spirito tutelare, che sia animale o "umano" (totem o spirito guida) in modo che possa agire per conto vostro e non vi permetta di essere ingannati. Un esperienza superficiale non basta, ve lo assicuro per esperienza personale. In tal senso io vi consiglierei comunque prima del lavoro con gli spiriti, la parte della "La scala spiritica di Kardec" che quantomeno vi da linee base sugli imbrogli e ciò che gli spiriti di solito fanno con i neofiti dell'ambiente!
Altrettanto importante è essere sicuri che chi lavora con vi sia cosciente delle stesse regole, basta anche solo non credere davvero in quello che si fa per creare pasticci, tanto quanto al non credente a chi dirige il rito. So anche questo per esperienza...
C'è poi una scuola di pensiero, che suggerisce che quantomeno le divinità sono più grandi e più forti di noi e quindi abbiamo bisogno di lasciarli fare quello che vogliono.
Sta di fatto che una divinità raramente vi metterebbe in pericolo se fate le cose come si deve, loro conoscono i vostri limiti, conoscono fin dove vi possono forzare, cosa possano ottenere e da cosa è meglio preservarvi. Odino mi preserva dai viaggi sciamanici, perche sa che potrei non tornare, o almeno ciò valeva fino a qualche anno fa.
E' anche vero che non tutte le divinità sono uguali o si legano a voi, io non potrei immaginarmi a lavorare con Loki così per il gusto di tentare; ad ogni modo, credo anche che le divinità non abbiano tempo per i giochi, ciò che dobbiamo temere e chi vaga senza nulla da fare.
Detto questo, c'è chi adotta comunque regole ferree anche con le divinità, partendo dal presupposto che se noi andiamo nei loro regni dobbiamo rispettare le loro, e quindi gli Dei qui, devono sottostare alle nostre.
Un altro elemento utile è saper attuare schermi di protezione aurica, o avere altri spiriti tutelari che possano intervenire se avete bisogno o ancora, persone del gruppo e strumenti che possano intervenire in caso di bisogno.
Sono solita nell'aprire il confine, siepe o cerchio che dir si voglia, chiamare nel rito ogni protezione, affinché facciano la guardia per conto mio, credo che questo sia un passaggio imprescindibile anche se sembra di dover avere bisogno di un esercito ogni volta che si esegue un rito.
Il Seiðr sviluppa un grande quantitativo di energie quando viene parificato, se non siete soli, e questo è il presupposto su cui viene basata gran parte di questa pratica e dei riti della Volva (altrimenti chi ascolterebbe le sue predizioni?), dovete poter porre fiducia in chi presenzia al rito con voi, e avere in colui che lo dirigerà, se questi non siete voi. Immaginate che si verifichino possessioni di qualsiasi tipo, volute o meno, immaginate la tanto ambita pratica del Downing Down the Gods, se non vi fidate ciecamente di chi lo pratica, disturberete senza dubbio il rito con la vostra mal credenza, e allo stesso modo verrete disturbati da chi non crede nelle vostre capacità.
Il confine è molto labile, ma deve essere chiaro che con certe pratiche non si scherza, e dovete porre fiducia in voi e nei presenti, non deve essere un esperimento, vi deve essere profondo rispetto in ciò che succede.
Per evitare che qualcosa vada storto, è sicuramente qui che dovete imporre delle regole!
Chi è nuovo di queste pratiche non saprà necessariamente sapere cosa lo aspetta, e chi ha esperienza non sà come questi potrebbe reagire, anche se ben motivati e spinti da fede e buona intenzione. Ecco quindi alcune regole che potete adottare o comunicare come linee guida:
  • E' importante che tutti restino concentrati.
    Ciò significa che si entra in uno spazio sacro lasciando fuori la propria vita, se qualcuno è troppo preso dai problemi, svogliato o poco interessato, sarebbe meglio restasse a casa. Avrete bisogno della dedizione al rito al 100%.
  • Siate chiari sull'obbiettivo del rito.
    Si praticherà la veggenza? Si chiameranno delle divinità? Si chiameranno gli antenati? Dovete farlo sapere. Questo perche se è solo una persona a condurre il rito (come Volva per esempio), tutta l'energia e l'attenzione sarà rivolta su di essa. Non si è liberi di aprire varchi per altre cose, o cercare di spaziare in altri luoghi, tanto meno comportarsi in modo che il rito non funzioni, modificando o distraendo l'energia del rito. E' pericoloso!
    Un rito senza energia e senza focus preciso, avrà come risultato una delusione per tutti quanti.
    Esistono casi in cui il rito evolva a modo suo e l'energia venga diretta in un altro posto o su un altro focus, ma questo è un caso diverso, che necessita di esperienza.
  • Non abbiate paura di rifiutare di lavorare con qualcuno che non vi sentite a vostro agio.
    Potrebbe sembrare duro, ma alcuni lavori magici non sono per tutti. Non c'è bisogno di rifiutare di lavorare con qualcuno per sempre, potreste rimandare la cosa a un momento diverso o per un altro rito. Ma fidatevi del vostro istinto e non abbiate paura di dire no ai partecipanti. Se qualcuno ha una storia di grave malattia mentale o è fisicamente malato, diviene un bersaglio facile e una causa di problemi.
  • Avere dei Guardiani umani.
    Qualunque sia il livello di esperienza del gruppo, è bene avere una o più persone che accettano di non andare completamente in trance, al fine di tenere d'occhio il resto della situazione ed intervenire in caso di bisogno. Ciò equivale che queste persone sappiano anche cosa fare.
Ma cosa può succedere? e quali sono le conseguenze causate dai riti del seiðr?
Intanto, quello che dovete immaginarvi, è ciò che avviene nel film The Pagan Queen, più o meno.
Un gruppo di persone inizia il rituale, una delle persone presenti eseguirà i riti e si presenterà come Volva o sacerdote del rito. Ciò non vuol dire che il rito avrà necessariamente effetto solo su di esso, ma potrebbe ricadere con i medesimi effetti, anche sui partecipanti.
Esattamente come avviane per i riti sciamanici, non è insolito che anche gli "spettatori" prendano parte al rito. Se siete soggetti o meno allo stato di trance, ve ne accorgerete presto.
Non illudetevi che capiti per emulazione o perche persone più sensibili si fanno influenzare, capita anche a chi non ha mai partecipato a un rito del genere, e non sa neppure cosa sta facendo o perchè assiste a un rito di questo tipo , capita agli atei, e non capita a chi sarebbe in teoria pronto a sperimentarlo.
Questo in ogni caso, è ciò che potrebbe verificarsi:
  • Perdere la coscienza all'improvviso.
  • Parlando con una voce che non è la propria, o della persona che ascoltate.
  • Addormentarsi.
  • Disturbare gli altri partecipanti.
  • Occhi di rotolamento all'indietro.
  •  Forte senso di paura e disagio nel partecipante.
  • Perdita di sensazione di una parte o di tutto il corpo.

Qualcuno il cui ruolo è quello di profetizzare, parlare con gli spiriti, o venire posseduto, può mostrare
alcuni o molti di questi sintomi, e questi potrebbero essere essenziali per la buona riuscita del rito.
Anche le persone con più esperienza, come detto prima, devono avere qualcuno che le tenga d'occhio, ma se qualcuno va in trance durante il rito per la prima volta?
Sarebbe meglio intervenire subito, interrompere il processo. E' importante, per la persona che non sapete come potrebbe reagire, ma anche per il rito stesso e il flusso di energia.
Il modo migliore per portare qualcuno fuori dalla trance è essere delicati. Spesso una mano sulla loro spalla e chiamandolo per nome, può essere sufficiente a portare qualcuno indietro.
Scerebbe poi opportuno che quella persona pratichi gli esercizi di messa a terra, immediatamente o a fine rito se la situazione viene ben arginata.
Se è opportuno che li pratichino subito sarebbe meglio che essi escano dal rituale, per rientravi se acquistano maggiore controllo, altrimenti potrebbero abbandonarsi di nuovo.
Se qualsiasi accortezza dolce, non bastasse a portare la persona indietro, l 'acqua fredda è uno shock sgradito a chiunque. L'acqua è utilizzata anche per la purificazione e la benedizione e una forza neutralizzante, buona per le energie in eccesso.
Funziona anche come deterrente. Di tanto in tanto, vi accorgerete che ci sono persone che che non sanno restare concentrate o sono lì solo per disturbare, parlo ovviamente di grandi gruppi a cui si invitano anche estranei. Un bel bicchiere d'acqua sopra la testa è abbastanza inibitore per qualsiasi comportamento contrario al rito.
La seconda tecnica è la campana. Suonando un campanello si da una scossa, rompere la messa a fuoco e porta di nuovo alla realtà rapidamente.
Nel folklore, il suono delle campane spaventa i demoni e i diavoli, tanto che pare che le campane delle chiese siano state proprio usate per questo.
La campana è usata anche per la purificazione e per la compensazione di un eccesso di energia.


Tecniche di messa a terra
Qualunque sia il ruolo che un partecipante svolge in un rito, è importante che sappia come rimettere a terra l'energia alla fine. E' anche bene farlo ogni volta che si finisce un rito, anche dei più semplici, sopratutto agli inizi. Io ricordo bene che quando iniziai a praticare restavo sempre su di giri a fine rito, e per quanto mi piacesse quella sensazione, era dovuta al non saper bene rimettere a terra ciò che avevo innalzato.
La tecnica migliore si può scoprire con l'esperienza, a volte basta solo mangiare e bere qualcosa, e anche risate, applausi, grida, sono un ottimo modo.
Se cercate una tecnica più "spirituale" potete provare semplicemente a mettere i palmi a terra e visualizzare l'energia che è nel vostro corpo che scende nella terra.
Se in un rito qualcuno va in trance e dovete portarlo indietro, basterà anche solo perdergli una mano e aiutarlo a fare questo esercizio, ponendogliela a terra.
L'ausilio del cellulare, spezza il turbine energetico, cosi come la televisione e altri mezzi tecnologici.



Fonti:
SEIDR THE GATE IS OPEN.  By Katie Gerrard
DIZIONARIO DI STREGONERIA

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