martedì 29 novembre 2011

Offerte di Pane

Offerte: Pane

Come detto nel post precedente, in molte tradizioni è normale fare qualche tipo di offerta o sacrificio agli Dei. Come detto la qualità dell' offerta è più importante della quantità e non è soltanto uno scambio, ma spesso un ringraziamento per onorare il divino. Esisto dunque circostanze diverse dove l'offerta prende "forma e significato diverso": Al termine di un sabba o di un esbat si è soliti offrire parte del banchetto agli dei, cosi come a Samhain si condivide con i defunti, in segno di onore e rispetto. Quando invece si offre qualcosa per propiziare una richiesta "uno scambio" l' offerta prende propio il significato di :"offro a te in cambio di..."E' vero che in ogni caso la qualità e il modo rispettoso di porsi resta essenziale.
Le offerte non vengono lascite solo agli dei per compiacerli o per avere il loro benestre, molto spesso si offre qualcosa anche agli spiriti con cui si lavora, che siano questi : maestri ancestrali, spiriti guida, totem ecc..come ringraziamenti simbolici e talvolta come veri e propi nutrimenti per lo spirito.
Una pratica consueta in cui si è soliti lasciare offerte, riguarda la raccolta delle piante, radici, rami e foglie. Sarebbe opportuno lasciare qualcosa che non nuocia alla terra, ne alla fauna, ne alla flora del luogo, offerte commestibili sono da preferirsi a sacchetti di stoffa, incensi a stecchetto o candele di paraffina. Ricordate che anche lasciare un offerta agli Dei nel bosco o in un prato dovrebbe tenere in considerazione questo principio. Le offerfte nutrono gli Dei come il genius loci al quale avete" preso qualcosa" ma è pur vero che l'offerta si scioglie nella terra e viene smaltita dalle creature che abitano quel posto. A prescindere da questo, ritengo che anche il divino preferisca qualcosa di naturale che dover "ingoiare" della paraffina sintetica.
Qui apro una piccola parentesi specifica. E' mio personale parere e mio giudizio consigliare di non eguire alla lettera tutti quegli autori che vi suggeriscono alla fine di un incantesimo di buttare in acqua o sepellire i resti del rituali. Se questi sono ceneri ben venga, ma riguardo i mozziconi di candela cercate un modo alternativo per conservare i resti, a meno chè non usiate candele di cera d'api come si dovrebbe. Non inquinate! E sopratutto pensate con la vostra testa, ragionate sulle cose e poi agite secondo la vostra coscienza. essere streghe parte dal rispetto della natura di Madre Terra non dal fare incantesimi.


Il Pane è una delle offerte più comuni che si fanno agli Dei cosi come agli spiriti del luogo, ai defunti ecc.. insieme a vino, birra, tabacco, latte cereali e alcool in generale.
E' anche una delle offerte che preferisco fare, perche prevede una preparazione e una devozione maggiore rispetto a comprare semplicemnte qualcosa. Ovviamente sto parlando di pani fatti in casa, che chiunque può fare, credo sia anche una delle offerte più gradite perche" soddisfa i palati di un po tutti", almeno i pani che di solito produco io a questo scopo. Sono semplici, di grande soddisfazioni, sono commestibili, non inquinano e sono di veloce smaltimento.
Piccola considerazione: se siete streghe di città e potete portare le vostre offerte solo in un parco, se potete cercate di posare l' offerta in luoghi poco accessibili, in mezzo a cespugli, in buche profonde appese sugli alberi ecc..in modo che non siano molto visibili o facilmente recuperabili, questo perche esendo padrona di un cane, come voi sapete, mi prende un colpo ogni volta che porende qualcosa in bocca da terra. In passato mi è capitato di lascire dei konfleks come offerta in un giardino e vedere poco dopo i cani della mia amica immergere il muso dentro, ovviamente lei se spaventata e li ha sgridati ed io non potevo spiegare e mi sonos entita in colpa. Il problema non è che un cane (gatto- uccello) mangi la vostra offerta, il problema è che i padroni non sanno che è tale e non un boccone avvelenato!
Tornando a noi, essitono innumerevoli tipi di pane che potete confezionare per l'offerta, da panini salati, dolci, al latte, di diverse farine, lievitati e non, speziati, conditi, farciti ecc..
La ricetta base a cui io mi ispirio per i miei pani di media levitazione è quella presente nel "Vangelo delle Streghe" di Leleand, sebbene di ricetta vera e propia non abbia le pesate:

Scongiurazione a Diana:
Dovrai fare delle focacce di farina, vino , sale e miele a forma di corno di luna, mettet a cuocere nel foprno e dite:

Non cuocio nè il pane nè il sale,
Non cuocio nè il vino nè il miele,Inserisci linkCuocio il corpo, il sangue e l’anima,
L’anima di Diana, che non possa
Avere nè pace e nè bene,
Possa essere sempre in mezzo alle pene
Fino a che la grazia non mi farà,
Che gliel’ho chiesta e gliela chiedo di cuore!
Se questa grazia, o Diana, mi farai,
La cena in tua lode in molti faremo,
Mangeremo, beveremo,
Balleremo, salteremo.
Se questa grazia che ti ho chiesta,
Se questa grazia tu mi farai,
Nel tempo che balliamo,
Il lume spegnerai,
Così all’amore
Liberamente faremo!


Utilizzo piccole varianti di questo pane, e ovvaimente non usandolo per sconguri mentre cuoce o mentre impasto e tutt'altra l'intenzione che gli impriomo. Esso sarà nutrimento per lo spirito del luogo, per la pianta di cui mi servirò a cui prenderò "doni".
Nella preparazione mi faccio guidare dall' istinto, non seguo ricette precise, ma vi potete farlo cercandone qualcuna su internet, sopratutto se volete condividere l'offerta, penso qualche secondo a cosa potrebbe piacere all' impianto o allo spirito della luogo, della pianta ecc.. e cosi scelgo inanzitutto che tipo di offerta e se è "pane" lo preparo con quello che ritengo migliore.
Quest' oggi ho preparato due pagnotte che lascerò ai piedi di due alberi perche prenderò loro alcuni rami per la celebrazione della prossima luna. Su di essi ho tracciato un sigillo per gli spiriti della forestra, e se al parco non c'è troppa gente potrei tracciare tale sigillo anche a terra e poi lasciare nel mezzo questa mia offerta.
La ricetta usata oggi, è: farina 00, vino rosso, latte, cannella, lievito per pizza, sale e zucchero. Ho impastato e fatto lievitare un pochino, l'ho diviso in due pagnottine anche se nella foto ne vedete solo una, e l'ho messo in forno a 200° per circa 20-25 minuti ( tempi e cotture variano dalla grandezza delle pagnotte) Sono sicura che formichine topini, uccelli ecc.. gradiranno quanto l'albero, che in questa zona non sono soliti ricevere molti ringraziamenti.




Un po di storia dall antico Egitto: Il pane e la birra

Il pane e la birra erano la base dell’alimentazione degli antichi egiziani e pertanto costituivano anche la base delle offerte funerarie per i defunti, come riporta la classica formula dell’offerta che compare sulle stele e su numerosi oggetti dei corredi delle tombe. A conferma dell’importanza di questi alimenti venivano deposti nelle tombe dei modelli di servitori, caratteristici dell’Antico Regno, che raffigurano donne in atto di macinare cereali o di preparare la birra per l’anima del defunto.

La coltivazione dei cereali era una delle attività più importanti del popolo egizio, fin dall’epoca predinastica; come è noto fu favorita dalle annuali inondazioni del fiume Nilo, che lasciando sul terreno grandi quantità di fertile limo permettevano di effettuare anche due raccolti all’anno. Proprio il livello raggiunto dalla piena del fiume indicava le potenzialità di raccolto e quindi su quello venivano anche calcolate le imposte che i contadini dovevano al faraone. Se la piena era scarsa il terreno coltivabile si riduceva provocando gravi carestie, di cui ci è stata tramandata notizia da diversi documenti; per questo motivo era importantissima una regolamentazione delle acque e una rete di irrigazione delle terre, che di solito era organizzata e curata da parte del potere centrale.

L’aratura e la semina avvenivano appena l’acqua del Nilo si era ritirata dopo l’inondazione; la mietitura era effettuata con falci di legno dal manico corto e con lama costituita fino al Medio Regno da selci seghettate; quindi le spighe venivano battute per separare i chicchi dalla paglia. Una volta puliti, i chicchi di cereali erano stivati dentro granai a forma di silos, sotto gli occhi attenti degli scribi che registravano accuratamente il numero dei sacchi versati nei granai. Poiché nell’antico Egitto non esisteva la moneta, ma solo il baratto, i cereali costituivano spesso lo stipendio mensile dei lavoratori: un esempio ci è dato dagli elenchi delle paghe degli operai che scavavano le tombe dei faraoni nella Valle dei Re, che ricevevano mensilmente quattro sacchi di farro e uno e mezzo di orzo, oltre ad altri beni come legna, pesce e sale.

I cereali coltivati nella valle del Nilo erano essenzialmente tre: il farro (triticum dicoccum), un tipo di frumento (probabilmente triticum aestivum) e l’orzo (hordeum sativum vulgare). I chicchi venivano macinati dalle donne nelle case con macine del tipo a sella e la farina ottenuta era utilizzata per fare pane di vario tipo; il lievito non era conosciuto e per lievitare la pasta di pane si usava l’avanzo della pasta del giorno precedente. La cottura avveniva in forni domestici, o anche su lastre di pietra arroventata; per particolari tipi di pane, per usi religiosi e soprattutto per l’offerta nei templi del pane bianco conico, venivano utilizzate delle forme di terracotta preriscaldate.

I pani d’orzo servivano soprattutto alla fabbricazione della birra. Prelevati dal forno prima della completa cottura, venivano imbevuti di liquore di datteri e lasciati a fermentare; quindi venivano pressati e filtrati attraverso un setaccio: la bevanda ottenuta consisteva in una birra non molto alcolica che veniva conservata in giare accuratamente tappate. L’aggiunta di altri ingredienti poteva variare il sapore e la gradazione della birra; altre bevande più o meno alcoliche venivano inoltre ricavate dalla fermentazione di diversi frutti o bacche.

Vino e olio

La coltivazione dell’uva, sia come frutto che per produrre il vino, è attestata in Egitto fin dall’Epoca Protodinastica, anche se come bevanda non ebbe mai la diffusione e l’importanza che ebbe invece la birra. Le scene che appaiono sulle pareti delle tombe ci mostrano che le vigne erano di solito a forma di pergolato e che la pigiatura dell’uva dopo il raccolto era eseguita con i piedi dentro grandi catini, proprio come si è fatto fino quasi ai giorni nostri. I residui della pigiatura poi venivano spremuti ulteriormente tramite presse a sacco: alle estremità del sacco erano infilati due bastoni che girando in senso contrario lo torcevano e lo strizzavano, lasciando uscire il liquido rimanente. Il succo ottenuto era versato in anfore e lasciato fermentare, quindi le anfore venivano tappate; sulla loro spalla era di solito applicata un’iscrizione con l’indicazione dell’annata e del luogo di produzione del vino. Ad esempio le numerose anfore vinarie trovate nella tomba del faraone Tutankhamon presentano un’iscrizione in ieratico, come “Anno 4 per la casa di Tutankhamon” e una stampigliatura in geroglifico sul tappo d’argilla dove si legge “Vino dei possedimenti di Tutankhamon”, o anche “Vino di buona qualità dei possedimenti di Aton”. Dal Nuovo Regno in poi è attestata talvolta la presenza di un piccolo foro sul collo dell’anfora, probabilmente per permettere la fuoriuscita degli ultimi gas di fermentazione dopo la chiusura del contenitore.

Come per la birra, il vino poteva essere arricchito con alcuni ingredienti per variarne sapore e gradazione; sappiamo inoltre da documenti scritti che era particolarmente apprezzato il vino prodotto nel delta del Nilo e in alcune oasi.

La coltivazione dell' olivo fu introdotta in Egitto dall’oriente solo nel Nuovo Regno, e anche dopo l’olio d’oliva non fu tra i più usati in cucina. Gli olii più utilizzati per condire e per friggere erano l’olio di sesamo, l’olio di lino e soprattutto l’olio bak tratto dalla noce di moringa; alcuni papiri attestano che molti olii particolari venivano importati da paesi stranieri, non solo a fini alimentari, ma anche per uso medico e cosmetico. Altri condimenti per la cucina erano il sale e alcune erbe aromatiche, come il ginepro, l’anice, il coriandolo, il cumino, il prezzemolo e il finocchio; il pepe non era conosciuto e fu importato in Egitto solo in Epoca Romana.



Nessun commento:

Posta un commento