martedì 15 gennaio 2013

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: S come Skaði



Modern Witch League 5#:  
Alfabeto di strega: S come Skaði


Settimana della S e già da mesi programmavo di arrivare ad un altra delle dee che mi sono più care.
Non conosco Skaði da tanto tempo, l'ho conosciuta studiando la mitologia nordica e mi ha subito attirato per i suoi caratteri e la sua simbologia, dea dell inverno, raffigurata con i lupi (la sua dimora riecheggia di ululati) gira per le montagne innevate con i suo arco. Amo tutto questo e sembra essere una dea perfetta per me, ma purtroppo rapportarsi con una divinità non è mai semplice, cosi ho iniziato ad avvicinarmi questo autunno a questa dea meravigliosa e continuo a farlo in punta di piedi. L'ho scelta come  guida in una meditazione che ho fatto tempo fa, l'ho seguita affiancandola e restando un passo indietro rispetto a lei. Vederla non ha reso l'avvicinarmi più facile, dopotutto lei è sempre una gigantessa e resta fredda come la stagione che la domina, distaccata, dall'aurea brillante e candida, elfica direi, magnifica e terribilmente poco umana, tutti aspetti che la rendono più irraggiungibile di quanto una divinità già non lo sia. Non esistono molte informazioni ed io ho cercato di tradurne un po qui e un po li per questo post settimanale, mi incuriosisce tuttavia saperne sempre di più  sopratutto sulle ipotesi di un culto dedicato a lei. La mia ricerca continua ma per il momento ecco quanto so su questa dea selvaggia.

Skaði (il cui nome viene erroneamente anglicizzato in Skadi) è una figura della mitologia norrena. Inizialmente viene descritta come una gigantessa accolta poi nella stirpe dei Vanir dopo aver sposato il dio Njörðr.
Nonostante la sua ambigua natura è di fatto per metà divina, ad ella è imputato un culto attestato da diverse fonti. E’ una divinità puramente invernale, che vive sulle montagne ed è dedita alla caccia: Snorri dice che Skaði usa gli sci per spostarsi sulle montagne dove si reca a cacciare insieme al suo fido arco, in questo appare simile al dio Ullr e per questo viene chiamata Öndurgoð o Öndurdís "dea degli sci".
Invece, l’etimologia del nome Skaði è incerta: vi è chi lo lega al termine omofono - al sostantivo norreno skaði  che vuol dire ingiuria - danno, chi invece pensa che Skaði insieme a Sca (n) dinavia e Skáney, e in gotico skadus, in sassone, in tedesco antico scatole e in antico inglese scaedu, indichi il termine "Ombra", ciò potrebbe anche stare a significate che la regione geografica della Scandinavia era considerata associata con il mondo di sotto.
Georges Dumézil  non fu però d’accordo con il presumere che Skaði e la Scandinavia siano strettamente collegate, il fatto che il nome di quest’ultima derivi dalla divinità e sia quindi “isola della dea Skaði” non è per forza vero, perché, intanto, questa associazione con la parte oscura, con i regni oscuri non è certa e piuttosto è più probabile che sia il nome della dea a derivare dall’isola, cosi come la dea Ériu prende il suo nome da un altra isola, l’Irlanda.

Skaði venne accolta ad Ásgarðr in seguito alla morte di suo padre, il gigante Þjazi, ucciso dagli Æsir. Ella armata di tutto punto si reca nel regno degli dei per vendicarlo. Gli dei tuttavia, tentano una riconciliazione e lei accetta la proposta a due condizioni: uno di loro avrebbe dovuto sposarla e in oltre dovevano riuscire a farla ridere. Per quest’ultima parte, reputata impossibile da realizzare, si propose il dio Loki, il quale prese una corda la legò alla barba di una capra da una parte e l’altra la legò al proprio scroto. Di fronte alla scena della capra che tirava da una parte della corda e Loki dall’altra la dea gigantessa non poté fare a meno di ridere.
Mentre per soddisfare la sua prima richiesta gli Æsir misero la condizione di poter scegliere il proprio futuro sposo guardando solo e esclusivamente i piedi dei candidati. Fù cosi che scelse il dio dai piedi più belli, pensando che si trattasse di Baldr; e trovandosi cosi invece, il dio Njörðr.
Il rapporto tra Skaði, gigantessa delle montagne e Njörðr, dio del mare, non fu dei migliori, inizialmente non riuscirono a mettersi d'accordo sul luogo in cui avrebbero vissuto. Provarono quindi ad alternare la residenza, trascorrendo nove notti a Nóatún, la dimora sul mare di Njörðr, e poi altre nove a Þrymheimr, la dimora tra le montagne di Skaði. Ma nessuno dei due fu soddisfatto dell'accordo: Njörðr si lamentava dell'ululato dei lupi, lei delle strida dei gabbiani. Alla fine pare che Skaði se ne sia tornata, sola, tra le montagne. Quest'ultimo episodio ha un parallelo praticamente identico nella storia dell'eroe Hadingus. L'unione tra Skaði e Njörðr in quanto lei gigantessa e lui dio richiama invece quella tra Gerðr e Freyr.
Alcuni studiosi, ipotizzarono che il suo sposo Njörðr, fosse in origine una divinità femminile, giudicando perciò probabile che Skaði, nei tempi più antichi, fosse una divinità maschile. Quest'ultima congettura sarebbe confortata dal fatto che Skaði è un nome tipicamente maschile, così come l’attività di caccia.

Ambiguo pare il rapporto che lega Skaði a Loki invece: questi, nella Lokasenna, la accusa di avergli offerto il proprio corpo (e questo nonostante sia stato proprio Loki ad uccider suo padre). Più avanti, però, quando Loki verrà incatenato perché non possa più nuocere sino al Ragnarök, è Skaði stessa a legargli sopra il capo il serpe velenoso che stilla costantemente veleno sul volto del dio ma vedremo i dettagli dopo.
Di Skaði si dice anche che ebbe anche diversi figli con Odino, tra cui Sæmingr.

In Grímnismál dell’Edda Poetica, il dio Odino (travestito da Grimnir ) rivela al giovane Agnarr l'esistenza di dodici dimore. Odino cita della sesta dimora Þrymheimr. Nella strofa, Odino recita: ‹‹Þrymheimr si chiama la sesta dove Þjazi viveva, quel detestabile gigante.Ora Skaði risiede, pura sposa degli dèi, nell'antica dimora del padre››. Odino descrive Þrymheimr come composta da "antiche corti" e si riferisce a Skaði come "la sposa splendente degli dei".

Nell'introduzione in prosa alla poesia Skírnismál, il dio Freyr è affranto per una ragazza fiera (la jötunn Gerór) avvistata in Jötunheimr. Il dio Njörðr chiede al servitore Skirnir di parlare con Freyr e nella prima strofa della poesia, Skaði dice sempre a Skirnir, perché Freyr è così sconvolto. Skirnir risponde che si aspetta parole dure del loro figlio Freyr.
Nell'introduzione in prosa della poesia Lokesenna, Skaði viene indicata come la moglie di Njörðr ed è citata come una delle dee che frequentano le feste degli Ægir. Durante una conversazione tra Loki e i presenti in sala, Skaði parlò come tutti gli altri nel tentativo di placare la terribile escalation di ingiurie e maldicenze che il dio stava proferendo verso ogni invitato. Skaði disse: ‹‹Sei di buonumore, Loki; ma non così a lungo, scherzerai in liberà, perché alle rocce gli dèi ti legheranno con le budella del tuo gelido figlio. ››
Loki rispose: ‹‹Considera, se alle rocce gli dèi mi legheranno con le budella del mio gelido figlio, sono stato il primo e l’ultimo a combattere contro Þjazi nello scontro che lo uccise.››
Allora Skaði aggiunse: ‹‹Considera, se tu fosti il primo e l’ultimo a combattere, dando la morte a Þjazi che dalle mie sale e dal mio terreno verranno sempre venti gelidi verso di te››.
Ed ancora Loki  la accusò: ‹‹Più gentile fosti col figlio di Laufeyjar, quando mi hai invitato a letto; dovremmo dirle certe cose, se ora noi dobbiamo, dire tutti i nostri peccatucci››. Dopodiche si intromise Sif.
Infine una piccola porzione di prosa si racconta Loki viene inseguito dagli dei e catturato dopo un fallimentare tentativo di travestirsi da salmone. Suo figlio Váli viene ucciso mentre il suo altro figlio Narfi diventa un lupo. Le viscere di Váli vengono usate per legare Loki a tre rocce sopra le quali Skaði pone un serpente che avrebbe dovuto avvelenarlo.
La moglie di Loki, Sigyn, gli resta al fianco con una boccia per raccogliere il veleno, ma quando la boccia è piena il veleno cade su Loki, obbligandolo a contorcersi per il dolore. Si dice che furono questi spasmi la causa dei terremoti.
Scholar John Lindow ipotizzò che da come Skaði e Loki si parlano tra i due potrebbe esserci stato qualche rapporto, non solo per le accuse lanciate da Loki ma soprattutto per la simbologia del serpente, usato poi dalla dea per punire Loki.
Skaði viene ancora citata nella poesia Hyndluljóð, dove la jötunn Hyndla dice alla dea Freyja che Þjazi "amava sparare" e che Skaði era sua figlia.

Nel capitolo 23 dell’Edda, nel libro Gylfaginning, viene descritta Skaði proprio come gigantessa jötunn, figlia di Þjazi e si racconta della storia che ha avuto con il dio Njörðr e delle vicissitudine nei del loro matrimonio gia annunciate, la prosa recita:
“Il terzo áss è chiamato Njǫrðr. Egli abita in cielo, nel luogo chiamato Nóatún. Governa il corso dei venti e placa il mare e il fuoco. È lui che si deve invocare per navigare e per cacciare. Egli è così opulento e prosperoso che può ampiamente donare a loro terre e armenti ed è lui che si deve invocare per queste cose. Njǫrðr non è della stirpe degli Æsir. È stato allevato nel Vanaheimr, ma i Vanir lo diedero in ostaggio agli dèi e presero in cambio in ostaggio colui che si chiama Hǿnir. Egli divenne il segno di riconciliazione fra gli dèi e i Vanir. Njǫrðr ha in moglie quella donna chiamata Skaði, figlia del gigante Þjazi. Skaði vuole avere la dimora che ricevette da suo padre, che si trova fra certe montagne nel posto chiamato Þrymheimr, ma Njǫrðr vuole stare vicino al mare. Essi stabilirono che sarebbero stati per nove notti a Þrymheimr e altre nove in Nóatún. Ma quando Njǫrðr tornò a Nóatún dai monti, allora cantò queste strofe: ‹‹Sgraditi mi sono i monti non vi rimasi a lungo: nove sole notti. L'ululato dei lupi soave non mi parve come il canto dei cigni››.
Quindi Skaði cantò questo: ‹‹Dormire non posso su guanciali di mare per lo stridor d'uccelli; sveglia mi tiene chi da lungi vola il gabbiano ogni mattino››.
In seguito Skaði tornò sui monti, abitò in Þrymheimr e per la maggior parte del tempo va sugli sci e abbatte le fiere. Ella si chiama Ǫndurgoð o Ǫndurdís. Così è detto: ‹‹Þrymheimr si chiama ove Þjazi abitava,il gigante spaventoso, ma ora Skaði vi dimora degna sposa degli dèi nell'antica dimora del padre››.

Alla fine del capitolo 50 del Gylfaginning, viene ancora raccontata la fine del Lokesenna : “Loki era dunque imprigionato senza scampo e fu portato dentro una caverna. Qui gli Æsir presero tre lastre di pietra, le appoggiarono su un lato e fecero un foro su ciascuna. Furono quindi presi i figli di Loki, Váli e Nari o Narfi. Gli Æsir tramutarono in lupo Váli, il quale straziò immediatamente Narfi, suo fratello. Ne presero dunque le budella e le usarono per legare Loki sulle tre lastre: una gli sta sotto le sue spalle, la seconda sotto i reni e la terza sotto le caviglie e quelle corde divennero di ferro. Skaði, poi, prese un serpente velenoso e lo fissò sopra di lui, in modo che il veleno uscisse dal serpente e cadesse sul suo volto, ma Sigyn, moglie di Loki, gli sta vicino e tiene una conca sotto la pioggia velenosa. Quando la conca è piena, ella si alza per vuotarla, ma nel frattempo il veleno cade sulla faccia di Loki, il quale si agita così violentemente che la terra tutta trema. Voi chiamate questi terremoti. Laggiù Loki resterà legato fino al ragnarøkr”.

Nel libro Skáldskaparmál, si racconta di come Loki per salvare Iðunn uccise Þjazi. Egli stesso aveva fatto allontanare la dea Iðunn da Ásgarðr per via di un patto fatto con il gigante Þjazi. Quando gli dei lo scoprirono egli fu così spaventato che giurò che avrebbe cercato Iðunn in Jǫtunheimr. Con il mantello di Frejya  si trasformò da falco, volò a nord verso Jǫtunheimr e giunse presso il gigante Þjazi. Questi navigava in mare, mentre Iðunn era a casa. Loki la trasformò in noce, la afferrò con i suoi artigli e volò via più veloce che poté. Quando Þjazi giunse a casa e non trovò Iðunn, si mise il suo travestimento da aquila e inseguì Loki. Quando gli Æsir videro che il falco volava con la noce e l’aquila che li seguiva radunarono dei trucioli di legno e una volta che Loki fu salvo appiccarono il fuoco contro l’aquila che non poté più frenare. Gli Æsir erano vicini e uccisero il gigante Þjazi dentro ai cancelli di Ásgarðr e quest'impresa è risaputa. Skaði, la figlia di Þjazi, prese elmo, armatura e tutte le armi e si recò ad Ásgarðr per vendicare suo padre. Ma gli Æsir le chiesero di riconciliarsi con lei attraverso l’offerta già descritta. Infine, a titolo di risarcimento per Skaði, Odino prese gli occhi di Þjazi, li lanciò verso il cielo, e dagli occhi creò due stelle.
Ancora molti sono i rifermenti ad essa in Skáldskaparmál.

Nel capitolo 8 della Heimskringla – La saga degli Ynglinga, si parla di Skaði quando un tempo era sposata con Njörðr, e dice che ella non ebbe rapporti sessuali con lui, in seguito Odino la sposò(?). Skaði e Odino ebbero "molti figli". Solo uno dei nomi di questi figli è rivelato: Sæmingr, un re di Norvegia.
‹‹Di mare-ossa, e molti figli la dea degli sci, ha avuto con Odino››. [*mare -ossa sono le rocce gli scogli*].

Un'altra figura con il nome di Skaði  appare nel primo capitolo della saga Volsunga. Nel capitolo, questo Skaði è maschio è il proprietario di uno schiavo di nome Bredi . Un altro uomo, Sigi, un figlio di Odino, andava a caccia un inverno con lo schiavo. Sigi e lo schiavo Bredi cacciarono per tutta la giornata fino a sera, quando confrontarono le loro uccisioni, Sigi vide che Bredi aveva superato le sue prede e cosi decise di ucciderlo e seppellirlo in un cumulo di neve.
Quella notte, Sigi tornò a casa e sostenne di essersi separato dallo schiavo e di averlo perso nel bosco. Skaði dubitava della spiegazione di Sigi, ed ebbe il sospetto che Sigi mentiva e che avesse ucciso Bredi. Skaði riunì degli uomini per cercare il suo schiavo ed in fine trovarono il cadavere del povero malcapitato, il cui nome venne dato ai cumuli di neve e la gente ancora si riferisce ad essi in questo modo “Bredi’s Drift” – “Cumolo di Bradi”. Sigi scappa sotto la protezione di Odino e Skaði non è menzionato di nuovo nella saga.
Scholar Jesse Byock rileva che l'Skaði è una dea associata con l'inverno e la caccia, nell'episodio sopra descritto.

Scholar Hilda Ellis Davidson suppone che il culto di Skaði potrebbe aver prosperato in Hålogaland , una provincia nel nord della Norvegia, poiché "lei mostra caratteristiche simili a quelle dei Sami, che erano famosi per lo sci, il tiro con l'arco e la caccia, la separazione da Njord potrebbe costituire una scissione tra il suo culto e quello del Vanir in questa regione, dove scandinavi e il Sami erano in stretto contatto".
In Svezia vi sono molti toponimi con cui ci si riferisce sia a Skaði che a Ullr, per via delle loro similitudini, ciò fa diventar nuovamente plausibile che Skaði un tempo, o per alcuni, fosse in origine una divinità maschile.


Fonti:
Wikipedia,
Bibrost.it



1 commento:

  1. sai che anche alle Hawaii hanno una Dea della neve?
    Mi sto interessando anch'io alle Dee "Fredde", contrapposte a quelle calde tipo dei vulcani o anche legate al fuoco, caos ecc.

    Davvero bello il tuo post.

    Ti lascio un saluto!

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