domenica 7 ottobre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: H come Hel

Modern Witch League 5#: 
 Alfabeto di strega: H come Hel


Nella mitologia norrena, Hel nota anche come Hella, Holle, Hulda, era la Dea norvegese, regina e sovrana degli inferi, il suo mondo- regno era conosciuto come Helehimir o Niflheim – Il regno dei morti.
Il suo nome Hel significa “qualcuno che si nasconde” o “colui che ricopre” ( tradotto anche come Nascoso o come Morte). Se si guarda come fosse la radice reale di un nome, si potrebbe scoprire un gran numero di luoghi, che probabilmente derivano da essa, come L’ Olanda, Helsinkin, Holstein, Helvetia e Holderness.

Hel è la dea del mondo di sotto, figlia di Loki, dio dell’inganno e di Angrboða, una gigantessa.
I suoi fratelli sono Fenrir il lupo e Jormingand il serpente marino. Si narra che quando Hel venne al mondo e la malattia colpì per la prima volta l’umanità, e che lei stessa portò nel mondo dei vivi il dolore e la disperazione.
Nell’Edda in prosa, si offrono descrizioni di essa che sono divenute ormai la consuetudine per quanto riguarda l’origine di Hel.

“C’era una volta, una gigantessa di nome Angrboða , che viveva in un luogo conosciuto come Giantland, a un certo punto della sua vita Angrboða ebbe un rapporto intimo con il dio degli Asi Loki, e fù da quell’unione che nacquero tre figli. Il primo fù il lupo divoratore Fenrir ( Fenris)- Wolf, il secondo  fù il Wyrm Jormungard, il serpente marino di Midgard che circonda la Terra, mentre la terza figlia fu semplicemente Hel.
Questi tre “bambini” trascorsero gran parte della lor vita a Giantaland, nel frattempo ad Asgard il regno degli Asi, profezie differenti si tramandavano tra gli Dei, avvertendoli che tre fratelli unici e diversi tra loro avrebbero portato un terribile disastro e il male sarebbe venuto fuori.
Quando i primi Dei impararono a conoscere i tre fanciulli, si accorsero subito che potevano essere proprio i tre di cui le profezie parlavano. In un primo momento, scelsero di credere che si trattasse di una semplice casualità e che fossero così solo a causa della natura terribile della loro madre. Poi conoscendoli meglio si resero conto definitivamente che si trattava proprio dei fratelli delle profezie e che la colpa era comunque attribuibile alla loro madre. In realtà nonostante il clamore e la preoccupazione per Angrboða, la mostruosità dei tre era imputabile al loro padre.
Loki era conosciuto per i suoi beffardi piani, talvolta malvagi di cui spesso persino le divinità erano vittime, ma era comunque un dio, fratello di Odino, padre della stirpe degli Asi; Poiché non esisteva dubbio sulla paternità di Loki, Odino decise che la cosa migliore per i bambini fosse quella di portarli ad Asgard, in modo che essi potessero essere cresciuti come Asi e quindi non risultare pericolosi per gli dei stessi. Affinché l’ordine di Odino fosse eseguito, gli Dei viaggiarono in Gintland per scovare i tre fratelli e portarli ad Asgard, e così fù.

La bambina nota come Hel era nata con le ossa completamente esposte su un lato del corpo, gli Dei provavano disagio per il suo aspetto e alla sua presenza, così tanto che evitavano di avere a che fare con lei. Esser vista come una diversa, la strana, essere evitata  e non avere nessun amico era molto difficile da affrontare per Hel, ciò la rese molto infelice e piena di solitudine e disperazione.
Dopo molte discussioni Hel. Prese una decisone importante, andò da Odino e gli spiegò come fosse difficile per lei viveri lì e chiese ad Esso il permesso di lasciare Asgfard.
Odino, simpatizzava per Hel cosi esaudì la sua richiesta. Le affidò un suo mondo Niflhemir, che fa parte dei nove mondi della mitologia norrena, e la mise al suo governo. Il ruolo di Hel in questo regno diventò così importante, che questo regno fu chiamato Helheimir in suo onore. In questo modo Hel divenne la Dea dei Morti”.

Nonostante il regno che Odino le diede fosse gelido e orribile, Hel ne fù contenta e gli diede in ringraziamento una coppia di corvi: Huginn e Munin che diventarono i corvi di Odino. Il Padre di tutti, le diede responsabilità che avrebbe dovuto assumere in quel regno, le diede potestà su tutti quelli che il Valhalla non avesse accolto e dunque sui morti di cui divenne sovrana. Avrebbe dovuto curare le anime di coloro che erano morti di malattia o di vecchiaia, e per le anima di quelle persone la cui morte, non era avvenuta con violenza o in battaglia. Doveva occuparsi di coloro che erano trapassati sena onore, a causa di incidenti, o che fossero traditori e criminali. Grazie a questo ruolo Hel riuscì ad ottenere uno sposo di sangue reale, il re svedese Dyggve, morto per cause naturali.

Il regno di Hel è omonimo della dea, in modo analogo all’Ade greco, si tratta di un luogo gelido, al quale si accede attraverso una grande caverna Gnipahellir custodita dal feroce segugio Garm. Superata la caverna, i defunti attraversano il fiume Gjöll sopra un ponte d’oro custodito dalla gigantessa Moðguðr.
La reggia di Hel è il palazzo Èljùðnir nel quale sono accolte le anime.
In un luogo separato detto Nàströndm le anime degli assassini e dei traditori sono torturate  strappandogli le unghie, allo scopo di costruire Naglfar ( nave di unghie) sulla quale i morti torneranno per combattere il giorno del Ragnarök.

Nell’Edda in prosa in cui viene menzionato il regno di nove anelli di Hel, esso appare come un luogo dove gli abitanti hanno mantenuto un costante lamento. E’ descritto il suo palazzo come un luogo miserabile, umido con nevischio, dove i muri sono costruiti con ossa umane e vermi. E’ stato affermato in oltre che Hel mangi da un piatto conosciuto come Fame, e chiamato come Carestia (?) con coltello e forchetta e che sia servita da due servitori con “nome in lento movimento” Ganglati (Pigro) e Ganglöt( Sciatto). Il suo letto è fatto di dolore, e la pietra all’ingresso della sua sala è conosciuta come Goccia –a-distruzione.
L’Edda in prosa continua, dicendo che all’ingresso del regno di Hel è custodito  dal cane da caccia Gram, e che prima di poterne raggiungere la soglia bisogna aver viaggiato in Helvig, ovvero la strada faticosa di Hel e aver passato la prima  custode di nome Modhgundh.

Quando i guerrieri morivano in battaglia, le loro anime erano divise tra la dea Freyja e Odino. Freyja aveva il privilegio di prendere la prima metà delle anime di quei guerrieri che erano stati uccisi in battaglia, mentre le anime restanti appartenevano ad Odino.
Quando qualcuno era morto, raggiungendo il regno di Hel era quasi impossibile che questi potesse tornare sulla Terra, com’è noto da uno dei più antichi miti norreni: la storia di Baldur.
Hel costante nel suo regno, aspetta che le anime die morti arrivino lì, lei stessa li giudica e decidere la sorte delle anime misurando la loro bontà e cattiveria. Dopo la valutazione Hel, dà a ogni anima la giusta ricompensa, secondo il giudizio le anime dei morti sono portate in uno dei nove anelli di Helemir, che vanno dall’anello considerato come il cielo, all’ultimo pieno di orrori e scuro Neostrand ( Nastönd), la dimora di punizione dove serpenti costantemente iniettano veleno nei malvagi. Tale luogo appare in modi molto diversi, ma l’opinione più comune sia quella che assomigli a una sorta di Inferno.

Hel lascia raramente il suo regno per venire sulla terra, quando lo fa porta sventura e malattia: passa per le strade dei villaggi e la gente si ammala improvvisamente. Se spazza la strada con il rastrello, vi saranno sopravvissuti, se invece brandisce una scopa, moriranno tutti.
Hel è descritta come una donna duplice: con metà viso nero o cadaverico e l’altra metà normale. Questo potrebbe rispecchiare la sua figura nella mitologia. Nei tempi più antichi, infatti, Hel fu la grande madre dea Terra, che sfama gli affamati e da loro ristoro, ma successivamente divenne molto simile a un Plutone femminile e il suo regno paragonabile all’Ade Greco. Alcuni tratti della dea suggerirono a diversi studiosi di metterla in relazione con le caratteristiche di Parvati-Kalì o Persefone o ancora con Ecate.
Mentre la prosa dell’Edda descrive Hel come essere nato con un lato del suo scheletro in mostra, altre  descrizioni fisiche la descrivono davvero come un essere unico.: alcune dicono che sia metà nera e metà bianca, metà in decomposizione, simile al corpo di un cadavere – mezza morta e mezza viva, con un espressione cupa sul viso, e un aspetto sinistro e malinconico.
E ‘interessante notare che l’aspetto di Hel, negli ultimi anni sia stato ricondotto  anche alla figura mascherata di Arlecchino, che spesso appare come un personaggio stanbdard nella Commedia dell’ Arte con un lato nero e un lato bianco del volto. In ogni caso questa doppia faccia, o doppia maschera esprime simbolicamente moto bene la dualità vita e morte di Hel.

Va in oltre notato che probabilmente, il pantheon norreno mostra chiari segni di una passata predominanza femminile comune a molti culti in tutto il mondo, che in seguito hanno ceduto il passo alla figura maschile.
La figura femminile così diventa figlia dell’inganno, partorisce il caos, ha n inarrestabile furia distruttrice, è sede di una furia terribile e incomprensibile al comune senso umano. La figura maschile invece è rappresentata razionale, con leggi giuste e comprensibili, con valore in battaglia. Questo cambiamento è molto marcato dall’avvento del Cristianesimo che ha sostituito nel vari pantheon le dee con la figura di Maria, madre di Dio, cardine di salvezza di ogni sventura.
Hel è stata spesso pensata come una Dea Madre Oscura, era nota con altri nomi ed altri titoli, come dea della morte e dell’aldilà, l’underground della Terra Madre, la sovrana del regno dei morti noto come Helgardh e Nefele, la Dea delle Ombre. In Danimarca aera adorata come Hyldemoer o anziana Madre.

Molte altre storie esistono su Hel, una di queste è una credenza islandese, che descrive come al principio tutto era un grande abisso chiamato Ginnungagap, e fu portato nel grembo ardente di Hel. Grembo di rigenerazione nella profondità della Terra, Su un lato del Baratro c’erano vulcani , mentre dall’altra parte non c’era nulla tranne che acqua fredda e ghiaccio. E’ per questo motivo che Hel divenne nota come la Madre Motagna, che dimorava nelle profondità della Terra dove fuoco e ghiaccio si incontravano.

La leggenda dice che Hel ha avuto un occhio di fuoco che poteva vedere solo ciò che era vero, cosi da rendere impossibile a chiunque di mentirle o nascondere qualcosa. Guardando questa concezione in un modo diverso, Hel può essere stata costretta in qualche modo a guardare dietro la maschera che era il suo stesso aspetto, in modo che lei stessa potesse vedersi per chi che era veramente.
I Vichinghi, però, rifiutarono di falò, hanno guardato l’aspetto di Hel come qualcosa da temere e hanno creduto che non sarebbe mai venuto nulla di buono da lei. I Vichinghi guardano l’Helheimir come un luogo orribile simile all'inferno cristiano, benché originariamente tale luogo non fosse per niente fatto di fuoco e zolfo ma freddo glaciale, pieno di melma e fango, con ghiaccio e neve.
Mentre i Vichinghi la temevano come è chiaro dall’ Edda, Olandesi, Galli e i popoli Germanici videro Hel in una luce meno paurosa e drammatica. Videro la regina dei morti in un’ottica più dolce e gentile, la morte come trasformazione, e non credevano che l’Helheimir fosse un luogo di punizione per tutti.
Essi vedevano Hel come una divinità quanto più simile a Madre Terra conosciuta come Madre Holle, che era la natura incontaminata. In questa veste fu possibile per Hel consolidare alcuni aspetti materni, e come dea che interviene in aiuto nel momento del bisogno. Hel però conservava anche qui un altro lato di se, essa era in grado di diventare vendicativa, se fosse stato necessario, soprattutto verso coloro che interferiscono o arrestano la progressione della legge naturale.
Alcuni miti in fine, la descrivono come Dea Scura, simile alla Kalì indù, spesso presentata come Nejellenia  ovvero la Luna Nether. Altri manufatti relativi al suo culto son stati ritrovato in tutta la Germania, e datati fin dal II secolo d.C. circa, esistono tracce anche di un culto diffuso in Olanda e Nuova Zelanda  risalente a più tardi XVI secolo d.C  in questo particolare contesto Hel fu anche associata a chi naviga.


1 commento:

  1. ciao complimenti x il blog. Ogni tanto lo leggo visto che di mitologia nordica conosco poco. Interessante il paragone tra la dea hel e Arlecchino. Leggevo tempo fa che le maschere erano originariamente rappresentazione dei defunti e che il nome Arlecchino viene da Hoelle Koening (re degli inferi)
    ciao

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