domenica 3 giugno 2012

Luna dell' Idromele

Luna dell' Idromele




Spiriti di Natura: silfidi, zeffiretti 
Piante: scutellaria, olmaria, verbena, tanaceto, gramigna officinale, prezzemolo, muschio 
Colori: arancione, verde dorato 
Fiori: lavanda, orchidea, millefoglie Profumi: mughetto, lavanda 
Pietre: topazio, agata, alessandrite, fluorite 
Alberi: quercia 
Animali: scimmia, farfalla, rana, rospo, pavone 
Divinità: Aine of Knockaine, Iside, Neith, Uomo della Foresta, Cerridwen, Bendis, Ishtar 

 E ora chiedete a voi stessi: 
" Come distinguerò ciò che è buono nel piacere, da ciò che non è buono?" 
Andate per i campi e nei giardini, e imparerete che il piacere dell'ape è nel raccogliere il miele dal fiore, 
Ma che anche il piacere del fiore è nel concedere all'ape il proprio miele. 
Perché un fiore per l'ape è una fonte di vita, E l'ape per il fiore un messaggero d'amore, 
E a tutti e due, ape e fiore, dare e ricevere piacere è un bisogno e un'estasi. 
 Gibran Khalil Gibran 


 Questa è la Lunazione del Miele, il nettare delle api il nutrimento degli Dei, che ha ispirato molte leggende e molti racconti sui suoi poteri magici.
Quest’anno la lunazione ricoprirà quasi interamente la fine del mese di maggio e buona parte del mese di giugno; la vegetazione svilupperà tutta la fragranza degli aromi estivi che incantano le api… Con la luna del Miele la stagione dell'abbondanza si avvia verso il culmine, la vegetazione comincia a lussureggiare, il raggi del sole diventano sempre più intensi e anche l’aria comincia a “prendere spessore”: diventa corposa, profumata, aromatica.
Guardiamoci intorno: i colori vibrano, i suoni prendono il sapore dell’estate, le notti sono tiepide e il cielo spesso è cristallino. Qualche volta il vento spira da sud e ci riporta echi speziati di terra africana…
Sta per iniziare il periodo di maggior ricchezza nel mondo vegetale, l'erba nei prati cresce alta, i cereali sono molto vicini alla maturazione, la frutta di molte specie può essere raccolta e i giardini sono in fiore.

 La Luna Piena in Sagittario ci invita ad aprirci alla generosità e all’ottimismo riflessi dalla natura fiorita intorno a noi.
È un ottimo plenilunio in cui fare magie per “reiventarsi”, con cui reindirizzare la realtà individuale verso l’offerta del meglio di noi stessi.
 Le giornate si allungheranno con abbondanza di luce fino al 21 giugno, Litha o Solstizio d'Estate. È tempo di stare all’aperto, di godersi il caldo e rigenerarsi sotto l’ombra del fogliame nei parchi, di uscire anche la sera, di guardare il cielo, di vivere con tutti i sensi ben svegli e ricettivi.
È tempo di assaporare, gustare, cominciare a raccogliere i frutti di tanti sforzi e tanto impegno. Tempo di prosperità.
Ma la vita moderna, il ritmo la produttività ci hanno stremati. Arriviamo alla Lunazione del Miele già stanchi, sognando le ferie… siamo esauriti. Ancora non possiamo fermarci, c’è tanto da fare: chi studia inizia ora il periodo più impegnativo dell’anno, chi lavora è chiamato a intensi sforzi produttivi prima del riposo estivo. Il fisico si ribella. Il caldo che abbiamo tanto atteso ci toglie impeto e spinta.
Ci sembra di avere energia soltanto per fare il minimo indispensabile.
Il periodo che si avvicina all'estate e uno fra quelli vissuti con maggiore difficoltà nel mondo occidentale, in totale dissonanza con la natura che invece prospera ed offre proprio sotto questa Luna alcuni dei suoi frutti più dolci.

 Allora proviamo una volta tanto a concederci di cogliere qualcosa anche per noi. Ad ogni desiderio di spuntino ci concederemo, se possiamo, fragranti porzioni di fragole che con il loro sapore e colore sono capaci da sole di imprimerci una sferzata di buon umore… se non ci piacciono le fragole cercheremo sui banchi i primi frutti dell'estate, un occhio al prezzo e uno al colore!
Abbiamo davvero bisogno di concederci qualcosa di fresco, di succoso e vitale… parola d’ordine: dolcezza!!! Per coglierla in pieno dal novilunio in poi cominceremo con il miele. Gli usi del miele sono infiniti e il suo valore energetico è molto forte.
Nel mese di Giugno è pronto nei favi per essere pazientemente raccolto e conservato.
Comperiamone un barattolo, di quello buono, possibilmente non industriale… nell'aroma preferito: ce n’è per tutti gusti.
Ce ne concederemo una punta di cucchiaino ogni mattina, appena alzati, anche solo una goccia, sciogliendolo lentamente sulla lingua, lasciandoci investire dalla pienezza del sapore, assorbendo le sostanze zuccherine, incamerando energia, potere, dolcezza per sostenerci per tutta la giornata.
Lo faremo come rito quotidiano, per tutta la lunazione. Assaporando il miele penseremo all’operosità delle api, alla capacità di questi piccoli insetti di compiere opere imponenti e perfette, al loro spirito di collaborazione, la loro capacità di integrarsi nel progetto collettivo contribuendo costantemente con la loro opera al bene della comunità.
 Penseremo alle Melisse, sacerdotesse di Demetra che dolcemente veneravano la più tenace delle Madri, a Odino che nell’idromele – bevanda ricavata dal miele – cerca e trova la fonte della conoscenza e della saggezza, ad Ippocrate che lo usava per scopi medicamentosi, a Omero che riteneva che fosse il cibo preferito dagli Dei.
Sentiremo la sapienza di questo alimento entrare nel nostro sangue, lenire le ferite, attenuare la stanchezza e riportare nuova energia. Sarà un modo di prenderci simbolicamente cura di noi, diluendo l’amarezza che talvolta inevitabilmente visita la nostra vita e ricordandoci di concederci sempre l’attimo per gustare ciò che è accessibile, a portata di mano, mentre si lavora perché si realizzino i nostri sogni più grandi e si persevera nel nostro progetto di vita, con tutti i suoi ostacoli, fatiche, ritardi.

 Il miele lo assumeremo ritualmente e come simbolo: del nutrimento che viene dalla Natura e dalla Madre Terra; della ricchezza materiale ma anche della ricchezza interiore, della dolcezza e l’amore che desideriamo e che dobbiamo concederci per primi; e, infine, per la sua valenza simbolica di cibo adatto agli dei, riconoscendo il valore sacro della nostra persona nell’assumerlo.
Dopotutto qualcosa di dolce ce la meritiamo! (Segnalo alla fine di questa pagina un interessante testo "MIELE, NETTARE DEGLI DEI" con ricette al miele, per la tavola e per la salute!)
 La Lunazione del Miele, con la sua calda e avvolgente dolcezza ci invita a godere del momento. Invita a fermarsi un attimo senza interrompere l’operosità quotidiana, per concedere a noi stessi un pensiero d’amore e di gratitudine per tutto il lavoro che facciamo, per i nostri sforzi, e per riprendere linfa e coraggio per affrontare il momento del raccolto: qualsiasi cosa riusciremo a raccogliere quest’anno - abbondanza o mera sopravvivenza - siamo sempre stati in prima linea e non ci siamo risparmiati.
 Sotto questa Luna sono favoriti i matrimoni e, infatti, e un periodo in cui è consuetudine fissare la data delle nozze e iniziare la propria personale “luna di miele”. La tradizione romana dedicava il mese di Giugno alla dea Giunone, moglie di Giove e dea della prosperità e delle unioni matrimoniali.

Nota come Luna del Miele, Luna dell'Idromele, Luna Rosa, Luna dei Cavalli, Luna del Sole, Luna di Litha, Luna Fragola, Luna del Fiore o dei Fiori, Luna delle Rose, Aerra Litha (prima di Litha) o Luna di Litha, Luna del prato, Luna delle Bacche mature, Luna del loto, Luna ventosa, Luna del Bufalo, Luna della tartaruga, Fare Luna grassa, Luna del tempo caldo,Luna dell'Anguria, Luna verde dei Cereali, Luna di Mead, Luna del Fieno.

 La luna di Giugno è una luna allegra, espansiva, aperta ai cambiamenti. Hermes-Mercurio, il fanciullo dio alato governatore del segno, ci invita a muoverci, a fare nuove conoscenze, a stare all’aperto il più possibile, a viaggiare e a dare più spazio a quella spensieratezza e spontanea giocosità che possono rendere la vita tanto più piacevole e leggera.
Il tutto in sintonia con la stagione e con i ritmi della natura, che in questa fase dell’anno è all’apice della sua fase espansiva: le ore di luce continuano a crescere, regalandoci giornate lunghissime in cui godere del dolce tepore della tarda primavera.
L'apparizione del volto pieno e tondo di questa Luna annuncia la fine della fertilità e l'inizio della nuova vita. Le arnie si riempiono di miele; gli animali partoriscono e gli uccelli escono dal guscio; le farfalle e le cicale prendono il volo, lasciando dietro di se i bozzoli a ricordare ciò che sono state.
Tutta la Natura ferve di attività. E' il tempo della dedizione, del nutrimento e della trasformazione. L’aria è corposa, calda e profuma di fiori, mentre le farfalle dalle ali variopinte volteggiano tra i petali…. e così anche i nostri pensieri si fanno leggeri, a tratti mutevoli e fantasiosi, e già volano ai luoghi delle nostre vacanze. In campagna l'erba nei prati è già alta, i cereali sono vicini alla maturazione, mentre i giardini ancora in fiore hanno già molti frutti pronti per essere raccolti.
E' una fase di cambiamento che precede il cambio di stagione, per cui tutto è in evoluzione, nella natura come dentro di noi. Infatti il 21 giugno, solstizio d’estate, ci lasciamo alle spalle la primavera per accogliere una nuova, calda Estate.
Questa luna segna un periodo di metamorfosi anche per noi. Un momento in cui reinventare la vita, cambiare la realtà individuale, e realizzare noi stessi. Ma prima di fare questo, spesso dobbiamo modificare la percezione che abbiamo della vita e osservarla con uno sguardo nuovo.
Per fortuna non è difficile come sembra. Con tutta la Natura in uno stato di trasformazione, è facile per noi adeguarci. Il 21 giugno, solstizio d’estate, ci lasciamo alle spalle la primavera per accogliere una nuova, calda Estate. Celebriamo Litha, festa di mezz'estate (per il calendario celtico che fa iniziare la stagione con Beltane), festa del Sole per tutte le tradizioni, che hanno da sempre attribuito a questo giorno una particolare valenza, anche magica.
Questo è il momento in cui la luce solare, all'apice delle sua fase crescente, dà luogo al giorno più lungo dell'anno, e la notte più breve.. prima di invertire la tendenza. Un ruolo particolare giocano le erbe. Sin dai tempi antichi si usava infatti nella notte di san Giovanni raccogliere piante aromatiche da bruciare sui falò solstiziali. E' credenza che moltissime piante raccolte in quest'epoca abbiano poteri quasi miracolosi, e le nove erbe solstiziali che si usava bruciare sui falò solstiziali sono Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine, Artemisia e l’erba di San Giovanni per eccellenza, cioè l’Iperico.
Quest'erba del buonumore di color giallo-sole, cui si attribuisce il potere di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione. Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d'estate, fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte a mezzanotte avevano una valenza protettiva. Hypericon dal greco significa infatti proteggere e per questa ragione è bene appenderne un ramo alla porta di ingresso. Litha in quanto trionfo della luce è una festa solare, ma poichè coincide con il passaggio dell'astro dorato nel segno del Cancro, è anche una festa lunare. Fuoco ed acqua si utilizzano per onorare il Dio e la Dea in questo magico momento in cui si passano lo scettro, poichè dal solstizio d'estate in avanti la luce inizia a decrescere mentre la notte diventa impercettibilmente già più lunga.
L'acqua solstiziale per eccellenza è la rugiada, o "guazza di San Giovanni", cui si attribuiscono doni miracolosi, come far ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o propiziare la fertilità. Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni.
E’ questo un buon tempo anche per le divinazioni e le magie domestiche, i piccoli e grandi riti protettivi legati all'elemento fuoco e all’energia del sole.

 Iperico: 
Al genere Hypericum appartengono alcune specie ornamentali ma la varietà più nota per le sue proprietà officinali è l'Iperico (Hypericum perforatum) detto anche erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, Pilatro, Millebuchi, Erba dell´olio rosso, Erba trona...
È una pianta erbacea che può raggiungere i 130 cm, glabra, con fusto eretto percorso da due striscie longitudinali in rilievo. È ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché le foglioline, che in controluce appaiono bucherellate (da cui il nome perforatum), in realtà sono ricoperte da piccole vescichette oleose.
Le foglie sono opposte oblunghe. I fiori giallo oro macchiettati di nero (questi puntini se sfregati, tingono le dita di rosso) ai margini hanno cinque petali delicati e possiedono molti stami. Sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni), da cui il nome popolare. L'Iperico è posto sotto il dominio sia del Sole sia di Marte. Il nome della pianta deriva dal greco e significa "contro i fantasmi": questo perché si credeva che l'erba respingesse gli spiriti maligni, i quali non potevano sopportarne l'odore.
Ecco il perchè del nome popolare, "Cacciadiavoli"... e non deve stupire che fosse usata nei cerimoniali di esorcismo.
 Con l'avvento del Cristianesimo, la pianta fu dedicata a san Giovanni Battista, ritenendo che l'olio dal colore purpureo che l'Iperico genera dai fiori e dalle foglie fosse il sangue del Santo. Su questa pianta e sul Battista sono "fiorite" diverse leggende: una spiega il perchè dei puntini neri sui petali e dei forellini sulle foglie: i primi rappresenterebbero il sangue versato da San Giovanni Battista decapitato, i secondi le lacrime sparse da chi assistette alla scena.
Un'altra leggenda racconta che sia stato Satana, stizzito, a provocarli quando un rigagnolo del sangue di San Giovanni Battista appena decapitato aveva impedito alle legioni dei suoi adepti di irrompere sulla terra. Ancora un'altra leggenda si collega a quanto riportato nella Bibbia: il Battista si nutriva di locuste e di miele selvatico e la leggenda dice che la pianta su cui gli insetti si posavano fosse proprio quella dell'Iperico.
La fama di Cacciadiavoli diffuse la credenza che dove cresceva non si potessero svolgere i sabbah delle streghe e che le streghe non possano nuocere a chi ne indossi un mazzolino.
 Possiede proprietà divinatorie: dal modo in cui cresce è possibile prevedere se il futuro sarà buono o no. Nel Medioevo, la notte della vigilia di san Giovanni (quella in cui tradizionalmente va raccolta la pianta), era costume dormire con un mazzolino d'Iperico sotto il cuscino, nella convinzione che, così facendo, il santo apparisse in sogno e proteggesse il dormiente dalla morte per un anno intero.
L'Iperico può essere portato come amuleto o appeso sopra gli stipiti delle porte o nelle stalle (in modo da scongiurare le fatture contro il bestiame). Tenere dei rametti di Iperico fioriti sotto il materasso (specialmente dei bambini) protegge dal malocchio. Metterne dei mazzi nel sottotetto protegge le abitazioni dai fulmini. Quando si raccoglie l'Iperico, si scelga una pianta per ciascun membro della famiglia e poi la si appenda in casa: se una pianta non riusce a sbocciare, il membro della famiglia per cui è stata raccolta presto si ammalerà e morirà. Se si raccoglie l'Iperico restando rigorosamente nudi, i rametti acquisiscono doti da utilizzare negli incantesimi per la fertilità. Sempre durante la suddetta vigilia di San Giovanni, si usava danzare intorno ai falò indossavando coroncine di Iperico e, danzando, si lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante e allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie.
Ma chi voleva vedere le Streghe pronte a raggiungere il Noce (Signore, siete avvisate) doveva nascondersi nei pressi di un crocicchio indossando un mazzolino di Iperico a contatto con la pelle, una forca di legno di fico appoggiata sotto il mento ed i piedi immersi in un catino d'acqua; a mezzanotte in punto avrebbe potuto assistere al corteo delle Streghe in volo verso i luoghi della Tregenda.
Non viene riportato il numero delle streghe cadute dalle proprie scope per il troppo ridere dopo aver visto certe strane presenze ai crocicchi.
 Sembra che i cavalieri medioevali fossero ammessi alle giostre soltanto dopo aver giurato di non indossare mazzetti di Iperico sotto l'armatura, poichè il potere magico della pianta li avrebbe protetti a scapito della loro effettiva bravura. Mi è stato riferito che durante l'ultima Guerra alcuni soldati spalmassero l'olio di Iperico sulle canne dei fucili per assicurarsi una buona mira.

 Miele: 
 [le api] sole hanno i figli in comune, case congiunte a formare una città; vivono sotto leggi magnanime e sole riconoscono una patria e sicuri Penati; pensose dell'inverno che incombe, faticano d'estate e mettono in comune il frutto della loro ricerca. Infatti alcune sono preposte al vitto, e secondo un patto, faticano nei campi: parte, nel chiuso della loro dimora... altre conducono fuori i figli cresciuti, speranza della stirpe; altre stipano purissimo miele, e colmano le celle di limpido nettare. 
Ad alcune tocca in sorte la vigilanza davanti alle porte e a vicenda scrutano le acque e le nubi del cielo, o ricevono il carico dalle venienti, o strette in schiera, ricacciano dalle mangiatoie i fuchi, ignavo armento [...] ognuna col suo compito [...] a tutte un unico riposo, a tutte un'unica fatica. 
 Virgilio 

 Il miele nettare considerato prezioso come l’ambrosia degli dei, richiama ai sensi, dolce e soave alla memoria, rugiada del cielo, antico come le tracce della terra.
Rievocano il miele parole come "melos", cioè "canto, danza, musica"; ma anche lo stesso vello d'oro degli Argonauti, le dolci Ninfe e le Naiadi che il grande poeta greco Callimaco ha posto nel divino mondo animistico della tradizione popolare greca.
 La parola Miele la troviamo nel latino "mel-mellis", nel greco "meli-melitos" e nei vocaboli dell'area albanese e celtica; ma soprattutto nella lingua accadica come "melu, mellu, wellu" che derivato dal verbo "elelu", secondo la legge linguistica semita - che fa derivare sostantivi e aggettivi dal verbo - mette una "m" prima del verbo dal quale deriva...
"Elelu" significa "essere puro, liberato dalle scorie". La presenza di un 'ape in una stanza è annunciatrice di buone notizie.
"Ape" è una parola antichissima, per molto tempo ritenuta senza etimologia e considerata quindi di origine sconosciuta. Numerosi oggetti di culto recuperati dagli archeologi dimostrano che l'ape era venerata in tutta la Grecia antica.
Le caste d'api erano associate ai culti di fertilità: le Melisse, sacerdotesse della Grande Madre, avevano l'ape come simbolo. In greco "Melitta, melissa" significa "ape". La Dea Madre, conosciuta anche come "Ape Regina", veniva celebrata a primavera con riferimento all'annuale rinnovarsi della natura. L'ape simboleggiava anche l'eloquenza umana ed il potere che essa può esercitare: una leggenda narra che uno sciame d'api depose sulle labbra di Platone un favo.
 Al miele furono associati numerosi miti, tra i quali quello secondo cui sulla tomba del famoso medico greco Ippocrate progenitore della medicina occidentale, nidificarono le api, producendo un miele miracoloso. Ippocrate, in vita, utilizzava il miele come unguento prediletto, mescolato all’acqua e all’aceto, per curare differenti affezioni.
Si narra che Democrito sia giunto alla rispettabile età di 109 anni facendosi in vita rispettoso della sua prescrizione: "Miele all'interno ed olio all'esterno". Una delle prime testimonianze dell’uso del miele viene da graffiti rupestri che risalgono al 6000 a.C.
L’uomo neolitico, pare, allevava api anche se il merito di un’apicoltura perfezionata va agli Egizi che scoprirono l’utilità del miele nelle imbalsamazioni. Gli antichi riconoscevano al miele grezzo proprietà che poi la scienza avrebbe confermato: antisettiche, fortificanti, calmanti.
Nel mondo greco-romano erano noti gli effetti cicatrizzanti, tonificanti e la sua utilità nelle affezioni intestinali e auricolari. L’origine della parola Miele sembra risalire ad epoche antichissime , e lo troviamo anche tra gli ittiti popolo orientale.
I Sumeri ci hanno tramandato ricette a base di miele: creme di bellezza fatte con l’argilla, acqua miele ed olio di cedro. Il miele viene profumato da sostanze aromatiche date dai fiori, per cui, secondo la predominanza dell'una o dell'altra specie di fiori nelle vicinanze dell'alveare, le api producono vari tipi di miele.
È interessante sapere che l’ape bottinatrice colei che cerca e raccoglie nettare dai fiori, informa le compagne dei siti più succulenti compiendo una specie di rito, una vera e propria danza circolare. In diverse stagioni, a seconda dei luoghi e delle colture, si ottengono qualità diverse: miele di prato, di bosco, di brughiera, di monte, di acacia, di tiglio, di lavanda, di rododendro, di rosmarino…
 Molte sono le ricette che si tramandano, dagli albori, e che hanno come ingrediente essenziale il miele: ricette golose e aromatiche per la cucina, ricette di bellezza (maschere per il viso e per le mani, capelli, bagni rilassanti e nutrienti per l’epidermide).
 Sono inoltre molti rimedi efficaci naturali a base di miele, utilizzati per la cura di mal di gola, febbre, ascessi, insonnia e piccole ferite.
Si conosce il miele come elemento dall’alto potere cicatrizzante e antisettico. Il miele di tiglio ha un buon odore aromatico, ed è un buon dolcificante per le tisane, ha ottime qualità soporifere, ideale per i bambini, per chi è soggetto a nervosismo, e per alleviare i disturbi femminili. Il miele di castagno è scuro e denso, e dal sapore amarognolo.
Ottimo caricatore di energie per le persone anziane e gli inappetenti, per l’alto contenuto di sali minerali che vi sono presenti. Il miele di edera ambrato e delicato nel sapore è un ottimo rimedio per curare le cistiti, in quanto favorisce la diuresi e l’eliminazione delle scorie.
Il miele di acacia con il suo colore trasparente, la sua forte carica dolce e delicata è il miele più indicato da utilizzare in cucina in quanto non altera il gusto delle pietanze, non intorpidisce le bevande (come dolcificante per le tisane per il te ed ottimo per il caffé)
Questo miele è un buon tonico, e “rafforza gli intenti”. È il miele più adatto ai bambini, per le affezioni che contraggono nella stagione fredda (raffreddore, mal di gola, tosse) e è utile a coadiuvare la guarigione da infiammazioni intestinali.

La sfinge e la danza lunare:
Un giorno qualsiasi della tua vita , lei potrebbe trovarsi sulla tua strada: ampia, potente, animalescnte femminile, enorme, terribile emozionante. Ti bloccherà. Alzerà la voce, udibile nello stesso modi sia dai mortali che dagli immortali, e ti chiederà: "Tutta qui la tua vita? Non volevi di più?" Ti sbarrerà la strada e ti darà un enigma da risolvere. Ma non sarà certo una cosa banale come: cos'è che al mattino cammina con quattro gambe, a mezzogiorno su due gambe e alla sera su tre. e che è più debole quando ha maggior sostegno?
Perché questo famoso indovinello della Sfinge sembra il massimo degli enigmi che la mistica patriarcale sia stata in grado di compiere.
La Sfinge ti guida nell' enigma della tua esistenza, ti conduce al luogo dove c'è un buco, una rottura, un divario. Dal punto di vista mitologico la Sfinge è una creatura favolosa, metà umana metà animale, si trova in Egitto, incarna la saggezza e, lo sguardo puntato sulla vita e sulla morte, anche la conoscenza di entrambe le condizioni.
Sorveglia la soglia del regno dei morti, e solo chi le sa rispondere passa oltre. Senza la giusta risposta incombe la rovina.
E' simbolo della forza femmi9nile: al di là dei limiti, terribile, erotica, potente, sapiente, vigile, misteriosa. Forse il simbolo adatto a rappresentare il mistero femminile.
Nel patriarcato, l'energia femm9inile è stata scissa: nella brava, onesta, utile e sessualmente a disposizione donna di tutti i giorni, e nella misteriosa irraggiungibile, mistica dea o figura dei miti. E' fuori dubbio che la donna invece porti in se tutte queste caratteristiche.
La Sfinge è la sfida per cambiare la quotidianità che ci stereotipizza, in modo da crescere le nostre misteriose, terribili, enigmatiche, potenti forza.
La Sfinge dice: " Non fare nulla , solo ciò che soddisfa la tua ambizione. Fà soltanto ciò che puoi evitare di fare. Non fare niente se non devi. Hai la scelta. Non farti sottrarre la scelta. Decidi Tu. Non farti sottrarre la decisione. Quello che fai , fallo veramente..."
La Sfinge chiede:" Era questa? E' davvero questa la vita che vuoi? Qual' è il tuo compito? Ti è chiaro cosa produce la tua vita?". E dice: " Non ti nascondere dietro il tuo lavoro, ai tuoi genitori, al tuo ambiente. Di cosa ti lamenti? Io ti do la possibilità di confronto.
Non lagnarti. Valuta e va'. Se non riesci ad assumerti le responsabilità, non ti lascio passare".
 La Sfinge è un animale predatore, che ti distrugge per la tua protezione. Se la incontri, non vivrai più come prima. Perché se non la incontri puoi  sacrificarti alle circostanze e lamentarti, ma dopo mai più. La Sfinge, la mitica donna leone dai due volti, quello luminoso rivolto alla terra, e quello oscuro, rivolto al nuovo cosmo, esige da te chiarezza. Ti guida nel mistero affinché tu impari a vedere chiaro.
Nelle fiabe essa compare in seguito a dover compiere tre compiti o rispondere a tre domande.
Questa prova è  il passaggio alla tua personalità intera: dopo sei guarita e intera nel corpo e nello spirito. Vale la pena rileggere le fiabe sotto questi aspetti.


La pianta di questa luna è la Felce, una delle prime piante sulla terra insieme all’ equiseto. In contrasto con lo sviluppo umano, esse hanno potuto mutarsi e tuttavia restare inalterate nella loro sostanza, sopravissuta per miliardi di anni. I boschi di felci sono divenuti arbusti e infine piccoli cespugli, ma ci sono ancora. Non hanno bisogno di fecondazione, lasciano cadere al suolo le loro spore e ne nascono di nuove.  Scacciano i parassiti, gli spiriti cattivi! Dormire su cuscini di felci non soltanto tiene lontano fastidiosi animaletti ma dona tranquillità e saggezza.

L’animale di questa luna invece è la Mosca antica quasi quanto la felce. Può vivere ovunque sulla terra, al freddo e al caldo, non può essere sterminata né dall’essere umano, né dalla violenza della natura. In molte culture la mosca incarna il maligno, i demoni,gli spiriti. Le mosche possono essere messaggere magiche. E’ certo sono straordinariamente tenaci. Possono rimanere attaccate al parabrezza di un auto fino ai 60 Km orari, possono volare controvento e sopravvivere nelle peggiori condizioni. Corrono sulle pareri e sui soffitti si infilano in fessure minuscole e non hanno nessun interessa per la sopravvivenza individuale, ma solo al mantenimento della specie. Nella mitologia orientale la mosca incarna l’incessante  volo dell’ anima, e le anime non reincarnate. La mitologia cristiana chiama addirittura Belzebù, il diavolo, Signore delle Mosche. Nei miti persiani si narra che il maligno sia entrato di soppiatto nel mondo come mosca. Nel patriarcato insomma è il Male: la femmina rissosa, la resistenza, la morte, la provocazione, il tredici, il sangue mestruale ecc..

La danza- Gli enigmi si affrontano meglio in luna nuova, perché per risolverli serve tutta la forza interiore. Questa danza inizia in novilunio ed è una danza dell’ anima.
 Rilassa il corpo partendo dai piedi fino ad arrivare ai muscoli facciali. Immagina poi con la fantasia un cerchio protettivo: qualcosa che ti avvolge, protegge, circonda, racchiude. Scegli la sostanza che ami di più e che per te incarna la protezione.Quando ti senti abbastanza protetta, mettiti in cammino.
Immagina di percorrere un paesaggio che definisci man mano come ti piace. Osserva con precisione ogni dettaglio in modo che tu poi possa descriverlo. Tutti i dettagli sono simboli importanti per risolvere le tue domande.
Giungi ad un abitazione. Stabilisci tu stessa se è un abitazione una grotta,una capanna o altro. Entra. Nota anche qui ogni dettaglio, ripetili mentalmente affinché restino impressi nella memoria.Poi aspetta incontrerai qualcuno. Un animale, una persona, una figura mitica, un essere qualunque. Ti metterà a disposizione il suo sapere. Memorizza con precisane ogni gesto ogni parola le immagini o le sensazioni che suscita in te. Poni una domanda chiara. Aspetta la risposta. Non rattristarti se non ne ricevi una. Da questo momento in poi puoi tornare in questo luogo quando vorrai, potrai riprovare, e potrai incontrare un essere che ti da consiglio. Tornando devi ripercorrere tutto il sentiero ma puoi farlo molto più in fretta e in modo meno dettagliato.
Se dovessi essere disturbata e strappata alla tua trance, completa il ritorno nella tua fantasia in modo veloce, affinché il viaggio abbia conclusione.
Naturalmente se non ti senti bene puoi interrompere il viaggio in qualsiasi momento, e dire semplicemente  “Finito”. Ciò metterà fine al collegamento con il tuo profondo sé.

La danza può essere ballata da sola o con altre. In questo caso è meglio danzare da soli perche incontrerai te stessa in molteplici forme. Inizia mettendo in movimento tutte le parti dle tuo corpo in modo circolare.
Fai cerchi con i piedi , le braccia, il bacino, le mani, la testa, le gambe ecc…Prova a fare il massimo possibile di movimenti circolari, per esempio gira su te stessa – gira verso destra poi verso sionista. Traccia cerchi con il corpo. Continua a muoverti finché senti il corpo vibrare e oscillare.
Adesso concentrati sul chiamare:  chiamati, attira la tua forza profonda, balla una danza di seduzione per te stessa. Cerca il tuo proprio ritmo, cantalo, mormoralo a bocca chiusa. Avvolgiti nella molte vesti della tua personalità.
 Poi siedi a terra , schiena dritta nella posizione del loto o semi-loto,oppure seduta sui piedi, come preferisci. L’importante è che tu tenga la schiena diritta. Ora guarda l’oscurità: se danzi in una stanza accendi una candela dietro di te. Cosa vedi? Noterai che dopo un po’ la tua forza di proiezione fa nascere una forma. Incontri una parte di te come in uno specchio-.
Adesso puoi avere un dialogo immaginario o parlato con la tua forma di pensiero, In ogni caso alla fine , dovrai salutarla e lasciarla andare. Dopodiché, con entrambe le mani, chiudi il tuo plesso solare ( tra ombelico e seni)
SE hai paura della tua energia spirituale,. Dovresti fare l’esercizio in compagnia, finche non sarai a tuo agio.
Non ti può accadere nulla di male sei solo davanti a ciò che la tua fantasia forma per te. Non sei obbligata ad accettare forme inquietanti,. Minacciose, e neppure dar loro forma e contenuto. Pensa sempre che sei tu, quelle che fa venir fuori queste forme.
Puoi eseguire questa danza ovunque, a casa, vicino all’acqua , davanti al fuoco, su una montagna, su un balcone, in giardino ecc.. l’importante è che tu non venga interrotta.


CELEBRARE LA LUNA DELL' IDROMELE


Luna piena di Giugno

L'arrivo di questa luna segna la fine della fertilità e l'inizio di una nuova vita.Le arnie sono piene di miele e gli animali partoriscono, le farfalle escono dai Bozzoli e gli uccellini cominciano a volte lasciando il loro nido, la natura è piena di nuova vita.
E' tempo di dedizione,di nutrimento e trasportazione.Periodi di metamorfosi anche per noi.Reinventiamo la nostra vita fermandoci a guardare la nostra posizione.

Suggerimenti

**Indossare abiti gialli,ambra per celebrare la raccolta del miele
**Usate candele gialle e arancioni
**L'incenso sarà quello di luna piena o incenso puro o mirra
**Decorate l'altare con fiori e altri doni della natura che richiamano la metamorfosi; gusci rotti piume bozzli vuoti.
**per il banchetto servite biscotti al limone e thè al miele
**Costruite "la scaletta della strega" con piume trovate per terra per propiziare la buona sorte nei prossimi
12 mesi.Intrecciate le piume tra loro con tre lungi nastri 1m. ciascuno di colore rosso bianco e nero. Le piume saranno possibilmente di 9 colori diversi e verranno annodare la nastro a equa distanza.
 Caricate ogni piuma con una qualità e annodatela pronunciando qualcosa al riguardo in rima.
 Finito di annodare le piume legate le estremità con un fiocco e ponete la "scaletta" sull altare.

"Anello di piume treccia di tre porta la fortuna a me"



**Finito il rituale appendetela dove passi inosservata.

**Per meditare su decisini della vita dite:

"Mia splendente Madre e Maestra illumina il sentiero che ancora non scorgo 
perché io intraprenda il mio destino.
indicami le scelte che libera mi faranno.
Perche felice e devota io per sempre possa essere, 
Madre ascolta le mie preghiere ti prego aiutami a veder."


**Fate un incantesimo di trasformazione personale usando i Gusci d' uovo le piume e i bozzoli, insieme a una ciocca di vostri capelli, mettete tutto in una borsina  che porrete sull altare dicendo:

"Doni della natura che trasformate  il mio spirito spronate
Che trovi il coraggio per migliorare la mia vita
per imporre nella realtà cio che in natura accade già
Nuova percezione e grande ispirazione
ciò desideri e voglio che fate senza tardare."


Fonti:
Le tredici Lune - Luisa Francia
L'arte della Strega - Dorothy Morrison
Ilcalderonemagico.it
Il cerchiodellaluna.it

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